Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

La cura del sesso (eLit): eLit
La cura del sesso (eLit): eLit
La cura del sesso (eLit): eLit
Ebook165 pages2 hours

La cura del sesso (eLit): eLit

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

L'agente dell'FBI Tori Lowell non vede l'ora di iniziare il suo primo incarico sotto copertura. Ma quando scopre che il suo partner nella missione sarà Carter Sinclair, tutto il suo entusiasmo si sgonfia come un palloncino.
Primo perché Tori e Carter si detestano fin dai tempi dell'accademia.
E secondo perché lui, nonostante tutto, ha popolato di fantasie bollenti le sue notti.
E il bello arriva quando scoprono di doversi fingere una coppia in crisi che va a curarsi in un'esclusiva clinica del sesso...
LanguageItaliano
Release dateJun 29, 2018
ISBN9788858988480
La cura del sesso (eLit): eLit
Author

Julie Kenner

Residente in Texas, si divide tra la carriera di scrittrice di romanzi rosa e quella di avvocato. Le sue storie, ricche di sensualità, non sono mai banali.

Related to La cura del sesso (eLit)

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for La cura del sesso (eLit)

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    La cura del sesso (eLit) - Julie Kenner

    successivo.

    1

    Carter Sinclair si agitò sulla sedia, passandosi una mano tra i capelli, che gli arrivavano ormai fino alle spalle.

    Maledizione, aveva proprio bisogno di un buon taglio e di una bella doccia. Per ben tre anni si era dovuto muovere in ambienti poco raccomandabili, ma forse stava per mollare. Un paio di ore prima, infatti, era stato convocato dal suo capo e sperava che si trattasse del tanto agognato trasferimento.

    Di fronte a lui Evan Kincaid, il vicedirettore della sezione, posò lentamente il telefono e allungò la mano verso una cartelletta che si trovava sulla sua scrivania.

    Carter riconobbe la propria scheda personale.

    Kincaid gli lanciò un'occhiata veloce da sopra gli spessi occhiali da presbite. «So che stai aspettando una nuova assegnazione.»

    «Sì, signore. Mi piacerebbe lavorare tranquillo dietro a una scrivania.»

    «Perché?»

    «C'è tutto sulla mia scheda, signore.»

    Kincaid si appoggiò più comodamente allo schienale. «Illuminami.»

    Carter represse un moto d'insofferenza. Aveva superato tutta una serie di stupidi test psicologici e adesso doveva ancora riparlarne. «Voglio cambiare vita. Dare la caccia ai narcotrafficanti non mi attira più come un tempo.»

    «Be', comprensibile. Sei stato sotto copertura per lungo tempo.»

    Carter si raddrizzò a disagio sulla sedia, mentre Kincaid continuava a sfogliare la scheda. Dopo quattro richieste di trasferimento non era la risposta che si stava aspettando. Da quando era passato in forze all'FBI non si era mai risparmiato, ma adesso era stanco. Adesso era davvero troppo stanco.

    Maledizione, non ne poteva più. Aveva bisogno di un nuovo incarico o addirittura di cambiare lavoro. Ma tutto sommato gli piaceva l'FBI e per questo aveva passato gli ultimi due mesi mettendo a punto la domanda di trasferimento.

    Si schiarì la gola. «Ciò vuol dire che siete intenzionati ad accogliere la mia richiesta?»

    Kincaid rialzò gli occhi dalla cartelletta. «Questo dipende da te.»

    «Cioè?»

    «Hai sentito parlare dei ricatti a personaggi famosi?»

    Carter annuì, non capendo subito dove sarebbe andato a parare. «Sì, qualcosa. Un giovane regista di Hollywood. Un magnate di Wall Street. E un deputato, mi pare.»

    In realtà sarebbe stato impossibile non saperne niente. Qualcuno stava divulgando particolari della vita sessuale di parecchia gente famosa, rovinando reputazioni, compromettendo carriere e creando un sacco di scompiglio.

    Improvvisamente nessuno si sentiva più tranquillo.

    «Quella è solo la punta dell'iceberg» affermò Kincaid. «Le vittime più altolocate. Quelle che non hanno nessuna intenzione di soccombere a simili ricatti.» Fece una pausa. «Ecco perché entra in gioco l'FBI.»

    «Un'indagine?» chiese Carter irrigidendosi.

    Kincaid annuì, mettendosi a sfogliare un ricco incartamento. «Dalle nostre informazioni risulta che tra le vittime ci sia anche tutta una serie di normali cittadini che hanno un sacco da perdere, ma che non hanno ancora contattato né noi né la polizia locale.» Il vicedirettore passò il fascicolo a Carter.

    Da un'indagine preliminare era emerso che tutte le vittime conosciute avevano trascorso negli ultimi due anni un periodo presso il Kama Resort, situato a nord di Santa Barbara, in California.

    «Sembra una specie di... clinica del sesso» commentò allibito Carter, posando la cartelletta sulla scrivania.

    «Sì, più o meno. Le coppie vi si recano nella speranza di...» Kincaid s'interruppe alla ricerca delle parole adatte, «... di migliorare la loro intimità.»

    Sorridendo tra sé e sé, Carter si appoggiò allo schienale, stirando le lunghe gambe. «L'FBI sospetta del proprietario?»

    «Buona domanda. L'abbiamo già interrogato, ma sembra pulito. Tuttavia allo stato attuale dell'indagine non si può escludere nulla. Potrebbe essere stato lui, uno del personale oppure un cliente abituale. Magari il Kama Resort non c'entra niente. Potrebbe trattarsi di una semplice coincidenza.»

    «È quello che dovrò scoprire, a quanto pare.»

    «Non da solo, Carter. E potrai contare su una copertura. A meno che tu non abbia altri programmi.»

    Carter cercò di nascondere la delusione. Aveva sperato in ben altra proposta. Era intenzionato a cambiare vita e se Kincaid non voleva lasciarlo andare, forse era davvero arrivata l'ora di dare le dimissioni.

    «Sinclair?»

    Carter si drizzò a sedere di scatto. «Mi dispiace, capo, ma non posso accettare. Non m'interessa più...»

    «Lavorare sotto copertura. Lo so.»

    «Proprio così.»

    «Be', magari riesco a farti cambiare idea.»

    «No, capo. Non sono...»

    «Se fai un buon lavoro, poi ti prometto di assegnarti un tranquillo incarico dietro a una scrivania, se è quello che desideri. Ma solo se...» Kincaid non finì la frase.

    «Ho capito, ho capito.»

    «Allora? Credi di poter svolgere ancora un lavoro del genere? Non mi sembri così malmesso. Considerando la tua esperienza, in fondo si tratterà quasi di una vacanza.»

    Carter non ne era poi tanto sicuro, ma non aveva scelta. Fece un sospiro di rassegnazione. «Chi farà parte dell'operazione?»

    «Solo tu e l'autore del rapporto. Andrete in aereo fino a Burbank, dove affitterete un'automobile per poi recarvi al Kama Resort

    «Tutto qui? Un solo partner?»

    Kincaid si mise comodo. «Come dicevi prima, si tratta di una clinica del sesso. Potrete contare su una copertura esterna, ma sul posto opererete solo tu e l'agente Lowell.»

    «Lowell?» Carter si protese in avanti. Di sicuro aveva frainteso. «Non Tori Lowell.»

    Kincaid gli lanciò un'occhiata incuriosita. «Perché? La conosci già?»

    Domanda complicata. Per Carter, quella donna aveva sempre significato solo guai. «È stata mia compagna d'accademia a Quantico» tagliò corto.

    «È una brava agente. Da tempo chiede di svolgere un incarico sotto copertura. È stata lei a stendere il rapporto. E, visto il risultato, abbiamo pensato di accogliere la sua richiesta.» Kincaid gli gettò un'altra occhiata da sopra gli occhiali. «Allora, se la conosci già, sei al corrente anche della sua reputazione.»

    «Certo» borbottò Carter disgustato.

    «Bene. Perché sono certo che riuscirai a tenerla a freno. È la prima volta che svolge un simile incarico e non vorrei che si montasse la testa.»

    Carter si spazientì. «Le devo fare da babysitter?»

    Kincaid scosse la testa. «No. Solo dirigerla. Sei molto abile e ti assicuro che non abbiamo problemi a garantirti per il futuro l'incarico a cui aspiri.» Lo fissò serio. «Che ne dici?»

    Per un attimo Carter fu tentato di dirgli di trovarsi qualcun altro, ma poi il buonsenso prevalse. Accettare avrebbe significato realizzare la propria aspirazione a una vita diversa. Per un simile obiettivo poteva sopportare persino Tori Lowell. «D'accordo» mormorò alzandosi.

    Fu solo quando uscì dall'ufficio di Kincaid che si rese conto di quello che aveva accettato.

    Lui e Tori si sarebbero comportati come una coppia in cerca di nuove emozioni. E in una specie di clinica del sesso, per giunta.

    Sospirando si diresse quasi di corsa verso l'ascensore. Doveva allontanarsi da lì il più in fretta possibile, prima di ripensarci. In fondo c'erano mille motivi perché non mollasse e solo un'unica ragione per cui avrebbe voluto rinunciare.

    Tori Lowell.

    Sicuramente qualcosa era cambiato in quei tre anni. Nonostante quello che gli aveva detto Kincaid, Tori non poteva essere ancora la stessa donna competitiva, bella e sexy che l'aveva fatto impazzire a Quantico.

    Ne era stato attratto fin dal primo giorno in cui l'aveva incontrata. Tori era una donna molto brillante e ambiziosa, che l'aveva stimolato a lavorare più sodo, se non altro per rivalsa. Il suo successo all'accademia lo doveva in parte anche alla loro eterna competizione.

    Pur essendo una brava agente, Tori era anche una testa calda, come gli aveva appena ricordato Kincaid. Figlia di un famoso agente sotto copertura, non aveva mai fatto mistero di ambire a ricalcare le orme del padre a qualsiasi costo. Tre anni addietro, tutti i tentativi di Carter di uscire con lei erano miseramente falliti fino alla settimana prima dei test di fine corso, quando Tori aveva improvvisamente accettato di andare a ballare.

    Carter fremette nel ripensare a quella notte.

    Tori indossava per l'occasione un vestito nero e un paio di scarpe dai tacchi alti. Lui era felice ed eccitato e Tori sembrava compiacersene. Quando poi l'aveva abbracciata, lei non aveva protestato. Anzi.

    Sospirò al ricordo. Gli sembrava di sentire ancora le sue braccia intorno al collo e le sue labbra. Oh, il sapore delle sue labbra... Non gli era parso vero che quella splendida ragazza con cui era stato in competizione durante tutto il corso, ma che l'aveva anche tanto attratto, finalmente lo desiderasse.

    Si erano abbracciati a lungo teneramente, scambiandosi baci di cui serbava ancora vivo il ricordo. Ma poi, quando ormai sembrava che potessero passare a momenti di maggiore intimità, Tori si era improvvisamente ritratta con un sorriso. «Devo andare!» aveva esclamato.

    Era come se gli avesse dato uno schiaffo. Carter era stato troppo sorpreso per reagire. «Che cosa?» aveva chiesto. «Che cosa dici?»

    Lei aveva insistito. «Devo andare.»

    Si era liberata dall'abbraccio e, attraversata la sala, si era precipitata giù per le scale. Lui si era guardato intorno per vedere se qualcuno avesse notato lo strano comportamento di Tori, ma non c'era nessuno.

    Soltanto allora aveva capito quello che doveva essere successo. Doveva essere stato tutto un trucco. Tori aveva finto di volere una relazione con lui al solo scopo di distrarlo per abbassare i suoi risultati finali. Chissà poi perché se n'era andata. Forse non ce l'aveva fatta a concludere quella beffa. Oppure l'aveva fatto apposta per farlo impazzire.

    E adesso avrebbero dovuto lavorare insieme.

    Forse anche Tori non ne sarebbe stata così entusiasta. Tra l'altro, lui avrebbe dovuto badare che non si mettesse nei pasticci.

    Quando la porta dell'ascensore si chiuse dietro di lui, Carter appoggiò la fronte contro il freddo metallo.

    Maledizione, ripeté tra sé per l'ennesima volta. In che diavolo di guaio si stava cacciando?

    «Aquila Uno, qui è Pettirosso. Sono sul posto.» L'agente speciale Tori Lowell si nascose dietro alle cucine del Dumpster, situato in Hogan's Alley, nel centro della città, cercando d'ignorare il puzzo di cibo avariato e quant'altro, e attese il segnale di ricevuto da parte di Murphy.

    Non dovette aspettare tanto.

    «Ricevuto, Pettirosso.» Si sentì una scarica nel ricevitore. «Passo, parlino gli altri.»

    «Qui Pellicano. Sul posto. Niente di nuovo.»

    «Sparviero. Idem come sopra.»

    «Gabbiano. Qualcuno sta arrivando. Lo marco stretto.»

    Tori seguì tesa lo scambio d'informazioni con l'ausilio dell'auricolare. L'area dietro al Dumpster puzzava davvero parecchio. Lei avrebbe avuto voglia di abbandonarla per vedere che cosa stava succedendo, ma gli ordini impartiti erano stati chiari: non doveva intervenire a meno che non le venisse espressamente richiesto.

    Sospirò pesantemente, appoggiando la fronte contro il metallo arrugginito. Come diavolo poteva mettersi alla prova, se i suoi superiori non gliene davano l'occasione? Carter Sinclair stava lavorando sul campo da quando erano usciti dall'accademia. Non sembrava che la sua carriera avesse in qualche modo risentito di quella loro notte a Quantico.

    Strinse forte la mano intorno al tamburo della pistola, cercando di controllarsi. Era una brava agente tanto quanto Carter, forse addirittura più brava, eppure era stata relegata negli uffici. I suoi superiori avevano giustificato la cosa con la sua abilità nella ricerca.

    Tori non ci credeva. Era troppo brava per rimanere bloccata dietro una scrivania e forse era proprio tutta colpa di Carter. Aveva sbagliato ad accettare l'invito dell'aitante compagno e soprattutto a finire tra le sue braccia, complici il chiaro di luna e il vino.

    Al ricordo fece un lungo sospiro. Santo cielo, era stato fantastico. Almeno finché non erano stati visti. Non aveva mai

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1