Accordo matrimoniale: Harmony Collezione
By Jennie Lucas
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About this ebook
Callie Woodville credeva di aver trovato l'uomo perfetto in Eduardo Cruz - sexy e affascinante come solo il proprio capo può essere - ma le sue parole dopo la loro notte di passione non sono esattamente quelle che aveva sperato di sentire.
... ma non aveva certo immaginato che potesse essere così!
Con un bouquet appassito in mano, Callie è in attesa del suo sposo, un uomo che non ha mai amato né desiderato in tutta la sua vita. Ma quando il potente Eduardo si accorge della situazione, per nessuna ragione al mondo la lascerà andare all'altare con un altro.
Jennie Lucas
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Accordo matrimoniale - Jennie Lucas
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
To Love, Honour and Betray
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2012 Jennie Lucas
Traduzione di Cecilia Bianchetti
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3050-797-5
1
Callie Woodville sognava il giorno del suo matrimonio da quando era bambina.
A sette anni, con un lungo asciugamano bianco sulla testa, percorreva un’immaginaria navata nel fienile di suo padre, con gli orsacchiotti di peluche come invitati e la sua sorellina che trotterellava dietro di lei, masticando i petali di fiori che aveva in un cestino.
A diciassette anni, grassottella, con l’aria da secchiona e infagottata in improbabili abiti cuciti dalla sua affettuosa ma tristemente antiquata mamma, Callie faceva tappezzeria alle feste, dove veniva presa in giro o ignorata dai compagni di scuola. Ripetendosi che non le importava, era andata al ballo della maturità con il suo migliore amico, che viveva in una fattoria vicina ed era il suo corrispettivo maschile, ma continuava a sognare l’uomo bello e tenebroso che avrebbe sposato. Sapeva che, da qualche parte, lui la stava aspettando e l’avrebbe svegliata con il potere sensuale di un bacio.
E quando aveva ventiquattro anni, quell’uomo era arrivato.
Il suo capo, un milionario privo di scrupoli, l’aveva baciata, e poi sedotta, rubandole la verginità dopo averle rubato il cuore, e per una notte assolutamente perfetta Callie si era persa nel vortice della passione. Svegliandosi tra le sue braccia la mattina di Natale, nella lussuosa camera da letto del tipico brownstone newyorkese, pensava di morire di felicità. Per quella notte perfetta il mondo era stato un posto magico dove i sogni potevano avverarsi, se avevi un cuore puro e ci credevi veramente.
Una notte magica e struggente.
Adesso, otto mesi e mezzo più tardi, Callie era seduta sugli scalini del suo ex appartamento, in una tranquilla via alberata del West Village. Il cielo nuvoloso minacciava pioggia e, pur essendo l’inizio di settembre, il clima era caldo e appiccicoso. Ma l’appartamento vuoto era quasi spettrale, così lei era uscita con le valigie.
Era il giorno del suo matrimonio, quello che aveva sempre sognato. Però non lo aveva sognato così.
Guardò il vestito da sposa usato e il bouquet appassito di fiori di campo che aveva raccolto nel vicino parco pubblico. Al posto del velo, mollette ornate di perline le trattenevano i lunghi capelli castano chiaro.
Stava per sposare il suo migliore amico, un uomo che non aveva mai baciato, né desiderato baciare. E che non era nemmeno il padre della sua bambina.
Brandon doveva passare a prenderla con l’auto noleggiata; dopo la cerimonia in Municipio avrebbero iniziato il lungo viaggio da New York alla fattoria dei genitori di Brandon, nel Nord Dakota.
Callie chiuse gli occhi. È per il bene della bimba, pensò, disperata. Sua figlia doveva avere un vero padre, e il suo ex capo era un playboy egoista e insensibile il cui rapporto più profondo era con il suo conto in banca. Dopo tre anni di devoto servizio come segretaria, Callie lo sapeva, ma era stata così stupida da volerlo constatare di persona nel modo peggiore.
Una macchina svoltò dalla Settima Strada nella via residenziale del West Village, un’auto nera, lussuosa e costosa, non certo lo stile di Eduardo. Eppure, guardando le nuvole che oscuravano il sole di mezzogiorno, Callie rabbrividì. Se il suo ex capo avesse scoperto le conseguenze della loro unica notte di passione...
«Non succederà mai» mormorò Callie. Secondo le ultime notizie, si trovava in Colombia per lo sfruttamento di giacimenti petroliferi della Cruz Oil. Dopo che Eduardo portava a letto una donna, la considerava più o meno morta e la dimenticava. E, pur avendo assistito a decine di situazioni simili mentre lavorava per lui, Callie si era comunque illusa che con lei sarebbe stato diverso, l’eccezione alla regola.
Esci dal mio letto, Callie. Lei era ancora nuda, estasiata e assonnata nella luce rosata dell’alba natalizia, quando lui l’aveva svegliata di colpo. Ti voglio fuori di qui, non mi servi più, le aveva detto in tono duro.
Otto mesi e mezzo più tardi, quelle parole avevano ancora l’effetto di una doccia gelata. Callie si abbracciò la pancia con gesto protettivo. Eduardo non avrebbe mai saputo della creatura che cresceva dentro di lei. Aveva fatto la sua scelta, proprio come lei. Non ci sarebbero state battaglie per l’affidamento, e sua figlia non correva il rischio di avere un padre dispotico e dominante. Avrebbe avuto una famiglia stabile e affettuosa. Brandon, il suo migliore amico dalla prima elementare, sarebbe stato un padre ideale, e Callie, per ricambiarlo, una moglie devota. In tutti i sensi tranne uno.
All’inizio dubitava che un matrimonio basato sull’amicizia potesse funzionare, ma Brandon le aveva assicurato che romanticismo e passione non erano necessari per un rapporto solido. «Saremo felici, Callie» le aveva promesso. «Veramente felici.» E durante la gravidanza l’aveva coperta di attenzioni.
Callie si appoggiò alle valigie sugli scalini e il suo sguardo si posò sulla borsa di Louis Vuitton. Brandon le ripeteva che doveva venderla, perché alla fattoria sarebbe stata fuori luogo. Callie lo sapeva, ma gliel’aveva regalata Eduardo a Natale. Non era il caso, aveva protestato lei, stupefatta all’idea che il suo capo avesse notato che la guardava rapita in vetrina. Io ricompenso chi si dimostra leale, le aveva risposto Eduardo, e una donna come te si incontra solo una volta nella vita.
Callie chiuse gli occhi e alzò la testa, sentendo sul viso le prime gocce di pioggia. Una borsa da tremila dollari era un trofeo ridicolo, ma un simbolo evidente della sua devozione e del loro rapporto. Comunque Brandon aveva ragione: era meglio vendere la borsa per dare un taglio netto con Eduardo, con New York e con tutto ciò che Callie aveva amato in passato.
Tranne che con la bambina.
Il rumore di un tuono lontano si unì ai clacson dei taxi, alle sirene della polizia sulla Settima Strada e al sibilo dello sfiatatoio della metropolitana. Si fermò una macchina e sbatté una portiera. Brandon era arrivato. Dovevano sposarsi e iniziare il viaggio di due giorni verso il Nord Dakota. Callie si impose di sorridere e aprì gli occhi.
Eduardo Cruz era in piedi accanto alla Mercedes nera, alto e possente, con un impeccabile abito scuro.
Callie impallidì.
«Eduardo» bisbigliò. Fece per alzarsi, poi cambiò idea. Forse, se fosse rimasta seduta, lui non avrebbe visto il pancione. Si abbracciò le ginocchia e balbettò: «Che... che cosa fai qui?».
Lui non rispose e salì sul marciapiede, avanzando con il passo felino e sicuro di un guerriero, e provocando un terremoto nella mente di Callie.
«Lo chiedo a te» replicò, con un luccichio pericoloso negli occhi neri. «Che cosa fai tu qui, Callie?»
Aveva una voce profonda, con una sfumatura di accento, retaggio dell’infanzia in Spagna. Udire quella voce fu uno shock. Callie pensava di non rivedere mai più Eduardo, tranne che nei suoi sogni sensuali.
«Secondo te, che cosa faccio?» replicò, alzando il mento e indicando le valigie. «Parto.» Le tremò la voce suo malgrado, e odiò Eduardo per quello, oltre che per altri mille motivi. «Hai vinto.»
«Vinto?» sibilò lui, sempre più vicino. «Che strana accusa.»
Callie era in preda a sudori freddi e bollenti. «Che altro dovrei dire?» gridò, fulminandolo con lo sguardo. «Mi hai licenziato, e hai fatto in modo che a New York nessuno mi assumesse.»
«E allora?» replicò lui, glaciale. «Ti manterrà McLinn. Sei sua moglie, no? È un suo problema.»
«Come fai a sapere di Brandon?» mormorò Callie, raggelata. Allora sapeva anche della gravidanza? «Chi te lo ha detto?»
«Lui in persona.» Eduardo fece una risata crudele. «Ci siamo visti.»
«Che cosa? Quando? Dove?»
«Ha importanza?» chiese lui, ironico.
Callie si morse il labbro. «È stato un incontro casuale?»
«Diciamo di sì» rispose Eduardo, ma la sua espressione smentiva le parole. Guardò il condominio elegante alle spalle di Callie. «Sono passato da casa tua e ho scoperto, stupito, che vivevi con il tuo amante.»
«Non è il mio...»
«Il tuo che cosa?»
«Lascia perdere» borbottò lei.
Eduardo si avvicinò. «Dimmi una cosa» esordì, acido. «A McLinn piaceva vivere qui, nell’appartamento che ho affittato per ricompensare una segretaria che rispettavo?»
Callie deglutì. Un anno prima viveva in un monolocale economico a Staten Island per risparmiare e mandare parte dello stipendio alla sua famiglia. Poi Eduardo l’aveva sorpresa pagandole un anno di affitto in un appartamento vicino al suo costoso brownstone di Bank Street. Callie aveva quasi pianto di gioia, scambiando il gesto per una manifestazione di affetto. Solo più tardi aveva scoperto che Eduardo voleva evitarle il viaggio da e verso casa in modo che avesse più tempo per lavorare.
«Adesso che cosa vuoi da me?» gli chiese. Per tutta la settimana aveva imballato e organizzato il trasloco e, quando le linee aeree le avevano detto che era troppo incinta per volare, aveva deciso di affittare un’auto. «E quando saresti stato qui?»
«Mentre eri a letto» ruggì Eduardo.
Callie aveva il cuore in gola. «Oh.» Certo, lei dormiva nel letto, Brandon sul divano. «Brandon non mi ha mai detto di averti conosciuto. Che cosa vuoi?»
Eduardo la guardava come se fosse stata un’estranea. Anzi, un insetto sotto la suola delle sue scarpe italiane. «Perché non mi hai mai parlato del tuo amante? Perché hai mentito?»
«Non ho mentito!»
«Mi hai nascosto la sua esistenza. Il giorno dopo che hai traslocato in questo appartamento, lui si è trasferito da te. Ma non ne hai mai parlato, perché sapevi che avrei messo in dubbio la tua lealtà.»
Callie lo guardò sconsolata. «Avevo paura» confessò. «Sei esagerato con la storia della lealtà assoluta.»
La bocca di Eduardo era una linea sottile. «Così hai mentito.»
«Non ho mai chiesto a Brandon di trasferirsi da me. Mi ha fatto una sorpresa.» Quando Callie lo aveva chiamato in Nord Dakota per raccontargli del dono del suo generoso capo, lui era arrivato di corsa, preoccupato per ciò che poteva succederle nella grande città. «Gli mancavo, voleva cercarsi un appartamento e non trovava lavoro, così...»
«Appunto» commentò Eduardo, sarcastico. «Un uomo vero trova lavoro per mantenere la sua donna, non vive del sussidio di disoccupazione.»
Callie rabbrividì all’insulto. «Lui non è così!» In quei mesi Brandon aveva cucinato, fatto le pulizie, le aveva massaggiato i piedi gonfi e tenuto la mano nello studio del medico. Aveva fatto tutte le cose che avrebbe dovuto fare il vero padre della bambina, se non fosse stato Eduardo. «Nel caso tu non lo abbia notato, a New York non ci sono tanti lavori per un agricoltore!»
«Allora perché stava qui?»
Grosse gocce di pioggia cadevano sul selciato. «Ero io che volevo restare. Speravo di trovare lavoro.»
«Lo hai trovato. Fai la moglie del contadino.»
«Che cosa vuoi da me? Sei venuto qui per offendermi?»
«Ah, giusto, non ti ho detto come mai sono qui.» Gli occhi di Eduardo erano neri e gelidi. «Stamattina mi ha chiamato tua sorella.»
Callie sussultò. «Ti ha chiamato Sami?» La telefonata con la sorella, la sera prima, era finita male, ma Sami non l’avrebbe tradita. No, vero? «Che cosa ti ha detto?» chiese, con la bocca secca.
«Due cose molto interessanti. Quasi non ci credevo.» Eduardo fece un passo avanti. «Ma chiaramente una delle due è vera. Oggi ti sposi.»
Callie incominciò a tremare. «E allora?»
«Lo ammetti?»
«Ho indosso un abito da sposa, non posso negarlo. Ma tu che cosa c’entri?» Callie cercò invano di fare un sorriso ironico. «Sei offeso perché non ti ho invitato?»
«Sembri nervosa.» Eduardo le girò lentamente attorno. «Mi stai nascondendo qualcosa, Callie? Hai un segreto? Mi hai mentito?»
Lei sentì una contrazione, sicuramente una contrazione di Braxton-Hicks, provocata dallo stress, si rassicurò. Un falso travaglio, lo stesso che l’aveva fatta correre in ospedale la settimana prima. Le infermiere l’avevano rimandata