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Un milionario da baciare: Harmony Collezione
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Un milionario da baciare: Harmony Collezione
Ebook167 pages2 hours

Un milionario da baciare: Harmony Collezione

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About this ebook

Nel momento in cui accetta l'incarico, Kate capisce che si è messa in un bel pasticcio. Innanzitutto perché organizzare feste di compleanno per miliardari in dimore esclusive non è affatto il suo mestiere. E poi perché chi le ha dato il lavoro si chiama Adam Braddocks. E a un uomo ricco e influente come lui, è quasi impossibile dire di no. Soprattutto se è così terribilmente affascinante.
LanguageItaliano
Release dateJun 10, 2016
ISBN9788858951194
Un milionario da baciare: Harmony Collezione

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    Un milionario da baciare - Karen toller Whittenburg

    Providence.

    1

    Normalmente, Adam Braddocks si teneva alla larga dal Torrid Tomato. Il ristorante andava per la maggiore fra i giovani professionisti che lavoravano negli uffici giù in città, e offriva loro non solo pietanze decisamente originali, ma la possibilità di vedersi per scambiare quattro chiacchiere e distrarsi un po' all'ora di pranzo prima di riprendere il lavoro. Come conseguenza, il locale a mezzogiorno assumeva le sembianze di un pandemonio. Nell'opinione di Adam quel posto aveva solo due vantaggi. La vicinanza al suo ufficio e il livello assordante del brusio che incoraggiava a concludere affrettatamente qualunque conversazione si iniziasse durante il pranzo. E siccome non aveva idea del perché suo nonno gli avesse chiesto di incontrare una vecchia amica di famiglia, la scelta del Torrid Tomato era stata quasi obbligatoria, perché gli avrebbe permesso di dedicare il minor tempo possibile a Ilsa Fairchild.

    La signora non era ancora arrivata. Adam guardò il suo orologio d'oro. Mancavano dieci minuti a mezzogiorno e già lui era impaziente di tornare in ufficio. L'affare Wallace stava per concludersi, aveva un appuntamento alle quattordici con John Selden, il direttore della Braddocks Constructions, uno alle quindici con Vic Luttrell, il migliore architetto dell'azienda. Alle sedici avrebbe dovuto programmare gli impegni per l'indomani con la sua collaboratrice, Lara Richmond, e infine aveva prenotato il campo di tennis con Allen Mason, il suo avvocato. Quella sera poi aveva una cena d'affari. Insomma, la sua giornata era tanto impegnata da non concedergli il tempo per pranzare. Ma suo nonno gli aveva fatto una richiesta, cosa che accadeva molto di rado, dunque lui non aveva trovato nessuna scusa sufficientemente valida per rifiutargli il piacere.

    Una risata argentina risuonò alle sue spalle, un suono allegro ed effervescente che si levò al di sopra del brusio di sottofondo. Quella risata, per quanto apparentemente genuina, sembrava avere lo scopo di attrarre l'attenzione, dunque lui rifiutò di girarsi. Non voleva che qualcosa potesse distrarlo dai suoi pensieri, certamente non quella sorta di canto di sirena che in quel momento stava riecheggiando di nuovo. Ma c'era qualcosa d'intrigante in quella voce e infine, sentendola per la terza volta, si girò contro la sua stessa volontà.

    «Adam?»

    Lui si voltò di nuovo quasi di scatto, seccato per essere stato sorpreso a spiare. «Signora Fairchild» replicò, alzandosi. Accolse la donna che gli aveva parlato con un sorriso, e scostò una sedia dal tavolo per farla accomodare. La donna doveva avere circa cinquant'anni, era bella ed elegante, notò. «Sono lieto di conoscerla.»

    «Il piacere è mio» replicò lei, stringendogli la mano, poi prese posto con movimenti aggraziati e si appoggiò il tovagliolo sulle ginocchia. «Tuo nonno mi ha parlato così tanto di te e dei tuoi fratelli che ho provato il desiderio di incontravi di persona. Tu somigli molto a James.»

    «Lei conosce mio padre?»

    «Frequentavamo lo stesso liceo» spiegò lei. «In verità, lui era di due anni avanti a me e si accorgeva a malapena della mia esistenza. Già da adolescente aveva molto successo con le donne.»

    Il che poteva essere vero, pensò Adam. Non si era mai figurato suo padre da giovane, ma il suo fascino era una qualità innegabile. Era certo dunque che James, a qualsiasi età, non poteva non aver notato una donna bella come la signora Fairchild. «Mio padre sarà felice di sapere che lei lo ricorda, signora» commentò con gentilezza.

    «Archer mi ha detto che avevi solo venticinque anni quando sei diventato presidente della Braddocks Constructions» riprese lei.

    «Otto anni fa mi descrivevano come un bambino prodigio» ammise Adam, «ma adesso, con tutte queste nuove tecnologie e con i ragazzi che fondano aziende mentre frequentano ancora il liceo, sono praticamente un dinosauro.»

    Ilsa sorrise. «Non riesco a credere che ci siano molti uomini, e di qualsiasi età, che abbiano raggiunto i risultati che hai raggiunto tu.»

    «Non deve credere a tutto quello che racconta mio nonno, signora» replicò Adam con modestia.

    «Sono i fatti a sostenere la sua tesi» commentò lei. «Laureato a Harvard a soli diciannove anni, hai iniziato a lavorare dal basso, in modo da conoscere l'azienda e i suoi dipendenti. Hai trasformato una semplice società edilizia in un affare di milioni di dollari... Direi che tuo nonno ha ragione a essere fiero di te.»

    «Lei sembra molto ben informata, signora Fairchild.»

    «E tu sembri troppo modesto, Adam.»

    Non si trattava di modestia. Semplicemente non vedeva nulla di particolarmente straordinario in ciò che aveva fatto all'interno dell'azienda di famiglia. «Mi fa piacere sapere che mi apprezza, signora Fairchild» commentò Adam.

    «Salve!» Il saluto era stato pronunciato con voce squillante da una giovane donna bruna che si era materializzata accanto al loro tavolo. «Vedo che ha seguito il mio consiglio, signora IF» disse poi. «Un uomo più giovane. Approvo» concluse, fissando Adam con i suoi occhi di un blu sorprendente.

    Ilsa rise. «Lui è Adam Braddocks, Katie. Un amico di famiglia» spiegò.

    «Salve» ripeté lei, poi spostò di nuovo la sua attenzione su Ilsa. «Vuole sapere una cosa? Anch'io ho seguito i suoi consigli.»

    «Davvero? E com'è andata?»

    La cameriera raddrizzò la schiena, alzò le braccia al di sopra della testa e si esibì in una piroette... Entrando sfortunatamente in collisione con un suo collega che passava lì accanto, le braccia praticamente ricoperte di piatti. «Oh, scusami, Charlie... Non intendevo spaventarti» disse.

    Il cameriere aggrottò la fronte, e così fece Adam.

    «Sono solo pochi passi, ma rendono l'idea» riprese Katie guardando Ilsa.

    «Bene. Tutto questo in una sola lezione?» chiese la signora Fairchild.

    «Due.»

    «Sono colpita. Riuscirai a diventare una ballerina.»

    «Una sola piroette non mi qualifica come la promessa della danza.»

    Ilsa sembrava molto contenta di quello scambio di battute, ovviamente dimentica del fatto che si trovavano in un ristorante e che quella ballerina in erba sarebbe dovuta essere la loro

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