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Una dottoressa nell'esercito: Harmony Bianca
Una dottoressa nell'esercito: Harmony Bianca
Una dottoressa nell'esercito: Harmony Bianca
Ebook162 pages1 hour

Una dottoressa nell'esercito: Harmony Bianca

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About this ebook

Il dottore dell'esercito Felicity Delaunay nutre una cieca fiducia nelle regole e nei rigidi principi che si è imposta per fare in modo che la propria vita segua i binari prestabiliti. Ma l'arrivo del Colonnello Ash Stirling sta per capovolgere il suo mondo, costringendola a rivedere ogni certezza.

Per dimenticare il turbolento passato e arrivare dove si è prefisso, Ash ha accettato di correre dei rischi, ma non ha mai superato certi confini. Come quelli della camera da letto di una collega, per esempio, non importa quanto bella e sensuale lei sia. Tuttavia, con Felicity è diverso: lei gli è entrata sottopelle come nessun'altra, e presto Ash scoprirà che per amore si può essere disposti a infrangere ogni regola.
LanguageItaliano
Release dateMar 20, 2019
ISBN9788858995013
Una dottoressa nell'esercito: Harmony Bianca

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    Una dottoressa nell'esercito - Charlotte Hawkes

    successivo.

    1

    «Allora, immagino che non hai mai ancora avuto il piacere di incontrare il Colonnello Gran Fusto

    Fliss smise per un attimo di tagliare le sue uova strapazzate con le posate di plastica e fissò l'amica con sguardo incredulo. Poi, dato il baccano provocato dalle centinaia di uomini presenti nel tendone-mensa dell'esercito, credette di avere sentito male. Di certo il suo ultimo turno di quarantotto ore aveva gettato nel caos la sua immaginazione.

    «Puoi ripetere? Per un momento ho pensato che avessi detto Colonnello Gran Fusto

    «Sì, l'ho detto.» La sua amica sorrise maliziosa. «E volevo anche aggiungere che sta scalando a poco a poco tutta la gerarchia militare. A quanto pare fino a qualche mese fa era Maggiore Gran Fusto

    Fliss sbuffò. «Maggiore Gran Fusto? Davvero le persone lo chiamano così, Elle?»

    «Giuro.» L'amica alzò le spalle. «Fino al punto che non ho idea di quale sia il suo vero nome. Ma ti posso assicurare che una gran parte dell'accampamento si sta agitando parecchio per il suo arrivo, uomini e donne, anche se per ragioni diverse. A quanto pare, è anche una persona che va spesso contro le regole, perché ha rischiato la vita per i suoi uomini in varie occasioni.»

    Non convinta, Fliss arricciò il naso.

    «Non ho sentito nessun segnale di agitazione. Neppure un singolo fremito.»

    «No, be', certo... tu non badi ai pettegolezzi, e tutti quelli che ti conoscono sanno che è meglio non parlare di nulla con te, a meno che non si tratti di argomenti strettamente correlati all'esercito, preferibilmente di ambito medico.»

    «Non è vero, io... li faccio i pettegolezzi.» Fliss annuì con incertezza, senza rivelare che era stata sul punto di commentare che in realtà sarebbe stato inappropriato per qualunque colonnello, Gran Fusto o meno, avere qualsiasi tipo di relazione con qualcuno dell'accampamento.

    Lo sbuffo canzonatorio dell'amica disse tutto.

    «Fliss, tu non vuoi fare pettegolezzi sulla tua vita privata. E men che meno sui tuoi colleghi militari.»

    «Non sono d'accordo. Tanto per cominciare ciò che stiamo facendo in questo momento è spettegolare.»

    «No, sono io che spettegolo mentre tu mi ascolti, e stavi quasi per dire qualcosa del tipo: Be', le relazioni interpersonali tra le truppe non sono opportune perché compromettono l'integrità di un reparto

    Colta in flagrante, Fliss poté solo arrossire mentre la sua amica rideva con affetto.

    Alzò la testa. «Be'... è vero.»

    «Fliss, sai che ti voglio bene. Infatti, se tu fossi un bastoncino di zucchero caramellato, avresti stampato ovunque Regole e Regolamenti dell'esercito

    Fliss fece un respiro profondo, frustrata. Era sempre stata conosciuta come la seria Fliss, l'imbranata Fliss, la perfettina Fliss. Non poteva farci niente, era radicato in lei. Senza dubbio era il risultato di essere stata cresciuta, dall'età di otto anni, da uno zio che era un uomo dell'esercito fino al midollo, e che credeva nell'altissima reputazione dell' esercito britannico manifestando quella convinzione col suo forte senso della disciplina, i suoi valori e la sua etica.

    E lui aveva seminato quei principi anche in lei. Non che Fliss se ne lamentasse... Quello zio così integerrimo e virtuoso era stato il suo salvatore, la sua roccia, nel corso di tutta la sua vita. L'unica persona che non l'aveva mai vista come un peso, ma come una ragazza intelligente – seppur timida – e con grandi potenzialità. L'unica persona che non l'aveva respinta. Suo zio aveva trascorso venticinque anni a sostenerla e incoraggiarla. Ed era stato orgoglioso di lei quando infine aveva realizzato il suo sogno di diventare un medico del Pronto Soccorso dell'esercito, proprio come lei era immensamente orgogliosa che ora lo zio fosse uno dei più decorati generali e lei potesse dire di essere sua nipote.

    Infilzando un boccone delle uova strapazzate che aveva scelto per colazione, Fliss se lo mise in bocca, ma si sentiva stringere un po' troppo la gola per poter deglutire. Non era la prima volta che avrebbe voluto poter dimenticare i propri trascorsi. Sarebbe stato bello per una volta non essere la seria, affidabile Fliss che subito valutava tutte le implicazioni di ogni situazione, e assomigliare invece di più alla sua amica Elle, che era sempre capace di farsi una risata spensierata, con un atteggiamento solare che la rendeva popolare ovunque andasse.

    «Vai avanti, allora...» Fliss si stampò un sorriso allegro sulle labbra. «Raccontami di più del Colonnello Gran Fusto

    Non le sfuggì lo sguardo sospettoso sul volto dell'amica, che però non le fece domande.

    «Okay. Allora, pare che negli ultimi anni sia stato maggiore di Fanteria in prima linea nelle zone di guerra, con turni di servizio che avrebbero steso chiunque; inoltre, come ti ho detto, ha la reputazione di andare contro le regole, il tipo di uomo che figurerebbe bene come protagonista in un film di Hollywood. In più, Gran Fusto ha il genere di curriculum pieno di encomi militari che renderebbe invidiosi i generali e gli ammiragli più decorati.»

    «E ora è colonnello in una zona non di guerra?» Fliss sembrò dubbiosa. «Bloccato all'interno dei confini di un posto come Camp Razorwire e costretto a lavorare dietro una scrivania tutto il giorno invece che darsi da fare sul campo di battaglia... Non credo gli piacerà.»

    Si ricordava ancora l'anno in cui suo zio era stato promosso da ufficiale di campo a un grado più elevato, solo per ritrovarsi poi a trascorrere la maggior parte del suo tempo in caserma. Suo zio aveva trovato difficile il cambiamento e Fliss aveva sofferto nel vedere la sua frustrazione.

    «Be', se metà delle donne single del contingente decideranno di provarci con lui, penso che sarà troppo impegnato a difendersi da imboscate di natura non militare per avere il tempo di sentire la mancanza di essere in prima linea.»

    «Ma quelle donne sono dei soldati professionisti!» Fliss corrugò la fronte, consapevole di apparire un po' bacchettona con quell'affermazione, ma non poté farne a meno.

    «Certo, ma sono appunto anche delle donne» le fece notare Elle con naturalezza, visto che era abituata alle opinioni intransigenti di Fliss. «Donne single, che sono qui a rotazione per un periodo di sei mesi. Hanno il diritto di flirtare un po' nel loro tempo libero.»

    «Finché non va tutto a rotoli...» ribatté Fliss, tuttavia un piccolissimo dubbio si era ormai insinuato in lei. I ragionamenti di Elle stavano iniziando a sembrare un po' troppo taglienti.

    «Per esempio» proseguì l'amica, «se due ufficiali... diciamo come te e... non so, un certo nuovo colonnello... dovessero... hai capito, no? Be', basta che siano discreti, che male potrebbero fare?»

    «Lo sapevo» esclamò Fliss, facendo cadere le posate di plastica sul piatto di carta. «Lascia perdere, Elle. Non è proprio nel mio stile.»

    «Perché no? Perché non l'hai mai fatto prima? E allora? Forse questo è il tuo momento di cimentarti in qualcosa di folle. Soprattutto adesso che quell'idiota del tuo ex si è tolto di mezzo.»

    Fliss sentì un forte peso al petto. Non era proprio tristezza, ma un senso di... fallimento. Si sforzò di ignorarlo. «Non sembra proprio il tipo di uomo che farebbe al caso mio» disse all'amica. «E poi, ti prego, non nominarmi Robert.»

    «Va bene. Ma da quello che ho sentito, Gran Fusto è il tipo che va bene a tutte.»

    «Non a me.»

    Infatti sembrava essere l'esatto opposto del suo ex fidanzato. Robert era stato un compagno serio, stabile, affidabile. Era rimasta attratta da lui per il fatto che, come lei, dedicava anima e corpo alla carriera, ed era motivato nel raggiungere i suoi obiettivi. Fliss aveva pensato che fossero una coppia perfetta. Una coppia logica. Una scelta pratica.

    E guarda invece dove mi ha portato.

    «Be', se c'è qualcuno che potrebbe essere immune all'Effetto Gran Fusto quella sei tu» scherzò Elle. «Probabilmente tu sei la persona più di sani principi che io conosca.»

    «Certo, certo, l'Antiquata Fliss.» Quel vecchio soprannome le uscì dalle labbra prima che avesse il tempo di rifletterci. «Me lo ricordo.»

    «Da dove era saltato fuori?» esclamò Elle. «Non sento nessuno chiamarti così dal primo anno di università.»

    Le guance di Fliss diventarono rosse. Non avrebbe voluto che Elle capisse che lei, dopotutto, si sentiva una persona vulnerabile. Era una debolezza di cui non andava fiera e che non voleva lasciar trapelare nemmeno di fronte alla sua migliore amica.

    «Brody Gordon» borbottò Fliss. «Quel tipo era un idiota. Non so nemmeno perché te ne ho parlato. Dimenticatelo, okay?»

    Chinando la testa, ricominciò a fare colazione, ma non aveva più tanto appetito. Avrebbe dovuto sapere che la sua amica non avrebbe lasciato correre.

    «Ha a che fare con Bob il Conservatore?» domandò Elle, colpendo nel segno.

    «Non chiamarlo così» ribatté Fliss, cercando di mantenere un tono di voce calmo e di non dare troppa importanza all'argomento. Ma Elle era come un vero segugio quando fiutava la preda. «È un chirurgo rispettabile e un brav'uomo.»

    Elle non se la stava bevendo.

    «È anche noiosissimo. Tutto quello che faceva era anche così terribilmente prevedibile.»

    «Rompere con me via lettera mentre io ero bloccata qui, a Camp Razorwire, nel bel mezzo del niente, non è stato affatto prevedibile» sottolineò Fliss.

    «Okay, ma a parte questo, era del tutto senza carattere. E prima che tu mi risponda che ho torto, dimmi se perderlo ti ha spezzato il cuore.»

    Quando pensava a Robert, provava una certa agitazione che le opprimeva il petto, insieme a qualcos'altro... qualcosa che non voleva identificare.

    «Non essere così melodrammatica.»

    «Stai svicolando» commentò Elle, senza essere scortese. «Ammetti che ti si è spezzato il cuore quando hai letto le sue parole, e che sei corsa al telefono per chiamarlo e scoprire cos'era andato storto.»

    «Sai che non l'ho fatto» borbottò Fliss, agitata.

    «Allora dimmi che lo ami, che ti manca, che non sai come andare avanti senza di lui.»

    Lei sapeva che cosa stava cercando di farle dire Elle, ma non era così facile da esprimere a parole.

    «Solo perché non sono in preda alla disperazione non significa che non amavo Robert a modo mio. Non significa che non sono stata ferita.»

    Eppure non riusciva ancora a spiegarlo alla sua amica. No, la loro non era stata una grande storia d'amore come quella che univa Elle al suo fidanzato e amico d'infanzia, tuttavia era stata soddisfacente. Robert non l'aveva guardata con vergogna come avevano fatto i suoi genitori, e non si era mai infuriato con lei come aveva fatto sua madre. La vita con Robert era stata prevedibile, sì, ma Fliss l'aveva apprezzata.

    L'aveva fatta soffrire leggere la sua lettera e scoprire che persino Robert aveva bisogno di più da una relazione e che, come gli altri, la trovava troppo distante sul piano emotivo. La cosa peggiore era che sapeva che lui aveva ragione. Aveva scelto Robert perché aveva pensato che avessero gli stessi obiettivi nella vita e perché si era illusa che non potesse ferirla. Così quella lettera le era sembrata un'eco dolorosa di quando era stata respinta durante l'infanzia.

    «Tenevo a Robert» rispose Fliss con calma. «Ma non sono mai stata innamorata di lui, e non è colpa sua se non sono riuscita a dargli di più. È solo colpa mia. Non ho quella capacità, Elle. Non sono fatta per la passione, le emozioni e l'amore intenso.»

    «Sciocchezze» sbuffò Elle. «È solo che non hai incontrato il ragazzo giusto. Fidati di me, quando ti capiterà, ti dimenticherai di tutte queste tue stupide regole e paure. Quando troverai quello giusto, lo capirai subito.»

    «Come te e Stevie?» disse piano Fliss.

    Un'ombra inaspettata si posò veloce sul volto della sua migliore amica, che sembrò subito distante chilometri da lì.

    Fliss, preoccupata, le

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