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All'insaputa dello sceicco: Harmony Collezione
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Ebook157 pages2 hours

All'insaputa dello sceicco: Harmony Collezione

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About this ebook

Il fratello di Abigail Cavanaugh è rinchiuso in prigione a causa di alcuni preziosi reperti archeologici. Alla bellissima Abbie viene offerta la possibilità di salvarlo, ma dovrà unirsi in matrimonio allo sceicco del Barakhara, tenebroso, affascinante e favolosamente ricco. Per un equivoco imprevedibile, la passione che esplode tra il principe Malik e Abbie potrebbe trasformare quel freddo accordo in un sogno da Mille e una notte. Ma né lei né Malik conoscono ancora la rispettiva vera identità.
LanguageItaliano
Release dateFeb 10, 2020
ISBN9788830509979
All'insaputa dello sceicco: Harmony Collezione
Author

Kate Walker

Autrice inglese originaria della regione di Nottingham, ha anche diretto una libreria per bambini.

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    Book preview

    All'insaputa dello sceicco - Kate Walker

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    At the Sheikh’s Command

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Kate Walker

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-997-9

    1

    I primi a girare l’angolo furono i motociclisti, uomini dal fisico imponente in sella a motociclette enormi e scintillanti. Nonostante il caldo, indossavano tute di pelle e grossi caschi neri. Ma naturalmente questo non costituiva un problema per loro, ragionò Abbie. Erano le guardie del corpo di un uomo che regnava su un Paese molto distante. Un Paese al centro del deserto, dove il sole batteva implacabile giorno dopo giorno, e la temperatura superava di molto quella piuttosto mite di un pomeriggio estivo in Inghilterra.

    L’uomo in questione era nell’auto che li seguiva.

    Il convoglio risalì il viale per arrestarsi davanti all’ingresso principale. Le guardie del corpo spensero il motore delle loro motociclette, gli occhi protetti dalle visiere dei caschi attenti. Il loro compito era proteggere l’occupante della berlina, lo sceicco Malik bin Rashid Al’Qaim, a costo della loro stessa vita.

    Sul cofano dell’elegante vettura nera spiccava una piccola bandiera, ovviamente quella del Barakhara.

    Abbie tirò un profondo respiro. Dunque lui era lì. Non era un sogno, ma una realtà che aveva tutti i connotati dell’incubo. Lacrime le sgorgarono dagli occhi grigi, che asciugò con il dorso della mano. Con un gesto nervoso si ravviò i capelli biondi.

    L’ospite era in anticipo almeno di un’ora, ecco perché lei stava ancora rassettando la sua camera, la camicia bianca e la semplice gonna che indossava protette dall’ampio grembiule a fiori che aveva preso in prestito dalla governante.

    «Papà!» urlò. «Sono arrivati.»

    Suo padre però era già uscito di corsa dallo studio, aveva aperto la porta d’ingresso ed era sul patio. Tutto, nel suo atteggiamento – il respiro affannoso, il modo in cui sfregava le mani umide di sudore lungo i fianchi – era una manifestazione della paura che gli attanagliava il cuore.

    Se suo padre, un uomo che aveva sempre saputo gestire ogni situazione, era così nervoso, allora l’ansia che le aveva impedito di dormire sin da quando avevano ricevuto la notizia era più che giustificata, ragionò Abbie. «Buona fortuna!» gli augurò, pur sapendo che ci sarebbe stato bisogno di molto di più del semplice aiuto della sorte benevola.

    Lei, suo padre, tutti, avrebbero fatto qualunque cosa pur di aiutare Andy. Ma il destino di suo fratello minore era nelle mani del sovrano di un Paese straniero, dello sceicco del Barakhara per la precisione, e non era possibile prevedere quali sarebbero state le basi della trattativa che, dopo tre settimane di negoziazioni, stava per iniziare proprio con quella visita.

    L’uomo avrebbe potuto mostrare compassione, o non mostrarne affatto.

    L’uomo che era nell’auto.

    L’uomo che...

    Abbie smise di pensare e di respirare, quando l’autista scese dalla vettura e aprì lo sportello posteriore, le spalle dritte, lo sguardo vigile. Non si inchinò, ma tutto il suo atteggiamento dichiarava rispetto mentre il passeggero della limousine appariva in pieno sole.

    «Oh...»

    Shock, incredulità, e tanta paura, ecco cosa provò Abbie guardando l’uomo incamminarsi verso la porta della sua casa. Era grande, scuro e agile come una pantera, i suoi movimenti atletici e controllati, sul volto un’espressione decisamente bellicosa. Un brivido le corse lungo la schiena. Non aveva un bel viso, i lineamenti erano troppo duri, quasi fossero stati intagliati nella pietra. Gli zigomi alti e sporgenti enfatizzavano la linea decisa della mascella. Il naso era leggermente aquilino e sopracciglia nere ombreggiavano gli occhi più scuri che avesse visto in tutta la sua vita.

    Era un viso forte, volitivo, inflessibile. Il principe era anche più giovane di come avesse immaginato, più vicino ai quaranta che ai cinquanta. Ma se quello fosse un bene o un male, Abbie non aveva modo per determinarlo.

    «Ma io pensavo che fosse uno sceicco!»

    Abbie si voltò verso George, il più giovane dei suoi fratelli che, in piedi accanto a lei davanti alla finestra, stava osservando la scena. «Lo è, tesoro. Lo sceicco del Barakhara.»

    «Ma non è vestito in quel modo.»

    «Infatti.» Un lieve sorriso increspò le labbra di Abbie, che cancellò anche in parte l’ansietà dai suoi occhi. A dodici anni, George era ancora così ingenuo da ragionare nei termini più elementari. Poiché il visitatore era uno sceicco, allora doveva anche indossare le lunghe e fluttuanti vesti che erano tipiche del suo Paese. Invece lo sceicco sfoggiava un completo grigio superbamente cucito, la giacca che enfatizzava le spalle massicce e l’ampio petto. La stoffa dei pantaloni scivolava sulle gambe lunghe e muscolose e gli aderiva ai fianchi stretti mentre camminava verso la porta. Accarezzati dai raggi obliqui del sole pomeridiano, i capelli neri risplendevano come l’ala del corvo, e la pelle della mano che alzò per respingere una ciocca che gli era caduta sugli occhi era dello stesso color bronzo di quella del suo affascinante viso.

    «Allora non è un vero sceicco?»

    «Sì, tesoro, è un vero sceicco, ma credo che indossi la tunica solo quando è a casa sua.»

    «Quindi nel deserto, magari mentre cavalca un cammello.»

    «Sì, immagino di sì.»

    «Dunque è un vero sceicco... E può aiutare Andy?»

    Il sorriso svanì dalle labbra di Abbie. «Sì» confermò, «lo spero. Lo spero con tutto il cuore.»

    «Papà lo convincerà» affermò George.

    «Papà lo convincerà» riecheggiò Abbie.

    Ma la sua voce non risuonò convinta come avrebbe voluto. Proteggendosi gli occhi dal sole con una mano, continuò a osservare la scena, notando la sicurezza con la quale lo sceicco avanzava, l’arroganza che trapelava dalla sua postura, gli occhi scuri che scrutavano ciò che lo circondava.

    Lo vide stringere la mano a suo padre con quello che era un gesto di cortesia ma, osservando attentamente James Cavanaugh, i suoi movimenti, l’espressione del suo viso, Abbie capì che era stato sul punto di inchinarsi, e che aveva istintivamente abbassato la testa al fine di manifestare rispetto al suo ospite. Un atteggiamento preoccupante, segno delle difficoltà che suo padre avrebbe incontrato per tenere testa all’uomo più giovane.

    Era necessario invece che James mantenesse l’assoluto controllo della situazione. Il futuro di Andy dipendeva da lui.

    Andy aveva solo diciannove anni, ed era rinchiuso in un carcere di Barakhara. Si era comportato in modo stupido, irresponsabile, ma non era un cattivo ragazzo. Aveva commesso un errore, un grave errore, ma nulla più di quello. Meritava una seconda possibilità.

    Doveva avere una seconda possibilità. Dopotutto, per quello lo sceicco era lì.

    Sicuramente non aveva attraversato mezzo mondo solo per dir loro che non aveva alcuna intenzione di mostrarsi clemente verso il povero Andy?

    Abbie si sporse un po’ in avanti e sollevò la tenda di pizzo che copriva il vetro della finestra in modo da poter vedere meglio. Subito dopo però si immobilizzò perché lo sceicco, evidentemente allarmato da quel movimento quasi impercettibile, aveva alzato la testa di scatto. Per il tempo di un battito di cuore la guardò dritto negli occhi.

    «Oh, aiuto» mormorò Abbie, provando qualcosa di molto simile al panico.

    Se fosse stato un topolino inseguito da un falco, non avrebbe potuto essere più terrorizzata. Lasciò ricadere la tenda e arretrò frettolosamente per sottrarsi a quel penetrante scrutinio.

    Ma anche quando la stoffa tornò a oscurare il vetro, il senso di sbigottimento non l’abbandonò, quasi come se quello sguardo stesse continuando a cercare di arrivare alla sua anima. Silenziosamente pregò che le negoziazioni finissero al più presto perché non si sentiva al sicuro con quell’uomo nella sua casa.

    Voleva che se ne andasse, il più presto e il più lontano possibile. Ma, tuttavia... tuttavia, non aveva mai visto un uomo così bello in tutta la sua vita, ammise a se stessa, certa che non sarebbe mai riuscita a cancellare dalla mente l’immagine del suo volto perfetto.

    Se solo avessero avuto la possibilità di incontrarsi in un altro posto, e in altre circostanze!

    Chi era?

    Lo sceicco Malik bin Rashid Al’Qaim non era un uomo che si lasciava distrarre facilmente. Se un problema richiedeva la sua attenzione, la otteneva, completamente. E il problema di cui doveva discutere con James Cavanaugh era senza dubbio delicato, e meritevole di tutta la sua concentrazione. Ma aveva colto con la coda dell’occhio un movimento, una mano che sollevava una tenda, si era girato...

    E si era ritrovato a fissare incantato una donna che a sua volta lo stava fissando da una delle finestre del pian terreno.

    Una donna bellissima. Capelli color dell’oro che le ricadevano in morbide onde sulle spalle, alta e snella, un fisico mozzafiato in grado di distrarre chiunque. Persino il brutto grembiule che aveva legato intorno alla vita non poteva nascondere le curve generose e la sua prorompente sensualità.

    Curve alle quali avrebbe voluto dare uno sguardo più da vicino, ma nello stesso momento in cui quel pensiero gli attraversò la mente, la sconosciuta si ritrasse, lasciando ricadere la tenda.

    Poco male, si disse. Ignorando il mormorio di protesta dei suoi sensi – risvegliati dall’apparizione bionda – tornò a meditare sulla questione che stava per affrontare. La donna, ovviamente una delle cameriere di casa Cavanaugh, poteva aspettare.

    «Posso offrirle da bere? Qualcosa di fresco che la rinfranchi dopo il lungo viaggio?»

    Svelto Malik spostò lo sguardo su James Cavanaugh, anzi, sir James Cavanaugh, si corresse. «Grazie, accetto volentieri» replicò, seguendo il padrone di casa nel grande atrio dalle pareti di boiserie e lungo il corridoio.

    Certo, avrebbe preferito mettere da parte i convenevoli e andare dritto al cuore della faccenda, pensò mentre sir James lo faceva accomodare in una spaziosa stanza dalle grandi finestre. Una stanza, la biblioteca, che una volta doveva essere stata lussuosa e accogliente, ma che ormai mostrava tutti i segni di quella decadenza dovuta alla mancanza di fondi destinati alla manutenzione necessaria per un immobile così prestigioso.

    Aveva notato segnali simili nella facciata della villa appena vi si era avvicinato. La vernice del pesante cancello di ferro battuto era scrostata, le ringhiere arrugginite. Il muschio aveva quasi completamente ricoperto la bella fontana al centro del giardino, un giardino che evidentemente nessuno più curava da anni.

    La casa in se stessa era imponente ed elegante, la dimostrazione del ruolo che un tempo dovevano aver ricoperto i suoi proprietari nella società bene inglese, ma chiaramente ormai il suo mantenimento eccedeva le possibilità economiche della famiglia.

    Il che avrebbe reso il suo compito più facile, decise Malik mentre osservava il suo ospite prodigarsi per metterlo a suo agio. Sir James non avrebbe avuto altra scelta se non accettare la sua proposta, ed essergliene anche molto grato.

    Certo, una volta superato lo stadio delle formalità, tutta la cortesia di sir James sarebbe evaporata in un istante, ma se voleva davvero rivedere suo figlio prima che questi compisse i quarant’anni, l’unica strada a sua disposizione era dichiararsi d’accordo su ciò che stava per essergli offerto.

    Se poi anche sua figlia si fosse adeguata alle decisioni prese, era un altro paio di maniche.

    2

    Era come aspettare la fine di un conto alla rovescia, pensò Abbie mentre si dirigeva verso la scala con l’intenzione di salire nella sua camera per indossare qualcosa di più presentabile. Passò accanto alla biblioteca, si

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