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I segreti della contessa: Harmony History
I segreti della contessa: Harmony History
I segreti della contessa: Harmony History
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I segreti della contessa: Harmony History

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About this ebook

Londra/Bruxelles, 1814
Presentatasi alla buona società inglese con il falso nome di Contessa de Grenelle, Margaret decide di godersi l'appena conquistata indipendenza, ma soprattutto di dedicarsi ai piaceri dell'amore senza dover sottostare ai vincoli del matrimonio. Quando incontra Giles Benedict, crede d'aver trovato la persona giusta con cui intrecciare una relazione appassionata e priva di complicazioni. Giles, da parte sua, capisce subito che la donna nasconde più di un segreto ed è convinto che l'affascinante contessa sia una spia francese, nonché una pericolosa assassina. A quel punto si prefigge di corteggiarla per poter indagare meglio su di lei e controllarla da vicino. Molto da vicino.
LanguageItaliano
Release dateMar 10, 2020
ISBN9788830512696
I segreti della contessa: Harmony History
Author

Anne Herries

Autrice inglese vincitrice di numerosi riconoscimenti letterari, ha iniziato a scrivere nel 1976 e ha ottenuto il suo primo successo appena tre anni dopo. Attualmente vive nel Cambridgeshire con il marito.

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    I segreti della contessa - Anne Herries

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Wicked Lady

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2005 Anne Herries

    Traduzione di Maria Laura Iervicella

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-269-6

    1

    «Il Duca di Belmont, vostro zio, è tenuto in grande considerazione dal Reggente» affermò Lord Wellington. «E se le notizie che avete ricevuto hanno un qualche fondamento, nei prossimi mesi avrò bisogno del sostegno del Principe in merito alle decisioni che dovranno essere prese per fermare Bonaparte.»

    Era l’inizio di novembre e si trovavano a Vienna. Wellington era stato infatti inviato, in qualità di rappresentante dell’Inghilterra, ai negoziati che avrebbero dovuto ridisegnare il futuro della nuova Europa.

    Voci di ogni genere si rincorrevano senza alcun controllo, ma quelle appena giunte erano piuttosto gravi e avevano suscitato la preoccupazione del Duca di ferro, come lo avevano soprannominato i soldati, pronti a seguirlo fino alla morte.

    «Il messaggio era piuttosto vago» replicò Lord Giles Benedict, l’erede del Duca di Belmont. Era un uomo attraente, anche se chi non lo conosceva bene lo giudicava severo e inavvicinabile. «Le notizie sul tentativo di Napoleone di fuggire dall’Elba probabilmente sono vere. Del resto, sapevamo che non saremmo riusciti a tenerlo lì per sempre. Ma le voci su un probabile attentato rimangono piuttosto vaghe. Non si sa con precisione se siano riferite a voi, signore, a mio zio, il Duca di Belmont, o al Reggente in persona.»

    Wellington fece un gesto noncurante. «Non sarebbe la prima volta che cercano di liberarsi di me senza riuscirci» commentò in tono brusco. «Non mi preoccupo per la mia incolumità. Sono ben protetto, ma non desidero rischiare la vita del Reggente e nemmeno quella di Belmont, soprattutto adesso che ho sentito che sta per prendere in moglie una donna molto più giovane di lui. Se lei gli darà un figlio, voi potrete dire addio alla successione.»

    «Sapete come la penso al riguardo, signore» si limitò a replicare Giles senza ulteriori commenti. «Desiderate che continui a investigare su queste indiscrezioni?»

    «Se Napoleone riuscirà a fuggire e a radunare un esercito, voglio avere mano libera da parte del Reggente. Questa volta quel dittatore non dovrà avere nessun trattamento di favore e non dovrà coglierci impreparati. Perciò, fate in modo di scoprire se le voci hanno dei fondamenti, anche quelle sul tentativo di assassinio.»

    «In questo caso andrò a parlare con i miei informatori a Parigi e manderò Ellwood dal Principe con il vostro messaggio. Sono sicuro che non vi farà mancare il suo appoggio.» Giles corrugò la fronte con aria preoccupata. «So che non date importanza alle minacce, signore, ma vi prego di fare attenzione. L’Inghilterra ha bisogno di voi.»

    «Al diavolo!» esclamò Wellington. «Io ho un appuntamento con il destino, Benedict, e nessuno riuscirà a impedirmi di parteciparvi.»

    Giles sorrise. Conosceva il suo comandante dai tempi in cui erano stati mandati entrambi in India e sapeva che non avrebbe potuto reagire in modo diverso a una minaccia rivolta alla sua persona.

    «Aspetto presto vostre notizie» aggiunse il Duca di Wellington. «E state attento. Sono tempi pericolosi.»

    «Come voi, signore, anch’io credo che non sia ancora arrivato il momento in cui il mio destino sarà compiuto» replicò Giles con una smorfia ironica.

    «Non puoi farlo» obiettò Sir Roderick Hazelmere guardando la sorella con un’espressione stupita e divertita insieme. «Riflettici un momento, Maggie. Non funzionerebbe.»

    Era un giovane attraente con i capelli biondi, gli occhi azzurri e un sorriso dolce. Di carattere accomodante e a volte piuttosto sconsiderato, era molto legato alla sorella, anche se i due si erano visti di rado, negli ultimi anni.

    «Che cosa c’è di tanto terribile nella mia idea? Sto semplicemente proponendo di presentarmi in società nelle vesti di una giovane vedova e di introdurvi un’affascinante fanciulla, presentandola come una mia protetta.» Margaret Hazelmere lo guardò con aria innocente. «Desidero solo aiutare un’amica a trovare un marito rispettabile e non riesco a vedere niente di male nella mia innocente bugia.»

    «Ma lei è la figlia illegittima di Lord Monkford e le dame londinesi non sarebbero disposte a ignorarlo, se lo scoprissero» replicò Sir Roderick. «L’allontanerebbero e tu faresti la sua stessa fine. Pensa allo scandalo che ne deriverebbe, Maggie. Non saremmo più in grado di andare in società a testa alta.»

    «Per questo intendo presentarmi come la Contessa Magdalene de Grenelle» replicò Margaret. «Dopotutto, non mi conosce nessuno. Sono anni che non vado in Inghilterra. Se mi faccio passare per una vedova con un nome francese nessuno potrà smentirmi.»

    Era quasi la fine di novembre e fratello e sorella erano seduti nel giardino di una villa nel sud della Francia, approfittando di un autunno ancora incredibilmente mite. La residenza era appartenuta alla Contessa di Cambria. La nobildonna vi si era ritirata sei anni prima dopo la morte del marito e aveva portato la figlia della sorella a vivere con lei, visto che entrambi i genitori di Margaret erano deceduti a causa di una violenta epidemia di febbre. Roderick, che aveva ereditato il titolo del padre e una piccola proprietà, era stato mandato all’università. Presto però aveva scoperto di non essere tagliato per lo studio e così la zia gli aveva comprato un brevetto da ufficiale dopo avergli donato la somma di diecimila sterline.

    «Il resto dei miei beni andrà a tua sorella dopo la mia morte» lo aveva informato la zia. «Tu sei intelligente e hai la fortuna di essere nato uomo, perciò puoi farti strada nel mondo senza problemi. Maggie invece dovrà fare molta attenzione e se seguirà i miei consigli ci penserà due volte, prima di sposarsi. Io stessa non lo avrei fatto, se non vi fossi stata costretta.»

    Margaret aveva quindici anni quando era andata a vivere con la zia. Allora era una graziosa ragazzina piuttosto timida con dei grandi occhi grigi e i capelli scuri. Ora, dopo un decennio, si era trasformata in una giovane donna molto elegante e sicura di sé.

    La sua bellezza era notevole, ma lei la ostentava con calma serenità, inducendo chi la conosceva a pensare che fosse più matura dei suoi venticinque anni.

    «E così vorresti fingere di essere una vedova.» Roderick la guardò pensieroso. Non la vedeva da diverso tempo, da quando si era arruolato e aveva seguito Wellington nelle sue campagne. Adesso però la carriera nell’esercito era finita ed era libero di disporre del suo tempo come credeva. Per lui, Maggie restava sempre la sorella minore, ma doveva riconoscere che aveva l’atteggiamento e l’autorità di una persona di una certa levatura. Le voleva molto bene, ma non gli sarebbe piaciuto affatto essere sposato con una donna dal carattere forte come quello di Margaret, perché era troppo determinata.

    Nessuno la conosceva e non c’era ragione per cui la buona società di Londra non avrebbe dovuto accettarla come Contessa de Grenelle, visto che aveva vissuto gli ultimi anni lontana.

    Lei inarcò le sopracciglia, lanciandogli un’occhiata di sfida. «Proprio così. Perché non dovrei? Dopotutto, si tratta soltanto di un’innocente messinscena.»

    Roderick era pronto a metterle di fronte almeno un centinaio di ragioni, ma dubitava che lei ne avrebbe accolta anche solo una. Era troppo indipendente e abituata a fare di testa sua, per tenere conto delle sue obiezioni.

    «Ma non vedo la ragione per fare una cosa del genere» obiettò lui. «Caroline è graziosa e affascinante. Sono sicuro che tu sarai in grado di trovarle un marito adatto qui fra i tuoi amici. Perché vuoi portarla proprio a Londra, mettendola in balia di persone che la guarderebbero dall’alto in basso, se si venisse a scoprire la verità sulla sua nascita?»

    «Perché si tratta di una sfida» replicò Margaret sorridendogli. «E perché la cosa mi diverte. Tutti quei distinti gentiluomini non sono altro che dei mascalzoni, Roddy, e si meritano una lezione.»

    «Andiamo, Maggie. Per quale ragione sei così dura con persone che nemmeno conosci? Non ti sembra di essere prevenuta nei loro confronti?»

    «Prevenuta?» Margaret fece una risata sarcastica. «Nostra zia fu sedotta da un membro della sua famiglia quando aveva solo sedici anni, Roddy! Non appena suo padre seppe che aspettava un bambino la costrinse a prendere per marito un uomo che aveva tre volte la sua età e che le rese la vita impossibile per molti anni.»

    «Santo cielo!» Roderick la guardò al colmo dello stupore. «Non ne avevo idea. È per questo che fu mandata a sposarsi all’estero? Che cosa accadde al bambino?»

    «Lo perse in seguito a una caduta e non fu più in grado di concepirne» rispose Margaret. «Non hai idea di quanto abbia sofferto, povera zia. E quanto alla povera Caroline...»

    «Sì, dimmi di Caroline» la incitò Roderick con un lampo d’interesse negli occhi. «Mi sono spesso chiesto come mai tu abbia deciso di prenderla con te.»

    «La madre di Caroline era la figlia di un gentiluomo privo di mezzi che fu sedotta da uno degli amici del padre all’età di quindici anni. Quando il padre si accorse che era incinta la mandò all’estero in compagnia di una cameriera, perché partorisse lontano da occhi indiscreti. La poverina era troppo delicata e fragile e morì durante il parto, così sua figlia fu abbandonata alla cura di estranei. Se nostra zia non avesse preso a cuore la sorte di Caroline, anche lei sarebbe morta di stenti.»

    «No! Povera piccola!» Gli occhi di Sir Roderick si incupirono di collera. «Per fortuna c’era zia Kate.»

    «Proprio così. Anche se non poté prenderla con sé come avrebbe voluto, perché il marito non glielo permise. Così si limitò ad affidarla alla cura delle suore di un convento fino all’età di sedici anni. Poi venne a stare con noi. Nostra zia aveva intenzione di ricondurla in Inghilterra. Voleva che sia io sia lei trascorressimo una stagione nella società londinese. Ma poi si è ammalata...»

    La voce di Margaret si incrinò.

    L’improvvisa malattia e la morte altrettanto repentina della donna che aveva amato come una madre le avevano lasciato un profondo vuoto dentro e, per quanto fosse affezionata a quella splendida casa in riva al mare, sentiva la necessità di un cambiamento.

    Avrebbe aiutato la giovane Caroline ad andare a Londra, anche se solo per un breve periodo, poi sarebbe tornata alla sua tranquilla vita ritirata, visto che non aveva alcuna intenzione di trovare un marito. Del resto era stata proprio sua zia a consigliarle di non farlo.

    «Io non credo che tu sia adatta al matrimonio, mia cara» le aveva detto zia Kate una volta. «Sei troppo indipendente e orgogliosa e possiedi uno spirito troppo libero per essere una buona moglie, Maggie. La maggior parte degli uomini desidera al proprio fianco una donna mite e obbediente. Al contrario, chi invece potrebbe apprezzare le tue qualità di solito è interessato solo a sedurti.»

    «Vuol dire che non mi sposerò» aveva replicato lei con una scrollata di spalle. «Voi mi avete reso indipendente. Perché dovrei sacrificare la mia libertà per un uomo?»

    «Ti ho fatto detestare l’altro sesso» aveva commentato la zia in tono triste. «A volte è possibile trovare la felicità con un uomo, mia cara, e anche l’amore. Io non ci sono riuscita, ma tu potresti essere più fortunata di me.»

    I racconti della zia le avevano suscitato un profondo disprezzo per gli uomini di un certo tipo, ma era stato un altro episodio a convincerla a non cercarsi un marito, episodio di cui però non aveva mai parlato con nessuno.

    «Se qualcuno mi offrisse amore potrei decidere di accettarlo» aveva replicato. «Non ho bisogno di sposarmi per questo. Nella storia ci sono state diverse donne che hanno vissuto i loro amori fuori dal matrimonio senza preoccuparsi delle convenzioni. Perché non dovrei fare ciò che desidero?»

    «E molte di loro sono andate incontro a un destino avverso, tesoro mio.» Sua zia aveva scrollato il capo, come se fosse divertita e nello stesso tempo preoccupata per la diletta nipote. «Mi rendo conto di averti condizionato troppo» aveva poi mormorato con un sospiro. «Volevo solo metterti in guardia, invece ti ho reso cinica. Fai attenzione, Margaret. Potresti scoprire che l’amore non è così facile da tenere sotto controllo, al contrario di quanto credi.»

    Margaret e sua zia erano state vicine come avrebbero potuto esserlo una madre e una figlia. Adesso che zia Kate non c’era più lei si sentiva davvero sola, realizzò, facendosi forza per non scoppiare in lacrime.

    Il fratello se ne accorse e le posò una mano su una spalla. «Non ho intenzione di crearti delle difficoltà» le disse dolcemente. «Credo che dovresti tornare in Inghilterra. Ma perché non puoi farlo con la tua vera identità? Non avrei difficoltà a trovare qualcuno che ti introduca in società e Caroline ti accompagnerebbe in veste di amica.»

    «Sono stata abituata a decidere con la mia testa» replicò lei, lottando per tenere a freno le emozioni. Sarebbe stato sciocco piangere per qualcosa che non si poteva cambiare. «Avrei bisogno di una dama di compagnia e non posso sopportarlo, Roddy.» Gli rivolse un sorriso affascinante. «Tutto ciò che ti chiedo è che tu finga di essere solo un mio conoscente, caro fratello. Ai tuoi amici dovrai dire solo che mi hai conosciuto quando venivi a trovare tua zia.»

    Roderick scoppiò a ridere, cedendo alle sue richieste, proprio come Margaret sapeva che sarebbe successo.

    «Suppongo che sarebbe uno splendido scherzo» disse il giovane con un lampo divertito nello sguardo. «Hai ragione. Per certi esponenti dell’alta società sarebbe un bene essere ripagati con la propria moneta. Ma se acconsento a reggerti il gioco in questa follia, tu devi promettermi che non mi tradirai, Maggie. Qualsiasi cosa accada dovrai mantenere il nostro segreto e sparire prima che si verifichi uno scandalo.»

    «Sì, naturalmente» promise lei abbracciandolo. «Se si dovesse verificare l’eventualità di essere scoperta, la fantomatica Contessa de Grenelle si limiterà a scomparire. Oh, mio caro Roddy, ci divertiremo moltissimo!»

    Lui la guardò dubbioso. Maggie non sapeva in che situazione si stava cacciando, ma se questo era quello che voleva l’avrebbe assecondata.

    E poi aveva delle ragioni personali per desiderare che conducesse l’incantevole Caroline a Londra.

    Le cattive condizioni del tempo avevano impedito alla sua nave di salpare per l’Inghilterra nei due giorni precedenti e Lord Clarence Ellwood, un giovane ufficiale alle dipendenze del Duca di Wellington, era impaziente di riferire al Reggente le novità sulle intenzioni di Bonaparte di tornare in Francia e di radunare un esercito. Guardò l’amico che lo aveva accompagnato sul molo, mantenendo a stento la calma.

    «Che io sia dannato se aspetterò ancora, Giles. Se il vento non si placa partirò ugualmente nonostante il parere contrario del capitano della mia nave.»

    «Non essere avventato, Clarence.» Giles Benedict sollevò le sopracciglia scure. «Le tue informazioni sono importanti, ma non così tanto urgenti. Wellington ha questi sospetti da mesi. Tu adesso devi andare dal Principe, comunicargli che le cose hanno cominciato a muoversi e che non passerà molto tempo prima che Bonaparte rientri in Francia.»

    «Io sono pronto a scommettere che saranno in parecchi ad acclamare il suo ritorno» commentò Lord Ellwood. «I Borbone non sono molto amati e il popolo sarà contento di riavere un imperatore. Suppongo che tu resti in Francia per saperne di più al riguardo, Giles.»

    «Intendo scoprire qualcosa sulle voci relative a una donna che faceva la spia per Bonaparte» replicò Giles serio. Le informazioni che aveva avuto non erano chiare, ma sembrava che nel complotto fosse coinvolta una figura femminile. «Mi è arrivata notizia che qualcuno sta cercando di

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