La sfida più bella: Harmony Collezione
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About this ebook
Annelise Christiansen, bellissima top model, sembrerebbe avere tutto dalla vita: una carriera che la porta nei posti più belli del mondo, amici stupendi e una schiera di adoranti paparazzi. Ma Anna è in realtà una ragazza come tante altre, e ha i suoi buoni motivi per resistere al corteggiamento del ricco e affascinante Damon Kouvaris. Lui era certo che una come Anna gli sarebbe caduta tra le braccia in un batter d'occhio, invece lei si rivela un'autentica sfida all'ombra del Partenone!
Chantelle Shaw
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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La sfida più bella - Chantelle Shaw
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Greek Tycoon’s Virgin Mistress
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2007 Chantelle Shaw
Traduzione di Raffaella Cattaneo
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3050-792-0
1
I pallidi raggi del sole al tramonto si riflettevano sulle pareti di Otterbourne House conferendo all’antica residenza nobiliare il colore dell’oro brunito.
Anna parcheggiò la macchina lungo il viale antistante la casa e si avviò a passi rapidi verso l’ingresso.
Un ultimo controllo al trucco... Perfetto!, si compiacque osservando, soddisfatta, la propria immagine nello specchietto della trousse.
La sua carriera di top model e testimonial di un’importante casa di cosmetici comportava lunghe sedute al make-up, quando invece, nella vita privata, preferiva un look più naturale.
Quella sera, tuttavia, aveva superato se stessa; il suo viso era una squisita maschera di porcellana, una sfumatura leggera di ombretto valorizzava l’azzurro dei suoi occhi, il velo di elegante rossetto scarlatto enfatizzava le sue labbra.
In altre circostanze l’invito a cena da parte di Kezia, la sua migliore amica, e del marito Nik Niarchou nella loro residenza di campagna nell’Hertfordshire avrebbe richiesto un abbigliamento meno formale, adatto per poter giocare col piccolo Theo, il suo figlioccio.
Quell’occasione era diversa; Anna voleva strabiliare nel suo abito nero rigorosamente griffato.
Addio, Anna... benvenuta, Annelise Christiansen, l’epitome del glamour!, si schernì, predisponendosi alla serata.
Da quando Kezia le aveva annunciato che il cugino di Nik, Damon, sarebbe stato presente alla cena, era in fibrillazione; il pensiero di incontrarlo di nuovo la sconvolgeva.
Damon Kouvaris era diverso da tutti gli uomini che aveva conosciuto e, in quel momento, Anna desiderò che fosse da tutt’altra parte, preferibilmente all’altro capo del mondo.
«D’accordo essere in ritardo, ma tu esageri.» Kezia accolse l’amica con un affettuoso rimprovero. «Fortunatamente la cena prevede antipasti freddi, ma mi è giunta qualche lamentela dalla cucina» continuò precedendola nell’ingresso. «La signora Jessop è agitatissima per il suo boeuf en croute.»
«Mi dispiace, ma... non hai ricevuto il mio messaggio?» si giustificò Anna. «Ho forato una gomma e per fortuna l’inquilino del piano di sotto mi ha aiutato a cambiarla.»
«Non saresti nemmeno riuscita a usare il crick con questo vestito» commentò l’altra. «Sei magnifica, Anna. Sono curiosa di sapere chi vuoi impressionare... Oh, non dirmi che si tratta di Damon? È così?» si incuriosì, maliziosa.
«No, affatto» replicò lei in tono calibrato di pigra indifferenza.
Lei e Kezia erano affiatate come sorelle sin dai tempi del collegio e la loro amicizia aveva superato esperienze difficili... l’astioso divorzio dei suoi genitori, la lunga battaglia dell’amica contro la leucemia... Il legame tra loro era indistruttibile eppure alcune cose erano troppo personali perché Anna le condividesse anche con lei: tra queste, l’inspiegabile attrazione che provava per Damon Kouvaris.
La sua reputazione di spregiudicato e inflessibile uomo d’affari era quasi leggendaria e così pure i pettegolezzi sulle sue prestazioni tra le lenzuola.
Damon era un amante dinamico, instancabile, con una predilezione per le bionde. Anna però non aveva alcuna intenzione di aggiungere il proprio nome all’elenco delle sue conquiste anche se, con suo massimo disappunto, negli ultimi due mesi aveva pensato molto a lui, ammise in silenzio seguendo Kezia in salotto.
«Anna, che piacere!» Nikos Niarchou attraversò la sala per andarle incontro, le diede un bacio sulla guancia e riportò immediatamente lo sguardo sulla moglie.
Alto, di carnagione scura e incredibilmente bello, Nik aveva rinunciato senza alcun rimpianto al proprio ruolo di playboy di spicco nel jet set per diventare un marito devoto e un padre affettuoso.
Ecco come doveva essere un matrimonio, sospirò lei, immalinconita, notando come gli occhi scuri di Nik brillassero d’amore per la moglie. Nessun uomo l’aveva mai guardata in quel modo, rifletté tra sé, con una punta di invidia nei confronti dell’amica, che tuttavia durò solo un breve attimo. Più di qualsiasi altra persona, Kezia meritava di essere felice e Anna condivideva sinceramente la sua felicità.
E per quanto riguardava lei... A dire la verità non aveva un gran desiderio di conoscere le gioie coniugali; i suoi genitori erano entrambi al terzo tentativo matrimoniale, e non voleva seguire il loro esempio.
«Ho saputo che hai avuto problemi con la macchina; avresti dovuto avvisarci, avrei mandato l’autista a prenderti» la rimproverò Nik, premuroso. «Sei testarda come mia moglie» sorrise. «Vieni a salutare gli ospiti» la esortò poi.
Di Damon Kouvaris nessuna traccia, registrò Anna.
Una sorta di apprensione si impossessò di lei quando incontrò gli altri invitati: era l’unica a non avere un partner.
In effetti in quel momento non c’era nessuno di speciale nella sua vita e, in occasione di eventi mondani, ricorreva a colleghi, modelli o attori che recitavano di volta in volta il ruolo del suo compagno.
Quella sera, sapendo di essere tra amici, era venuta sola; sperò che Damon fosse accompagnato da una delle sue numerose amanti perché la sola idea di sedersi accanto a lui per tutta la cena le procurò una sensazione bizzarra all’imboccatura dello stomaco.
Si stava rendendo ridicola, si rimproverò, seccata con se stessa. Dal matrimonio di Kezia, Otterbourne House era diventata una seconda casa per lei e non vedeva l’ora di trascorrere una piacevole serata tra amici; in nessun modo avrebbe permesso al cugino di Nik di rovinargliela.
Nel tentativo di rilassarsi si lasciò coinvolgere in una gradevole conversazione con gli altri ospiti.
Forse Damon non sarebbe mai arrivato, meditò, contrariata dalle proprie congetture. In qualità di amministratore delegato e massimo responsabile della Kouvaris Construction, si spostava spesso da un cantiere edile all’altro, ovunque fosse richiesta la sua presenza. Forse era stato trattenuto per lavoro, come era già successo quando lo aveva conosciuto due mesi prima a Zathos, l’isola privata di Nik nel Mar Egeo, in occasione del battesimo del piccolo Theo.
Un pizzicore sulla pelle, il suo innato sesto senso, la avvertì a un tratto di essere osservata; si voltò di scatto nello stesso istante in cui una figura maschile appariva sulla porta che conduceva alla terrazza.
Damon!
Anna si sentì sopraffare dalla sua eccezionale altezza. Di profilo, contro il sole del tramonto, appariva imponente, forte... Si riscosse mentalmente, tentò di distogliere gli occhi da lui quando Damon intrappolò il suo sguardo. Deglutì a fatica di fronte alla sensualità che riluceva nei suoi occhi scuri come la notte.
«Damon! Eccoti qui!» esordì Nik. «Hai già conosciuto Anna al battesimo di Theo, ricordi?»
«E come potrei dimenticarlo? È un piacere vederti, Anna.» La sua voce era bassa e armoniosa, simile alla melodia prodotta da un archetto che scorre sulle corde di un violoncello.
«Signor Kouvaris! Sono felice di rivederla.» Anna gli tese la mano in un saluto formale nonostante il brivido di emozione che si propagò lungo il suo corpo. Il respiro le si fermò in gola quando Damon intrecciò le sue dita con le proprie per attirarla a sé e sfiorarle le guance in un bacio leggero che le fece accapponare la pelle.
Si ritrasse, brusca, il cuore che batteva a mille mentre un lieve rossore tingeva il suo viso. «Come sta, signor Kouvaris?» chiese esibendo un certo contegno.
«Molto bene, grazie» rispose Damon. Sorrise divertito di fronte alla sua palese agitazione. «Ma... il mio nome è Damon nel caso l’avessi dimenticato» puntualizzò, mostrando una padronanza di sé che Anna non aveva. «Non credi che potremmo risparmiarci le formalità? Dopotutto siamo una famiglia!»
«Non so come sia giunto a una simile conclusione» affermò, distaccata, grata agli anni di pratica sulla passerella che le avevano insegnato a mascherare le proprie emozioni.
«Io sono il cugino di Nik e tu la migliore amica di sua moglie. Kezia dice che siete come due sorelle!» Damon avanzò verso di lei e, senza che Anna se ne rendesse conto, la guidò in un angolo più appartato.
Lui era vicino, troppo vicino perché potesse sentirsi a proprio agio. Non era bello nel senso convenzionale del termine, constatò. I suoi lineamenti non erano perfetti come quelli dei modelli con cui lavorava. La mascella pronunciata, il naso importante, leggermente aquilino, le folte sopracciglia scure e la carnagione altrettanto scura, le ricordavano più che altro un pugile che avesse combattuto parecchi round con un avversario degno di nota.
Al fisico possente, si aggiungeva poi un’aura di virilità primitiva, una sorta di magnetismo sessuale che la avvertì che lui avrebbe preteso la totale sottomissione da parte di una donna.
Fu tuttavia la bocca carnosa che catalizzò la sua attenzione. Un suo bacio non sarebbe stato una gentile seduzione, no, pensò Anna inumidendosi le labbra all’improvviso secche. Piuttosto uno strumento di tortura che lui avrebbe saputo usare sapientemente e a cui sarebbe stato impossibile resistere.
Ma... cosa stava pensando?, si stupì, distogliendo lo sguardo dal suo viso.
«Dunque, Anna» Damon scandì il suo nome. «Hai un aspetto magnifico. Sei stata all’estero di recente?» Esaminò rapido la sua figura soffermandosi sull’abbronzatura dorata. «Sud Africa, suppongo.»
«Sì, ma come fai...?» Si interruppe, stizzita; Kezia doveva averlo informato. Non era un segreto ma... sapere che Damon aveva chiesto di lei era inquietante.
«Mi sono informato presso la tua agenzia» le rivelò con estrema naturalezza.
«Perché?» lo aggredì Anna, indignata e allo stesso tempo confusa dal suo apparente interesse per lei. Damon aveva apertamente dichiarato di disapprovare la sua scelta professionale e, quando si erano incontrati a Zathos, Anna aveva avuto la netta impressione che lui la considerasse solo un manichino senza cervello. «L’agenzia non avrebbe dovuto dare un’informazione del genere a una persona qualsiasi» ritorse, piccata.
«Infatti l’hanno data a me; io non sono una persona qualsiasi» precisò lui con arroganza. «Io sono Damon Kouvaris e quando ho detto di essere un tuo caro amico mi sono stati di grande aiuto.»
«Ma non lo sei. Ci conosciamo appena! Ci siamo incontrati una sola volta al battesimo del nostro figlioccio e il fatto di aver ballato insieme non significa che sia sbocciato...» Anna si sarebbe morsa la lingua. Sentì lo sguardo insistente di Damon sul suo corpo.
«Ecco vedi, è proprio questo il punto. Il nostro figlioccio Theo rappresenta il legame indissolubile tra noi» le spiegò lui. «È una buona ragione per approfondire la nostra conoscenza. Anzi! Direi quasi che sia nostro dovere, non trovi?»
Damon si stava prendendo gioco di lei, realizzò, furibonda.
Quando Kezia le aveva chiesto di essere la madrina di Theo, Anna si era sentita oltremodo lusingata e aveva promesso di onorare al meglio quell’impegno. Era partita per Zathos desiderosa di conoscere il padrino.
Sfortunatamente, il cugino di Nik non corrispondeva per nulla