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Lontano dal cuore: Harmony Collezione
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Lontano dal cuore: Harmony Collezione
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Lontano dal cuore: Harmony Collezione

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About this ebook

Era una trappola!

E lei c’era cascata come una stupida, illudendosi che cinque anni di lontananza e di "silenzio" bastassero a cancellare le ombre del passato. Adesso chi le ha teso il tranello farà sicuramente la seconda "mossa".

C’è ancora una via di fuga?
LanguageItaliano
Release dateMay 10, 2017
ISBN9788858965825
Lontano dal cuore: Harmony Collezione
Author

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Lontano dal cuore - Lynne Graham

    successivo.

    1

    Matt Finlay sorrise davanti all'espressione sconvolta di Frankie. «Sono convinto che il viaggio in Sardegna avrà uno scopo terapeutico. È un'ottima opportunità per fare i conti con il grande amore della tua vita e lasciartelo finalmente alle spalle.»

    «Santino non è stato il grande amore della mia vita!» protestò lei irrigidendosi.

    Matt si accigliò massaggiandosi la fronte. «Mi sembra di ricordare che ogni volta che lo vedevi ti tremavano le gambe e il tuo piccolo cuore iniziava a battere all'impazzata!»

    Un bicchiere di troppo durante una festa fra colleghi le aveva strappato quella confessione che adesso si ritorceva contro di lei. «Visto che ho passato i cinque anni peggiori della mia vita in Sardegna non è poi così strano che non abbia nessuna voglia di tornarci.»

    «Potresti risolvere tutto in quarantott'ore e tornare subito a Roma per goderti la tua vacanza. Del resto sei l'unica che ci può andare. Dan è ancora in Francia e la moglie di Marty è al termine della gravidanza...»

    Frankie avrebbe voluto insistere, ma la sua innata correttezza non glielo permise. L'agenzia di viaggi specializzata in affitti di case all'estero, di cui lei era un'importante azionista, negli ultimi tempi risentiva molto della concorrenza ed era meglio non peggiorare la situazione.

    Drizzando le spalle nel suo tailleur a pantalone color grigio fumo che non sminuiva la sua seducente femminilità, Frankie si lisciò i capelli dai bei riflessi ramati fissati sulla nuca da un fiocco di velluto e guardò Matt con i limpidi occhi verdi.

    «Inoltre sei anche del posto» ironizzò Matt con evidente soddisfazione. «Questo è un grande vantaggio.»

    «Io sono inglese» gli ricordò lei.

    «Ti incontri con il proprietario delle sei ville in Costa Smeralda, prendi accordi e, dopo avere fatto una firma, te ne torni a Roma. Chissà... Forse, quando rientri dalla vacanza, possiamo festeggiare con una cenetta romantica.» Le sorrise con fare allusivo e Frankie arrossì, confusa.

    Nonostante il loro rapporto di amicizia, negli ultimi tempi Matt aveva cercato di convincerla che fra loro poteva esserci qualcosa di più e alla fine la sua insistenza l'aveva fatta sentire a disagio, soprattutto perché, oltre a lavorare insieme, vivevano anche sotto lo stesso tetto.

    «Non credo» gli rispose con un sorriso forzato andando verso la porta e, rivolgendosi alla biondina seduta dietro una scrivania, aggiunse: «A volte tuo fratello è davvero insopportabile».

    Leight sorrise. «Sardegna?»

    «Lo sapevi?» Sulle prime Frankie si sentì tradita, ma era chiaro che il problema era solo suo. Nessuno dei suoi amici poteva infatti immaginare che cosa significasse per lei rimettere piede in quell'isola. E non c'era da stupirsene visto che non aveva mai raccontato tutta la verità su ciò che le era accaduto là. «Perché non mi hai avvisata?»

    «Voleva essere Matt a dirtelo. In fondo anticiperai solo di qualche giorno la tua vacanza in Italia» sottolineò Leight congedandosi con un sorriso per rispondere al telefono.

    Frankie salì con poco entusiasmo le scale che conducevano all'ampio appartamento che divideva solo con Matt da quando Leight si era sposata.

    L'agenzia in cui era socia da tre anni, grazie ai proventi di un'assicurazione che suo padre aveva stipulato a suo favore quando lei aveva sedici anni, si trovava al primo piano dello stesso edificio e, dal momento che lei passava gran parte del tempo in viaggio a gestire le varie proprietà e ad acquistarne delle nuove, quell'appartamento era la soluzione ideale.

    O almeno lo era stato finché Matt non aveva iniziato a mostrare il suo interesse per lei. Un interesse che, ovviamente, non era passato inosservato fra gli impiegati dell'agenzia.

    Frankie rabbrividì al ricordo di quanto potessero essere dannose le chiacchiere nate dal nulla, come aveva già sperimentato in passato, e si augurò che Matt tornasse presto a dare la caccia alle sue biondine con la minigonna e il sorriso smagliante, diverse da lei come il giorno dalla notte.

    Per distrarsi da quei pensieri chiamò casa dove la domestica passò la telefonata a sua madre.

    «Mamma? Partirò prima del previsto» le annunciò con tono di scusa.

    «Non credi di essere un po' cresciutella per chiamarmi ancora mamma?» cinguettò Della all'altro capo del filo. «Mi fai sentire un rudere.»

    «Scusa.» Frankie si morse un labbro contrariata dal costante disinteresse della madre nei confronti della sua vita. «Devo andare a...»

    «Scusami, ma ho un appuntamento dalla manicure fra neanche un'ora» la interruppe Della con una certa impazienza. «Chiamami quando torni.»

    Lei riagganciò con un sospiro senza nascondere a se stessa quanto quell'indifferenza avesse ancora il potere di ferirla.

    Frankie sbuffò esasperata. Era tardo pomeriggio e a quell'ora avrebbe dovuto trovarsi a bordo di un traghetto diretto a Genova invece che su una rumorosa Fiat 127, alle prese con una tortuosa strada di montagna che non le consentiva neppure di ingranare la quarta.

    E tutto questo perché il signor Megras, il proprietario delle ville di cui lei doveva occuparsi, non aveva accettato di incontrarla dove erano situate le proprietà.

    Un impiegato l'aveva accompagnata a visitare i suoi possibili acquisti e adesso doveva andare a trattare direttamente con il proprietario.

    Il posto era più lontano di quanto avesse creduto, ma in fondo era contenta di non avere accettato il passaggio di Pietro, l'impiegato dagli intensi occhi neri e dalla vorace sensualità tipica di quella terra.

    Storse le labbra. Benvenuta in Sardegna, Frankie... nel regno dell' uomo forte e della sposa bambina...

    Quella definizione le riportò alla mente ricordi che si affrettò a scacciare visto che le montagne nelle quali si stava addentrando erano le stesse dove era rimasta intrappolata per cinque lunghissimi anni che difficilmente avrebbe dimenticato.

    Si disse che adesso aveva ventun anni e che aveva il pieno controllo della sua vita, ma i ricordi non accennarono ad andarsene. Lo shock provocato dall'essere passata a soli undici anni dalla movimentata vita di Londra a uno sperduto paese nel cuore della Sardegna... Il terrore provato quando aveva saputo di dover restare presso quella famiglia di contadini che non la voleva neppure e l'angoscia sperimentata all'idea di non poter più rivedere Londra e sua madre... L'abbandono di suo padre, la solitudine, la paura e la terrificante sensazione di isolamento che l'avevano invasa all'improvviso... Tutto questo era ancora ben vivo in lei e non accennava a lasciarla.

    Sua madre, una modella, l'aveva concepita con il bel fotografo sardo Marco Caparelli a soli diciott'anni e il matrimonio che ne era derivato, a dir poco burrascoso, aveva finito per sgretolarsi definitivamente quando lei aveva solo otto anni.

    Da quel momento il padre era rimasto in contatto con loro saltuariamente. Compariva quando meno se lo aspettavano e non si faceva vedere quando sarebbe stato necessario. Un paio di volte aveva persino cercato di tornare in famiglia e lei aveva sperato con tutta se stessa di rivedere insieme i suoi genitori.

    Ma presto aveva dovuto fare i conti con la spiacevole realtà. Della si era innamorata di un altro uomo e aveva deciso di chiedere il divorzio suscitando un'aspra quanto inaspettata reazione da parte del marito respinto.

    Avevano così litigato violentemente e pochi giorni dopo suo padre era passato a prenderla a scuola promettendole una vacanza con lui. Le aveva mostrato una valigetta spiegandole che non era neppure necessario passare da casa e quando lei gli aveva chiesto se la mamma lo sapeva lui le aveva confidato un grande segreto.

    Presto sarebbero stati di nuovo insieme. Mentre lei era a scuola, mamma e papà avevano parlato e si erano messi d'accordo. Quindi nessun patrigno e... presto la mamma li avrebbe raggiunti in Sardegna...

    Respingendo con amarezza il ricordo di quella crudele bugia Frankie imboccò un'ennesima curva sulla tortuosa strada di montagna e, dopo aver superato un ponticello insicuro, individuò l'indicazione dell'albergo dove era diretta.

    «La Rocca» disse fra sé e sé sterzando per non in vestire un maiale mentre una nidiata di pulcini si disperdeva pigolando nella piazzetta polverosa.

    L'evidente povertà di quel paesino la fece rabbrividire riportandole alla mente un altro luogo, forse ancora più isolato, che aveva ancora il potere di rattristarla.

    Sienta, così si chiamava quell'insieme di casupole, era il paese dov'era nato il nonno paterno, un puntino nella mappa di un altro mondo.

    Il silenzio che regnava intorno non fece che accrescere la sua tensione. A quel punto c'era solo da sperare che l'albergo fosse decente, visto che probabilmente ci avrebbe dovuto passare la notte.

    Su un lato della piazza c'era un bar e lei vi entrò arricciando il naso all'acre odore di fumo che permeava l'ambiente in penombra.

    L'uomo corpulento dietro il bancone la guardò con aria indifferente.

    «Potrebbe dirmi dove si trova l'hotel La Rocca?» gli chiese in un italiano stentato.

    «Francesca...»

    Quel nome che non era più abituata a sentire e quella voce calda e avvolgente la fecero trasalire. Le ci volle un attimo prima di riuscire a girarsi, accettando di avere riconosciuto chi l'aveva chiamata e, quando lo fece, trattenne il respiro in modo innaturale.

    Santino Sanna emerse silenziosamente da un angolo buio del locale e Frankie deglutì percorsa da un brivido alla vista di quell'uomo, alto e distinto con l'elegante abito a giacca grigio scuro e l'impermeabile color ghiaccio sulle spalle. Una nota estranea alla sciatteria di quel locale dai tavoli rovinati e dalle pareti sudice.

    «Berresti qualcosa con me?» I due occhi scuri e luminosi, che lei non aveva mai dimenticato, percorsero la sua sottile figura con evidente interesse mentre una mano calda catturava la sua. «Oh... Sei gelata.» Santino si tolse il soprabito avvolgendoglielo attorno alle spalle mentre Frankie rimaneva immobile come un manichino con lo sguardo fisso su di lui.

    Oltre a sovrastarla di una spanna abbondante e a essere di una bellezza rara, quell'uomo emanava un fascino virile che difficilmente sarebbe passato inosservato a chiunque.

    E all'improvviso tutto ciò che lei aveva cercato di dimenticare negli ultimi cinque anni riemerse con una forza che la sconvolse.

    «È questo l'hotel La Rocca» mormorò lui.

    «Questo?» ripeté lei pensando di avere capito male.

    «E tu sei qui per incontrare il signor Megras?»

    «Come fai a saperlo?» Frankie spalancò gli occhi. «E che cosa ci fai qui?»

    «Perché non ti siedi?»

    «Sedermi?» gli fece eco lei fissandolo con i grandi occhi verdi come se si aspettasse di vederlo scomparire da un momento all'altro.

    «Perché no? Non vedo nessun signor Megras.» Santino prese una sedia per offrirgliela e il proprietario del bar si affrettò a pulire il portacenere sul tavolo. «Non vuoi fermarti un attimo con me?»

    Un debole raggio di sole, che entrava dalla finestra dietro di loro, illuminò i poster sbiaditi appesi alle pareti e il pavimento di pietra consumata dal tempo. L'istinto spingeva Frankie ad andarsene. Senza quasi rendersi conto di essersi mossa, si ritrovò vicino alla porta.

    «Hai forse paura di me?» chiese una voce alle spalle, facendola sussultare.

    Lei si bloccò sentendosi all'improvviso come la fragile adolescente che un tempo aveva ubbidito ciecamente a ogni ordine di Santino, così terrorizzata all'idea di perdere la sua amicizia che avrebbe fatto qualsiasi cosa.

    Si voltò, rispondendo a un desiderio che non

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