Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Un milionario per marito: Harmony Collezione
Un milionario per marito: Harmony Collezione
Un milionario per marito: Harmony Collezione
Ebook157 pages1 hour

Un milionario per marito: Harmony Collezione

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Il magnate Scott McAllister non ha mai dubitato che la docile e inesperta Sarah fosse la moglie perfetta per lui, almeno fino a quando non scopre il suo tradimento. Quando decide di affrontarla, il tono sprezzante di sua moglie lo lascia senza parole, scatenando però in lui un desiderio incontrollabile.


Sarah è furiosa con Scott, che preferisce credere a delle squallide menzogne piuttosto che a lei, sua moglie! E ancora di più lo è con il proprio corpo, che non riesce a rinunciare al richiamo di quello di suo marito. E in questa lotta per salvare il loro matrimonio, la camera da letto diventa il campo di battaglia decisivo.
LanguageItaliano
Release dateJul 19, 2018
ISBN9788858984659
Un milionario per marito: Harmony Collezione
Author

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

Read more from Miranda Lee

Related to Un milionario per marito

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Un milionario per marito

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Un milionario per marito - Miranda Lee

    successivo.

    Prologo

    Sarah era seduta alla sua scrivania in preda alla noia. Per fortuna era venerdì. Ancora due ore e la settimana lavorativa sarebbe terminata, così come il suo impegno nel settore contratti e fusioni.

    Non era diventata un avvocato per trascorrere le sue giornate a riempire moduli e chiedere alla gente di firmare sulla linea tratteggiata. Chiunque avrebbe potuto farlo. Non occorrevano quattro anni di studi in legge.

    Quando le avevano offerto di lavorare nel prestigioso studio legale Goldstein & Evans, si era immaginata di diventare la paladina dei più deboli e rappresentare in tribunale gli innocenti.

    Invece, nelle sette settimane passate in quello studio, non si era nemmeno avvicinata al tribunale e aveva trascorso tutto il tempo tra trasferimenti di proprietà e testamenti. A ogni modo sempre più interessante rispetto a ciò di cui si era dovuta occupare negli ultimi quindici giorni.

    Fortunatamente da lunedì sarebbe passata nella squadra di diritto penale, dove di solito affidavano ai nuovi arrivati casi di clienti che non potevano permettersi un'assistenza legale. Sinceramente non vedeva l'ora.

    Nel frattempo alzò gli occhi al soffitto, poi tornò a concentrarsi sul computer, dove stava facendo alcune ricerche su un cliente che stava per arrivare a firmare un contratto di compravendita di una miniera di diamanti.

    Il suo nome era Scott McAllister e a quanto pareva era un magnate nel settore delle miniere.

    Stando a Bob, il suo attuale mentore, lei avrebbe dovuto sapere di chi si trattava dato che ultimamente era apparso spesso in televisione a causa di una raffineria di nichel che stava fallendo, lasciando a casa parecchi lavoratori.

    Lei guardava poco la televisione, per cui aveva deciso di fare alcune ricerche in Internet, trovando diverse informazioni su Scott McAllister.

    Uno dei più giovani magnati australiani nel settore minerario, aveva interessi nei minerali ferrosi, oro e carbone, così come nichel e alluminio. E adesso anche diamanti.

    Apparentemente, aveva iniziato dopo la morte del padre, una decina di anni prima, quando aveva scoperto che alcuni appezzamenti di terra senza valore in realtà nascondevano veri e propri tesori.

    Secondo Bob, invece, la sua fortuna dipendeva dal fatto che era un uomo molto intelligente che aveva la capacità di trasformare le rocce in diamanti.

    «Ci sono diversi rapporti che dichiarano che la miniera di diamanti che sta acquistando oggi sia esaurita, ma uno come McAllister non farebbe mai un simile investimento se fosse davvero così. Evidentemente è a conoscenza di qualcosa di cui è all'oscuro l'attuale proprietario.»

    Bob le sembrava pieno di ammirazione nei confronti del loro cliente. Personalmente lei non era altrettanto pronta ad ammirare nessun rappresentante del genere maschile.

    Cliccando sull'ennesimo sito si imbatté in una fotografia che non le disse altro se non che era alto e muscoloso. Era stata scattata in occasione di un incontro di lavoro e tutti indossavano il giubbino giallo di sicurezza e il casco. Era impossibile capire il suo aspetto. Inoltre aveva gli occhiali da sole.

    Era incredibile quanto potessero dire gli occhi di un uomo. Era abbronzato, aveva il naso dritto e la mascella squadrata. Una ruga sulla fronte gli conferiva un'espressione pensierosa e la linea della bocca era dura e intransigente.

    Aveva trentacinque anni, tuttavia ne dimostrava qualcuno di più. Non era sposato e la cosa non la stupì; malgrado la sua ricchezza, non era il tipo di uomo che le donne avrebbero voluto accanto.

    Il telefono di Bob iniziò a suonare. Imprecando lui rispose, poi imprecò ancora più forte.

    «Mi dispiace» si scusò. «McAllister è arrivato in anticipo e io non ho ancora finito di leggere questo dannato e complicato contratto. Potresti farmi un favore e andare ad accoglierlo? Accompagnalo nella sala riunioni del primo piano e offrigli un caffè. Sei brava in questo genere di cose.»

    Sarah non aveva dubbi al riguardo. Non aveva fatto altro che preparare caffè per Bob da quando aveva iniziato a lavorare in quella sezione dello studio. Avrebbe potuto benissimo essere una cameriera.

    Sua madre, però, le aveva insegnato le buone maniere e come muoversi in società, pertanto sorrise e rispose che sarebbe stato un piacere.

    Bob le rivolse un sorriso radioso.

    «Sei una ragazza fantastica.»

    Lei avrebbe potuto anche offendersi se Bob avesse avuto meno dei suoi sessantadue anni. A venticinque anni, quasi ventisei, non poteva certo definirsi una ragazza.

    Si alzò, si lisciò la gonna e si scostò i capelli dal viso prima di lasciare l'ufficio e dirigersi verso la reception, felice tutto sommato di avere qualcosa da fare.

    Inoltre, a essere sincera, aveva una certa curiosità verso l'uomo che stava per incontrare. Voleva vedere com'era senza gli occhiali da sole.

    McAllister era seduto su una delle poltrone nere in cuoio. Indossava un completo grigio con camicia bianca e cravatta blu. Le scarpe, notò, erano pulite ma tutt'altro che nuove.

    Era evidente che non fosse un fanatico della moda. Magari ai magnati del suo settore non importavano quelle cose. Con suo grande disappunto aveva gli occhi chiusi, però poté osservare più chiaramente il suo volto. I capelli erano castani e tagliati abbastanza corti. Insomma, un look da macho che gli si adattava alla perfezione.

    Il naso era più grande di quanto avesse pensato in origine. Il labbro inferiore era più pieno di quello superiore, ma non a sufficienza da addolcire i suoi tratti duri.

    Prima ancora che aprisse gli occhi Sarah comprese che Scott McAllister non era un uomo dalla bellezza tradizionale, tuttavia c'era qualcosa che trovava perversamente affascinante.

    Strano, dal momento che non era mai stata attratta dai maschi alpha, che aveva sempre trovato minacciosi dal punto di vista fisico. Di solito preferiva uomini belli, di classe, che avevano più cervello che muscoli.

    Si fermò a un metro di distanza e si schiarì la gola.

    «Signor McAllister?» disse con un tono più alto di quanto avrebbe voluto. La sua insegnante di teatro, a scuola, aveva definito la sua voce melodiosa... di certo non adatta per avere un grande impatto in tribunale.

    Lui aprì gli occhi e lei finalmente poté vederli. Erano di un colore grigio ghiaccio.

    Non del tutto freddi e caldi allo stesso tempo.

    Caldi e affamati.

    Scott la squadrò dalla testa ai piedi, facendola arrossire, cosa che Sarah trovò umiliante.

    «Sono io» rispose alzandosi e sovrastandola.

    E sì che lei indossava pure i tacchi. Reclinò il collo per guardarlo e le si seccò la bocca. Represse un gemito e istintivamente si leccò le labbra improvvisamente secche.

    «I venditori non sono ancora arrivati» gli disse con uno dei suoi composti sorrisi. «Il signor Katon mi ha mandata ad accoglierla in attesa del loro arrivo.»

    Lui non ricambiò il sorriso, limitandosi a fissarla.

    Sarah si sentì surriscaldare e avrebbe voluto dire e fare cose sconvenienti. Dovette esercitare un controllo enorme su se stessa per non cedere alla tentazione.

    «Se vuole seguirmi...»

    «Tesoro» le disse lui curvando le labbra in maniera sexy. «Ti seguirei anche all'inferno.»

    Lei spalancò la bocca, realizzando sconvolta che si sentiva nello stesso modo nei suoi confronti.

    1

    Sydney, quindici mesi più tardi...

    Scott era in piedi accanto alla finestra che fissava assente il panorama. Non che ci fosse molto da guardare. L'edificio che ospitava gli uffici della McAllister Mines aveva sede nella parte meridionale di Sydney, la zona in cui si trovava la maggior parte delle società. Nessuna vista su bellissimi parchi e giardini. Solo traffico congestionato e palazzi grigi.

    A ogni modo quel lunedì mattina niente sarebbe riuscito a sollevare l'umore di Scott. Nella sua vita non si era mai sentito così sconvolto emotivamente. Certo, aveva sofferto molto per la morte di suo padre, ma la morte era più facile da gestire del tradimento. Non riusciva ancora a credere che Sarah lo avesse tradito. Quel weekend avevano festeggiato il loro primo anniversario di matrimonio!

    Era sempre stato diffidente nei confronti del sesso femminile, ma Sarah si era rivelata diversa dalle donne responsabili del suo cinismo.

    Molto diversa. Che lo avesse ingannato gli sembrava... incredibile.

    Il testo con le foto era arrivato sul suo telefono venerdì pomeriggio, mentre era in riunione sulla costa con un milionario di Singapore che sperava potesse aiutarlo a risolvere i suoi problemi di flusso di cassa.

    La sua prima reazione, quando lo aveva letto, era stata di puro shock, seguita da incredulità. Gradualmente, però, era stato obbligato ad accettare l'evidenza dei fatti davanti ai suoi occhi.

    Le immagini erano chiare e riportavano la data del momento in cui erano state scattate: all'ora di pranzo di quello stesso giorno. Ed erano corredate da un testo: Pensavo volessi sapere cosa fa tua moglie quando non ci sei. Ed era firmato: Un amico.

    Altro che amico! Probabilmente si trattava di un concorrente in affari, o magari una collega gelosa di Sarah. Sua moglie era il genere di donna che suscitava rivalità e gelosia nelle altre. E in suo marito!

    Non aveva impiegato molto ad accettare il fatto che avesse una relazione con quel bel bastardo vestito superbamente che compariva nelle foto.

    Scott non immaginava di poter essere sopraffatto da una furia così incontrollabile da lasciare la sua assistente personale Cleo a concludere le trattative per lui, con la scusa che Sarah non si era sentita bene, e correre a casa per un confronto con la sua mogliettina.

    Però non lo aveva fatto subito.

    Lo stomaco gli si chiuse in una morsa al pensiero di cos'aveva combinato. Le sue intenzioni erano state quelle di chiarirsi subito con lei nella speranza che ci fosse una logica spiegazione per quell'incubo in cui era precipitato, ma quando era entrato in casa, Sarah gli si era gettata al collo, felice che avesse accorciato il suo viaggio d'affari per stare con lei.

    I suoi baci erano stati più passionali del solito. La loro vita sessuale era più che soddisfacente. Sarah lasciava sempre che prendesse lui l'iniziativa, ma non quella notte. Pensando a ritroso, decise che si trattava di senso di colpa. In maniera perversa, dopo che lei si era addormentata alla fine della loro maratona, era stato lui a sentirsi colpevole. Ma era sua moglie l'adultera. Gli aveva mentito riguardo a quello che aveva fatto quel giorno, raccontandogli che era andata a fare shopping durante

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1