Le ombre della principessa: Harmony Collezione
By Maisey Yates
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About this ebook
Nonostante l'abbandono della sua promessa sposa, i bene informati sostengono che il principe Rodriguez Anguiano non abbia lasciato la reggia di Santina a mani vuote... La principessa Carlotta ha vissuto per molto tempo lontana dai riflettori, ma ora finalmente si appresta a riprendere il posto che le spetta proprio grazie alle imminenti nozze con il principe spagnolo. Le sorprese a palazzo, però, sembra non siano finite qui: si vocifera infatti che oltre a una nuova fidanzata, con Carlotta Rodriguez si sia procurato anche un erede!
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Le ombre della principessa - Maisey Yates
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Princess From The Shadows
Mills & Boon Modern Continuity
© 2012 Harlequin Books S.A.
Special thanks and acknowledgement are given to Maisey Yates
for her contribution to The Santina Crown series
Traduzione di Velia De Magistris
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-859-5
1
«Cosa significa, è andata via?» Il principe Rodriguez Anguiano osservò incuriosito Eduardo, re di Santina e suo futuro suocero. Avrebbe potuto giurare che gocce di sudore gli imperlavano la fronte.
Il vecchio sovrano era noto per essere temibile, duro e inflessibile. Che in quel momento fosse notevolmente a disagio era un fatto quanto meno inaspettato. E sicuramente interessante.
Il re Eduardo si schiarì la voce. «Esattamente quello che ho detto. Sophia è andata via. Con un maragià.»
Un sorriso incurvò gli angoli della bocca di Rodriguez. «Un maragià? Ma sposare un principe non è abbastanza per alcune donne? Ambiscono a un titolo... più esotico?»
Il viso del monarca si oscurò. «Lo ha fatto senza il mio permesso, ovviamente» precisò.
«Deduco, considerando la fuga della mia promessa sposa, che le mie nozze siano cancellate?» commentò Rodriguez, provando una grande sensazione di sollievo. Era stato anche pronto a portare a termine quel progetto, ma onestamente senza alcun entusiasmo.
Considerava il matrimonio alla stregua di una prigione, nella quale si sarebbe rinchiuso solo per la questione degli eredi. Certo, Sophia Santina era una bella bruna dotata di un grande fascino, ma anche quel tipo di avvenenza con il tempo sarebbe sbiadita. Nessun rimpianto, dunque. Ora poteva tornare a Santa Christobel e festeggiare lo scampato pericolo con una bionda. O con una rossa. Forse con entrambe.
Veniva da sei lunghi mesi di astinenza, dovuti alla necessità di presentarsi alla sua futura moglie con una cartella clinica immacolata. Ma ora che le nozze erano sfumate, quei sei mesi erano stati solo una tortura ingiustificata.
«Padre?»
Sollecitato dalla melodiosa voce femminile, Rodriguez si voltò. Una delle figlie di Eduardo era in piedi sulla soglia della porta. Aveva capelli lisci e castani tagliati in uno stile pratico e semplice, come lo era del resto il suo abbigliamento. Pantaloni chiari a gamba larga, un top bianco senza spalline, ai piedi un paio di ballerine. Sembrava uscita dalle pagine di un catalogo di vestiario casual. Snella e alta, il suo viso era grazioso benché privo di trucco.
«Scusami» riprese lei, chinando la testa. «Non sapevo che fossi impegnato» aggiunse prima di girarsi per tornare sui suoi passi.
«Carlotta?»
La donna si voltò di nuovo. Aveva gli occhi verdi, notò Rodriguez.
«Sì, padre?»
«Resta per qualche momento. Ti presento il principe Rodriguez Anguiano. Il fidanzato di tua sorella Sophia.»
Lei lo guardò, il volto privo di espressione. Era un atteggiamento strano, contenuto, persino modesto, tuttavia percepì qualcosa al di sotto. Qualcosa che lei era intenzionata a non rivelare.
«Incantato» affermò Rodriguez sorridendole. «Anche se non sono certo di essere ancora il fidanzato di Sophia, poiché è fuggita con un maragià.»
Carlotta sbatté le palpebre, poi rivolse al padre uno sguardo preoccupato. Ovviamente lo temeva, pensò, anche se ai suoi occhi un individuo come il re Eduardo – tutto fumo e niente arrosto – non poteva fare paura a nessuno. Sua figlia però sembrava di parere contrario. «Quindi io non ho più una fidanzata» continuò rivolto al re, «e noi due non abbiamo più un contratto matrimoniale da definire.»
Carlotta bilanciò il peso del corpo da un piede all’altro. «Posso andare?»
«No» disse il re.
«Per quello che mi riguarda, non è costretta a restare» si sentì in dovere di sottolineare Rodriguez, divertito dalla situazione. Quale donna adulta chiedeva al padre il permesso per fare una qualsiasi cosa? Sicuramente non la sua ex futura moglie, Sophia Santina. Ma era ovvio che la sorella fosse di una pasta del tutto diversa.
«Devo telefonare a Luca prima di...» provò ancora lei.
«Ho detto, resta» tuonò il sovrano, senza nemmeno provare a nascondere la sua tensione. «Fammi questa cortesia» aggiunse in tono più conciliante.
La donna chinò di nuovo il capo, e Rodriguez avvertì un moto di ira. Detestava uomini del genere. Uomini che usavano il proprio potere contro i più deboli, persino contro i propri figli.
«Io qui non ho più nulla da fare» ragionò. «Lei non ha più una moglie da propormi, Maestà, dunque io non ho motivo per restare» concluse.
«Mi dica, Rodriguez, lei nutre dei sentimenti per Sophia?» volle sapere il re.
«Sa bene che non è così. La conosco a malapena.»
«Allora era del suo titolo che aveva bisogno? Non di lei?»
In effetti non poteva interessargli di meno chi avrebbe sposato, posto che la donna in questione fosse fertile, aristocratica e in grado di salutare graziosamente il popolo dal balcone.
«Giusto» confermò Rodriguez.
«Allora ho una moglie da proporle» dichiarò Eduardo. «Può avere Carlotta.»
Attonita, Carlotta guardò prima il principe, poi il re. Sicuramente doveva avere problemi di udito, pensò, perché aveva creduto di sentire suo padre darla a quell’uomo. Quasi lei fosse un oggetto. Un regalo per il principe in visita.
Perché poi si sorprendeva tanto? Suo padre riteneva già che si fosse data via per nulla, e spontaneamente.
Continuò a fissare Eduardo, fin quando il silenzio divenne assordante.
Infine Rodriguez rise. «Uno scambio?»
«Un modo per onorare il nostro accordo» precisò il re.
Probabilmente gli occhi stavano per schizzarle fuori dalle orbite, ragionò Carlotta chiudendo la bocca. Non si era neanche resa conto di averla spalancata.
La fuga di sua sorella l’aveva sconcertata, specialmente perché era importante per Santina stringere un’alleanza con Santa Christobel. Sicuramente però non aveva previsto di essere coinvolta in quella faccenda. Non in quel modo, almeno.
Rodriguez le scoccò un’occhiata di superiorità.
«Non ho alcuna intenzione di prendere come moglie una donna che quasi perde i sensi al pensiero di diventare la mia sposa» dichiarò. «Sono sicuro che potrò trovare una candidata che non si senta offesa anche solo dalla mia presenza. No, Maestà, noi due non abbiamo più un accordo da onorare.»
Detto ciò, si girò e uscì, lasciando Carlotta sola con il padre.
Un nuovo tipo di silenzio li avvolse. Uno che vibrava di rancore e che riecheggiava quel disappunto che le gravava sull’anima, che le stringeva la gola minacciando di portarle via il respiro.
Conosceva la sensazione. L’aveva già provata prima, esattamente in quella stanza.
Circa sei anni prima era lì, nello studio di suo padre, le ginocchia che le tremavano, la testa bassa, un rivolo di sudore gelido che le scendeva lungo la schiena.
Sono incinta.
Due parole pronunciate con un filo di voce, seguite dal minuto di silenzio più atroce di qualsiasi altra esperienza della sua vita.
Fino ad adesso. «Padre, io...»
«Carlotta» la interruppe il re, «dopo tutto quello che ho fatto per te, tu non puoi fare questo per me? Per il tuo Paese? Proprio tu, che hai gettato il disonore sulla tua famiglia, sul tuo popolo?»
«Io... ero venuta solo per dirti che devo partire questa sera stessa» mormorò Carlotta, incapace di replicare alle affermazioni del padre. Perché facevano male. Perché erano vere. «Luca mi aspetta, e tu mi proponi di sposare un principe! Io non...» Scosse la testa e tentò di reprimere un brivido di panico. «Cosa ti aspettavi da me?»
Eduardo abbassò lo sguardo sulle mani che aveva appoggiato alla grande scrivania. «Magari che tu avessi capito quanto è importante tutto questo» ragionò. «Che avessi finalmente capito qual è il tuo dovere. Dopo che i giornalisti hanno scritto articoli infamanti sulla nostra famiglia, grazie a tuo fratello. Dopo che la stampa ha reso pubblica la tua vergogna.»
Carlotta sentì fiamme di collera avvolgerla.
Luca non era certamente la sua vergogna, e non lo sarebbe mai stato, anche se qualche cronista senza scrupoli aveva tentato di farlo apparire come tale.
Il Bastardo di Santina, forse era stato il titolo più gentile al tempo della nascita di Luca. Almeno però i giornalisti non conoscevano tutta la storia. Non sapevano quali peccati lei fosse in grado di commettere quando perdeva il controllo.
E non lo sapevano solo per merito di suo padre.
Un pensiero che riaccese i sensi di colpa.
Giusto in tempo.
«Ho sempre creduto che tu avresti fatto grandi cose» proseguì Eduardo. «Questa è la tua possibilità di dimostrarmi che avevo ragione.» Sollevò la testa e la guardò dritto negli occhi. «Tu sei la mia figlia preferita. Ho fatto di tutto pur di proteggerti, pur di impedire alla stampa di entrare in possesso dei dettagli sulla nascita di Luca. Davvero credi che adesso io ti stia chiedendo troppo?»
Carlotta avvertì una sensazione di soffocamento, come se il nodo che le serrava la gola divenisse più stretto a ogni parola pronunciata dal padre. Quella era un’altra ragione per cui evitava Santina. La sua famiglia. Gli obblighi che comportava il suo ruolo di principessa. Quell’orribile, devastante senso di colpa.
Tornare a casa era stato un errore, decise. Non apparteneva più a quell’ambiente. Si era tenuta in disparte per tutta la durata della scintillante festa di fidanzamento, incapace di prendervi davvero parte. Incapace di stabilire un qualche rapporto con i futuri parenti di suo fratello Alex, i Jackson, e con il loro stile rozzo e privo di classe. In un certo senso, li invidiava. Non dovevano preoccuparsi per le apparenze. Anzi, non si preoccupavano di niente.
Lei invece sì.
La sua vita era decisamente più facile a casa sua, sulla costiera amalfitana, dove era soltanto la mamma di Luca.
Quello però era un sogno. Un sogno dove aveva trovato rifugio quando era incinta, sola e spaventata. Quando il suo cuore era a pezzi e i giornalisti le davano il tormento.
Era stata debole allora, ma non le era stato possibile crogiolarsi in quello stato di vulnerabilità. Per il bene di Luca, e per la sua stessa sopravvivenza, aveva dovuto ritrovare dentro di sé la forza per andare avanti.
Tuttavia, al cospetto di suo padre tornava a essere la pavida ragazza che un tempo era stata. Quella che aveva desiderato compiacerlo più di ogni altra cosa. Che aveva sperato solo di fare sempre la cosa giusta. E ora, con tutto quello che stava succedendo – la defezione di Sophia, il matrimonio di Alex – forse era arrivato il momento della sua redenzione. Ora poteva essere la figlia che suo padre aveva sempre creduto potesse essere.
Carlotta si inumidì le labbra arse con la punta della lingua. «Il tuo accordo con il principe Rodriguez... Di cosa si tratta con precisione?»
«Anguiano ha bisogno di un erede. Suo padre sta morendo, è ricoverato in ospedale da tempo e non si prevede che ne uscirà vivo. Rodriguez deve succedergli sul trono, e questo significa anche che gli serve una moglie.»
«E noi? Cosa ne ricaveremo noi Santina? Perché, se davvero dovrò sposare il principe Rodriguez, ritengo di dover essere informata sui termini del patto.»
«Ma non lo immagini, Carlotta?» replicò Eduardo. «Non immagini che cosa comporterà una simile unione? Scambi economici e culturali fra i nostri Paesi. Una valida spalla in caso di guerra. Un’alleanza sancita dal vincolo sacro del matrimonio, da