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Destini che ritornano: Harmony Collezione
Destini che ritornano: Harmony Collezione
Destini che ritornano: Harmony Collezione
Ebook155 pages2 hours

Destini che ritornano: Harmony Collezione

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About this ebook

UN NUOVO INIZIO - Sono passati molti anni dall'ultima volta in cui Zarios D'Amilo ha incontrato Emma Hayes, e da allora molte cose sono cambiate. Emma non è più la goffa adolescente che aveva tentato di baciarlo, ma una donna intraprendente, sicura di sé, e soprattutto bellissima. Lui non può fare a meno di desiderarla con tutto se stesso, ma dopo un primo approccio lei gli si nega. Zarios però non è il tipo d'uomo che rinuncia facilmente ai propri desideri e decide di cogliere al volo l'occasione che il destino ha deciso di servirgli una seconda volta su un piatto d'argento.
LanguageItaliano
Release dateApr 11, 2016
ISBN9788858948231
Destini che ritornano: Harmony Collezione
Author

Carol Marinelli

Nata e cresciuta in Inghilterra, ha conosciuto il marito durante una vacanza in Australia.

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    Destini che ritornano - Carol Marinelli

    successivo.

    1

    «Indovina chi verrà stasera?»

    Emma sorrise cogliendo l'eccitazione nella voce della madre mentre riponeva il ricevitore del telefono.

    «È stata invitata praticamente tutta Melbourne.»

    Nelle ultime settimane, la madre non aveva fatto altro che parlare della festa per il sessantesimo compleanno del padre. Dall'idea iniziale di una cena intima si era passati in breve tempo a un vero e proprio ricevimento, ed era stato allestito un grande tendone nella parte del giardino che si affacciava su Port Phillip Bay. La pista da ballo era stata montata, l'orchestra stava sistemando gli strumenti, il servizio catering si aggirava per la villa e Lydia diventava sempre più nervosa con il passare delle ore.

    «Avremo un ospite d'eccezione» disse la madre, battendo le mani deliziata. «Prova a indovinare chi?»

    «Mamma...» gemette lei, avvolta in un asciugamano, mentre si metteva lo smalto sulle unghie dei piedi. Aveva aiutato la madre tutto il giorno e le era rimasto poco tempo per prepararsi. «Dimmelo e basta.»

    «Zarios!»

    Emma sussultò nell'udire quel nome, sporcando il dito mignolo con lo smalto rosso. Prese un batuffolo di cotone e versò del diluente, dicendosi che la cosa la lasciava indifferente.

    Purtroppo, però, non era così.

    Zarios... Quel nome era sufficiente a provocare un brivido di eccitazione lungo la spina dorsale di qualsiasi donna. Era un uomo che non aveva bisogno del cognome per essere riconoscibile.

    Il suo bellissimo volto appariva spesso sui giornali di gossip. La sua reputazione con il gentil sesso era spaventosa, tanto che c'era da stupirsi che qualche ragazza potesse ancora prendere in considerazione l'ipotesi di un coinvolgimento sentimentale con lui.

    Eppure esisteva sempre qualcuna disposta a farlo e a ritrovarsi sola e abbandonata in una valle di lacrime.

    «Perché mai ha deciso di venire?» chiese Emma alla madre, spinta dalla curiosità.

    I rispettivi padri potevano anche essere amici carissimi, ma perché Zarios D'Amilo aveva deciso di partecipare a quella festa? Non avrebbe dovuto trascorrere il sabato sera nel letto di qualche supermodella? O magari presenziare a qualche evento mondano internazionale? Di sicuro, nessuno si aspettava la sua presenza al sessantesimo compleanno di Eric Hayes.

    Rocco D'Amilo era arrivato in Australia circa mezzo secolo prima, all'età di undici anni. Figlio di immigrati italiani, era stato oggetto degli scherzi dei compagni di scuola finché Eric Hayes, che a sua volta era stato vittima della crudeltà degli amichetti, aveva fatto un occhio nero al capo della banda.

    A partire da quel momento, i due bambini erano diventati amici per la pelle.

    Rocco aveva cominciato la sua attività lavorativa come costruttore, mentre Eric era diventato agente immobiliare. Erano stati testimoni alle reciproche nozze e padrini dei rispettivi figli. I due erano rimasti in contatto anche quando Rocco aveva riportato il figlio e la giovane moglie in Italia.

    Grazie a quella inossidabile amicizia, Rocco era riuscito a sopportare l'abbandono della moglie quando Zarios aveva solo quattro anni.

    Alcuni saggi investimenti immobiliari nel corso degli anni avevano garantito a Eric e alla famiglia un tenore di vita confortevole.

    Anche Rocco aveva raggiunto il successo, sia in Australia sia in Italia, ma era stato suo figlio Zarios a trasformare l'attività di famiglia nell'impero attuale. L'etica del padre, insieme all'intelligenza e alle ottime scuole frequentate dal figlio, si erano dimostrate un buon viatico per il successo.

    Zarios aveva terminato l'università con grandi progetti in mente e in poco tempo l'impresa di costruzioni era diventata una società immobiliare e finanziaria di rilievo internazionale. La Finanziaria D'Amilo aveva diverse filiali in Europa e in Australia e presto ne sarebbero nate altre nel resto del mondo. E adesso, in vista dell'imminente ritiro di Rocco, il figlio si aspettava di assumere ufficialmente il comando della società.

    Se solo si fosse comportato in modo decente!

    «Credo che abbia ricevuto una specie di ultimatum.» Sebbene fossero sole nella stanza, Lydia aveva abbassato il tono della voce. «Tuo padre mi ha detto che il consiglio è stanco del comportamento di Zarios. Si sentono a disagio di fronte alla prospettiva che sia lui l'azionista di maggioranza...»

    «Immagino che dipenda da Rocco se...»

    «Anche Rocco è stanco dell'atteggiamento del figlio. Ha dato a quel ragazzo tutto, e guarda come lo sta ripagando. Se gli altri membri del consiglio di amministrazione dovessero mettersi insieme...» Lydia abbassò la voce di un'altra ottava. «Cosa del resto non improbabile, se sono vere le voci che Zarios ha lasciato Miranda.»

    «Uscivano insieme soltanto da qualche mese.»

    «Che è già tantissimo per uno come Zarios.»

    Oh, quante volte avevano riso su quell'argomento.

    Emma amava molto i suoi genitori, anche se spesso la facevano arrabbiare a causa della evidente preferenza riservata a suo fratello Jake, oppure per la scarsa considerazione che avevano per la sua professione, come se fare l'artista non fosse un vero lavoro. Tuttavia, per lei, la madre era sempre stata il suo riferimento più importante.

    «Dove lo metterò a dormire?» chiese Lydia, invitando la figlia ad alzarsi con un cenno della mano.

    «Perché? Dormirà qui?» Emma spalancò gli occhi al pensiero che Zarios D'Amilo avrebbe passato la notte lì.

    «Sìììììì» sibilò la madre, iniziando ad agitarsi. «Era già previsto che Rocco si fermasse, ma Zarios no! Dovrò sistemarlo nella tua camera.»

    «Non mi pare il caso.»

    «Non vorrai farlo dormire nello studio! Jake starà nella sua vecchia stanza da letto, Rocco in quella degli ospiti... e Zarios per forza dovrà usare la tua. Su, sbrigati adesso! È ora di vestirsi» disse Lydia, rifiutandosi di discutere oltre dell'argomento, eccitata alla prospettiva di avere un ospite così importante. «I miei amici moriranno di gelosia. Ti immagini la faccia di Cindy, quando lo scoprirà? Spero che tu ti sia comprata qualcosa di carino per questa sera, tesoro.»

    «Tipo un abito da sposa?» ribatté lei, sarcastica.

    «Be', Zarios ha rotto con Miranda.»

    Lydia Hayes non colse l'ironia della figlia. Aveva trascorso tutta la vita restando saldamente ancorata a metà della scala sociale, perciò voleva a tutti i costi che i suoi figli raggiungessero le vette che lei non aveva mai potuto conquistare.

    «Lo scapolo più ambito d'Australia si unirà a noi questa sera per festeggiare il sessantesimo compleanno di tuo padre, mia cara! Sicuramente sarai un pochino eccitata.»

    «Naturalmente sono eccitata... per il compleanno di papà...»

    «Allora preparati. Gli ospiti arriveranno presto» la sollecitò la madre, massaggiandosi le tempie.

    «Calmati, mamma.»

    «E se si aspettassero qualcosa di spettacolare?»

    «Vorrà dire che tireremo fuori Zarios D'Amilo dal cappello» cercò di scherzare Emma, ma Lydia non era in vena di battute. «Gli invitati sono convinti di partecipare a una festa di compleanno» aggiunse, avvicinandosi alla madre e stringendole la mano. «Vengono per stare con te e papà ed è questa la cosa più importante, non le attrazioni fantastiche.»

    «Jake non è ancora arrivato. Il mio unico figlio maschio non riesce a essere puntuale nemmeno in una occasione simile. Credi che si sarà ricordato di ordinare le paste per la colazione di domani?»

    «Certo che si sarà ricordato» la rassicurò Emma, percependo una punta di panico nella voce della madre. «Se mi dai delle lenzuola pulite, preparerò il letto e darò una rapida spazzata alla mia stanza» concluse, guardandosi intorno con espressione rassegnata.

    La sua camera da letto era esattamente la stessa di sette anni prima, quando se n'era andata da casa per studiare arte all'università. Emma amava tornare di tanto in tanto nella sua vecchia stanza, tra le sue cose. Quella sera, però, la osservò con occhio critico, chiedendosi che cosa avrebbe pensato Zarios dei quadri appesi alle pareti, delle tende che aveva fatto lei a dodici anni, della libreria e della scrivania con tante foto della sua infanzia.

    Da tempo aveva deciso di indossare qualcosa di carino per il compleanno del padre; la sua piccola galleria d'arte si trovava a Melbourne in Chapel Street, una via piena di boutique dove appunto aveva trovato l'abito da indossare quella sera.

    Mentre si infilava il vestito azzurro ceruleo, si chiese cosa diavolo le era venuto in mente di acquistarlo. Lo aveva visto in vetrina e subito l'aveva colpita la tonalità di blu identica a quella dell'acqua nella baia di fronte alla casa dei suoi. Il prezzo sarebbe stato un ottimo deterrente per rinunciarvi, ma la commessa l'aveva convinta almeno a provarlo.

    Emma osservò la sua immagine riflessa nello specchio e si morse il labbro inferiore, domandandosi se non fosse un po' troppo.

    O troppo poco.

    L'abito le fasciava in modo provocante tutti i punti sbagliati e il seno sembrava avere acquistato una taglia in più.

    Era semplice e divino allo stesso tempo.

    Tutto sommato ne era valsa la pena, si disse, estraendo dalla valigia un paio di sandali da abbinare.

    Terminò di pettinarsi i lunghi capelli biondi e smise di mordersi il labbro inferiore per potervi stendere un velo di rossetto, felice di aver fatto quegli acquisti... soprattutto adesso che aveva saputo che quella sera ci sarebbe stato anche Zarios D'Amilo. Doveva apparire al meglio per vincere l'imbarazzo di affrontarlo di nuovo dopo tutti quegli anni.

    Emma prese una delle fotografie appoggiate sulla scrivania e fissò il gruppo di persone ritratte. Era ridicolo, eppure arrossiva ancora osservando gli occhi scuri e seri di Zarios.

    Lei aveva diciannove anni...

    Era una ragazza giovane e innocente vestita tutta di rosa al matrimonio di suo fratello Jake.

    Anche Zarios era stato invitato. Era tornato in Australia solo da alcune settimane, e il suo accento straniero era molto forte, ma lei sarebbe rimasta ad ascoltarlo per sempre. Era il giovane più bello che avesse mai visto e alla fine le aveva chiesto di ballare. Il fatto che fosse Zarios D'Amilo a tenerla tra le braccia, e che lei avesse bevuto troppo champagne, le aveva fatto perdere la testa.

    Aprì il cassetto e vi buttò dentro tutte le foto con un gesto impaziente. L'ultima cosa che desiderava era che lui vedesse quella foto e ricordasse il suo imbarazzante errore. Ma, anche così, non riuscì a cancellare l'immagine di loro due che ballavano quella notte; Zarios si era chinato per dirle qualcosa e lei stupidamente aveva interpretato male quel gesto restando in attesa del suo bacio con le labbra socchiuse.

    Sebbene fossero ormai passati alcuni anni, quel ricordo la riempiva ancora di vergogna. Non avrebbe mai potuto scordare la sua risata quando aveva capito la situazione.

    «Ritorna non appena sarai cresciuta un po'...» le aveva detto, dandole una pacca sul sedere per congedarla quando era finita la musica. «E comunque mio padre non me lo perdonerebbe mai.»

    Probabilmente Zarios aveva dimenticato quell'incidente, si consolò. Con tutte le donne che aveva avuto, di sicuro non poteva

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