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L anello dello sceicco: Harmony Collezione
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L anello dello sceicco: Harmony Collezione

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About this ebook

Jafar Al-Shehri deve trovare al più presto una moglie per impedire al cugino di usurpare il trono del regno di Shamsumara. Non appena incontra Tiffany, sente che lei potrebbe essere la candidata perfetta: per lavoro è abituata a mentire, e questo la aiuterebbe a non correre il rischio di destare sospetti. L'impegno poi non sarebbe lungo, solo tre mesi, e il compenso da capogiro!

Tiffany non riesce a credere che quell'affascinante sceicco le abbia proposto l'affare della sua vita proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno. Così accetta senza pensarci troppo e senza sapere che una passione travolgente cambierà la vita di entrambi per sempre.
LanguageItaliano
Release dateJan 20, 2020
ISBN9788830509290
L anello dello sceicco: Harmony Collezione

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    L anello dello sceicco - Rachael Thomas

    successivo.

    1

    Tutti abbiamo un prezzo. Jafar Al-Shehri lo sapeva meglio di chiunque altro. Così come sapeva perfettamente quale era la tariffa richiesta dalla damigella d'onore Tiffany Chapelle.

    Un costo che lui era più che pronto a pagare per ottenere ciò che voleva. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di mettere fine alla crescente pretesa del cugino Simdan sul regno che aveva appena ereditato in seguito alla morte inaspettata di suo fratello. Non aveva mai ambito a governare Shamsumara, però non avrebbe mai rinnegato le responsabilità che aveva verso i sudditi, e anche verso suo fratello. Dopo aver saputo dell'attività poco convenzionale della signorina Chapelle, che veniva ingaggiata come damigella d'onore per matrimoni altolocati, aveva deciso che era lei la persona più adatta per impedire i tentativi di Simdan di spodestarlo dal trono.

    Lo sguardo di Jafar incrociò quello della donna giovane e snella che indossava un abito azzurro da damigella. La ragazza inarcò un sopracciglio in un'espressione interrogativa prima di continuare la propria attività lavorativa al matrimonio di Damian Cole, amico e socio di Jafar. I folti e lucidi capelli castano scuri erano raccolti sulla testa e intrecciati con fiorellini bianchi che riprendevano il tema del matrimonio in stile Giardino Inglese. Una spolverata di lentiggini sul viso le dava un'aria sbarazzina, che non faceva altro che accentuare la sua bellezza e il fascino che emanava. L'idea di baciare quelle labbra carnose gli era rimasta nella mente sin da quando erano stati presentati, il giorno prima, alle prove della cerimonia. Lui in qualità di testimone dello sposo e lei di damigella d'onore.

    Già dal primo sorriso, lei aveva catturato la sua attenzione. Tentò di convincere se stesso che era a causa dell'offerta di lavoro che aveva intenzione di farle, e non per la potente attrazione che aveva provato quando le aveva stretto la mano.

    Quando Damian gli aveva comunicato che avrebbe sposato la sua più cara amica d'infanzia, Jafar non si era stupito. Era rimasto però sconcertato nello scoprire che la damigella d'onore non era una delle amiche della sposa, e nemmeno una sua parente, ma una sconosciuta ingaggiata per recitare la parte. A quanto pareva Tiffany Chapelle si guadagnava da vivere non solo organizzando cerimonie, ma anche recitando il ruolo di damigella. Damian aveva riso quando Jafar lo aveva letteralmente interrogato su quella scelta. Secondo lui, tutti avrebbero fatto bene a seguire il loro esempio, specie se la futura moglie aveva amiche un po' troppo impiccione. Jafar allora non aveva commentato, ma si era subito messo a indagare su Tiffany in modo approfondito. Molto approfondito.

    A quanto pareva, la giovane viveva il romanticismo partecipando ai matrimoni di altre donne ed era stata assunta da molti personaggi ricchi e famosi. Il fatto che fosse disposta a farsi pagare per un lavoro simile, la rendeva la candidata ideale per ciò che lui aveva in mente. A ciò si aggiungeva il fatto che non sembrava ci fosse un uomo nella sua vita e, cosa ancora più positiva, era pesantemente afflitta da debiti, tanto che aveva di recente lasciato l'appartamento in affitto in cui abitava e si era trasferita dalla sorella. Jafar non aveva ancora scoperto da cosa derivasse il debito, ma era certo che sarebbe riuscito a stringere un accordo con lei. Per lui i soldi non erano un problema, e aveva intenzione di offrirle molto perché accettasse un ruolo che avrebbe richiesto il suo impegno totale per solo tre mesi.

    L'orchestra cominciò a suonare e Jafar, che aveva partecipato a molti matrimoni occidentali, si fermò ad aspettare che gli sposi iniziassero a ballare per poi invitare la damigella a volteggiare con lui, come voleva la tradizione. L'occasione gli sarebbe servita per avviare la trattativa che gli stava tanto a cuore con la giovane donna.

    Mentre attendeva il momento giusto, Jafar fissò la coppia che danzava. Damian, uomo d'affari spregiudicato e deciso, teneva gli occhi sul viso della sua sposa e aveva un'espressione che lui non gli aveva mai visto prima. Sapeva che avrebbe dovuto essere felice per l'amico, eppure il vedere tanto amore e devozione gli fece ricordare tutto ciò che aveva perso quando aveva scoperto la vera natura di Niesha, a cui era stato promesso sin da quando erano entrambi bambini. Lui aveva sempre provato affetto per la fidanzata, e col tempo era persino arrivato a pensare di amarla e che sposarla sarebbe stata la cosa migliore per entrambi. Niesha invece aveva messo gli occhi su un uomo che aveva una posizione sociale ben al di sopra della sua, che al tempo era solo il fratello dell'erede al trono di Shamsumara.

    Il corso dei suoi pensieri tornò al fratello, che era stato anche un padre per lui. L'ondata di dolore tornò a farsi sentire. Gli mancava la sua presenza sicura. Malek lo aveva sempre difeso e protetto, in ogni fase della loro vita. Anche dalle angherie del padre, che era stato un uomo crudele e dissipato che aveva quasi messo il regno in ginocchio. Per suo fratello non era stato facile conquistare la fiducia della loro gente e ora spettava a lui continuare la sua opera. Non poteva assolutamente fallire in quel compito.

    «Credo che ora tocchi a noi.» Il tono carezzevole della damigella, sebbene carico di una nota di rimprovero, lo riportò al presente.

    «Stavo lasciando la scena alla coppia innamorata» scherzò lui, poi abbassò lo sguardo sugli occhi azzurri della giovane donna. Erano chiari quanto il vestito che indossava anche se le iridi erano contornate da una riga blu scuro. L'intensità dello sguardo lasciava intuire una natura passionale che risvegliò la stessa reazione ardente che aveva provato nell'incontrarla. L'idea di poterla stringere tra le braccia durante la danza lo intrigava, ma non quanto il pensiero di proporle di aiutarlo a tenere a bada le mire espansionistiche di suo cugino Simdan.

    «E dire che credevo mi stesse evitando» gli rispose con una nota divertita nella voce. Sembrava una donna di spirito, capace di godersi la vita.

    «Volevo solo darle il tempo per compiere al meglio il suo incarico di damigella d'onore. Perché è questo che fa, vero?» La risposta brusca gli scivolò dalle labbra con una ferocia che colpì lui più di lei. Non dimostrò in alcun modo il momento di indecisione però. Il patto che voleva stringere con lei era troppo importante per lasciare che l'espressione ferita sul bel viso lo distraesse dal suo proposito.

    «Non approva quel che faccio, vero signor Al-Shehri?» Le emozioni di poco prima avevano lasciato posto a uno sguardo infastidito. «Non le piace l'idea che mi faccia pagare per organizzare le cerimonie e anche per recitare il ruolo di damigella? Sarà poco convenzionale, ma le assicuro che la mia società non è l'unica a fornire questo genere di servizio.»

    «Dopo aver conosciuto la migliore amica della sposa questo pomeriggio, ho capito perché sia preferibile ingaggiare un'estranea come damigella, che faccia tutto ciò che è necessario senza fare un dramma per ogni cosa.»

    «Allora è su di me che ha delle riserve» lo punzecchiò la ragazza con un altro sorriso, e una sottile nota di provocazione nella voce.

    Jafar non raccolse la sfida. Le afferrò invece la mano che teneva sul fianco e, senza parlare, la condusse sulla pista da ballo. Prima che la ragazza potesse protestare, iniziò a volteggiare con lei, ben sapendo che non si sarebbe potuta sottrarre alla sua stretta a meno di dare spettacolo davanti agli invitati.

    Intorno a loro scoppiò un applauso sincero e Jafar attirò il corpo snello della donna contro di sé. Il suo profumo gli inebriò subito i sensi. Era delicato e floreale, come gli effluvi del giardino dell'albergo. Il movimento ritmato dei suoi fianchi sotto la mano intensificò il desiderio che lo aveva pervaso sin da quando l'aveva presa tra le braccia.

    Che diavolo gli stava capitando? Era come se quella bellezza dai capelli scuri stesse consumando la sua forza facendogli desiderare cose che sapeva non essere destinate a lui. Dov'era finito l'autocontrollo per cui era tanto famoso? La desiderava con un'intensità che non aveva mai provato per nessun'altra e risvegliava in lui il bisogno di relazione con una donna. Un bisogno che, Jafar lo sapeva bene, era distruttivo. Un bisogno per cui non aveva tempo se voleva evitare la catastrofe del suo regno.

    «Allora, ha intenzione di dirmelo?» Tiffany alzò lo sguardo su di lui e lo sfidò di nuovo, e Jafar sospirò di sollievo all'idea di non dover continuare a pensare a situazioni che non voleva ricordare, né a rimuginare sulla giovane donna con cui era cresciuto e che avrebbe dovuto essere la sua sposa.

    Altre coppie si unirono a loro sulla pista da ballo. «Non disapprovo» le disse con voce gentile mentre teneva lo sguardo fisso negli occhi di lei. «Al contrario.»

    «Davvero?» Lo scrutò con espressione talmente stupita da strappargli una risatina.

    «Certo.» Sorrise nuovamente, perché lei sembrava ancor più confusa. «Lei è la prima donna che conosco che non appiccica assurde idee romantiche al concetto di matrimonio.»

    Tiffany inclinò la testa di lato e lo guardò con sospetto. «Questo è il mio lavoro, signor Al-Shehri. Sto facendo ciò per cui sono stata assunta, e cioè rendere questo giorno il più bello della vita della sposa.»

    «Quindi ha un forte senso del dovere?» le domandò, interessato alla sua risposta e deciso ad avere con lei una conversazione chiarificatrice ai fini del suo progetto. Per quanto avesse avuto molte informazioni su di lei dai suoi investigatori, riteneva molto importante avere un contatto diretto e schietto con Tiffany. Lei era fondamentale per la salvezza del regno di Shamsumara e magari anche per la sua. Forse, col suo aiuto, sarebbe riuscito a mettere a tacere i dubbi del passato.

    «Sto ballando insieme a lei, non è una prova sufficiente?» Una luce divertita le si accese nello sguardo, poi rise. Jafar, che avrebbe voluto continuare sulla strada dell'intervista, si ritrovò suo malgrado a ridere con lei.

    «Non pensavo sarebbe stato un dovere tanto arduo per lei.» La sospinse verso il bordo della sala da ballo quindi verso l'uscita del tendone, con i suoi addobbi bianchi e rosa. «Le va di venire ad ammirare il sole che sta per tramontare?»

    «Mi sta trascinando via dai miei doveri di damigella, signor Al-Shehri?» lo stuzzicò.

    Jafar lanciò un'occhiata in direzione di Damian e della sua sposa, che stavano ancora ballando come fossero una persona sola. «Credo possa abbandonare le sue mansioni per il momento. Lo sposo e la sposa sono del tutto ignari di ciò che li circonda. Tranne loro stessi.»

    A Tiffany non sfuggì la nota di irritazione nella voce dalla cadenza straniera. Aveva sentito addosso il suo sguardo per tutta la giornata. La sua presenza l'aveva riempita di uno strano nervosismo sin dal giorno precedente, quando lo aveva conosciuto. L'uomo alto, con la pelle olivastra e l'aspetto esotico che aveva attirato gli sguardi di molte delle donne presenti, nubili o sposate senza alcuna distinzione, era decisamente affascinante, e le faceva tornare alla mente i sogni di amore e felicità che aveva accarezzato per anni senza mai riuscire a esaudirli, nonostante non avesse fatto altro che guardarla con disapprovazione crescente ogni volta che si erano ritrovati vicini.

    Eppure, se le circostanze fossero state diverse e se lei non fosse stata lì per lavorare, allora forse lo sceicco Al-Shehri avrebbe potuto essere la distrazione di cui aveva bisogno in quel momento della sua vita... Sconvolta dalla direzione che avevano preso i suoi pensieri, Tiffany si costrinse a tornare al presente, sperando che la sua migliore amica Lilly non l'avesse contagiata con l'idea che un'avventura fosse il metodo migliore per lasciarsi alle spalle il ricordo del suo ex fidanzato.

    «Ecco che rilevo una nota di cinismo» gli disse mentre lo guardava dal basso, riparandosi gli occhi con il palmo della mano. Il sole estivo di quel tardo pomeriggio era davvero luminoso. Intanto avevano raggiunto il limitare della terrazza con le sue rose profumate. Era evidente che quell'uomo era contrario quanto lei all'idea di sposarsi. Per lei non era sempre stato così, però. Era a causa di un uomo che le sue illusioni di trovare il vero amore erano andate in frantumi.

    «Crede nell'amore e nella felicità, signorina Chapelle?» Lo sguardo di lui la penetrò fino in fondo, e il verde intenso dei suoi occhi era così in contrasto con il nero corvino dei capelli che Tiffany batté le palpebre.

    La domanda diretta e il tono pungente la fecero trasalire. Era la prova di quanto aveva pensato solo un istante prima. Lui non era favorevole al matrimonio e non lo nascondeva. Senza contare che la sua reputazione con le donne lo aveva preceduto. Tiffany si era già fatta un'idea sentendo le chiacchiere della sposa con le altre tre damigelle, che erano grandi amiche tra loro, una delle quali aveva un'infatuazione per il fascinoso sceicco del deserto.

    «In realtà no.» Ricacciò indietro i sogni a lungo accarezzati di poter un giorno trovare l'amore duraturo che i suoi genitori non avevano mai vissuto e raddrizzò le spalle. «Solo che

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