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La villa dell'amore: Harmony Jolly
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La villa dell'amore: Harmony Jolly
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La villa dell'amore: Harmony Jolly

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About this ebook

Estate a Villa Rosa 1/4
Quattro sorelle e una villa nel cuore del Mediterraneo.
Venite a scoprire la romantica Villa Rosa.


Miranda Marlowe smette di pilotare aerei quando scopre di essere incinta e si ritira nella stupenda Villa Rosa per chiarirsi le idee: il padre del bambino è Cleve Finch, suo capo nonché suo grande amore da sempre.
Peccato che lui stia ancora piangendo la perdita della moglie...


Villa Rosa è nel pieno del suo splendore quando Cleve vi si presenta a sorpresa. Tra malintesi e rivelazioni, tra i due si svelerà un amore sincero e mai sopito.
Sarà sufficiente perché Miranda accetti l'inaspettata proposta di Cleve?

LanguageItaliano
Release dateJul 19, 2018
ISBN9788858985038
La villa dell'amore: Harmony Jolly
Author

Liz Fielding

Liz Fielding vive a Merlin's Fort, nel Galles, una terra leggendaria e disseminata di castelli. Sposata da quasi trent'anni con John, l'uomo che ha conosciuto quando lavorava in Africa, ha due figli e un gattone bianco e nero chiamato Rocky.

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    La villa dell'amore - Liz Fielding

    successivo.

    1

    Non devi aver paura.

    L'isola è piena di rumori,

    Suoni e dolci arie,

    Che danno piacere

    E non fanno male...

    William Shakespeare

    «Miranda...»

    Andie Marlowe afferrò il cappotto dall'attaccapanni, respirò a fondo e si stampò un sorriso di circostanza sulle labbra prima di voltarsi verso Cleve Finch, l'amministratore delegato della Goldfinch Air Services.

    Era passato quasi un anno dalla morte di sua moglie, che aveva perso la vita tragicamente in un incidente aereo. Il velivolo a sei posti che pilotava era precipitato a causa di alcuni uccelli entrati nel motore. Cleve non si era ancora ripreso dal lutto e il suo aspetto fisico ne dimostrava tutta la sofferenza: le guance scavate avevano reso gli zigomi affilati, il pallore della pelle era evidente nonostante l'abbronzatura e il suo fisico, un tempo atletico e prestante, era diventato scarno.

    «Cleve?»

    «Non sei in servizio questo pomeriggio?»

    «No. Ho sostituito Kevin lo scorso weekend e oggi sono libera.»

    «Lo so, però ho bisogno di un favore. Potresti concedermi un paio di ore del tuo tempo?»

    Il cuore di Andie mancò un battito. Cleve era il suo capo e il fatto che avesse bisogno di lei la riempiva d'orgoglio.

    «Sì, certo. Non morivo dalla voglia di andare a casa a stirare!»

    «Stirare? Ma è venerdì. Non dovresti prepararti per uscire con un uomo premuroso e galante?» le domandò lui, accennando un sorriso.

    «È difficile trovare degli uomini simili. Più che di appuntamenti, si tratta d'incontri che hanno un solo fine...»

    Lui inarcò le sopracciglia.

    «Tranquillo, non ho intenzione di affrontare questo argomento con te» replicò lei, scoppiando a ridere.

    Si era iscritta a un paio di siti d'incontri che organizzavano appuntamenti tra sconosciuti, nella speranza di levarsi dalla mente l'unico uomo che desiderava avere nel proprio letto e nella propria vita, ma non aveva funzionato. «La mia serata non si prospetta per nulla eccitante. A parte stirare, avevo in programma di andare al pub del villaggio a giocare a freccette con un gruppo di anziani. Sarò fortunata se troverò qualcuno che abbia meno di cinquant'anni.» Alzò lo sguardo e lo puntò sulla lavagna bianca per leggere il programma di volo. «Quale pilota si è ammalato?»

    «Nessuno. È che... Ha telefonato Imogen.»

    «Mia sorella?» replicò lei allarmata, mentre il pensiero correva alla gemella. Che cosa poteva esserle successo? Adesso Immy era felice, stava per sposarsi... «È accaduto qualcosa ai miei genitori?»

    «No» la rassicurò lui. «Scusa, non volevo farti preoccupare. Tua sorella ha telefonato per farmi sapere che il nuovo aeroplano...» s'interruppe, come se le parole gli si fossero bloccate improvvisamente nella gola. Il volto si fece più pallido del solito e la mascella si contrasse in una smorfia di dolore.

    Andie frenò l'istinto di andargli vicino, prendergli la mano e consolarlo. Sarebbe stato un gesto inappropriato e si congratulò con se stessa per essersi trattenuta. Lo guardò passarsi una mano tra i capelli che un tempo erano stati biondi, a cui adesso si mescolavano alcuni fili d'argento.

    Vederlo soffrire in quel modo era straziante per lei. Il Mayfly, l'aereo a sei posti sul quale si era imbarcata la moglie di Cleve, era stato costruito dalla Marlowe Aviation, la compagnia aerea fondata dalla famiglia di Andie agli albori dell'aviazione civile.

    La commissione d'inchiesta, dopo aver esaminato tutte le prove, aveva confermato che la causa dell'incidente era stata l'ingestione di uccelli nel motore e quindi aveva escluso qualsiasi tipo di errore umano.

    La tragedia nella tragedia era stato scoprire che Rachel era incinta di pochi mesi al momento della disgrazia. L'ipotesi avanzata dal coroner che lei potesse aver avuto un malessere a causa della sua condizione, provocando l'incidente, era stata smentita dalle prove raccolte.

    Al termine dell'inchiesta, la madre di Andie aveva convinto il marito a cedere la gestione della Marlowe Aviation alla figlia Immy e al suo fidanzato, decidendo di godersi un lungo periodo di vacanza in India, girandola in lungo e in largo su un pullman come una vecchia coppia di hippy.

    Cleve, invece, si era immerso ancora di più nel lavoro e non si era preso un giorno di ferie da quando era stato celebrato il funerale. Per qualche ragione si sentiva responsabile per l'incidente, era preoccupato per i suoi dipendenti, turbati dalla morte di sua moglie e temeva un fallimento della Goldfinch, la compagnia aerea che aveva creato dal nulla.

    Dal giorno della tragedia, era salito a bordo di un aereo sempre più di rado e Andie temeva che se Cleve avesse continuato a evitare il volo, non sarebbe più riuscito a pilotare.

    Una volta risolte le questioni legali e assicurative, lui aveva ordinato alla Marlowe Aviation un velivolo identico a quello sul quale si era schiantata la moglie.

    Superati gli ultimi controlli di rito, l'aereo adesso era pronto per la consegna.

    «Vado a prenderlo io» si offrì Andie. «Partirò con il treno, mi fermerò una notte in albergo e domani mattina sarò di ritorno.»

    «No» protestò lui, scuotendo la testa. «Ci sono delle procedure da completare e dei documenti tecnici da firmare.»

    «Non vedo il problema.»

    Andie sapeva come funzionavano certe cose. Aveva conseguito una laurea in ingegneria aeronautica e adesso si sarebbe trovata in qualche studio di progettazione se non avesse incontrato, il giorno del suo diciottesimo compleanno, Cleve in trattative con suo padre per l'acquisto di un velivolo. Lo aveva trovato subito affascinante, e lui, vedendola, le aveva promesso un lavoro se avesse ottenuto il brevetto di volo. A conferma delle sue intenzioni, Cleve le aveva dato un bacio che l'aveva fatta volare in alto, senza aver bisogno di alcun brevetto.

    Quando si era presentata da lui con il diploma in mano, Cleve si era congratulato, l'aveva abbracciata e aveva mantenuto la sua promessa, assumendola nella sua compagnia. Ma niente di più. Al dito portava una fede scintillante, segno che doveva essersi sposato da poco.

    La moglie, che si era accorta della sua cotta, le aveva sorriso in modo comprensivo, abituata probabilmente a respingere sciami di fanciulle invaghite dal marito.

    «Ho solo bisogno che mi porti in aereo fin là, Miranda. Se non puoi, mi arrangerò. Prenderò il treno e...»

    Andie non poteva mandarlo da solo. Immaginava il suo stato emotivo e preferiva stargli accanto per intervenire in caso di necessità. «Quando vorresti partire?»

    «Per te va bene se andiamo via adesso? Sempre che la tua serata possa essere rimandata... Oscar Tango è a nostra disposizione questo pomeriggio, o sbaglio?»

    «Sì, d'accordo. Se non mi presenterò, al pub tireranno un sospiro di sollievo» scherzò lei. «Domani sarei dovuta andare a casa, perciò ti accompagno volentieri. Immy mi sta tormentando perché vada a scegliere il vestito da damigella» sbuffò. «Sicuro di voler salire sul mio biposto?»

    «Sì» annuì lui, aprendole la porta mentre lei inviava un messaggio alla sorella confermandole l'appuntamento dalla sarta.

    «È rosa?» le domandò Cleve mentre attraversavano la sala di controllo per prendere il piano di volo.

    «Rosa?»

    «Il vestito.»

    Lei arricciò il naso.

    «Sono stato invitato al matrimonio e visto che tu sarai una delle damigelle, sono molto curioso di vederti indossare un abito elegante. È questo il motivo principale che mi spinge ad accettare l'invito.»

    Andie sollevò lo sguardo e intravide un lieve sorriso sulle sue labbra. Era così raro vederlo sorridere! «Sei molto spiritoso!»

    «Se poi sarà rosa con dei fronzoli non me lo perderò per nessuna ragione al mondo.»

    «Per favore... non dirlo nemmeno per scherzo.»

    «Mi auguro che il suo fidanzato abbia scelto un testimone che sia alla tua altezza, ragazza!»

    «Portia è la sorella maggiore.» E anche la più attraente. Non c'era uomo in grado di resistere al suo fascino. «Tocca a lei assicurarsi il testimone migliore. E se dovesse assomigliare allo sposo, glielo cedo volentieri. Posy e io ci accontenteremo degli uscieri.»

    «Il tuo futuro cognato non ti piace?»

    «Non ho mai detto niente del genere.»

    «Però hai fatto una faccia!»

    Lei scrollò le spalle. «Sposare la figlia del capo è un tale cliché, ma l'importante è che Immy sia convinta della sua scelta e che sia felice. Sembra che a papà lui vada a genio.»

    «Mi congratulo con lui. Tuo padre ha degli standard molto elevati.»

    «Mmh... sì...»

    Parlare di matrimonio con Cleve era piuttosto strano e imbarazzante e fu un sollievo quando si dovettero fermare nella sala di controllo. «Ti dispiace fare rifornimento di carburante mentre preparo il piano di volo?»

    Lui arcuò le sopracciglia. «Credevo che non permettessi a nessuno di prendere il tuo posto. Sei sempre tu a occuparti del carburante.»

    Andie scrollò le spalle. Cleve era l'unica persona alla quale permetteva di toccare l'aereo che suo padre le aveva regalato in occasione del suo diciottesimo compleanno e che aveva coinciso con il giorno in cui aveva conseguito la licenza di pilota di linea.

    Lo stesso giorno in cui Cleve l'aveva baciata.

    «Mi raccomando... non far gocciolare il combustibile sulla fusoliera» lo ammonì, porgendogli le chiavi.

    Lui ne approfittò per prenderle la mano e costringerla a guardarlo negli occhi. «È un onore per me fare le tue veci.»

    Andie lo fissò senza riuscire a respirare, persa nel suo sguardo magnetico. «Però pagherai con la tua carta di credito» lo provocò.

    Era pronta a dargli le spalle e ad allontanarsi, ma lui la tenne legata ai suoi occhi ancora per qualche secondo, poi annuì, afferrò le chiavi e se ne andò.

    «Vuoi prendere tu il comando?» gli domandò lei più per cortesia che per un reale interesse da parte di Cleve.

    Lui stimava le donne pilota – in fondo ne aveva sposata una – ma dal giorno dell'incidente di sua moglie aveva quasi smesso di pilotare, accusando i molti impegni che lo trattenevano in ufficio e che si erano intensificati da quando aveva aperto una nuova sede a Cipro. Si vociferava che quando saliva a bordo, lasciava volentieri i comandi al co-pilota.

    Dicevano che aveva perso il coraggio, che aveva i nervi a pezzi e che non si sarebbe ripreso mai più.

    Salito a bordo, chiuse gli occhi mentre Andie procedeva lungo la via di rullaggio.

    Dopo quaranta minuti di crociera, trascorsa nel più assoluto silenzio, Andie riportò con abilità il piccolo biposto a terra e lo guidò verso il parcheggio a lei riservato nel campo di aviazione della Marlowe.

    Prima di scendere, firmò il libro di bordo, lanciò un'occhiata al suo passeggero e lo precedette per andare incontro al capo ingegnere, che era stato avvisato del loro arrivo dalla torre.

    «Buongiorno Jack.»

    «Andie...» Lui le strinse la mano e la baciò sulla guancia. «Cleve...» lo salutò, appena lui li raggiunse. «È un piacere vederti» proseguì, colpito dal suo aspetto. Dimostrava più anni di quanti ne avesse.

    «Jack» replicò Cleve con un lieve cenno del capo, facendogli capire che non era interessato ai convenevoli.

    «Siamo tutti pronti. Ti stavamo aspettando.» L'ingegnere si schiarì la voce. «Andie... sarai curiosa di vedere le modifiche che abbiamo apportato all'ultimo modello del Mayfly.»

    Jack le stava chiedendo in modo indiretto di non lasciarlo da solo con Cleve. Il disagio era tangibile e lui non se la sentiva di gestire quel momento delicato da

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