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Un mese con il capo: Harmony Destiny
Un mese con il capo: Harmony Destiny
Un mese con il capo: Harmony Destiny
Ebook164 pages2 hours

Un mese con il capo: Harmony Destiny

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About this ebook

Samantha Thompson ama il suo lavoro, ma ha appena scoperto di amare ancora di più il suo capo. Quale donna, del resto, rimarrebbe impassibile di fronte alle qualità di uno come Blake Jarrod? Impegnato a gestire il Jarrod Ridge, il lussuoso resort di famiglia ad Aspen, e a occuparsi allo stesso tempo dei suoi affari, Blake è persino troppo perfetto per essere vero. E Samantha capisce che non può più lavorare al suo fianco come assistente, o il suo cuore soccomberà. Ma come la prenderà Blake? Forse le chiederà di dedicargli un ultimo mese del suo tempo, e lei dovrà riuscire a trascorrerlo senza finire in mille pezzi. O nel suo letto.
LanguageItaliano
Release dateMay 9, 2018
ISBN9788858982242
Un mese con il capo: Harmony Destiny
Author

Maxine Sullivan

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Un mese con il capo - Maxine Sullivan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Taming Her Billionaire Boss

    Silhouette Desire

    © 2010 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-224-2

    1

    «Che cosa ci fai qui?»

    Samantha Thompson rischiò di lasciar cadere la penna quando alzò la testa di scatto. La lampada sulla scrivania gettava luce sufficiente per permetterle di vedere il bell’uomo in piedi sulla soglia. «Blake, mi hai spaventata!»

    Il suo cuore non si calmò neanche dopo aver visto chi era, anzi, il battito accelerò mentre ne ammirava il corpo atletico, posto in risalto da uno smoking dal taglio perfetto. Il suo era il piglio autoritario di un uomo abituato a comandare. E quell’uomo era Blake Jarrod, proprietario delle Blake Jarrod Enterprises Las Vegas Hotels, e adesso amministratore delegato del Jarrod Ridge, il famoso resort che la famiglia possedeva ad Aspen, Colorado.

    Essendo da due anni la sua assistente, non c’era niente di insolito nel fatto che lei si trovasse nel suo ufficio alle dieci di sera. Non c’era niente di cambiato anche se adesso erano ad Aspen, a Villa Jarrod, e lei stava usando la scrivania del suo defunto padre. Aveva buoni motivi per giustificare la sua presenza lì.

    Ed erano motivi che riguardavano il suo capo.

    O quello che sarebbe diventato ben presto il suo ex datore di lavoro.

    «È tardi» disse lui interferendo, come era solito fare, nelle sue riflessioni.

    Samantha abbassò lo sguardo sulla lettera che aveva davanti, concedendosi un’ultima occasione di cambiare idea. Poi le tornò in mente quella sera. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato vedere una famosa attrice bionda flirtare senza pudore con Blake, che si era adeguato con palese soddisfazione, come se gli fosse dovuto.

    Samantha non poteva fargliene una colpa se voleva assaggiare quello che offriva il mercato. Il fatto era che anche lei voleva il suo piccolo assaggio di Blake. Di solito indossava abiti dal taglio severo, ma quella sera aveva optato per un cambiamento radicale. Aveva scelto un aderente abito da sera color crema, destinato ad attirare la sua attenzione, e aveva raccolto i lunghi capelli castani in uno chignon, mentre di solito li fermava alla base della nuca con un nastro, ma era ormai chiaro che tra lei e Blake non sarebbe successo niente.

    Non sarebbe mai successo niente.

    Se ne era resa conto quando lui aveva intercettato il suo sguardo e lei gli aveva rivolto il più affascinante dei suoi sorrisi, con il risultato che Blake era tornato a dedicarsi all’attrice senza degnarla di una seconda occhiata, respingendola proprio come aveva fatto Carl. Era stato allora che aveva preso una decisione. L’unica giusta per lei.

    «Sì, è tardi, Blake.»

    Troppo tardi.

    Lui si avvicinò alla scrivania, come se intuisse che c’era qualcosa che non andava. «Sbaglio o avevi detto che saresti tornata al Pine Lodge

    Era stata quella la sua intenzione. Aveva perfino aspettato nell’atrio della villa che l’addetto le portasse il suo SUV, con il quale tornare al cottage che occupavano al resort, lei nella propria camera e Blake nella suite padronale. Poi, le porte dell’albergo si erano aperte per lasciare entrare qualcuno, e la fredda brezza notturna l’aveva schiaffeggiata, gelandola fino al midollo osseo e ricordandole che, qualunque cosa indossasse o facesse, il suo capo non si sarebbe mai accorto di lei. Così, aveva fatto dietrofront e si era diretta all’ascensore privato che portava all’ufficio, nell’area riservata alla famiglia.

    «Prima dovevo fare una cosa» disse alla fine.

    C’era un’espressione guardinga nello sguardo di Blake. «È venerdì sera. Il lavoro può aspettare fino a domani.»

    Avevano lavorato tutti i sabati, cercando di tenere la situazione sotto controllo fino al momento di trasferirsi definitivamente ad Aspen. Evenienza che, per lei, non sarebbe più avvenuta. «Questa è una cosa che non poteva aspettare.»

    «Che cosa non può aspettare?» chiese Blake, socchiudendo gli occhi azzurri.

    Lei deglutì a fatica. «Le mie dimissioni.»

    Il lampo sconcertato che si accese negli occhi di Blake durò la frazione di un secondo. «Di che cosa stai parlando?» chiese, imperturbabile. Possedeva un autocontrollo perfetto, sempre. Soprattutto nei suoi confronti.

    «Per me è ora di cambiare, Blake.»

    «Perché?»

    La domanda la colpì con la violenza di un proiettile, ma Samantha riuscì a scrollare le spalle, con indifferenza. «Perché è così.»

    Appoggiando le mani sulla scrivania, Blake si protese verso di lei. «Che cosa significa, Samantha? Qual è il vero motivo per cui vuoi andartene?»

    A lei era capitato di tenergli testa per questioni di lavoro, ma quella era una faccenda personale.

    Scostò la poltrona dalla scrivania, si alzò sui dieci centimetri dei suoi tacchi e si diresse alla grande finestra ad arco posta alle sue spalle.

    Lo scenario offerto dal lussuoso resort aveva un fascino particolare in quel mese di ottobre. Racchiusa tra le alte vette, la cittadina di Aspen giaceva addormentata sotto una lieve brezza alpina, un mosaico di strade tortuose, caseggiati tipici e piazze. Per una ragazza della California del sud che adesso viveva a Las Vegas, quel luogo aveva qualcosa di esclusivo.

    Aveva un cuore.

    «È tempo che me ne vada» disse Samantha, dandogli le spalle.

    «Qui sei infelice?»

    «No!» sbottò lei, girandosi di scatto. Subito dopo si pentì, sapendo che doveva apparire incoerente e che lui non poteva non chiedersene il motivo.

    A essere sincera, si sentiva un po’ giù di morale da quando, alcune settimane prima, Melissa, la sorella di Blake, aveva annunciato di essere incinta. Era felice per lei, perciò non capiva la propria reazione. Comunque, da allora non era riuscita a scrollarsi di dosso la sensazione di essere un po’ depressa.

    «Allora, qual è il problema?» chiese Blake.

    Sei tu, il problema.

    Voglio che ti accorgi di me.

    Dannazione, ti voglio, punto e basta.

    Ma come si faceva a dirlo a un uomo che non si rendeva nemmeno conto che lei fosse una donna? Lei era la sua fidata assistente, e niente di più. Nei loro rapporti, non aveva mai sfoggiato le sue arti femminili. Aveva sempre mantenuto un atteggiamento professionale. E forse aveva sbagliato.

    Non che fosse innamorata di lui. Ne era fortemente attratta. Era un uomo eccitante e carismatico, al quale non costava alcuno sforzo sedurre le donne, anche se selezionava quelle che si portava a letto.

    Samantha voleva finire in quel letto con lui, tra le sue braccia.

    Oh, Dio, si colpiva nel segno affermando che lei non era mai stata al centro della sua attenzione. Fino a quella sera, una scintilla di speranza l’aveva aiutata a resistere, ma quando lui l’aveva respinta in modo del tutto inconsapevole, si era resa conto che, se avesse saputo quali sentimenti nutriva per lui, sarebbe cambiato tutto. Lei si sarebbe trovata in una situazione quanto mai imbarazzante, e lo stesso valeva per Blake. Impossibile lavorare in quelle condizioni. Sarebbe stata umiliata, proprio come era successo con Carl. Era meglio andarsene con la dignità ancora intatta.

    «Samantha?»

    Udire il proprio nome sulle sue labbra la colpì come non era mai successo prima. «Sai una cosa, Blake? Non mi hai mai chiamato Sam. Per te sono stata sempre Samantha.»

    Lui corrugò la fronte. «E questo cosa c’entra?»

    Tutto.

    Lei voleva essere Sam di tanto in tanto. Sam, la donna che aveva lasciato un’esistenza banale a Pasadena per buttarsi nell’eccitazione di Las Vegas dopo una storia sentimentale finita male. La donna che voleva avere una storia esclusivamente fisica con un uomo che ammirava, senza mettere di nuovo a repentaglio il cuore. Non Samantha, l’assistente personale che lo aiutava a mandare avanti l’ufficio e la sua vita, e che gli teneva tutto in ordine e pulito, proprio come piaceva a lui. Non riusciva a credere di aver pensato di aver avuto qualche possibilità con quell’uomo.

    Che adesso stava aspettando una risposta.

    «Ho i miei motivi per dare le dimissioni, e questo ti deve bastare.»

    «Qualcuno ti sta dando noie? Qualcuno della mia famiglia? Se è così, gli parlerò e troveremo una soluzione.»

    «No, la tua è una famiglia fantastica.» Samantha esitò un attimo, cercando una spiegazione plausibile. Inutile dire che non aveva previsto di trovarsi lì a scrivere le proprie dimissioni, né di essere sorpresa da lui. Era convinta che Blake sarebbe andato a fare il giro dei nightclub con Miss Hollywood. «Voglio qualcosa di più, d’accordo? Non c’è niente di personale. Il problema sono io.»

    Lui inarcò un sopracciglio. «Vuoi qualcosa di più di viaggi in prima classe e un posto meraviglioso dove vivere?»

    «Sì. In realtà, sto pensando di tornare a Pasadena per un po’.» Mentre lo diceva, Samantha pensò che, dopotutto, non era un’idea così malvagia. «Fino a quando avrò deciso che cosa fare in futuro.»

    «E così otterrai il di più che vuoi? Se non sbaglio, hai detto di aver lasciato Pasadena perché cercavi qualcosa di più eccitante.»

    Non poteva negare di averlo detto, ed era vero, cercava qualcosa di più delle settimanali lezioni di piano e dei weekend passati a fare shopping con le amiche, ma quattro anni prima c’era stato un altro motivo. Essendosi innamorata di un giovane architetto, che era partito per girare il mondo dopo che lei gli aveva confessato di amarlo, aveva deciso di dare uno scossone alla propria vita. E lavorare per Blake le aveva procurato quel genere di eccitazione senza risvolti sentimentali. Fino a quel momento. E anche adesso si trattava di attrazione sessuale, non di amore.

    Blake la inchiodò con il suo sguardo penetrante. «Mi eri sembrata piuttosto felice di trasferirti ad Aspen.»

    «Lo ero... lo sono, voglio dire...» Oh, accidenti. Si stava ingarbugliando. Quando Blake le aveva annunciato che tornava a casa, e che lei avrebbe dovuto seguirlo, ne era stata entusiasta. Il testamento del padre stabiliva che tutti i rampolli Jarrod dovevano fare ritorno al Jarrod Ridge per un anno se non volevano perdere l’eredità. Blake, essendo il maggiore – solo per pochi minuti rispetto al suo gemello, Guy – aveva accettato la sfida di gestire il resort.

    La prospettiva aveva elettrizzato anche lei e, negli ultimi quattro mesi, avevano fatto la spola tra Aspen e Las Vegas per sistemare le cose. Blake avrebbe conservato i suoi alberghi, ma avrebbe passato la maggior parte del tempo ad Aspen. Lei ne era stata molto felice. Fino a quella sera.

    Si schiarì la voce. «Tutta la mia famiglia e i miei amici sono a Pasadena. Mi mancano.»

    «Non sapevo che avessi degli amici.»

    Samantha fece una smorfia. «Grazie tante.»

    Lui ebbe un moto d’impazienza. «Sai che cosa intendo dire. Tu lavori e viaggi in continuazione con me e torni di rado a casa, tranne per le vacanze. Prima d’ora, i tuoi amici non sono mai stati una priorità.»

    «Immagino che le cose siano cambiata.» Grazie al cielo, Carl non era mai tornato e a lei era giunta voce che si fosse sposato con una ragazza inglese. Naturalmente, il tempo e la lontananza le avevano dimostrato che

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