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Le tue mani su di me
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Le tue mani su di me

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About this ebook

Carezze proibite...

Sono passati dodici anni da quando Maddie Hale ha lasciato la sua città natale, portandosi dietro mille insicurezze e un cuore infranto. Ma la timida adolescente di un tempo, innamorata persa di un "cattivo ragazzo" tenebroso e sexy, è evaporata e al suo posto è sbocciata una donna che sa quello che vuole e come ottenerlo. E la missione di Maddie è fare finalmente impazzire Austin, prendendosi tutto il piacere possibile.

... per sedurre l'uomo dei sogni.

Se Austin avesse saputo che la chimica aveva risvolti così eccitanti, al liceo avrebbe studiato di più, soprattutto con una bambola come Maddie. E quando lei lo prega di aiutarla a testare il nuovo cosmetico afrodisiaco a cui sta lavorando, Austin non può certo negarle questo favore.

LanguageItaliano
Release dateSep 10, 2015
ISBN9788858939192
Le tue mani su di me
Author

Kimberly Raye

E' nata e cresciuta in Texas dove risiede tutt'ora. Scrittrice nota al pubblico e alla critica, ama creare trame e personaggi romantici e sensuali.

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    Le tue mani su di me - Kimberly Raye

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Sex Solution

    Harlequin Blaze

    © 2004 Kimberly Groff

    Traduzione di Marina Riva

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-919-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Tutto in lui parlava di sesso bollente, infuocato, che dà alla testa.

    A partire dal suo aspetto fisico.

    Era così maschio con quella T-shirt bianca dove sul davanti, a caratteri neri, campeggiava la scritta Sono un vero cowboy, provami se non ci credi. Il sudore l’aveva resa quasi trasparente, come una sorta di seconda pelle incapace di celare i muscoli ben definiti. I capelli scuri gli sfioravano le spalle larghe e dei jeans stravissuti modellavano alla perfezione quelle gambe lunghe e quel sedere che pareva un trofeo, e che esibiva insieme a un paio di stivali marroni impolverati.

    Per non parlare del modo in cui si muoveva.

    Era così sicuro di sé e carico di promesse quando si chinò per prendere un sacco di sementi, per poi caricarlo su una spalla, uscire con un portamento fiero e buttarlo sul pick-up.

    Sì, dava veramente alla testa. Austin Jericho doveva essere un amante straordinario, uno di quelli che ti fanno urlare di piacere perché sanno come e dove toccarti. Sempre.

    Madeline Regina Hale ne era certa, anche se erano solo la sua fantasia e i suoi sogni a garantirglielo.

    Guardando attraverso le vetrine di Skeeter’s, la drogheria e farmacia della sua cittadina natale, cercò di calmare il battito veloce del cuore. Erano passati dodici anni, ma Austin era rimasto il ragazzo più sexy di tutta Cadillac, e forse persino del Texas intero.

    E di sicuro anche il più caldo. Garantito, al cento per cento.

    Quella reazione la portò a provare una forte nostalgia, e all’improvviso la sua stimolante carriera come ricercatrice chimica per una delle più prestigiose industrie cosmetiche americane sembrò non avere più grande importanza.

    Le parve di tornare indietro nel tempo, a quando aveva diciassette anni: giovanissima, ingenua, un po’ goffa, e soprattutto innamorata persa di un ragazzino che girava sempre con degli stivali impolverati e un giubbotto in pelle, e il cui sex appeal non era cambiato di una virgola.

    La sua reazione fisica di fronte ad Austin era sempre stata potente, anche se lui non l’aveva mai ricambiata.

    Certo non poteva biasimarlo. All’epoca era solo una delle secchione con gli occhiali iscritta al circolo culturale Chem Gems, peraltro unica associazione di quel genere in una scuola dove insieme all’aria si respirava solo il football e tutto quello che gli gravitava attorno.

    A eccezione di una sola volta, per il resto non aveva mai assistito a una partita o partecipato a una festa quando la squadra vinceva. Anzi. Era solita passare il sabato sera chiusa nella cucina del Sweet & Simple, il negozio di dolciumi del padre, a preparare e sistemare leccornie di ogni tipo per l’abituale assalto della domenica mattina.

    Insomma, era sempre stata la timida brava ragazza tutta studio e retrobottega. Proprio il contrario di Austin, ribelle e un po’ mascalzone. Lui era il più vecchio e il più anarchico dei famosi fratelli Jericho, un trio di splendidi sciupafemmine ai quali, con ogni probabilità, era da attribuire l’invenzione della parola scandalo. Girava con una moto che sembrava un cavallo imbizzarrito e che guidava e parcheggiava senza alcun rispetto del codice della strada.

    Un tipo pericoloso e allo stesso tempo dannatamente affascinante per tutte le ragazze del posto.

    Erano state poche le fortunate ad avere l’onore della sua compagnia, naturalmente tutte magre, bionde e bellissime, tutte con delle grandi tette e con un ego ancora più sviluppato.

    Maddie, con i suoi capelli castani tendenti al grigio topo, con il suo fisico pienotto e tondeggiante che ricordava un po’ i krapfen del negozio di suo padre, e con il suo stile di vita troppo regolare, non aveva mai potuto pensare di essere presa in considerazione.

    Ma con il passare degli anni le cose erano cambiate, lei era cambiata. Totalmente.

    Ora era bionda, grazie a dei costosissimi colpi di sole. Era magra, grazie a delle diete ferree e a un costante esercizio fisico. Aveva imparato a truccarsi e si era abbonata a Vogue e a Cosmopolitan per rimanere sempre al passo con la moda e con i tempi. Ma, cosa ancor più importante, era diventata più sicura di se stessa. La vera rivoluzione, come tutte le vere rivoluzioni, era avvenuta dentro. Aveva imparato a non stare più ad aspettare che la buona sorte le venisse in aiuto, insieme a un allineamento favorevole dei pianeti. Aveva imparato ad agire e a fare di tutto per ottenere quello che desiderava. Non si accontentava più dei sogni, li aiutava ad avverarsi.

    Il suo telefonino scelse quel momento di intense considerazioni per squillare, distogliendo la sua attenzione da Austin e da tutte le fantasie che scatenava.

    «Ehi, ragazza. Dove sei?» le chiese Janice, l’ex vicepresidente del Chem Gems, nonché damigella d’onore come lei al matrimonio di Cheryl Louise Martin, la ragione per la quale Maddie era tornata a Cadillac. La sua cittadina natale distava circa duecentocinquanta chilometri da Dallas, dove ormai lavorava e viveva da diversi anni.

    Cheryl Louise, di due anni più giovane rispetto a Maddie, era entrata a far parte del Chem Gems in qualità di socio onorario, come sorella di Sharon. I genitori, impegnatissimi nella gestione del Chester’s Diner, il loro ristorante, avevano sempre avuto poco tempo da dedicarle, cosicché entrambe le sorelle passavano la maggior parte dei loro pomeriggi in quel gruppo di studio che era per tutte e cinque le partecipanti una sorta di seconda famiglia. Era andato avanti così per anni, fino a quel maledetto giorno in cui la macchina guidata da Maddie si era andata a schiantare contro un palo, causando la morte di Sharon.

    Chiuse gli occhi, come faceva sempre quando riviveva quel momento, tentando di trattenere le lacrime.

    Sì, non avrebbe pianto, nemmeno quella volta. Sharon non glielo avrebbe concesso. Il matrimonio della sua amata sorellina era un’occasione felice che niente doveva rovinare.

    A cominciare dalla festa di addio al nubilato che si sarebbe tenuta la sera stessa.

    «Pronto?» Janice era impaziente. «Saresti dovuta essere qui dieci minuti fa, ad aiutarmi nei preparativi. Te ne sei forse dimenticata?»

    «No, è che sono ancora da Skeeter’s a prendere quello che ci manca» si affrettò a replicare mentre, sempre dalla vetrina, riuscì a vedere Austin che caricava l’ultimo sacco di sementi sul pick-up.

    «Ti sei ricordata delle pile per la macchina fotografica di Sarah?» si sentì chiedere mentre percepiva ancora più distintamente i battiti del suo cuore.

    Traendo un respiro profondo rispose: «Sì».

    «E i rullini?»

    «Sì.» Doveva per forza mantenere il controllo di se stessa, non aveva scampo, e soprattutto non aveva più diciassette anni. E poi Austin Jericho, alla fine, era solo un ragazzo come tanti. Be’, non proprio, ma sarebbe stato molto più saggio fingere di crederlo, piuttosto che dare libero sfogo a una delle tante fantasie...

    Afferrando i lembi della sua T-shirt, se la tolse gettandola a terra, per poi cominciare a slacciarsi i jeans gonfiati da una possente erezione che pareva sul punto di esplodere da un momento all’altro...

    Maddie bloccò il pensiero un attimo prima di approdare nella terra della depravazione sessuale.

    E qui stava il problema.

    Negli ultimi sei mesi stava dedicando anima e corpo alla creazione di un nuovo prodotto cosmetico, una lozione per il corpo afrodisiaca che era diventata la sua ossessione e che la presenza di quel conturbante cowboy non faceva che alimentare.

    «Ehi, ma mi stai ascoltando?» tuonò Janice dall’altra parte del ricevitore.

    «Sì, scusami. Sono solo molto stanca» replicò imbarazzata, «il viaggio di questa mattina mi ha massacrata.»

    «Non ti preoccupare, a partire da domani avrai tutto il tempo per riposare.»

    Due settimane per l’esattezza. Maddie aveva promesso a Cheryl che sarebbe rimasta a casa sua a occuparsi delle piante e soprattutto del cane mentre lei e suo marito si sarebbero goduti la meritata luna di miele alle Bahamas.

    Inoltre, quando lavorava a un progetto preferiva la solitudine, e quella sarebbe stata un’occasione d’oro per evitare i colleghi, il suo capo e chiunque rischiasse di farla deconcentrare.

    Comunque, amava vivere in una grande città. Amava i rumori, il caos, il traffico, persino il cemento e lo smog. Ecco perché aveva deciso di lasciare l’eccessiva tranquillità di Cadillac per trasferirsi a Dallas.

    Per lo meno questo era quanto si era ripetuta così tante volte nel corso degli ultimi dodici anni che se n’era convinta.

    «Ricordati dei palloncini. Ne vendono lì, vero? Ormai sono talmente abituata a Houston e ai suoi mille supermercati a ogni angolo da temere che a Cadillac non ci sia quasi niente da comprare.»

    «Ci sono persone che preferiscono la vita meno frenetica dei piccoli centri. Sostengono che abbia aspetti molto interessanti.» Che diavolo stava dicendo? La verità, le sussurrò una vocina, la verità.

    «Certo, come c’è anche chi si riempie il corpo di piercing ed è convinto di non essere pazzo» ribatté prontamente Janice. «Ti prego, dimmi che lì vendono i palloncini.»

    «Non temere, lo sto per scoprire» la informò Maddie inforcando una delle due corsie del negozio, passando davanti a un dignitoso assortimento di biscotti e a varie confezioni giganti di Oreos, i biscotti al cioccolato ai quali era solita fare ricorso nei momenti di crisi.

    Nelle ultime settimane, però, li aveva accuratamente evitati con la saggezza di chi sa di dover riuscire a scivolare dentro uno strettissimo vestito da damigella d’onore al matrimonio di un’amica.

    «Okay, non dovremo rinunciare ai palloncini. Ci sono» comunicò all’amica in trepidante attesa.

    «E i cappellini di carta?»

    «Ehi, è un addio al nubilato. Non una festa di compleanno!»

    «Non importa, fanno allegria. Questa sera voglio che tutte siano dell’umore giusto e che sia un avvenimento speciale.»

    «Lo sarà. È la prima volta che ci ritroviamo dopo dodici anni, e già questo da solo è una garanzia.»

    «A parte il fatto che Cheryl Louise porterà sicuramente Tilly, il suo barboncino. Te lo ricordi? Ogni volta che dimena la coda fa una puzzetta, e se la memoria non m’inganna quella coda la muove in continuazione.»

    Maddie si mise a ridere. «Non pensare a lui. Concentrati invece sui lati positivi che sicuramente ci saranno.»

    Quando se n’era andata da Cadillac e aveva cominciato una nuova vita in una grande città erano tanti i propositi che si era portata con sé. Il più importante di tutti, forse, era stato quello di smetterla di limitarsi a pensare negativo o a stressarsi per il fatto che non fosse abbastanza magra, abbastanza sexy, o abbastanza affascinante. E invece di cominciare a fare concretamente qualcosa per diventarlo.

    Così aveva messo in pratica quella promessa fatta con se stessa e ora la sua vita era davvero cambiata.

    «Sai cosa ti dico? Hai ragione, anche se vedi di non scordarti le noccioline. Sarebbe un disastro. Cheryl Louise le adora e questa sera ce ne devono essere a volontà.»

    «Ai suoi ordini!» esclamò rassegnata di fronte alle eccessive preoccupazioni dell’amica. «Ci vediamo tra poco» la rassicurò salutandola prima di terminare la conversazione, e soprattutto prima che le pretese di Janice diventassero esagerate anche per un posto come Skeeter’s, che a ragione vantava da sempre di avere un po’ di tutto. Persino una sorta di piccola farmacia sul retro, dove Ben Skeeter prescriveva farmaci e vari rimedi.

    «Maddie Hale? Oh, mio Dio, ma sei proprio tu?» Una donna con i capelli grigi comparve da dietro due scatoloni appoggiati sul bancone vicino alla cassa. Era Camille Skeeter.

    «Sì, in persona.»

    L’anziana signora sorrise. «Vorrei che in questo momento Ben fosse qui per vederti, ma da quando è diventato sindaco ha sempre mille impegni che lo portano altrove.»

    «Sì, l’ho saputo. Congratulazioni. Così adesso è lei a occuparsi della gestione del

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