In viaggio per amore: Harmony Jolly
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About this ebook
Laura Holden? Noi non ci conosciamo. Mi chiamo Nicholas Valfort, sono il nipote di Maurice, l'uomo che ha rubato il cuore a tua nonna, tanti anni fa. Purtroppo lei non c'è più e le disposizioni testamentarie stabiliscono che per poter riscuotere ciò che lei ti ha lasciato dovrai andare a Nizza, la sua ultima dimora. Sarò io il tuo accompagnatore.
Laura è ancora scossa dalle troppe rivelazioni appena ricevute, e come se non bastasse Nicholas è l'uomo più affascinante che abbia mia visto. Il viaggio da San Francisco a Nizza sarà molto interessante.
Rebecca Winters
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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In viaggio per amore - Rebecca Winters
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
At the Chateau for Christmas
Harlequin Mills & Boon Romance
© 2014 Rebecca Winters
Traduzione di Paola Picasso
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3050-818-7
1
Quel Distretto finanziario di San Francisco era noto come la Wall Street del West. Nic tirò fuori dal garage la sua limousine in una giornata tiepida e soleggiata e percorse la strada che portava alla sede centrale degli Alberghi Holden a Montgomery.
Non c’era neve in città, ma gli americani avevano compensato quella mancanza con gli alberi di Natale. Quello nell’atrio del palazzo, decorato con sfere rosa, angeli rosa e luci rosa, era incantevole. La catena di alberghi a cui aveva dato vita Richard Holden, era diventata la più raffinata della California.
Nic aveva preso alloggio in quello più vicino all’aeroporto in cui era atterrato un’ora prima, alle tre del pomeriggio. Un piccolo abete decorato come il Babbo Natale nell’angolo, illuminava l’ingresso e lui era rimasto colpito da quell’atmosfera fatata che sicuramente incantava i bambini di tutte le età e nazionalità. Un tempo avrebbe incantato anche lui, ma in quei giorni il Natale era per lui una festa molto penosa.
Una guardia di sicurezza gli rivolse un cenno. «Posso aiutarla, signore?»
«Lo spero. Sono qui per vedere Ms. Laura Holden Tate. So che è la direttrice del reparto marketing.»
«Ha un appuntamento?»
«No. Ma si tratta di un affare urgente e ho bisogno di parlarle al più presto.»
«Il suo nome?»
«Monsieur Valfort. Lo riconoscerà.»
«Un momento, prego. Contatterò la sua segretaria.» L’uomo gli rivolse uno sguardo scrutatore. «Se vuole sedersi, Ms. Tate sarà qui tra poco.»
Probabilmente il nome Valfort le avrebbe fatto venire un colpo. Aveva omesso di proposito il suo nome di battesimo per lasciarla nel dubbio, ma lui era certo che Ms. Tate, in presenza del personale, non avrebbe svolto alcuna indagine per scoprire il motivo di quella indesiderabile intrusione.
Era curioso di conoscere la donna che in tutti quegli anni non aveva manifestato né interesse, né affetto, né curiosità nei confronti di sua nonna. Il suo atteggiamento dimostrava una freddezza glaciale.
«La prego di versarsi un caffè, mentre aspetta.»
«Grazie» rispose Nic, pur non avendo alcun desiderio di bere un caffè, o di sedersi. Durante il lungo volo da Nizza, non aveva fatto altro. Quando era partito, sulla Costa Azzurra c’era il sole e la temperatura era quasi estiva.
Era stato il nonno ad affidargli quel compito e lui non vedeva l’ora di concluderlo, come pure gli altri affari di cui era stato incaricato.
Doveva convincere Ms.Tate a parlargli privatamente. Se quella donna era un tipo rancoroso come sua madre, avrebbe abbreviato il colloquio.
Pronto ad affrontarla, guardò verso la fila di ascensori e vide scendere un gruppo di persone eleganti. Benché non possedesse una foto di Ms.Tate, sapeva che aveva ventisette anni, alla nascita era stata bionda e occupava un posto di dirigente di medio livello, ma tali informazioni non gli servivano a molto. Doveva aspettarla.
Cominciava a temere che qualcosa l’avesse trattenuta, quando notò una donna con i capelli biondo cenere, lucidi come seta, che le arrivavano alle spalle. La sconosciuta in un elegante completo azzurro scuro, aveva due gambe snelle e scattanti e gli si stava avvicinando.
Inatteso e indesiderato, un brivido di attrazione lo fece irrigidire. Erano anni che non reagiva in quel modo in presenza di una donna.
Ma era proprio quella la persona per la quale aveva compiuto il suo lungo volo? Osservandola meglio, si accorse che la sua altezza e i suoi colori dovevano essere stati gli stessi di sua nonna Irene Holden alla medesima età. E Irene era stata una donna di eccezionale bellezza.
Colpito da quella forte somiglianza, Nic rimase immobile. Ms. Tate era elegante come sua nonna. Portava un filo di perle intorno al collo, le stesse perle che aveva visto sfoggiare da Irene molte volte.
I lineamenti classici delle due donne erano quasi identici, ma sebbene le labbra della nipote fossero più piene e i suoi occhi più azzurri, il marchio di Irene era ben visibile, pensò sotto lo sguardo ostile della giovane.
«Sono Laura Tate. Quale dei discendenti dei Valfort è lei?»
L’approccio non era dei più amichevoli, ma lui era preparato.
«Nicholas. Mio nonno Maurice sposò sua nonna Irene.»
La udì trattenere il respiro. «Paul mi ha riferito la sua urgenza. Dev’essere una questione di vita o di morte se ha deciso di fare un lungo viaggio per entrare nel campo nemico.»
Nic cambiò idea. Quella donna non somigliava per niente alla sua deliziosa nonna e il fatto di essere attratto da lei lo irritò ancora di più.
«Preferirei discutere a bordo della limousine che mi aspetta fuori, dove nessuno ci disturberà. Non sono qui per rapirla» aggiunse, vedendola esitare. «A dispetto di quello che si dice nella vostra famiglia, non è un’abitudine dei Valfort.»
Il volto della donna s’indurì, ma Nic non ne tenne conto. «Sono venuto a informarla che sua nonna è passata a miglior vita due giorni fa, al St. Luc’s Hospital di Nizza.»
In un attimo l’atteggiamento di Laura cambiò, come un fiore che si fosse improvvisamente inaridito. Sapeva di averle comunicato un messaggio che aveva scosso il suo mondo e, quando i suoi occhi cristallini si colmarono di lacrime, per un attimo provò compassione per lei.
«Mio nonno ha espresso il desiderio che questa notizia fosse riferita di persona a lei e a sua madre e siccome sapeva che non sarebbe stato bene accolto, mi ha chiesto di prendere il suo posto. Se mi vorrà seguire fuori, le racconterò tutto.»
Irene Holden era stata una ragione di vita per suo nonno. Nic stesso stentava ad accettare quella perdita. Aveva voluto molto bene a Irene e la sua morte aveva lasciato un vuoto immenso, un senso di desolazione che sua nipote non poteva comprendere.
Era vero? La nonna che aveva appena conosciuto era morta?
Se Laura fosse stata più debole, sarebbe svenuta. Quel francese, alto e affascinante che indossava un completo di seta con cravatta, le aveva appena dato una notizia che l’aveva scossa fino alle fondamenta.
Doveva avere poco più di trent’anni, portava la fede matrimoniale e parlava un inglese perfetto, con un seducente accento francese, come suo nonno, l’uomo che aveva ingannato la nonna. Un tipo del genere non aveva il diritto di essere così attraente.
Anche nonna Irene si era sentita attratta violentemente da Maurice, così com’era accaduto a lei, vedendo Nic?
Stordita, seguì Nic fuori dal palazzo senza bisogno di altre sollecitazioni e, quando salirono nella limousine, lui si sedette davanti a lei.
Laura ebbe l’impressione di una capigliatura corvina e di fattezze incisive, ma il suo sguardo si concentrò su due occhi grigi che la scrutavano come se lei fosse un rebus di difficile soluzione.
«Le ho portato queste fotografie di me insieme a lei. Furono scattate l’anno scorso, prima che si ammalasse di polmonite. Può tenerle, se vuole.»
Laura gemette. Polmonite?
Lui aprì una busta e le diede una dozzina di foto a colori. Cinque erano della nonna in diversi punti all’esterno della casa. L’ultima la mostrava in giardino con un uomo che doveva essere il suo secondo marito, Maurice.
Le caratteristiche dei Valfort: altezza, muscolatura e prestanza fisica erano evidenti nell’uomo che le sedeva di fronte. Ma al contrario della sua, la chioma dell’uomo nella foto era argentea.
Laura studiò a lungo le immagini. A ottant’anni, sua nonna era stata ancora bella. Una morsa di dolore le attanagliò la gola.
«Ho trasportato la sua salma sul jet dei Valfort. Maurice ha chiamato il Sunset Mortuary di San Francisco perché venissero a prenderla all’aeroporto. Ecco qui il loro biglietto da visita.»
Laura prese il biglietto e avvertì il tocco della sua mano. Come poteva lasciarsi turbare tanto da un uomo in un momento di tale angoscia?
«Aspettano istruzioni dalla vostra famiglia. Quando sua madre ruppe i rapporti con Irene, le comunicò che né lei, né mio nonno sarebbero stati bene accetti in casa sua finché fossero stati in vita.»
Una fitta dolorosa trapassò il petto di Laura. Sua madre aveva pronunciato davvero quelle parole? Non riusciva a crederci. Quell’uomo doveva essere prevenuto e le stava dando una versione distorta di quello che era accaduto. Tuttavia era orribile. Quella tragedia la sopraffaceva.
«Mio nonno rispetta tuttora tali desideri ed è per questa ragione che io sono qui.»
Bugia! pensò lei. Suo nonno era un codardo, altrimenti sarebbe venuto di persona.
«Maurice ha pensato che sua nonna dovesse essere sepolta accanto al suo primo marito, Richard, circondata dai suoi familiari.»
Così Richard sarebbe stato finalmente ricordato?
«Quanta sensibilità!» commentò con sarcasmo.
«Se ha delle domande da rivolgermi» rispose lui con calma. «Mi troverà all’Hotel Holden, all’aeroporto. Mi tratterrò fino a domattina. Il mio volo per Nizza partirà alle sette. Un’altra cosa. Qualche anno fa sua nonna scrisse un testamento, lasciando a lei qualcosa di specifico. Purtroppo, per ritirarlo, dovrà venire a Nizza entro sette giorni e contattare il notaio. Subito dopo lui partirà per due mesi. La nonna si augurava che sua madre non l’avrebbe ostacolata. Ha sempre sperato in una riconciliazione.»
Laura soffocò un singhiozzo.
«Se deciderà di venire, mi telefoni. Le manderò il Valfort jet con il compito di portarla a Nizza. Mio nonno vuole fare questo per lei, in modo da onorare gli ultimi desideri di Irene. Io verrò a prenderla all’aeroporto e l’accompagnerò direttamente dal notaio. Questo è il mio biglietto da visita» disse Nic, porgendoglielo. «Può contattarmi al Valfort Technologies in qualunque momento.»
Non lavorava per i ricchissimi Valfort, albergatori dal 1900? si domandò Laura. Perché alloggiava all’Hotel Holden dopo quello che suo nonno aveva fatto alla loro famiglia? Forse aveva voluto vedere come gli Holden gestivano gli affari, dopo la morte del fondatore?
«Ha delle domande, Ms. Tate?»
A quel punto la mente di Laura era nel caos.
«Solo due, al momento» rispose, sperando che la sua voce non tremasse, ma non riuscendo a distogliere lo sguardo da lui. «La conosceva bene?»
«Molto bene.» Fu la secca risposta.
Laura avvertì il suo rimprovero, forse la sua condanna, e ne soffrì. Ma quell’uomo non conosceva la storia privata della famiglia Holden e l’orrendo abisso creato da suo nonno, quindi non aveva il diritto di giudicarla.
«Devo presumere che sia stata felice con lui?» domandò, socchiudendo gli occhi.
«Con lui, nel modo più assoluto.»
«Naturalmente questa è una sua interpretazione.»
Non ci fu risposta e lei perse il suo sangue freddo. Quel silenzio diceva più di mille parole a proposito del matrimonio che aveva recato tanta sofferenza a sua