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Un dottore a Capri: Harmony Bianca
Un dottore a Capri: Harmony Bianca
Un dottore a Capri: Harmony Bianca
Ebook154 pages2 hours

Un dottore a Capri: Harmony Bianca

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About this ebook

Per Sydney Collins amare ed essere amata non è mai stato facile. Per una come lei i sentimenti sono un'inutile complicazione.
Ma quando incontra il dottor Marco Ranieri, tutto quello che le era stato negato le viene offerto su un piatto d'argento. Marco è sexy, premuroso e intrigante e la tentazione di lasciarsi andare è forte.
Nella splendida cornice di Capri, Sydney scoprirà che i miracoli esistono davvero.

Marco è combattuto all'idea di lasciarsi coinvolgere da una storia con Sydney. Lei è tutto ciò che un uomo potrebbe desiderare, ma è meglio tenere le distanze.
Fino a quando, una notte, la loro relazione diventa decisamente molto personale.
LanguageItaliano
Release dateJun 11, 2018
ISBN9788858983935
Un dottore a Capri: Harmony Bianca
Author

Kate Hardy

Autrice inglese, consulta spesso riviste scientifiche per verificare i dettagli tecnici dei suoi romanzi.

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    Un dottore a Capri - Kate Hardy

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Italian Doctor, No Strings Attached

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2011 Pamela Brooks

    Traduzione di Daniela De Renzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-393-5

    1

    Doveva riuscire a vincere la paura.

    Ogni giorno prendeva decisioni legate alla vita e alla morte. Calarsi con una corda dalla torre del London Victoria Hospital, per finanziare l’acquisto di macchinari da utilizzare in Pronto Soccorso, avrebbe dovuto essere una passeggiata.

    Abbassò lo sguardo. Un sottile cornicione di pietra e poi... il vuoto. Ottanta metri circa da terra. Guardò di nuovo, sperando di trovare l’altezza un po’ meno terrificante. Ma non servì a niente.

    D’altra parte non poteva tornare sui suoi passi. Indossava già un’imbragatura e un elmetto e le corde erano state assicurate. Non avrebbe potuto precipitare, questo lo sapeva. Doveva soltanto lasciarsi andare oltre il bordo e calarsi lungo l’edificio... Ma non riusciva a muoversi.

    «È tutto a posto, Sydney. Può farcela. Deve soltanto fare un passo indietro.»

    Non riuscì a rispondere all’istruttore, che le aveva già spiegato con pazienza tutto quello che doveva fare. Il suo cervello era bloccato e le impediva di muoversi.

    Perché aveva accettato di partire per prima? Non ce l’avrebbe mai fatta. Ma proprio in quel momento un altro uomo si avvicinò all’istruttore. «Salve!»

    Sydney non lo aveva mai visto, ma quella parte della sua mente che ancora riusciva a funzionare, pensò che era bellissimo. Occhi color cioccolato, capelli scuri e un colorito olivastro. Le ricordava un attore per il quale si era presa una cotta da ragazzina.

    «Piacere, io sono Marco.»

    Aveva una voce ancora più affascinante del viso. E un leggero accento straniero la rendeva incredibilmente sexy.

    Lui si era presentato. Ora toccava a lei. Ma la sua bocca non riusciva a muoversi.

    «Lei è Sydney, vero?»

    «Già.»

    «Bene, Sydney. Canteremo insieme.»

    Che senso aveva cantare?

    «Che ne dice della canzone di Tom Petty Free Falling?» le propose lo sconosciuto con un sorriso divertito.

    Sydney gli lanciò un’occhiata di rimprovero. L’uomo accennò una risata. «Cantare servirà a distrarla e l’aiuterà a scendere, glielo prometto.» Sembrava molto sicuro di sé. «Se comincio io, canterà con me?»

    Sydney fece un cenno di assenso e lui la ricambiò con un sorriso incredibile. «Fantastico. Canti con me, allora. Intanto metta la mano destra sulla corda fissa e faccia un passo indietro. Si sentirà scivolare leggermente, ma non c’è da preoccuparsi... La corda reggerà il suo peso. Poi dovrà portare la mano di lato e comincerà a scendere. Se vuole fermarsi, porti la mano dietro la schiena. Ha capito?»

    Sydney annuì di nuovo.

    «Bene. Senta, conosce la canzone Walking on Sunshine

    Sydney fece un cenno del capo. Era il tormentone di quell’anno... L’uomo sorrise e cominciò a cantare. E, senza accorgersene, lei si mise a cantare insieme a lui.

    Arrivarono al primo ritornello. «Un passo indietro, adesso» la incoraggiò lui allegro e lei finalmente si lasciò andare. Sentì le corde vibrare, mentre l’uomo continuava a cantare, tenendole compagnia.

    Avrebbe potuto farcela... La voce le usciva in un sussurro. Ma stava cantando. E stava scendendo lungo il muro di mattoni. Quando toccò terra, non si accorse nemmeno di essere arrivata in fondo. Le gambe e le mani le tremavano e fece fatica a sganciare l’imbragatura, per permettere a chi la seguiva di scendere in completa sicurezza.

    «Vuole provare lei?» domandò l’istruttore rivolgendosi allo sconosciuto in tono gentile.

    «Io?» Era da un po’ che Marco non si cimentava in quel genere di prova. Ma lasciarsi andare lungo un edificio nel centro di Londra era sicuramente più sicuro che scendere lungo le scogliere dell’isola di Capri.

    Lanciò un’occhiata all’orologio. «Non sono iscritto» osservò serio. «Causerei un ritardo nello svolgimento della manifestazione.»

    «Non come quello che ci sarebbe stato, se lei non avesse aiutato Sydney» replicò l’istruttore con aria benevola. «Allora, vuole provare?»

    Marco contraccambiò il sorriso. «D’accordo.»

    Non gli ci volle molto a indossare l’imbragatura. E mentre si lasciava scivolare nel vuoto, sentì l’adrenalina fluirgli nel corpo. Era la prima volta che si sentiva vivo da quando non c’era più Sienna. E la prima persona che vide, quando i suoi piedi toccarono terra, fu proprio Sydney, ancora piena di paura.

    «Ehi, sta bene?» le domandò con gentilezza.

    In realtà stava ancora tremando, ma preferì mentire. «Sì» affermò, alzando lo sguardo. E fece un respiro profondo. «Grazie, per avermi aiutata...»

    «Nessun problema» replicò lui, ma sembrava preoccupato. «Sicura di star bene?»

    «Devo. Tra pochi minuti entro in servizio.»

    Marco le sfiorò il volto con il dorso delle dita. «Immagino fosse la prima volta...»

    Sydney annuì seria. «E sarà anche l’ultima.»

    Lui sorrise di nuovo. «Allora non ha ancora avuto la scarica di adrenalina.»

    «Quale adrenalina?»

    «Guardi...» replicò lui con gentilezza.

    Sydney alzò lo sguardo e vide un collega scendere lungo la torre.

    «L’ha appena fatto anche lei.»

    «Ma ero terrorizzata» affermò Sydney, scuotendo la testa. «Non mi sono mai sentita tanto bloccata in vita mia.» Nemmeno quando aveva fatto la risonanza magnetica e le avevano dato la brutta notizia.

    «Però l’ha fatto. E questo la rende fantastica.»

    «Fantastica?» Era da molto tempo, che qualcuno non la chiamava in quel modo.

    «Sì, fantastica» confermò serio Marco. «La gente come me, che lo fa per hobby, non può considerarsi coraggiosa. Ma quelli che riescono a farlo anche se hanno paura... Quelli sì mostrano coraggio. Come ha fatto lei.»

    Sydney non sapeva dire chi si fosse mosso per primo, ma improvvisamente Marco le aveva preso il viso tra le mani e le aveva sfiorato le labbra con le sue. Poi quel semplice gesto si era trasformato in qualcosa di più. Qualcosa in grado di toglierle ogni capacità di ragionare. E quando lui finì di baciarla, lei stava ancora tremando... Non riusciva a ricordare quando fosse stata l’ultima volta, che si era sentita in quel modo. E la cosa la spaventò a morte.

    «C’è una luce nei suoi occhi» osservò Marco con molta dolcezza.

    «Sarà l’effetto dell’adrenalina» precisò lei, perché lui non pensasse che potesse dipendere dal bacio.

    «Già» replicò Marco allegro. «Mi ha fatto piacere conoscerla, Sydney. E, anche se mi piacerebbe rimanere con lei, devo proprio andare a iniziare il mio nuovo lavoro.»

    Doveva lavorare in ospedale... o non si sarebbe trovato in cima alla torre pochi istanti prima di cominciare.

    «Anch’io sono contenta di averti conosciuto. In che reparto sei?» domandò Sydney, passando improvvisamente al tu come si usava tra colleghi.

    «In Pronto Soccorso.»

    «Anch’io!» E a quel punto capì di chi si potesse trattare. «Devi essere il dottor Ranieri, il collega arrivato da Roma...»

    Lui inclinò leggermente la testa. «Chiamami pure per nome.»

    «Io sono Sydney Collins. E ti assicuro che sono migliore come medico, che a calarmi con le corde» affermò lei, porgendogli la mano. E quando lui la toccò, sentì di nuovo le ginocchia tremare.

    «Da quant’è che lavori qui?» domandò lui con interesse.

    «Cinque anni... da quando mi sono laureata. È un bel reparto. E i colleghi sono tutti simpatici. A parte Max, che ha voluto proporre quest’impresa con le corde... avrei voglia di strozzarlo!» affermò Sydney, facendo una smorfia.

    Marco scoppiò in una risata. «Non è vero. So che è una persona gentile.»

    «Anche sua moglie Marina è italiana. Lavora part-time e sta per andare in maternità.» Sydney fece una pausa. «Allora, dimmi... Sei abituato a fare discese con le corde?»

    Lui diede un’alzata di spalle. «C’è stato un periodo, in cui mi piaceva praticare sport estremi.»

    «Sei pazzo?» domandò rabbrividendo Sydney. «Io credo che stanotte avrò gli incubi.»

    Lui scoppiò in una risata. Aveva occhi bellissimi. E una splendida bocca... E Sydney cercò di non pensare al bacio. Non significava niente. E lei non cercava una relazione... «Ti è già capitato di aiutare qualcuno cantando?»

    «Non nella discesa con le corde... Uso questa tecnica con i bambini in ospedale.»

    «Io li faccio cantare Nella vecchia fattoria

    Guardandolo, notò la qualità degli abiti. Era bello, simpatico e anche ben vestito. Ma lei aveva imparato a fidarsi soltanto di se stessa. «Immagino tu debba incontrare Ellen...» affermò, nel tentativo di portare avanti la conversazione. Ellen era a capo del Pronto Soccorso. «Posso accompagnarti da lei, se vuoi» continuò, quando Marco annuì.

    «Sì, ti ringrazio. Mi farebbe piacere.»

    Sydney Collins era bellissima... I capelli castani, tagliati a caschetto, gli occhi dello stesso colore della baia di Capri, vicina alla casa dei suoi genitori, e un viso dolcissimo a forma di cuore. E non aveva nemmeno l’aria di volersi mettere in mostra, come facevano spesso altre donne... Si era rivelata una ragazza vivace e intelligente... e a Marco piaceva moltissimo.

    Ma non sapeva spiegarsi per quale motivo l’avesse baciata. Normalmente non se ne andava in giro a baciare le sconosciute...

    Sentiva ancora quel bacio sulla bocca. E quando si erano stretti la mano, aveva provato una scarica elettrica. Probabilmente l’aveva sentita anche lei, perché nei suoi occhi aveva notato un lampo di sorpresa.

    Da molto tempo non provava un’attrazione così forte per una donna. Avrebbe dovuto approfittarne e riportare un po’ di allegria nella sua vita.

    «Eccoci» esclamò Sydney davanti all’ufficio di Ellen. «Ci vediamo in reparto, allora.»

    Marco avrebbe trascorso sei mesi in uno degli ospedali più attivi di Londra e bussò alla porta un po’ teso.

    «Avanti...» replicò Ellen a voce alta. E quando lui entrò, gli sorrise. «Prego, accomodati. Era Sydney quella che ho visto con te poco fa?»

    «Sì. Mi ha mostrato dov’era il tuo ufficio.»

    «Ho saputo che l’hai aiutata.»

    Lui la fissò stupito. «Le voci corrono...»

    «Direi di sì...» esclamò Ellen con un sorriso. «Syd sta per specializzarsi e ti potrà aiutare.» Poi lo fissò attentamente. «E ho sentito che canti anche molto bene... Insisteranno per farti partecipare allo spettacolo di reparto, se riusciremo a estendere il tuo contratto fino a Natale.»

    «Nessun problema. Se vi interessa, posso organizzare anche un coro.»

    «Vieni. Ti farò vedere il reparto e ti presenterò ai colleghi.»

    Marco aveva conosciuto metà della squadra, quando arrivò una lettiga, accompagnata da un paramedico e da Sydney. Stavano andando in Rianimazione. Quando gli passarono vicino, lui colse frammenti di conversazione. «È stato urtato e gettato a terra, mentre andava in bicicletta... Lo ha protetto il caschetto... Ha un braccio rotto e le costole...»

    Il ciclista doveva avere uno pneumotorace e Marco aveva sufficiente esperienza di casi del genere, per offrire il suo contributo. «Ti spiace se...?» domandò a Ellen, indicando il malato.

    «Volevo

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