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Il mistero di Miss Fairchild: Harmony History
Il mistero di Miss Fairchild: Harmony History
Il mistero di Miss Fairchild: Harmony History
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Il mistero di Miss Fairchild: Harmony History

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About this ebook

Inghilterra, 1814
Tristan Quintrell, Lord Dalmorren, è costretto a recarsi a Bath quando il nipote Freddie, di cui è anche tutore, gli annuncia di voler sposare una giovane sconosciuta. Sin dal primo incontro con la bella Miss Natalya Fairchild, Tristan è colpito dal suo spirito indomito e dalla sua cultura, ma il passato della giovane donna rimane avvolto nel mistero e i suoi unici parenti, Mr. e Mrs. Pridham, la tengono sotto stretto controllo, scoraggiando qualsiasi corteggiatore. Per Tristan svelare il segreto delle origini di Natalya non rappresenta più un impegno verso il nipote, ma diventa una sfida e l'unico modo per proteggere la donna che ha scoperto di amare.
LanguageItaliano
Release dateJun 19, 2020
ISBN9788830516366
Il mistero di Miss Fairchild: Harmony History
Author

Sarah Mallory

Sarah Mallory lives in an old farmhouse on the edge of the Yorkshire Pennines and writes historical romantic adventures.  She has had over 20 books published and her Harlequin Historicals have won the  RoNA Rose Award in 2012 and 2013.  Sarah loves to hear from readers! Contact her via her website at: www.sarahmallory.com

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    Il mistero di Miss Fairchild - Sarah Mallory

    successivo.

    1

    «Tristan, ho deciso di sposarmi!»

    Tristan Quintrell, Lord Dalmorren, si prese qualche istante prima di rispondere al giovane in piedi davanti alla sua scrivania. «Sei riuscito a sorprendermi» replicò infine. «Ero convinto tu fossi venuto qui per chiedermi un prestito, Freddie.»

    «Santo cielo, no!» negò l'altro, mostrandosi offeso. «Non sono sempre al verde.»

    «Perdonami, ma nell'ultimo anno è stato il motivo di tutte le tue visite a Dalmorren.»

    Il giovane arrossì. «Be', avevo bisogno di rimettermi un po' in sesto, prima di venire a Londra. E mi avevi detto di rivolgermi a te, piuttosto che a mia madre, se avessi avuto bisogno di fondi. Comunque non è per questo che sono qui, Tristan. Sono innamorato!»

    La dichiarazione, espressa in tono estatico, non impressionò il suo ospite. Non avendo ancora ventun anni, Freddie si sarebbe innamorato una dozzina di volte, prima di sistemarsi, ma Tristan si trattenne dal dirlo. Il luccichio dei suoi occhi e il sorriso beato lo convinsero che suo nipote era innamorato cotto.

    Solo otto anni di età separavano i due uomini. Freddie era figlio della sorella di Tristan, che aveva sedici anni più di lui ed era l'unica sopravvissuta all'infanzia. Il defunto marito aveva preso la precauzione di nominare il cognato tutore del loro unico figlio. Tristan aveva appena raggiunto la maggiore età quando il padre era morto e le responsabilità del titolo, alle quali si era aggiunta tre anni dopo quella della sorella vedova e del nipote, l'avevano fatto maturare in fretta. Quindi non prese in giro Freddie per la sua infatuazione, ma si alzò dalla scrivania e andò a un tavolino di servizio per versare due bicchieri di Madeira.

    «Ecco, prendi.» Ne tese uno al nipote. «Meglio che ti siedi e mi racconti tutto.»

    Il giovane non si fece pregare. Prese una sedia e cominciò: «Ci siamo incontrati a Bath a febbraio. Ricordi che ti avevo detto che ci sarei andato con Gore Conyer? La sua famiglia vive lì. Non mi aspettavo molto, dal posto, ma poi ho visto lei».

    «Questa gentildonna ha un nome?»

    Freddie posò il bicchiere e intrecciò le dita. «Miss Fairchild» rispose con sguardo sognante, «ma mi permette di chiamarla Lya.»

    «Come la prima moglie di Giacobbe?» Tristan inarcò un sopracciglio. «Credo che significhi stanca, in ebraico.»

    Freddie scosse il capo e lo corresse, con impazienza: «No, no, non è così. Il suo nome è Natalya, ma i suoi amici usano la forma abbreviata». Si esibì in un altro sorriso beato. «Lya.»

    Tristan dovette fare uno sforzo per non prenderlo in giro. «Sarà meglio che tu mi racconti dove l'hai incontrata, la prima volta.»

    «Stavamo uscendo da teatro. I genitori di Gore avevano preso un palco per vedere Macbeth. Non sono un appassionato di Shakespeare, ma sarebbe stato scortese rifiutare. Alla fine, Gore e io aspettavamo nel foyer che i suoi genitori ci raggiungessero. Vedi, conoscono tutti, a Bath, e impiegano una vita per arrivare alla porta. Comunque, a un certo punto mi sono voltato e l'ho vista uscire dal teatro in compagnia di un'anziana gentildonna, vestita decisamente fuori moda.» Notando la sorpresa di Tristan, rise. «Non Natalya» puntualizzò. «Lei era molto elegante, ma la sua accompagnatrice indossava un abito verde squillante e un copricapo pieno di nastri e piume. È stato quello ad attirare la mia attenzione, all'inizio, finché non ho visto Miss Fairchild. I nostri sguardi si sono incontrati e... in quel momento ho capito che era amore...» Il giovane esalò un profondo sospiro. «Oh, Tristan, se tu fossi stato lì...»

    «Sono felice di non esserci stato» lo interruppe lo zio con una smorfia. «Mi sarei potuto sentire male!»

    Freddie liquidò le sue parole con un cenno. «Avresti dovuto vederla. È la più incantevole delle creature. Capelli scuri, occhi neri come il carbone, una carnagione color avorio, squisita.»

    «E tu cosa hai fatto?»

    «Cosa potevo fare? Mi sono portato la mano al cappello al suo passaggio.»

    «Mi deludi. Pensavo ti fossi fatto avanti per chiedere di essere presentato.»

    «Se solo avessi potuto!» esclamò Freddie. «Buon Dio, Tris, non sono così privo di buone maniere. Ma in fondo è stato un bene che non mi sia fatto avanti. Mrs. Conyer mi ha detto che l'anziana accompagnatrice è Mrs. Ancrum, una delle gentildonne più rispettate di Bath, molto puntigliosa sulle formalità. Per fortuna, i Conyer la conoscono e mi hanno presentato, in seguito, quando ci siamo incontrati per caso... ehm... nella Pump Room

    Tristan curvò le labbra in un sorriso. «Santo cielo! Shakespeare, la Pump Room... Stai invecchiando prima del tempo, caro nipote.»

    Freddie fece una smorfia. «Sto solo facendo pratica per quando dovrò accompagnare lì il mio vecchio tutore.» Posò il bicchiere vuoto e si sporse in avanti, fissando Tristan con gli occhi pieni di fiducia. «Dico sul serio, Tris, voglio chiederla in moglie, ma prima devo essere certo di avere il tuo permesso.»

    «E il consenso di tua madre» rincarò Tristan. «Anche lei è tua tutrice, ricorda.»

    «Sì, ??sì, ma la mamma non sarà un problema. Non mi negherebbe mai la felicità. Il problema non è solo questo, però. Non avrò il controllo della mia eredità prima dei venticinque anni, quindi, fino a quel momento, avrò bisogno di un aumento della mia rendita mensile, se voglio metter su casa.»

    «Naturale» convenne Tristan. «Cosa sappiamo, di Miss Fairchild, a parte il fatto che è la creatura più incantevole su cui tu abbia mai posato gli occhi? Che legame di parentela ha con questa Mrs. Ancrum?»

    «Nessuno. Natalya è orfana. Vive con la zia e lo zio, Mr. e Mrs. Pridham. Hanno una casa in Sydney Place e conducono una vita molto tranquilla e rispettabile. Natalya è sempre accompagnata, quando esce, ai balli non le sono permesse più di due danze con lo stesso gentiluomo, e tutte le volte che sono andato in visita, Mrs. Pridham ha fatto in modo che non rimanessimo soli.» Freddie si accigliò. «I Pridham non incoraggiano certo i corteggiatori della nipote. Ecco perché voglio assicurarmi di avere la tua benedizione, prima di procedere.»

    «Ne hai parlato con tua madre?»

    «Non ancora. È andata a Londra con la nonna, lo sapevi?» «Sì, mi ha scritto per dirmi di aver assistito alla processione di Re Luigi da Hyde Park a Grillon.» Tristan fece una smorfia. «Non dubito che ci sarà ancora più folla quando arriveranno anche gli altri sovrani alleati, a giugno.»

    Freddie liquidò la questione con un cenno della mano. «La mamma dovrebbe tornare a Frimley da un giorno all'altro, quindi sto andando lì per vederla.» Guardò Tristan con un sorriso infantile. «Ho pensato di venire prima a parlare con te. So che se tu non hai obiezioni, la mamma sarà felice.»

    «E per quanto tempo conti di restare a Frimley?»

    «Oh, una settimana, forse due. Al mio ritorno a Bath, spero di poter portare un invito della mamma per Natalya.»

    «Capisco.»

    Tristan si appoggiò allo schienale della poltrona e sorseggiò il vino, riflettendo su tutto quello che aveva sentito. Detestava l'idea di infrangere le speranze di Freddie, ma era sicuro che sua sorella Katherine sarebbe inorridita al pensiero che il suo unico figlio prendesse in moglie una donna di cui non sapevano niente. «Credo sia doveroso raccogliere qualche informazione di più su questa giovane donna, prima di chiedere a mia sorella il suo benestare» dichiarò quindi.

    «Pridham è un gentiluomo, e Lya è accettata ovunque, a Bath. Non vedo cos'altro ci sia, di importante.»

    «Tu forse non lo vedi, ma tua madre sicuramente sì. Che cosa sai dei genitori di Miss Fairchild, o della sua situazione economica?»

    Freddie scattò in piedi, con atteggiamento ribelle. «Vuoi proibirmi di sposarla, Tristan? Perché, se è così...»

    «Oh, siediti, testa calda, non voglio proibire un bel niente, ma tua madre vorrà essere rassicurata, prima di acconsentire che ti sposi, alla tua età.»

    «Lo farà, quando avrà conosciuto Natalya.»

    «Non ne dubito, ma nel frattempo potrebbe renderle la vita difficile.»

    «Già. Dannazione, Tristan, ho già scritto alla mamma, avvisandola del mio arrivo.»

    «Bene, sono sicuro che sarà felice di vederti. Per il momento, però, non accennare a Miss Fairchild. Almeno fino a quando non avrò svolto una piccola indagine per conto mio.»

    «Oh?» Freddie sembrava sospettoso. «Come pensi di muoverti?»

    «Andando a Bath, che altro?» Tristan gli sorrise. «Alla mia età potrebbe essermi di beneficio... passare le acque.»

    «Oh, al diavolo!»

    Natalya sbatté le dita sulla tastiera del pianoforte, facendolo risuonare di un accordo disarmonico che esprimeva perfettamente il suo umore. Subito dopo si sentì in colpa per lo sfogo e si guardò intorno per accertarsi di essere sola.

    Trasse un respiro profondo. Non aveva senso sfogare la frustrazione sul povero strumento. Il pezzo rientrava nelle sue possibilità, ma la verità era che non aveva toccato il piano per tutta la settimana. Era stanca di passare il tempo a studiare, quando le altre giovani donne uscivano a cavallo e a piedi, e facevano scampagnate. Era vero che pochi dei conoscenti degli zii la invitavano a quelle uscite ma, anche quando capitava, i Pridham rifiutavano spesso, sostenendo che i suoi studi erano più importanti. Era il primo anno che le permettevano di partecipare ai balli che si tenevano nelle Assembly Room.

    Lo zio le aveva assicurato che le cose sarebbero cambiate, a giugno, quando avrebbe compiuto ventun anni, ma fino ad allora doveva seguire quel rigoroso regime di studio. Natalya non poteva rifiutare di vedere gli insegnanti assunti dallo zio, ma poteva passare il tempo da dedicare agli esercizi a leggere o a disegnare. Era un piccolo gesto di ribellione di cui non era particolarmente orgogliosa. Era grata agli zii per tutto quello che avevano fatto per lei, ma a volte desiderava che non si sforzassero tanto.

    Bussarono alla porta, e l'insegnante di piano venne introdotto. Natalya lo accolse con un sorriso di scuse. «Temo che rimarrete molto deluso da me, questa settimana, Mr. Spark...»

    Più tardi, nelle Assembly Room, Natalya cercò la sua amica Jane Grisham, una rossa vivace, che indossava un abito di mussola giallo limone. Sedette accanto a lei con un sospiro esagerato.

    «So di essere in ritardo, Jane, ma oggi ho avuto una giornata infernale. Aggie è in collera con me perché ho strappato il vestito nuovo e ho dimenticato di dirglielo, e non c'è niente di peggio di una cameriera con il broncio, lo sai. Poi ho dovuto sopportare due ore di conversazione in italiano e, per finire, Mr. Spark mi ha sgridata perché non ho eseguito alla perfezione la Sarabande di Mr. Handel.»

    «Te la prendi troppo» replicò l'amica, sorridendo. «Ma cos'hai detto a proposito dell'italiano, Lya? Mr. Pridham è riuscito a trovarti un nuovo insegnante?»

    «Sì, ??abbiamo avuto la prima lezione stamattina. Anche se mi chiedo perché mio zio si dia tanta pena. Manca poco più di un mese alla mia maggiore età, e sa che ho intenzione di rinunciare agli studi.»

    «Questo nuovo insegnante è giovane e bello?» si informò Jane.

    «Niente affatto.» Natalya rabbrividì. «È piccolo di statura e molto scuro, con uno sguardo lascivo e la bocca umida. Temo che, se ne avesse l'opportunità, mi farebbe delle avances, e sarei costretta a infilzarlo con uno spillone. Per fortuna, mia zia insiste che non rimanga mai sola con un uomo. Sai che me ne sono lamentata, in passato» aggiunse con una piccola risata, «ma in questo caso le sono grata.»

    «E hai ragione di esserlo, Lya. I Pridham sono molto attenti a prendersi cura di te.»

    «Sì, so di essere fortunata ad avere dei tutori così premurosi, ma a volte è tutto così... soffocante!» Natalya sospirò. «Vorrei solo sapere a che scopo.»

    «Per tenerti al sicuro, è ovvio. Per proteggere la tua reputazione, in modo che possa fare un matrimonio vantaggioso.»

    Natalya scosse il capo. «Non credo sia questo il caso. Altrimenti perché avrebbero scoraggiato Lord Austwick dal farmi una proposta? È ricco come Creso, e per di più è un conte. E perché devo prendere tutte queste lezioni? Musica, francese, italiano, storia russa... per non parlare della geometria, della filosofia e di tutte le altre materie che ho studiato a scuola! Nessuna donna viene istruita a questo livello solo per diventare una moglie.»

    Di sicuro Jane pensava che stesse scherzando e probabilmente sarebbe rimasta scandalizzata, se avesse saputo che diceva sul serio. A scuola, gli insegnanti di Natalya erano stati felici di alimentare la sua passione per la lettura, con il risultato che aveva imparato molte cose che di solito venivano nascoste alle giovani donne, compreso il fatto che molti gentiluomini rispettabili avevano relazioni extraconiugali.

    Il matrimonio era un accordo commerciale, le amanti erano per il piacere. Molti uomini ne mantenevano una nel lusso, per averla sempre a disposizione. Alla scuola esclusiva e molto costosa in cui Natalya aveva trascorso l'infanzia, molte delle bambine erano figlie di uno o più genitori nobili, ma nate fuori del matrimonio.

    Natalya sospettava di essere anche lei il frutto di una relazione simile, anche se nessuno glielo aveva mai detto. In realtà non ci aveva riflettuto granché, almeno fino a due anni prima, quando aveva cominciato a frequentare i balli e le serate mondane.

    «Devi imparare come comportarti, in società» aveva dichiarato Mr. Pridham. «Devi saper ballare, far conversazione e sentirti a tuo agio in mezzo alle persone.»

    E Natalya aveva imparato. Le piaceva stare in compagnia e ballare, ma non era passato molto tempo prima che si rendesse conto di essere diversa. Divenne dolorosamente consapevole che, fatta eccezione per l'anziana Mrs. Ancrum e i Grisham, era appena tollerata tra gli strati più tradizionalisti di Bath. La cosa non la preoccupava, perché era troppo impegnata per sentirsi sola ma, mentre le sue coetanee venivano incoraggiate ad attirare le attenzioni dei gentiluomini scapoli, i Pridham facevano di tutto per tenere a bada i potenziali corteggiatori. Natalya si chiedeva perché e cosa avessero in mente, per lei, gli zii.

    I suoi pensieri vennero interrotti da Mrs. Grisham, che avanzò verso di loro in un fruscio di seta. «Suvvia, bambine mie, cosa fate qui a confabulare tra di voi? Non è così che attirerete i giovanotti. Jane, qui c'è Mr. Carrey, che vorrebbe invitarti per il prossimo ballo.» Fece un cenno al giovane al suo fianco, il quale arrossì leggermente.

    «Proprio così, Miss Grisham, se voleste concedermi l'onore?»

    «Vai, Jane, e io mi fermerò qui a tenere compagnia alla cara Natalya.» Con un sorriso bonario, la donna prese il posto della figlia accanto a Natalya e le diede un colpetto sulla mano. «Bene, mia cara, non c'è una gran folla, stasera, ma se starai seduta bella dritta e con un sorriso stampato sulla faccia, sono certa che non dovrai attendere a lungo prima che qualcuno ti inviti. Non so che cosa abbia in mente, Alice Pridham, a lasciarti rintanata in un angolo in questo modo.»

    «La zia è in compagnia delle sue amiche, ma'am, e io sono venuta via per parlare con Jane.»

    Mrs. Grisham fece una smorfia. «Non mi sembra il modo migliore per farsi notare.»

    «Vi assicuro che sto bene qui, ma'am

    «Sciocchezze! Una giovane graziosa come te dovrebbe essere sulla pista da ballo e darci il piacere di vederla volteggiare!» Mrs. Grisham sollevò lo sguardo e concluse, con una nota di soddisfazione: «Scommetto che non dovremo attendere molto per avere questo piacere».

    Mr. Pridham si stava avvicinando insieme a uno sconosciuto che attirava sguardi ammirati da parte delle signore. Se il gentiluomo era consapevole dell'interesse che suscitava, non lo dava a vedere. Vestiva in modo poco vistoso, ma aveva un'eleganza innata, dai capelli castano chiaro tagliati alla moda alla punta delle scarpe da ballo. La giacca scura aderiva senza una piega alle ampie spalle, mentre i pantaloni attillati e le calze di seta mettevano in risalto le gambe lunghe e robuste.

    A un esame più attento, Natalya notò che, nonostante il viso fosse attraente, aveva un'espressione cupa, come se fosse lì per dovere piuttosto che per piacere. Anche suo zio sembrava a disagio, mentre faceva le presentazioni. «Natalya, mia cara, Lord Dalmorren sarebbe felice di ballare con te.»

    Dalmorren. Aveva già sentito quel nome, ma dove? Guardò di nuovo il suo volto. Aveva qualcosa di familiare, ma l'impressione era così vaga che la liquidò come pura fantasia.

    Il gentiluomo fece un inchino. «Sarebbe un onore per me, Miss Fairchild.»

    La voce era seria come l'espressione, e gli occhi grigio ardesia non tradivano alcuna emozione. Natalya ne fu ancor più incuriosita.

    Accettando con un sorriso, si alzò e posò le dita sul braccio che le offriva. Il tessuto della giacca era soffice come seta, ma sotto si potevano sentire muscoli di acciaio. Forse era uno sportivo, pensò, più a suo agio in sella che in una sala da ballo. Il che poteva spiegare il suo atteggiamento piuttosto freddo. Tuttavia, quando iniziarono a ballare, la sua grazia e la sua abilità le trasmisero un brivido di piacere. Era abituata a ballare con giovani inesperti o anziani amici dei Pridham. Era piacevole, per una volta, avere un partner così abile. La sua curiosità continuò a crescere. «Siete nuovo qui a Bath, milord?» si azzardò a chiedere.

    «Sono arrivato due giorni fa.»

    La risposta era stata brusca, ma Natalya lo scusò, perché le figure della danza li stavano separando. Quando si avvicinarono, riprovò. «Siete forse un conoscente di mio zio?»

    «Non l'avevo mai incontrato, prima d'ora.» Alla sua espressione sorpresa, Dalmorren continuò: «Ci ha presentati il Maestro di Cerimonie. Desideravo ballare con voi».

    Tutt'a un tratto sorrise, e per poco Natalya non sbagliò un passo. Si affrettò a distogliere lo sguardo, confusa dall'effetto che il suo sorriso aveva sortito su di lei. Il suo volto si era trasformato, e gli occhi, pieni di calore, invitavano a ricambiare il sorriso. Era un'esperienza nuova, per lei, e la lasciò impaurita e allo stesso tempo eccitata. Cielo, era quella la sensazione che trasformava una giovane donna da un essere razionale

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