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La vendetta del cuore: Harmony Collezione
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Ebook168 pages2 hours

La vendetta del cuore: Harmony Collezione

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About this ebook

Il suo rifiuto ha segnato la sua anima per sempre. E lui non può dimenticarlo...



Alessandro Vallini ha commesso l'errore, tanto tempo prima, di dichiarare i propri sentimenti a una giovane e viziata Rachel McCulloch. Il suo sogno d'amore non poteva realizzarsi, lui non era niente e lei quasi una principessa, ma da allora molte cose sono cambiate. Adesso è lui a potersi permettere di spezzare il cuore di qualunque donna e decidere della vita degli altri, ed è proprio Rachel ad avere bisogno del suo aiuto. Ecco l'occasione perfetta per farle pagare il suo antico rifiuto a caro prezzo! Ma chi sarà la preda e chi il cacciatore in questo gioco di seduzione?
LanguageItaliano
Release dateApr 10, 2018
ISBN9788858980712
La vendetta del cuore: Harmony Collezione
Author

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    La vendetta del cuore - Melanie Milburne

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Poor Little Rich Girl

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Melanie Milburne

    Traduzione di Sonia Indinimeo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-071-2

    1

    Rachel stava aspettando da più di un’ora di incontrare il finanziatore della sua casa di moda. Si sentiva stravolta dalla differenza di fuso orario e doveva combattere per tenere gli occhi aperti sulla rivista che stava sfogliando, in uno dei salottini della reception.

    Alla fine, una segretaria le si avvicinò offrendosi di farle strada negli uffici della direzione e lei la seguì, con le gambe tremanti.

    Ci siamo, pensò attraversando la porta, non perderò tutto quello per cui ho lavorato tanto.

    «Mi dispiace, signorina McCulloch» disse il dirigente di mezza età, prima ancora che Rachel avesse il tempo di sedersi. «Abbiamo cambiato idea. La nostra società sta operando delle ristrutturazioni e non siamo disposti a investire su una stilista pressoché sconosciuta. Il rischio sarebbe troppo elevato. Credo che dovrà rivolgersi altrove per ottenere la garanzia che le occorre. Noi non siamo interessati.»

    Rachel sbatté le palpebre incredula. «Non siete interessati...?» ripeté stordita. «Ma pensavo... La vostra lettera diceva... Ho fatto un viaggio simile per...?»

    L’uomo mosse una mano a mezz’aria, come se stesse dirigendo il traffico caotico di Milano, che si faceva sentire attraverso le grandi finestre dell’ufficio. «Siamo stati sconsigliati da un esperto analista, una persona molto autorevole» le spiegò. «Il consiglio ha preso la sua decisione. Le suggerisco di vagliare altre opzioni per ottenere la garanzia.»

    Altre opzioni? Quali altre opzioni?, pensò Rachel disperata. Doveva lanciare la sua linea di abiti da sera in Europa. Tutto ciò per cui aveva lavorato, tutti i sacrifici che aveva fatto, l’angoscia e l’impegno non potevano finire così. Si sarebbe guadagnata la fama di incapace per tutta la vita, se si fosse arresa. Se non avesse trovato un garante o un finanziatore, la sua società sarebbe finita in amministrazione controllata. Aveva bisogno di soldi e ne aveva bisogno subito.

    Non poteva fallire!

    Rachel si irrigidì. «Chi, esattamente, ha sconsigliato di concedermi la garanzia?»

    «Mi dispiace, ma non posso divulgare questa informazione» le spiegò.

    Aveva la disgustosa sensazione che un insetto repellente le stesse passeggiando lungo la spina dorsale. «Lei ha detto che si tratta di un esperto analista, una persona molto autorevole...»

    «Sì, è così.»

    «Non si tratta per caso di Alessandro Vallini?» chiese con un’occhiata allusiva.

    «Mi dispiace, signorina McCulloch, non sono autorizzato a confermare o smentire le sue ipotesi.»

    Rachel si alzò di scatto e sistemò la tracolla della borsa sulla spalla. «Grazie per il suo tempo» disse seccata e se ne andò senza stringergli la mano.

    Aveva cercato l’ufficio di Alessandro Vallini in Internet, sul suo cellulare e ora era di fronte al piccolo palazzo, vecchio ma evidentemente di classe che testimoniava il successo dell’uomo e della sua impresa. Un uomo che si era fatto da solo e che era la testimonianza vivente di quanto si potesse salire in alto, partendo dal nulla. Non aveva previsto di doverlo incontrare, ma evidentemente lui aveva architettato tutto per costringerla a quel passo.

    «Vorrei vedere il signor Vallini» disse Rachel senza preamboli, all’elegante segretaria, seduta dietro il bancone.

    «Mi dispiace, ma il signor Vallini è in vacanza nella sua villa di Positano» la informò. «Attualmente sta lavorando da casa.»

    «Bene, allora vorrei prendere un appuntamento per incontrarlo al più presto» insistette.

    «Lei è una nostra cliente?» le chiese la segretaria.

    «No, ma io...»

    «Mi dispiace, ma il signor Vallini non accetta nuovi clienti prima della fine delle vacanze» le spiegò la segretaria. «Posso fissarle un appuntamento verso la fine di settembre, forse...»

    Rachel la guardò in cagnesco. «Ma è più di un mese! Io resterò qui solo fino alla fine di agosto.»

    «Mi dispiace, ma...»

    «Senta... io non sono proprio una cliente» disse Rachel, perdonandosi per quella piccola bugia. «Sono... sono una vecchia amica di Melbourne. Lui lavorava per mio padre. Speravo di salutarlo, visto che sono in Italia. Mi chiamo Rachel McCulloch.»

    Ci fu una breve pausa.

    «Devo parlare con lui» dichiarò la centralinista, sollevando il ricevitore. «Le dispiacerebbe accomodarsi» aggiunse indicando un salotto, in disparte.

    Rachel si sedette sul divano color crema, cercando di non pensare all’ultima volta che aveva visto Alessandro. Se il suo istinto aveva ragione ed era stato lui a porre il veto sulla garanzia, significava una sola cosa. Non l’aveva perdonata.

    «Sono spiacente, ma il signor Vallini non desidera vederla» la informò.

    Rachel scattò in piedi.

    «Ma io voglio vederlo» esclamò. «Devo assolutamente vederlo!»

    «Sono stata incaricata di informarla che il signor Vallini non accetterà di vederla, per nessun motivo» le comunicò la donna con una certa soddisfazione.

    Rachel si sentiva oltraggiata. Era ovvio che stava giocando con lei. Credeva davvero che se ne sarebbe andata senza una risposta, dopo quello che le aveva appena fatto? Capiva che volesse vendicarsi, ma non gli avrebbe permesso di distruggere il suo lavoro.

    Doveva vederlo.

    Rachel aveva avuto lo stomaco sottosopra per tutto il viaggio lungo la Costiera Amalfitana, fino a Positano, ma non per colpa delle curve. Aveva pensato di noleggiare una macchina, ma la sua carta di credito era stata rifiutata. Era stata un’esperienza imbarazzante. La telefonata alla sua banca in Australia l’aveva un po’ rassicurata. Il suo conto era stato bloccato e ci sarebbero voluti almeno due giorni per risolvere il problema vista la sua situazione finanziaria, crollata a picco dopo che Craig l’aveva rovinata, tre anni prima. Aveva bisogno di soldi.

    Subito.

    Il pullman la depositò ai piedi della strada che portava a Villa Vallini, arroccata in cima alla scogliera. Ma quando l’autista aprì il vano portabagagli, della valigia di Rachel non c’era traccia.

    «Dev’essere stata caricata su un altro pullman» le spiegò, chiudendo il portellone.

    «Ma come è potuto accadere?» protestò lei, cercando di non farsi prendere dal panico.

    L’uomo si strinse nelle spalle. «Farò le ricerche necessarie e gliela farò recapitare in albergo, se mi lascia il suo indirizzo» le assicurò, prendendo un blocchetto per gli appunti e una biro.

    «Non ho ancora prenotato un albergo» gli spiegò, mordicchiandosi un labbro al pensiero della sua scarsezza di fondi.

    «Allora mi lasci il numero di cellulare. La chiamo non appena avremo trovato la valigia» le propose.

    Il pullman si allontanò e Rachel rimase sul ciglio della strada, in mezzo al nulla. L’imponente villa solitaria, svettava proprio di fronte a lei. Era una magnifica casa a picco sul mare, su quattro livelli, circondata da lussuosi giardini terrazzati e proprio in cima si intravvedeva il riverbero di una piscina. Il sole batteva impietoso. Sentiva le goccioline di sudore rotolare tra le scapole e il mal di testa, contro cui aveva combattuto tutto il giorno, era diventato insopportabile.

    Raccolse le forze e affrontò la lunga scalinata che conduceva all’imponente cancello della villa. Era chiuso, ma su una delle colonne c’era un citofono.

    «Non sono ammessi visitatori» annunciò una donna, prima che Rachel potesse parlare.

    Rachel si avvicinò al citofono. «Ma, io...»

    Silenzio. Sollevò lo sguardo sulla casa, schermandosi gli occhi con la mano, poi suonò ancora.

    La donna rispose di nuovo, questa volta in inglese con un pesante accento. «Niente visitatori!»

    «Devo vedere Alessandro Vallini» disse Rachel. «Non andrò via se non avrò parlato con lui.»

    «Per favore, se ne vada» insistette la donna.

    «Ma non ho nessun posto dove andare!» Era sul punto di pregarla. «Per favore, può dire al signor Vallini che non so dove andare?»

    Il citofono taceva. Rachel si appoggiò con le spalle alla colonna di pietra e si lasciò scivolare fino a sedersi in uno spicchio d’ombra. Si prese la testa tra le mani. Non poteva credere a ciò che le stava accadendo. Era come se fosse stata catapultata nella vita di un’altra. Era nata ricca, aveva sempre avuto più soldi del necessario e forse aveva dato per scontato che sarebbe durato per sempre. Non aveva mai pensato di poter perdere tutto e invece era accaduto. Nonostante avesse lavorato come una pazza negli ultimi due anni per ricostruire la sua vita, si trovava costretta a mendicare davanti alla porta chiusa di un uomo che aveva lasciato cinque anni prima. Era quello ciò che il destino aveva sempre avuto in serbo per lei?, si chiese sconfortata. Si sarebbe riposata un attimo, poi sarebbe tornata alla carica... Doveva farlo. Chiuse gli occhi e pregò che quel mal di testa lancinante le concedesse una tregua.

    «È ancora lì?» chiese Alessandro a Lucia, la sua governante.

    «Sì signore» gli rispose la donna, distogliendo lo sguardo dalla finestra. «È lì da più di un’ora. E fa molto caldo fuori...»

    Alessandro si sfregò il mento, lottando con la sua coscienza. Se ne stava chiuso nella sua torre d’avorio mentre Rachel si stava disidratando sotto il sole, ma qualcosa dentro di lui si ribellava. Era spaventato all’idea che scoprisse la verità. Non si era aspettato che arrivasse alla sua porta. Non aveva ricevuto il messaggio forte e chiaro che le aveva lanciato tramite la segretaria? Non voleva vederla. Mai più!

    «Cielo! Penso che sia sul punto di svenire!» Lucia si afferrò alla finestra, sinceramente preoccupata.

    «Magari è una commedia» disse Alessandro con calma. Tornò a leggere le carte sparse sulla sua scrivania, cercando di zittire il senso di colpa.

    Lucia si allontanò dalla finestra con un’espressione preoccupata. «Forse dovrei andare a vedere se sta bene e portarle un po’ d’acqua.»

    «Fai quello che vuoi» le rispose, sfogliando il documento che stava esaminando da mezz’ora senza realmente vederlo. «Basta che la tieni lontana da me.»

    «Sì, signore.»

    Rachel aprì gli occhi e vide una donna sulla cinquantina che si avvicinava al cancello, portando un bicchiere e una brocca d’acqua con cubetti di ghiaccio e fette di limone. Per un istante pensò a un miraggio.

    «Vuole bere qualcosa, prima di andarsene?» le offrì la donna, porgendo il bicchiere ghiacciato attraverso le sbarre del cancello.

    «Grazie.» Rachel prese il bicchiere e lo svuotò come se fosse reduce da tre giorni nel deserto. «Ho un mal di testa tremendo.»

    «È il caldo» le spiegò la donna, riempiendo di nuovo il bicchiere che Rachel le aveva restituito. «In agosto è sempre così. Forse è un po’ disidratata.»

    Rachel bevve altri due bicchieri d’acqua prima di rivolgerle un sorriso di gratitudine. «Grazie. Mi ha salvato la vita.»

    «Dove alloggerà?» si informò la sua salvatrice. «A Positano o da qualche altra parte?»

    Rachel si alzò, aggrappandosi alle sbarre. «Non ho un posto dove stare» le confessò. «Non ho soldi per l’albergo e hanno anche perso la mia valigia.»

    «Non può restare qui» le spiegò. «Il signor Vallini insiste che lei vada via.»

    «Gli devo parlare solo per cinque minuti» la pregò Rachel con un filo di voce. «La supplico. Glielo può chiedere? Solo cinque minuti...»

    La donna serrò le labbra. «Potrei perdere il lavoro per questo.»

    «Per favore...» la pregò Rachel.

    La donna fece un profondo sospiro e appoggiò la brocca e il bicchiere sulla soglia di pietra. «Cinque minuti! D’accordo?» ripeté aprendo il cancello.

    Rachel raccolse la borsa e si affrettò a seguire la donna prima che cambiasse idea.

    I giardini che costeggiavano il viale d’ingresso erano magnifici. Cespugli di rose stupende, spiccavano come gemme sui prati curati, impregnando l’aria del loro inebriante profumo. Passarono accanto a una splendida fontana di pietra. L’allegro zampillo che scintillava al sole, ricadendo nella vasca produceva una sottile nebbiolina che le accarezzò la pelle arroventata. Avrebbe voluto sdraiarsi lì e non

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