Attrazione milionaria: Harmony Collezione
By Heidi Rice
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Dario ha effettivamente intenzione di acquisire la società della famiglia di Megan, ma la violenta punizione che le ha riservato il padre per aver passato una notte col nemico gli impone di proteggerla. Megan infatti soffre di una temporanea amnesia e crede che lei e Dario siano fidanzati e follemente innamorati.
Ma non è l'unico problema del magnate: lei infatti è incinta di suo figlio!
Heidi Rice
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Attrazione milionaria - Heidi Rice
successivo.
Prologo
«Dario De Rossi ti accompagnerà al ballo di Westchester domani sera, e dovrai sedurlo.»
«Che cosa? Perché?» Megan Whittaker era quasi certa di essere stata trasportata in un universo alternativo di due secoli addietro. Oppure suo padre era impazzito. Comunque la vedesse, la richiesta che le aveva appena fatto dalla sua scrivania in noce dell'ufficio di Manhattan della Whittaker Enterprises, senza nemmeno la traccia di un sorriso sul volto, non era una buona notizia. Perché non stava affatto scherzando.
«Per salvare la Whittaker dal fallimento» scattò suo padre. «Risparmiami quel tuo sguardo da cucciolo ferito, Megan» aggiunse. «Credi che te lo chiederei se ci fosse un'altra scelta?»
«Be', io...» Megan voleva credergli, anche se sapeva che l'amore del padre per la Whittaker era sempre venuto prima dell'amore per le figlie.
Ma, a differenza della sorella, Katie, Megan lo capiva. Avendo trascorso gli ultimi quattro anni a lavorare per la Whittaker, dove ora dirigeva un piccolo reparto, non provava alcun risentimento per la sua dedizione alla società, che apparteneva alla famiglia da generazioni.
In realtà, non era risentita nemmeno per quella richiesta così fuori dalle regole da parte di un padre verso la figlia, o di un capo verso una dipendente. Sapeva che per avere successo negli affari spesso bisognava sacrificare la vita privata, e che la lealtà personale poteva essere messa alla prova. Ma questo... be'... era davvero troppo. Per quale motivo avrebbe dovuto sedurre un uomo? Soprattutto uno come De Rossi, uno squalo che negli ultimi dieci anni si era fatto strada nel mondo degli affari di New York fino a diventare uno degli uomini di maggior successo.
A parte tutto il resto, se suo padre cercava una femme fatale, doveva sicuramente sapere che lei non era la candidata migliore per quell'incarico. Non aveva il temperamento, né il bagaglio, né l'esperienza necessari. Era sempre stata più a suo agio con completi e scarpe basse che con abiti da cocktail e tacchi a spillo. Trovava noioso andare in un salone di bellezza, e uno spreco di tempo e di denaro concentrarsi sull'aspetto fisico. L'intelligenza e l'etica professionale erano molto più importanti.
Dopo alcuni maldestri appuntamenti al college, era stata ben felice di scoprire di non possedere la libido vorace e indiscriminata della madre. A ventiquattro anni, era ancora vergine, e preferiva trascorrere il poco tempo libero guardando la televisione con un bel bicchiere di vino rosso piuttosto che cercando un uomo.
«Qualcuno sta acquistando tutte le nostre azioni» continuò il padre, e la vena che gli pulsava alla tempia cominciò a preoccupare Megan. «Sono quasi certo che sia lui. E se è lui, siamo in guai seri. Siamo esposti. Dobbiamo stare al suo gioco. Significa fare sacrifici per il bene della società.»
«Ma non capisco come...»
«Non devi capire. Tu devi solo ottenere un invito nel suo attico, così potremo capire se è proprio lui. E se riuscissi a scoprire quale dei nostri azionisti ha preso di mira sarebbe anche meglio. A quel punto potremmo avere qualche speranza di tenere a bada il bastardo finché non riuscirò a ottenere un nuovo investimento di capitali.»
«Ti aspetti che lo seduca per fare dello spionaggio industriale?» Megan cercò di chiarire dove voleva arrivare il padre mentre qualcosa diventava evidente. Doveva essere terribilmente stressato per credere che potesse portare a termine un piano del genere con le sue doti limitate, e questo poteva solo significare che la società era in guai seri.
«Hai il viso e la figura di tua madre, Megan. E non sei lesbica... vero?»
Lei arrossì, mortificata. «Che cosa? Naturalmente no, ma...»
«Allora qual è il dannato problema? Dev'esserci in te abbastanza di quella sgualdrina per sapere come sedurre un uomo. È nel tuo DNA, devi solo trovarlo.» Suo padre era sempre più sconvolto e a Megan si serrò lo stomaco nell'avvertire l'amarezza con cui aveva accennato a sua madre.
Non la nominava mai. Alexis Whittaker aveva abbandonato loro tre... lei, il padre e la sorellina... non molto tempo dopo la nascita di Katie ed era morta dieci anni prima, quando la Ferrari del suo fidanzato italiano era precipitata da una scogliera. Megan rammentava ancora quando il padre era venuto a riferirle la notizia nel collegio in Cornovaglia, pallido in viso per un misto di dolore e umiliazione. E non aveva dimenticato quel senso di vuoto allo stomaco.
Sua madre, amante della vita mondana, era stata bellissima, vistosa e sfrenata. Megan la ricordava a stento. Non era mai venuta a trovare le figlie e per questo il padre le aveva mandate in collegio al St. Grey non appena possibile.
E il senso di vuoto era diventato panico quando su Internet erano comparse foto di lei e di Katie al funerale. Erano state costrette a lasciare la sola casa che avessero mai conosciuto a causa dei paparazzi che volevano intervistare le afflitte sorelle Whittaker, e dei pettegolezzi salaci sulle infedeltà della madre diffusi da alcune delle altre ragazze al St. Grey. Il padre le aveva trasferite in un appartamento a dieci isolati di distanza dal suo a New York, aveva assunto una governante e una guardia del corpo, le aveva iscritte a un'esclusiva scuola privata e si era sforzato di andarle a trovare almeno una volta al mese. Alla fine l'interesse dei media per la vita scandalosa di Alexis Whittaker e per la sua morte prematura era scemato.
Ma da quando aveva dovuto lasciare il St. Grey, Megan si era ripromessa due cose: avrebbe protetto a ogni costo la sorella che amava e avrebbe fatto di tutto per dimostrare al padre che non era affatto come la donna che le aveva messe al mondo. E fino a quel momento aveva creduto di esserci riuscita. Almeno con il secondo obiettivo. Purtroppo Katie sembrava essere quasi sfrenata quanto la madre, nonostante i tentativi di Megan di domare il suo temperamento ribelle.
Megan si era concentrata sul compito di rendere orgoglioso il padre.
Dopo essersi laureata a pieni voti in informatica a Cambridge due anni prima dei suoi coetanei, aveva conseguito un dottorato in economia e commercio a Harvard, specializzandosi in commercio elettronico.
Per dimostrarsi meritevole non solo con il padre ma anche con i colleghi della Whittaker aveva rifiutato l'offerta di un posto di prestigio, iniziando invece dal basso. Dopo sei mesi nell'ufficio corrispondenza, aveva fatto domanda per un internato nel reparto di tecnologia. Le ci erano voluti tre anni di duro lavoro per fare carriera. La sua recente promozione l'aveva posta alla direzione del piccolo reparto di commercio elettronico composto di tre persone, dimostrando una volta per tutte che non aveva niente in comune con il comportamento scandaloso della madre.
Fino a quel momento.
Come poteva suo padre prendere in considerazione anche solo l'idea di chiederle di sedurre De Rossi? Si aspettava che facesse anche sesso con quell'uomo?
«Non posso farlo» dichiarò.
«Perché diavolo no?»
Perché non sono il tipo ideale di De Rossi.
«Perché non sarebbe etico» rispose, scacciando l'eccitante ricordo dell'unica volta in cui lo aveva incontrato.
Di sicuro l'aveva colpita.
Aveva sentito parlare di lui, ma i pettegolezzi non l'avevano preparata alla straordinaria bellezza dell'uomo che era arrivato al Met Gala al braccio della top model Giselle Monroe. La forza straripante di quel corpo vigoroso era contenuta a stento dall'abito di sartoria e lo sguardo audace l'aveva accarezzata quando il padre li aveva presentati. La consapevolezza in quegli occhi azzurro ghiaccio l'aveva turbata a un livello puramente viscerale, causando una miriade di sensazioni sulla sua pelle nuda.
Aveva evitato De Rossi per il resto della serata, perché l'istinto le aveva detto che quell'uomo non era solo alto, scuro e bellissimo, ma anche molto pericoloso... per la sua tranquillità d'animo.
Il padre le lanciò un'occhiata gelida. «Non c'è etica negli affari. Non quando si tocca il fondo. Di sicuro De Rossi non ne ha, quindi non possiamo permetterci di averne nemmeno noi.»
«Ma come l'hai convinto ad accompagnarmi al ballo?» domandò Megan, in preda alla disperazione.
«È un ballo di beneficenza. Paga un tavolo. Tu sarai la rappresentante della Whittaker. Gli ho chiesto di accompagnarti come favore nei miei confronti. È un membro del mio club.»
E così era diventata una compagna per compassione, il che sarebbe stato già mortificante se l'ulteriore motivazione del padre non lo fosse stata mille volte di più.
«La sola debolezza di De Rossi è quella per le belle donne» continuò il padre nello stesso tono pragmatico. «Non che sia proprio una debolezza. Non è mai stato così sciocco da sposarne una, diversamente da me. E non esce mai con loro per più di qualche mese. Ma al momento è solo, secondo Annalise, che si tiene al corrente su queste sciocchezze» continuò, nominando la sua amante. «E non sta mai a lungo senza portarsene una a letto. Questo ti offre l'opportunità di cui hai bisogno. Sarà alla ricerca, così ti metto sulla sua strada. Devi solo catturare la sua attenzione.» Quella dichiarazione spassionata fece ardere di vergogna Megan. «Fatti invitare nel suo attico su Central Park West. Una volta lì, avrai accesso al suo computer e ai suoi file. I computer sono il tuo forte, no?»
L'idea che il padre avesse studiato quel piano nei minimi dettagli accrebbe la vergogna di Megan. «Ma qualunque cosa ci sia sarà protetta da una password» dichiarò, cercando di essere pratica.
«Ho le sue password.»
«Come le hai avute?»
«Non ha importanza. Quello che conta è accedere al suo computer prima che le cambi. Significa che bisogna agire in fretta.»
Trasformandola in una specie di Mata Hari? L'idea sarebbe stata quasi buffa se non fosse stata così spaventosa.
«Non puoi chiedermi di fare una cosa del genere» protestò Megan. Si era sempre sforzata di compiacere il padre, di dimostrarsi degna della sua fiducia. Avrebbe fatto qualunque cosa per lui, ma quella richiesta la terrorizzava. «Non me lo chiederesti se fossi un maschio» aggiunse, facendo appello al senso di giustizia del padre. Non era un uomo cattivo, e pur nel suo modo distaccato e burbero amava lei e Katie. Evidentemente era così stressato che aveva perso il senso della realtà. Ma doveva essere sottoposto a una notevole pressione se De Rossi s'interessava alla società.
Dai giornali finanziari aveva appreso abbastanza sui suoi metodi da sapere che se il suo gruppo di controllo avesse messo le mani sulle azioni della Whittaker, per loro sarebbe stata la fine. Era famoso per lo scorporo di attività delle aziende rilevate. Se progettava realmente un'acquisizione ostile, poteva fare a pezzi la Whittaker nel giro di qualche settimana. Ma la soluzione del padre era più che disperata, per non dire illegale, e destinata a fallire. Doveva farglielo capire.
Il tic sulla guancia del padre si accentuò. «Se avessi un figlio maschio e De Rossi fosse gay, lo farei.»
L'ansia le serrò lo stomaco. «De Rossi potrebbe anche essere gay per l'interesse che prova per me. Esce con le top model.»
E io non sembro affatto una top model.
Con il suo metro e sessantacinque e il corpo formoso ereditato dalla madre, Megan sapeva che gli uomini non erano attratti da lei, ma questo era sempre stato un vantaggio. Non voleva diventare un accessorio decorativo per nessun uomo, soprattutto uno come De Rossi, che sospettava fosse spietato con le donne quanto lo era negli affari.
«Non sottovalutarti» sbuffò suo padre, esasperato. «Possiedi abbastanza del fascino di tua madre per attrarlo se te lo metti in testa.»
«Ma io...»
«Se non lo fai tu, c'è solo un'altra persona a cui posso chiederlo.»