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Un dottore da domare: Harmony Bianca
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Un dottore da domare: Harmony Bianca

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About this ebook

Una notte di nozze...
Abbandonato il sogno di diventare una surfista professionista per seguire le orme del padre, Lana Haole, chirurgo ortopedico in uno dei più importanti ospedali delle Hawaii, acconsente a un matrimonio di convenienza con il dottor Andrew Tremblay per aiutarlo a rimanere nel paese. Di certo però non si aspettava di soccombere al fascino di quell'arrogante - e seducente! - playboy proprio durante la loro prima notte di nozze.

... una doppia conseguenza!
Lana e Andrew sono d'accordo sul fatto che ciò che è successo quella notte non dovrà accadere mai più! Peccato che il destino abbia altri piani. Le ore trascorse uno fra le braccia dell'altra infatti hanno portato a delle conseguenze. Andrew non ha intenzione di tirarsi indietro e vuole sfruttare gli otto mesi che gli rimangono per convincere Lana a restare sua moglie... per sempre!
LanguageItaliano
Release dateJul 19, 2019
ISBN9788830500648
Un dottore da domare: Harmony Bianca

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    Un dottore da domare - Amy Ruttan

    successivo.

    1

    «È arrogante. Non mi piace per niente. Già è uno strazio dover lavorare con lui, figurarsi sposarlo!»

    Quello che Iolana non disse era che il dottor Andrew Tremblay poteva anche essere uno sciocco, ma era incredibilmente attraente, e tutto quello che lei desiderava era gettarlo per terra e poi decidere se baciarlo o strangolarlo.

    Tuttavia il suo fratellino non doveva sapere quella parte della storia. Nessuno doveva conoscerla. Perché altrimenti avrebbe perso la sua reputazione, quella che aveva faticosamente ricostruito dopo che due anni prima David le aveva spezzato il cuore. Invece la sua reputazione doveva rimanere intatta. Era già abbastanza imbarazzante che fosse la figlia del primario di Chirurgia.

    Questo significava che doveva lavorare più duramente di tutti per provare il suo valore.

    «Dai, Lana. È il miglior allenatore di surf che io conosca, oltre a essere un ottimo medico sportivo. Mi sta aiutando a partecipare al campionato del mondo che comincerà fra un paio di mesi. Ho bisogno di lui.»

    «Non esiste, Keaka. Non pensarci nemmeno.» Iolana sorrise fra sé rivolgendosi al fratello Jack con il suo nome hawaiano. Sapeva che la cosa lo mandava in bestia, anche se era proprio quello il nome che lui usava quando gareggiava.

    Jack incrociò le braccia sul petto e la fissò.

    «Inutile che mi guardi in quel modo minaccioso, Keaka. Sono stata io a insegnartelo.» Iolana gli diede una leggera spinta. Era stata lei a mostrargli in che modo fissare le persone negli occhi. Così come era stata lei ad allevare Jack dopo che la loro madre se n'era andata di casa.

    «Papà avrebbe potuto richiedere per lui la Green Card» gli disse, «visto che è un suo dipendente.»

    «Non lo ha fatto perché gli sembrava un favoritismo» rispose Jack alzando gli occhi al cielo. Per Lana non era difficile immaginare suo padre mentre prendeva quella decisione. Era esattamente nel suo stile. Non assumersi nessuna responsabilità a meno che non si trattasse dei suoi pazienti e del suo ospedale.

    Era per questo che Jack era venuto da lei pregandola di risolvere il suo problema. Come aveva già fatto più volte in passato. E Lana si era addossata un mucchio di responsabilità per il suo fratellino.

    «Perché Andrew non si è dato da fare per ottenerla? Aveva tutto il tempo.»

    «È sempre stato molto occupato, e adesso è tardi.»

    Lana scosse la testa e sospirò. Non era per niente sorpresa.

    Dal giorno in cui Andrew era entrato dalla porta d'ingresso del Kahu Kai Hospital aveva scritto in faccia di essere un impenitente e irresponsabile playboy. Solo con i suoi pazienti si comportava in modo esemplare.

    «Keaka, ti voglio bene, ma non ho nessuna intenzione di fare una cosa del genere.»

    «Dai, Lana» la implorò di nuovo Jack. «Andrew Tremblay è stato campione del mondo di surf per anni.»

    Iolana sbuffò. «Un canadese campione di surf! Suona veramente strano.»

    «Non giudicare un libro dalla copertina, Lana!» Nello sguardo di suo fratello passò un lampo di irritazione che la fece sorridere. Quando le rivolgeva quello sguardo che lei gli aveva insegnato, non riusciva a trattenere un sorriso.

    Jack aveva dieci anni meno di lei e aveva sempre ottenuto quello che voleva, essendo il suo unico fratello. Il loro padre era un famoso chirurgo a Oahu e si diceva che discendesse da un antico re che aveva governato l'isola. Come primario, non aveva tempo per allevare dei bambini, così era toccato a Lana crescere Keaka Jack Junior.

    Iolana sapeva che suo padre, il dottor Keaka Haole Senior, voleva che Jack diventasse un chirurgo come lui. Solo che Jack era di tutt'altro avviso. Aspirava a diventare campione di surf. Era quella la sua passione, e un tempo era stata anche quella di Iolana, ma le incomprensioni che erano sorte fra Jack e suo padre dopo che la moglie se n'era andata l'avevano indotta ad assumersi il compito di cercare di riparare la frattura che c'era fra loro.

    Era per questo che era diventata chirurgo ortopedico nell'ospedale di suo padre invece che continuare a fare surf con Jack.

    «E perché dovrei sposarlo?»

    «Perché è mio amico e un sacco di altri surfisti delle Hawaii contano su di lui. Inoltre io sono tuo fratello e...» Jack si grattò il collo. «Verrà espulso dall'isola, Lana. E non si fa surf in Canada.»

    «Lo credo bene» rise Lana.

    «È per questo che lui è venuto qui ed è diventato una leggenda. Da tutto il Nord America arrivano atleti per allenarsi con il dottor Andrew Tremblay. Ed è la ragione per cui papà gli ha concesso un rapporto privilegiato con l'ospedale.»

    «Non farmici pensare» si lamentò Lana.

    Era fin troppo consapevole dei privilegi di cui aveva goduto il dottor Andrew Tremblay, visto che lo avevano assegnato al suo reparto. Il modo in cui si aggirava per le stanze – quando si degnava di onorarli della sua presenza – la faceva uscire di testa.

    Aveva un atteggiamento così tronfio, così sicuro di sé. E pensare che lei aveva sempre creduto che i canadesi fossero persone simpatiche.

    Ma Jack aveva ragione. Andrew aveva fatto guadagnare molti soldi al loro ospedale. Sarebbe stata una notevole perdita economica se avesse dovuto andarsene; inoltre suo fratello non avrebbe avuto la possibilità di diventare un campione di surf.

    Lei aveva dovuto rinunciare ai suoi sogni per evitare contrasti con suo padre e non voleva che la stessa cosa accadesse a Jack.

    «Sarebbe solo una truffa, Keaka» osservò. «E a me non va giù l'idea di passare qualche anno in prigione...»

    «È da un po' che conosci Andrew. Penso che si possa fare. Fra l'altro papà continua a preoccuparsi che tu non ti sia ancora sistemata.»

    Iolana si accigliò. Odiava ammetterlo, ma suo fratello aveva ragione. Suo padre nell'ultimo periodo era stato parecchio insistente sul fatto che lei si trovasse un marito; inoltre lui rispettava Andrew e sapeva bene che era una vera risorsa per l'ospedale. Avrebbe approvato la sua scelta.

    Tuttavia, lei non poteva certo dimenticare che aveva approvato anche la scelta di David, e il risultato era stato che lei era diventata la barzelletta dell'ospedale per essersi innamorata di uno sciupafemmine come quello.

    Nonostante ciò suo padre, invece di consolarla, l'aveva criticata, e adesso la gente la compativa. E lei odiava essere compatita. E odiava anche vedere compromessa la sua reputazione.

    In fondo, però, non è poi così orribile l'idea di sposarlo, si disse. Sarebbe solo per un anno o due.

    Jack le stava sorridendo, probabilmente perché intuiva che lei era sul punto di cedere.

    «Deve chiedermi in moglie» dichiarò Iolana. «Se vuole che il mondo creda che siamo una coppia e che questo matrimonio sia legittimo deve inginocchiarsi davanti a me e offrirmi un anello.»

    Jack si accigliò. «Un anello?»

    «Sì, un anello. Bello e costoso e...»

    Le parole le morirono in gola quando vide che Andrew era sulla soglia della stanza. E sorrideva con quel suo sorriso fanciullesco che aveva sempre il potere di scuoterla. Quante volte si erano scontrati in reparto e lui aveva chiuso ogni discussione con quel sorriso che la faceva imbestialire?

    «Vedo che Jack te ne ha parlato.»

    Iolana incrociò le braccia. «Dottor Tremblay!»

    Lui infilò le mani nelle tasche del camice. «Certo è che se continui a guardarmi in quel modo, nessuno crederà che abbiamo intenzione di sposarci.»

    Iolana ringhiò quando lui le passò davanti per entrare nel suo ufficio. Poi, irritata, chiuse la porta e si mise a fissare i due uomini che aveva di fronte.

    Andrew sollevò un sopracciglio. «Non sembri molto felice di questa soluzione.»

    «E perché dovrei?» gli domandò.

    «Perché posso rimanere a lavorare qui e continuare ad allenare tuo fratello.»

    «E per quale motivo questo dovrebbe rendermi felice?»

    «Andiamo, dottoressa Haole. Ci tieni a me e alla mia esperienza.»

    «Bene, vi lascio a definire i dettagli di questo accordo» bofonchiò Jack mentre lasciava la stanza con passo nervoso.

    «Ehi, Keaka, nemmeno una parola con papà» disse a suo fratello prima di chiudergli la porta alle spalle.

    «Keaka? Allora devi essere parecchio arrabbiata con lui» disse Andrew che continuava a muoversi per evitare di guardarla.

    «Non sono per niente contenta di tutto questo, dottor Tremblay.» Andò a sedersi alla scrivania. Voleva interporre qualcosa fra loro. «E per trovare un accordo bisogna stipulare dei patti.»

    Lui la fissò. «Patti?»

    «Vuoi che sembri una cosa credibile, vero? Se l'Ufficio Immigrazione ci scoprisse, le nostre carriere e la reputazione dell'ospedale verrebbero rovinate. E rischieremmo anche il carcere. Non voglio correre un pericolo del genere.»

    Andrew annuì. «Giusto. Quindi cosa suggerisci, dottoressa Haole?»

    «Voglio una richiesta pubblica da parte tua. E un anello.»

    «Un anello?» ribatté lui incredulo.

    «Dobbiamo rendere la cosa credibile» rispose Iolana senza riuscire a trattenere un sorriso. «Sto rischiando parecchio.»

    «Bene. Hai qualche preferenza?» chiese lui fissandola con i suoi occhi azzurri.

    «Mi piacciono gli smeraldi, ma lascio a te la scelta. In fondo deve esserci almeno una parvenza di romanticismo in questo accordo.»

    «C'è altro?»

    «Dobbiamo decidere dove andare a vivere... Credo che sia più sensato che tu venga a stare da me. E dobbiamo anche stipulare un accordo prematrimoniale.»

    «Ma non è un vero matrimonio» obiettò lui. «Cosa c'è che non va nel mio appartamento?»

    «Appunto, tu vivi in un appartamento, io invece ho una casa. E siccome legalmente si tratta di un vero matrimonio, io devo tutelare la mia reputazione.»

    «Bene» disse di nuovo lui incrociando le braccia. «Quando pensi che debba fare la mia dichiarazione pubblica?»

    «Che ne dici della festa per la raccolta di fondi questo fine settimana? Sarebbe un'ottima occasione per inginocchiarti e darmi l'anello.»

    «Hai pensato proprio a tutto...» sogghignò Andrew. «In realtà credo che sotto sotto questa situazione ti piaccia.»

    Lei arrossì. «Riesco a risolvere i problemi molto velocemente. Tutto qui.»

    «Io invece ho la sensazione che in fondo tu mi voglia.»

    «Potrei anche rinunciare.»

    «Credo di no. Anche se non lo vuoi ammettere, sei attratta da me.»

    «Sei uno stupido arrogante. Lo faccio solo perché sei una risorsa per l'ospedale.»

    «Non lo posso negare» rise lui. «Nient'altro?»

    Non glielo disse, ma pensava che lui le avrebbe permesso di non farsi più compatire dagli altri, David incluso.

    «Voglio bene a mio fratello e lui pensa che tu lo possa preparare per il campionato del mondo di surf. Punto.»

    Andrew annuì. «Jack è molto dotato come atleta. Diventerà un vero campione.»

    Iolana sorrise. «È solo per questo che lo sto facendo.»

    «Devi amare molto tuo fratello, e io lo apprezzo.»

    «Mi stai facendo un complimento, dottor Tremblay? Sono stupita.»

    «Non abituarti, dottoressa Haole. E visto che da ora in avanti saremo più intimi, penso che dovremmo smetterla di essere così formali. Chi mai crederebbe che siamo innamorati se continuiamo a chiamarci dottor Tremblay e dottoressa Haole?»

    «E va bene» concesse Lana, anche se, dopo la disavventura con David, l'idea di essere in intimità con qualcuno le rivoltava lo stomaco.

    Andrew sorrise di nuovo. «Allora, Lana, vuoi accompagnarmi alla riunione del personale?»

    Lei si era dimenticata di quell'incontro. L'aveva organizzato suo padre che era il responsabile di tutti i chirurghi del Kahu Kai Hospital di Honolulu. Sarebbe stato contento della sua scelta, ma dubitava che gli sarebbe piaciuto il modo frettoloso in cui lei e Andrew stavano portando avanti il matrimonio, al limite dell'illegalità. E l'idea di mentire a suo padre la rendeva nervosa.

    Arrivarono alla riunione in ritardo. Gli altri chirurghi li stavano aspettando e suo padre le lanciò un'occhiataccia.

    «Ah, Iolana e Andrew, grazie per esservi uniti a noi con un quarto d'ora di ritardo» disse il primario battendo un dito sull'orologio. «Abbiamo tutti

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