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La promessa sposa del principe: Harmony Collezione
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Ebook157 pages2 hours

La promessa sposa del principe: Harmony Collezione

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About this ebook

Nell'ipotetica lista delle possibili spose del principe di Sierra del Santo, Jasmine Nichols è decisamente all'ultimo posto. L'avventura di una notte ha certificato la loro compatibilità sotto le lenzuola, ma il successivo comportamento di lei non ha fatto altro che confermare quanto Jasmine sia inadeguata a diventare principessa. Reyes Vicente Navarre, quindi, invece delle nozze dovrebbe pianificare per lei una punizione, ma le circostanze hanno fatto sì che Jasmine sia balzata di colpo in cima a quell'ambito elenco. Tieni vicini gli amici, ma ancor più i nemici, recita un antico detto, ed è esattamente questo ciò che intende fare Reyes. Anche se poi così nemici, i due, non sembrano proprio esserlo.
LanguageItaliano
Release dateMar 21, 2016
ISBN9788858946206
La promessa sposa del principe: Harmony Collezione

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    La promessa sposa del principe - Maya Blake

    successivo.

    1

    Era una ladra.

    Una ladra...

    Jasmine Nichols cercò di allontanare quel pensiero. Non aveva ancora rubato nulla, ma aveva percorso migliaia di chilometri con quell'unico scopo. Il fallimento non era contemplabile.

    Paura e vergogna lottavano dentro di lei , ma solo la profonda consapevolezza di non avere altra scelta le diede la forza di andare avanti. Continuò quindi a percorrere il lungo tappeto color cremisi che conduceva al Museo d'Arte Contemporanea. Inerpicato sul lato della scogliera, il maestoso edificio dominava Rio de Janeiro, ma nemmeno la bellezza mozzafiato del panorama riuscì distrarla dal suo obiettivo.

    Per rilassarsi, iniziò a ripetere a memoria la lista delle cose da fare. Il primo punto era localizzare il Principe Ereditario Reyes Vicente Navarre. La difficoltà stava nel fatto che la più recente fotografia, alquanto sgranata, del principe risaliva a quattro anni prima ed era stata scattata in occasione della morte della madre. Da allora nessuna immagine della famiglia reale del Regno sudamericano di Sierra del Santo era stata resa pubblica. La loro discrezione era davvero esagerata. E, come se non bastasse, sembrava che il principe non avesse quasi mai lasciato il Regno negli ultimi tre anni, preferendo restare al capezzale del padre. Giravano voci che Re Carlos Navarre, in gravi condizioni di salute, non avrebbe probabilmente superato l'estate.

    Jasmine non aveva la minima idea di che faccia potesse avere il Principe Reyes Navarre né di come fare a scovarlo. Inoltre, doveva assolutamente riuscire nell'intento prima che i suoi genitori si accorgessero delle sue intenzioni.

    A Stephen, il suo patrigno, l'uomo che le aveva salvato la vita e che le aveva dato il proprio nome, si sarebbe certamente spezzato il cuore se avesse scoperto che era stata ricattata.

    Un brivido la percorse da capo a piedi, facendole provare il forte impulso di fuggire. Ma Jasmine sorrise ancora di più e si mescolò ai ricchi ospiti cercando di convincersi che avrebbe potuto farcela.

    A quell'ora, il giorno seguente, sarebbe stata di nuovo a casa. E, soprattutto, Stephen sarebbe stato al sicuro.

    Se tutto fosse andato secondo i piani...

    Entrò allora nella sala principale del museo e accettò una flûte di champagne offerto da un cameriere. Accarezzò con mano tremante il girocollo di perle che portava, ignorando il nervosismo che si era impadronito del suo stomaco.

    Fino a quel momento Joaquin Esteban, l'uomo che minacciava la vita del suo patrigno, aveva organizzato tutto in ogni minimo dettaglio. Come promesso, il suo nome era sulla lista degli invitati accanto a quello di capi di stato e celebrità. Per un istante, mentre la sicurezza controllava il chip elettronico sull'invito, sperò segretamente di essere scoperta e allontanata. Tuttavia Joaquin aveva fatto un ottimo lavoro e nessuno ebbe il minimo sospetto. L'unica pecca era la mancanza di una fotografia del trentaduenne Principe Ereditario.

    La prima fase della Firma del Trattato avrebbe avuto luogo nella Sala Dorata entro mezz'ora. Siccome l'occasione coincideva con il compleanno del Principe Mendez di Valderra, gli invitati si erano riuniti sulla terrazza per godere dello splendido tramonto e dell'arrivo del principe.

    Il Principe Reyes era invece atteso per le otto. Mancavano solo cinque minuti.

    A ogni secondo che passava i nervi di Jasmine erano sempre più tesi. Che cosa sarebbe successo se l'avessero scoperta? Di certo avrebbe dovuto dire addio al suo impiego come mediatrice finanziaria. Aveva lavorato duramente per lasciarsi il passato alle spalle, voltare pagina. Ci era riuscita per qualche tempo, ma adesso, a ventisei anni, si trovava di nuovo su un terreno scivoloso.

    Se sei stata dentro una volta, verrai sempre vista così, come un'ex carcerata, pronta a macchiarsi di nuovo alla prima occasione.

    No, per anni non aveva permesso che la voce della sua compagna di cella la perseguitasse. Non avrebbe iniziato ora.

    Il suo sguardo si posò sull'acqua illuminata dal sole e sulla splendida montagna. In circostanze normali quella vista l'avrebbe toccata profondamente, in quel momento, però, non sentiva altro che la paura crescerle dentro. Un sentimento pericoloso, che non poteva permettersi.

    Questa volta il suo patrigno aveva scommesso con la persona sbagliata. Joaquin, le aveva dato due opzioni: andare a Rio o vedere Stephen marcire in prigione. In quest'ultimo caso ci sarebbe stato uno scandalo e Stephen avrebbe sicuramente perso il suo incarico come Ministro degli Affari Esteri. Al di là di questo però, Joaquin aveva contato sulla sua devozione per la moglie, che gli avrebbe fatto accettare qualsiasi cosa pur di non farla soffrire. E lo stesso valeva per Jasmine.

    Sua madre era una donna troppo fragile e non avrebbe retto il colpo. Era stata lei, ancor prima che Stephen entrasse nello loro vite, a prendersi cura della donna. Ed ecco perché ora si trovava lì, pronta a sporcarsi le mani.

    «È qui!»

    Si ridestò dai suoi pensieri rendendosi conto che erano le otto in punto. Aveva il cuore in gola e lo stomaco attorcigliato. Ingollò un generoso sorso di champagne nella vana speranza di reprimere il nervosismo.

    Seguendo la direzione delle voci eccitate, scorse un lucente motoscafo che si stava avvicinando lasciando dietro di sé una scia di spuma e onde. Aumentava la velocità man mano che si avvicinava a riva. Schivando all'ultimo secondo la spiaggia, creò un arco d'acqua che precipitò sulla sabbia in un'onda gigantesca, prima di dirigersi verso il molo.

    Il timoniere eseguì una serie di manovre spericolate che suscitarono l'ammirazione degli spettatori e che lasciarono gli altri due occupanti del motoscafo, a giudicare dall'abbigliamento dovevano essere delle guardie del corpo, con espressioni tetre sul volto. Infine portò l'imbarcazione al molo.

    Jasmine notò che l'uomo indossava uno smoking. Lo vide saltare agilmente sulla banchina e, sorridendo all'applauso entusiasta del suo pubblico, unì le mani davanti a sé in un inchino.

    Solo allora si rese conto che aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo. Quindi era quello il Principe Reyes Navarre? Considerato il suo stile di vita da recluso, le sembrò molto strano che avesse scelto un modo così narcisista di presentarsi. Storse il naso.

    «Non sei rimasta impressionata dall'abilità di Sua Altezza Reale?»

    Quelle parole provenivano da una voce profonda alle sue spalle. Trasalì e si voltò, confusa. Era convinta di essere sola sulla terrazza, tutti si erano precipitati nella sala principale per dare il benvenuto al principe.

    Come aveva fatto? Non aveva percepito la sua presenza finché non le aveva rivolto la parola. Alzò lo sguardo e incontrò due profondi occhi grigi. Provò l'impulso di fuggire di fronte a quello sguardo indagatore così intenso che la costrinse a fare un passo indietro.

    Una mano forte la afferrò per un braccio. «Attenzione, querida. È un bel salto da quassù ed è una serata troppo importante perché finisca in tragedia.»

    Si accorse di essersi avvicinata pericolosamente al bordo della terrazza. «Oh, grazie.» Fu difficile pronunciare quelle semplici parole, mentre la stretta della mano dello sconosciuto le provocava una strana sensazione. Le sembrò che i suoi sensi si fossero focalizzati improvvisamente su quell'unico punto del suo corpo.

    Come se lui stesse provando la stessa cosa, la strinse ancora di più per poi lasciarla andare subito dopo. «Quindi non ti piacciono i motoscafi?» Ammiccò verso la scena che si stava svolgendo sotto di loro.

    Jasmine non riuscì a spostare lo sguardo. Non solo i magnifici occhi grigi, ma anche le labbra sensuali di quell'uomo esercitavano una potente attrazione su di lei. Si ritrovò così, ipnotizzata, a sollevare la mano verso il viso dello sconosciuto.

    Quando fu a un centimetro dal suo volto, lo vide spalancare gli occhi per lo stupore. Imbarazzata, ritirò subito la mano e, per una frazione di secondo, valutò seriamente la possibilità di fare un passo indietro per la vergogna. «Da cosa capisci che non mi piacciono i motoscafi?» gli rispose, ricordandosi che stava ancora aspettando una risposta.

    «Hai un viso molto espressivo.»

    La bella voce dell'uomo, connotata da un forte accento spagnolo, era seria.

    «Oh.» Jasmine si bloccò, cercando di pensare velocemente. Cosa poteva dire senza rischiare di risultare maleducata? «Non sono male, immagino. Voglio dire, non fanno per me. Troppo veloci» spiegò, evitando di dire che alle barche associava uno dei periodi più difficili della sua vita. Infatti Stephen, subito dopo che lei e sua madre si erano trasferite da lui, le aveva portate in barca. Jasmine gli aveva dato del filo da torcere temendo che potesse comportarsi come tutti gli altri uomini di cui sua madre, in passato, si era innamorata. Ogni giorno si era svegliata con la paura che, da un momento all'altro, le avrebbe cacciate dalla sua vita. Non lo aveva mai fatto, eppure Jasmine non poteva vedere una barca senza ripensare a quel periodo angosciante. «Ma sono belle da vedere, suppongo» continuò mordendosi il labbro per costringersi a smetterla di dire sciocchezze.

    Lo sconosciuto non faceva nulla per distrarre il suo sguardo. «Alcuni le definirebbero esilaranti, no?»

    Esilaranti, mozzafiato, accattivanti. Più che ai motoscafi pensò che quegli aggettivi si adattassero molto meglio all'uomo che le stava davanti. «Temo di non volerlo sapere. Non ho mai desiderato fare un giro su uno di quegli affari. Sarà perché mi basta stare sulla spiaggia per provare il mal di mare.»

    «È un vero peccato. Trovo ci sia una tranquillità nell'acqua che non ho mai visto da nessun'altra parte.»

    «Anche il mio patrigno adora l'acqua.» Dannazione! Doveva tenere a freno la lingua, pensò.

    «Ma qualcosa in questo ti rende triste?» La sua voce si addolcì e il suo sguardo si fece più grave.

    «Perché dici così?» gli chiese lei stupita.

    «Parli con affetto, ma i tuoi occhi tradiscono malinconia.»

    Quell'acutezza la disturbò facendola sentire vulnerabile. La terrazza era ormai deserta, ma luci delicate risplendevano dai candelabri di cristallo rivelando gli ospiti che, pian piano, stavano riempiendo la sala principale.

    La sala...

    Dove lei avrebbe dovuto trovarsi, impegnata ad avvicinare il Principe Reyes Navarre. E invece stava perdendo tempo con un affascinante sconosciuto, grosso il doppio di lei...

    No, non era decisamente una buona idea. Anche se lui le toglieva il respiro e le faceva battere forte il cuore.

    Tornò a osservarlo. Il completo elegante e la camicia bianca fresca di bucato, conferivano ai suoi lineamenti una luminosità accentuata dalla carnagione dorata. Le ampie spalle gettavano un'ombra sugli zigomi forti e la mascella dai tratti decisi. Mentre lo fissava, la bocca di lui si contrasse in una linea dura e sottile, come se stesse cercando di contenere una forte emozione. Il terribile desiderio di toccare quelle labbra, saggiare la loro solidità e placarle con il dolce tocco delle proprie dita crebbe sempre più. I suoi occhi incontrarono quelli dell'uomo, ancora in

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