Scintille sotto la cenere: Harmony Collezione
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About this ebook
Quando Sienna incontra Adam Bannerman capisce subito di aver trovato l'uomo giusto, l'amore della sua vita. Con occhi luccicanti pronuncia Lo voglio! senza quasi rendersene conto, ma ben presto scopre che la realtà è diversa dai sogni. Adam ha testa solo per gli affari, non per la sua novella sposa, che finisce col restare a casa, sola, per giorni interi, e il loro matrimonio naufraga prima ancora di essere davvero cominciato. Ora, anni dopo, Sienna deve confessare ad Adam il segreto che gli ha nascosto per tutto quel tempo: non può continuare a mentirgli, anche perché ha assoluto bisogno di lui. Il riavvicinamento riaccende la scintilla del loro rapporto, ma ciò che li aveva allontanati non può che tornare a galla. Lei e Adam saranno in grado di rimettere in gioco i propri sentimenti?
Margaret Mayo
Tra le autrici piuù amate e lette dal pubblico italiano.
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Scintille sotto la cenere - Margaret Mayo
1
Il cuore di Sienna batteva all’impazzata mentre attendeva fuori dal prestigioso complesso residenziale, situato all’interno di un parco privato sulla riva del Tamigi. Solo dei miliardari potevano permettersi di vivere in quel luogo, anche se l’ultima volta che aveva visto Adam non poteva certo dire che lui facesse parte di quella categoria...
Aveva avuto coraggio a presentarsi lì, ma si sentì stranamente sollevata quando nessuno rispose al citofono, nonostante avesse perso tempo inutilmente. Stava quasi per andarsene, quando sentì la voce familiare di Adam: «Sienna?».
Fu come una sferzata sulla schiena. Sapeva per esperienza che quella voce poteva essere dolce come il miele o tagliente come la lama di un rasoio, e udirla in quel momento le procurò un fremito inaspettato.
Non aveva realizzato che quello di fronte a lei fosse un videocitofono che monitorava i suoi movimenti. Il pensiero che Adam fosse a conoscenza della sua presenza e che probabilmente l’aveva osservata mentre era in attesa le raggelò il sangue nelle vene. L’essere osservata a sua insaputa la metteva in una posizione di svantaggio.
«Adam?», chiese con una voce stridula e nervosa che lei stessa stentò a riconoscere, nonostante si fosse ripromessa di essere forte e decisa. Ma perché diavolo la faceva stare lì invece che aprirle il portone? Si stava forse divertendo alle sue spalle? O forse non voleva farla entrare...
In effetti, erano passati più di cinque anni dall’ultima volta che si erano visti. «Io... dovrei parlarti...», riuscì a dire nonostante la gola improvvisamente secca.
«Dopo tutto questo tempo? Interessante. Farai meglio a salire, allora», rispose con una voce profonda che la innervosì ulteriormente.
Il portone si aprì, e Sienna si ritrovò nell’ingresso principale della residenza, in un giardino perfettamente curato al di là del quale si trovava un altro videocitofono. Vedendolo sospirò, e premette il bottone. Le sembrò di aspettare per un’eternità, quando udì di nuovo la voce di Adam: «Sembri impaziente, Sienna».
«Ti stai divertendo?» chiese con tono accigliato. Si stava arrabbiando, e iniziava a pentirsi della sua decisione di rivedere Adam.
«Stavo tentando di indovinare il motivo della tua visita.»
«Non lo saprai mai se non mi fai entrare. Anzi, lascia perdere. Ho cambiato idea» disse oscillando sui tacchi vergognosamente alti. Aveva deciso di indossarli nella speranza che le avrebbero dato la sicurezza necessaria per fare quello che aveva in mente.
Stava tornando verso l’uscita quando Adam la chiamò. «Aspetta!» le disse aprendo la porta. «Ultimo piano. L’ascensore è a sinistra.»
Mentre ripeteva nella mente le brevi istruzioni, Sienna entrò in ascensore. In un attimo raggiunse l’ultimo piano del palazzo e si ritrovò in un ingresso con pareti di faggio, illuminato da faretti che emanavano una luce tenue e discreta. Il pavimento era fatto di lussuose piastrelle in varie gradazioni che andavano dal bronzo al verde oliva, mentre gli angoli ospitavano piante dalle foglie lucide e curate.
Si guardò nello specchio che si trovò di fronte: aveva un’espressione pietrificata. I suoi grandi occhi blu arrossati risaltavano ancora di più in contrasto con il viso pallido, e i capelli castani erano spettinati, nonostante li avesse spazzolati a lungo prima di uscire. E, come se non bastasse, il rossetto era del tutto sparito, dopo che si era torturata le labbra mentre aspettava impaziente al citofono. Non era quella l’immagine che voleva dare di sé, così si fermò un istante, respirò profondamente e cercò di abbozzare un sorriso. Si spazzolò velocemente i capelli, riapplicò il rossetto e, proprio mentre lo riponeva nella borsetta, Adam aprì la porta davanti a lei.
Sienna rimase di stucco: l’uomo di fronte a lei era completamente diverso da come lo ricordava. Una volta era stato fin troppo magro, ma ora aveva spalle ampie e muscolose, messe in evidenza dalla camicia di seta che indossava. La vita era ancora sottile, ma aveva cosce possenti, avvolte in leggeri pantaloni di lino.
Come avrà fatto a diventare così?, si chiese stupita. Doveva aver passato molto tempo in palestra, ma per come lo conosceva e per quello che aveva letto sui giornali non sembrava poter avere tempo per esercitarsi. Il lavoro era la sua ragione di vita, e se in una giornata ci fossero state più di ventiquattr’ore, lui le avrebbe passate seduto alla scrivania.
La mandibola pronunciata, con la sua fossetta appena sotto le labbra scultoree, era tesa. Gli occhi blu, fissi su di lei, erano protetti da folte sopracciglia nere. L’unica caratteristica che non era cambiata in lui erano i neri capelli ricci, spettinati come lo erano sempre stati; sfioravano il colletto della camicia e avevano chiaramente bisogno di essere sistemati.
«Sai Sienna, mi chiedevo se ti avrei mai rivista.» La voce profonda rimbombò nell’open space. «A dire il vero, sono curioso: come sapevi dove abito?»
Sienna alzò le sopracciglia. «Ultimamente sei su tutti i giornali. Ho fatto qualche domanda e ho avuto il tuo indirizzo.»
Era stato facile seguire il suo operato durante gli anni in cui avevano vissuto separati. All’inizio della sua carriera era stato un semplice costruttore, ma dopo poco aveva iniziato ad acquistare aziende sull’orlo del fallimento, per poi rimetterle in sesto e rivenderle con profitti esorbitanti. Era stato eletto businessman dell’anno più di una volta e, nonostante tutto, trovava anche il tempo per fare volontariato.
«Ho sempre pensato che avrei avuto successo» disse alzando le ampie spalle muscolose.
«Che modesto!» rispose brusca. «Ma a quanto hai dovuto rinunciare?» Il suo attaccamento al lavoro, e il bisogno smisurato di guadagnare, erano stati i motivi per cui l’aveva lasciato.
L’espressione di Adam si fece severa. «Sei qui per parlare del mio successo? O forse vuoi dei soldi? È per questo che non hai mai chiesto il divorzio, così potevi pretendere metà dei miei guadagni? Be’, mi spiace deluderti, Sienna, ma...»
«Non è quello il motivo per cui sono qui» rispose sulla difensiva, nonostante in cuor suo comprendeva il motivo per cui lui potesse pensarlo. C’erano donne che avrebbero fatto di tutto per avere i suoi soldi, ma a lei non importava. Non erano stati anni facili, ma non avrebbe mai e poi mai chiesto ad Adam un solo centesimo. Era una donna orgogliosa, ma non aveva mai chiesto il divorzio perché le piaceva l’idea di essere sposata. Se si fosse innamorata di un altro uomo lo avrebbe fatto, ma non era successo. Evidentemente anche Adam non aveva voluto sposarsi di nuovo, e ciò non la stupiva affatto: sapeva che gli piaceva la sua vita esattamente com’era.
Si guardò intorno, immobile nel lussuoso appartamento: il grande salone centrale era circondato da alte vetrate che davano su un ampio terrazzo. Il pavimento in ardesia ospitava numerosi vasi di piante e mobili di bambù con comodi cuscini. Sembrava più un giardino che un balcone, e la vista sul Tamigi era spettacolare; ebbe però il tempo di dare solo una rapida occhiata, prima di concentrarsi sulla stanza in cui si trovava. L’arredamento era minimalista, solo grandi divani di pelle marrone e tavolini di cristallo. Un grande televisore dallo schermo piatto era appeso al muro. Tutto era di colore neutro e la cucina aperta che si vedeva sul lato opposto era semplicemente meravigliosa.
Sienna non poté fare a meno di chiedersi se Adam si preparava da mangiare da solo o se ordinava cibo pronto, o se andava in uno dei tanti ristoranti che aveva visto lungo la passeggiata che costeggiava il fiume.
«Accomodati pure» le disse indicando una poltrona di pelle, ma lei scosse la testa.
«Preferisco andare fuori.» Nonostante il posto fosse immenso, si sentiva soffocare dalla presenza di Adam. Era una sensazione strana, considerando l’intimità che c’era stata tra loro, e che lei non aveva avuto con nessun altro uomo, né prima né dopo la loro relazione.
«Come preferisci» rispose facendole strada. «Ti va qualcosa da bere o preferisci dirmi subito il motivo della tua visita?» Il tono della sua voce era duro, e Sienna rabbrividì: Adam era cambiato. Era sempre stato un uomo determinato, che lavorava infaticabile fino a cadere stremato alla fine della giornata, ma ora sembrava si fosse indurito. Sicuramente non sarebbe arrivato nella posizione che occupava, senza essere privo di emozioni e completamente spietato. Grazie a Dio se ne era andata in tempo.
«Qualcosa da bere, per favore.» La sua gola era ancora incredibilmente secca, e aveva bisogno di bere qualcosa; la situazione le sembrava ora ancora più difficile di come se l’era immaginata.
«Caffè, tè, o un alcolico?»
«Sì.» Aveva bisogno di qualcosa di forte e inebriante, che le facesse rilassare i muscoli contratti, o sarebbe uscita da quel luogo senza nemmeno dire il motivo per cui ci era andata.
Quando aveva deciso di mettersi in contatto con lui non si era immaginata di trovarsi di fronte un uomo così sicuro di sé da metterla in una posizione di svantaggio. Sapeva che non sarebbe stato facile, e aveva ripetuto il suo discorso decine di volte, ma questo nuovo Adam rendeva tutto ancora più difficile. Le sembrava che lui si stesse prendendo gioco di lei, e che aspettasse solo il momento giusto per cacciarla fuori e dirle che non voleva aver niente a che fare con lei e con il motivo della sua visita.
«Sì a tutte tre le cose?» chiese perplesso.
«Voglio dire... vorrei qualcosa di forte.»
Adam serrò le labbra ma non commentò. «Vino? O brandy? Quanto forte è il tuo desiderio?»
Il suo sarcasmo non passò inosservato, e Sienna alzò lo sguardo, i suoi occhi azzurri su quelli più scuri di lui. Si era quasi dimenticata di quanto fosse bello, e per un breve istante sentì pulsare in mezzo alle gambe. Con orrore, cercò di soffocare quell’emozione: quella parte della sua vita era finita. Da quando lo aveva lasciato, Adam non l’aveva mai cercata, e ciò dimostrava quanto non gli importasse. Anzi, gli aveva permesso di lavorare ancora di più, ammassando una fortuna; Sienna non capiva perché la gente fosse così attaccata ai soldi, quando c’erano cose molto più importanti nella vita. Quell’appartamento, per esempio, non era nient’altro che uno status symbol: perché mai un uomo da solo aveva bisogno di vivere in un posto del genere? Si chiese se lo usasse per portarci delle amanti, anche se sui giornali non era mai stato ritratto con una donna al suo fianco. Doveva essere molto discreto, o forse il lavoro era rimasto la sua unica ragione di vita.
«Del vino sarebbe perfetto, grazie.»
Lasciata sola per qualche minuto, Sienna chiuse gli occhi, pentendosi di essere andata a cercarlo dopo tutti quegli anni. Avrebbe dovuto dirgli subito il motivo per cui era lì, e poi scappare; peccato che il buon senso sembrava averla abbandonata. Riusciva solo a pensare a come lo aveva guardato negli occhi, e al desiderio che aveva provato in quel momento, come in ogni istante di quando erano stati insieme. Adam era un amante eccezionale, capace di infiammarle il corpo con un calore che sapeva non sarebbe mai scomparso. Ma dopo il matrimonio era passato dall’essere il suo prode cavaliere, al lavoratore incallito che tornava a casa la sera talmente stanco da non avere quasi la forza di parlare prima di addormentarsi.
«Ecco qua.»
Grata che le avesse interrotto quei pensieri, Sienna aprì gli occhi: appena si posarono su quelli di lui, il suo corpo ebbe un nuovo fremito. Era ancora incredibilmente sexy, ed era chiaro che lei ne fosse molto attratta.
Maledizione! Aveva passato tutti quegli anni odiandolo profondamente, quindi perché ora sembrava essersi dimenticata di tutto? Non poteva trattarsi che di puro desiderio sessuale, di certo non ne era ancora innamorata. Come avrebbe potuto amare un uomo che dava più importanza al suo lavoro che a sua moglie?
Il vino aveva un aspetto invitante, e sembrava freddo al punto giusto. Guardò Adam versare quel liquido dorato, e quasi immediatamente un sottile velo di condensa si formò sulla parte esterna del bicchiere. Sollevandolo, Sienna passò un dito sul vetro freddo e umido. Adam la osservò con gli occhi socchiusi, come se avesse interpretato quel gesto come una carezza erotica, forse rivolta proprio a lui.
Bevve un lungo sorso, tentando di raffreddare il calore che provava all’interno, e quando abbassò il bicchiere notò con sorpresa che ne aveva bevuta quasi la metà.
«È così insopportabile starmi vicino?» Il tono burbero la fece voltare verso di lui, e vide labbra arcigne e occhi freddi come il ghiaccio. «Perché non dici subito che problema hai e la facciamo finita?»
Come avrebbe potuto? Prima dovevano sentirsi a proprio agio, e ubriacarsi certo non l’avrebbe aiutata.
«È proprio bello qui. Vivi con qualcuno?» chiese, cambiando discorso.
«Se mi stai chiedendo se ho una ragazza, la risposta è no. Dovresti conoscermi, Sienna: ho un solo amore, il mio lavoro.»
«Quindi non sei cambiato. Continui a lavorare senza tregua... ma perché? Quando hai tutto questo!» disse indicando il grande appartamento.
«È proprio quello il motivo per cui lavoro, per la sicurezza di essere circondato da cose preziose.» La fissò negli occhi. «Ho anche un pied-à-terre in Francia e un appartamento a New York. Possedere mi dà un senso di soddisfazione.»
«O forse hai talmente tanti soldi che non sai nemmeno come spenderli» rispose scocciata. Sembrava le stesse deliberatamente buttando addosso la sua ricchezza, per