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L arrivo dell'infermiera: Harmony Bianca
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L arrivo dell'infermiera: Harmony Bianca

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About this ebook

I dottori di Maple Island 4/4
Coniugare famiglia e medicina non è sempre facile, soprattutto per un padre single alla ricerca del vero amore.

L'unica cosa che interessa al dottor Cody Brennan al momento è fare in modo che né lui né tantomeno le sue due bambine soffrano ancora. Questo proposito viene messo a dura prova dall'infermiera Stacey Ryder, arrivata a Maple Island per svolgere un incarico temporaneo. La vitalità di Stacey, la sua professionalità e l'innata empatia che subito instaura con le bambine minano ogni giorno di più l'autocontrollo di Cody e il suo desiderio di mantenere le distanze. A mano a mano che si avvicina il giorno in cui si dovranno dire addio, Cody si rende conto che forse lei è la risposta alle domande che ormai lo assillano da troppo tempo.
LanguageItaliano
Release dateApr 20, 2020
ISBN9788830512788
L arrivo dell'infermiera: Harmony Bianca

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    L arrivo dell'infermiera - Susan Carlisle

    successivo.

    1

    «Lizzy, tesoro, sta' ferma.» Il dottor Cody Brennan si chinò in mezzo al corridoio di fronte all'ingresso dell'asilo per cercare di riaggiustare il fiocco tra i capelli della sua bambina. Non riuscì a trattenere uno sbuffo di frustrazione. Maledetto elastico... Alla scuola di medicina aveva imparato a suturare ferite, non a realizzare acconciature.

    «Papaaaà, non sta su!» Il lamento di Lizzy riecheggiò per tutto l'ingresso.

    «Ehi, le dispiace se ci provo io?» chiese una dolce voce femminile alle sue spalle.

    Cody si voltò e due enormi occhi verdi, carichi di empatia, incontrarono i suoi.

    «Papaaaà!» brontolò ancora Lizzy.

    Senza dargli altra scelta, la donna gli si avvicinò. Un profumo di pesca gli invase le narici non appena lei gli prese il fiocco dalle mani, sfiorandogli le dita. Senza esitare, lui si fece da parte, dandole modo di procedere con la coda di cavallo della piccola.

    «Ecco qua» annunciò lei in tono trionfale, come se stesse consegnando un premio alla bambina.

    «Grazie», mormorò lui.

    Lizzy gli strattonò la mano. «Andiamo!»

    «Devi prima dire grazie alla signora» ribatté lui in tono paterno, ma fermo.

    «Grazie» obbedì la piccola, mostrando una timidezza che di fatto non aveva.

    «Non c'è di che» rispose la donna con un sorriso.

    La curva della sua bocca catturò immediatamente l'attenzione di Cody. Le sue labbra incorniciavano due file di denti bianchi, che sembravano attrarlo verso di lei. Ebbe una sensazione piacevole, che non provava da un sacco di tempo.

    Lizzy gli tirò di nuovo il braccio e quando finalmente ebbe ottenuto la sua attenzione, lo trascinò fin dentro l'asilo. Pochi minuti dopo, quando uscì, Cody si guardò attorno, in cerca di quella donna. Era sparita. Indossava un maglioncino e un paio di jeans, quindi doveva essere venuta a trovare un paziente di prima mattina. Ma non riusciva a spiegarsi perché avesse attirato tanto la sua attenzione.

    Non pensava alle donne da un'eternità ormai, e finora gli era andato bene così.

    Dopo tutta l'angoscia che la sua ex moglie Rachel gli aveva procurato negli ultimi anni, alla fine era riuscito a ritrovare la serenità.

    Aveva sempre desiderato avere un matrimonio come quello dei suoi genitori, ma il sogno era stato distrutto da una moglie che era caduta nell'abisso della dipendenza dai farmaci. Starle vicino e crescere le loro due bambine portando a termine gli studi in medicina era stata dura e lo aveva indotto a desiderare una vita più semplice. Così si era trasferito a Maple Island, dove l'aveva trovata. Ci erano voluti anni, ma adesso aveva la stabilità e la pace che aveva tanto anelato. Inoltre era in grado di offrire alle sue figlie tutta la sicurezza e l'attenzione che meritavano. Lasciare entrare qualcuno nel loro mondo proprio adesso sarebbe stato troppo rischioso. Non voleva perdere ciò che aveva costruito con tanta fatica.

    Sua moglie era diventata dipendente dagli antidolorifici in seguito a un incidente d'auto. Si era accorto delle prime avvisaglie e aveva fatto di tutto per aiutare Rachel. Lei era entrata e uscita dalla riabilitazione più volte, ma non aveva funzionato. La loro vita era diventata un susseguirsi di cliniche, terapie, promesse infrante e litigi. Quando infine lei gli aveva rubato il libretto delle prescrizioni mediche aveva capito che non c'era più nulla da fare. Doveva accettare la sconfitta. Il suo matrimonio era finito e doveva pensare alle bambine. Rachel non si poteva più salvare, ma Lizzy e Jean – e lui stesso – sì.

    Così aveva chiesto il divorzio e ottenuto la custodia delle figlie. Con anni di prove contro Rachel, non ci era voluto molto perché le venissero revocati i diritti genitoriali. Quanto a lui, essere un chirurgo e un padre single non faceva parte dei suoi piani, ma era andata così.

    Poco dopo aveva incontrato Alex, e con lui la soluzione a tutti i suoi problemi. Ogni giorno era grato per aver avuto quell'illuminante conversazione al bar con il dottor Alex Kirkland, sui pericoli e le difficoltà di essere padri single. E così, confrontando le loro rispettive esperienze, avevano avuto l'idea di creare una clinica all'avanguardia in grado di aiutare anche i dipendenti in servizio a prendersi cura dei loro bambini durante le ore di lavoro, attraverso un asilo e un centro diurno a disposizione dello staff. Più in fretta di quanto avessero immaginato, Alex era diventato il suo socio e insieme avevano aperto la Maple Island Clinic sull'isola al largo della costa del Massachusetts.

    L'asilo gli aveva salvato la vita, ma il problema di Cody al mattino era preparare e vestire le sue figlie, e questo, per due bambine di quell'età, significava anche esaudire le richieste delle piccole di essere perfettamente acconciate. Lizzy non accettava di uscire di casa senza un fiocco tra i capelli.

    A volte, come quella mattina, Cody temeva di non essere all'altezza per Jean e Lizzy e spesso pensava che avessero bisogno di quella speciale attenzione che solo una donna sarebbe riuscita a offrire loro. Cercò di scacciare quel pensiero, stringendo i denti per ritrovare la determinazione necessaria. Non poteva rischiare di finire di nuovo nell'inferno in cui Rachel li aveva messi, se avesse scelto ancora la donna sbagliata.

    Basta pensare. Non aveva tempo per i ricordi. Aveva due bambine piccole, una clinica da mandare avanti e una giornata di interventi in sala operatoria di cui occuparsi. Una donna attraente incontrata per caso non poteva assolutamente annebbiargli la mente.

    Un'ora dopo, con il camice verde e la mascherina, spingeva la porta della sala operatoria, pronto a effettuare un intervento di riparazione a un menisco. Ogni volta si stupiva di quanto trovasse facili simili interventi, che richiedevano una precisione estrema, quando non era riuscito ad aiutare Rachel.

    Il suo team lo stava aspettando. Il paziente era già sul tavolo operatorio con il ginocchio sinistro scoperto, incorniciato da teli sterili azzurri.

    Cody guardò Mark, l'anestesista.

    «Tutto pronto» confermò l'assistente, prima ancora che lui chiedesse qualcosa.

    «Tutti pronti?» Cody si guardò attorno.

    Gli occhi dei colleghi lo fissarono per un istante, prima di rispondere in coro: «Sì».

    L'attenzione di Cody cadde su una di loro. Con indosso il suo stesso camice chirurgico, le si vedevano solo gli occhi verdi. Avevano qualcosa di familiare, ma non riusciva a capire che cosa. «E tu sei...?»

    «Stacey Ryder, la nuova infermiera in assegnazione temporanea. Pensavo fosse possibile partecipare all'intervento di oggi per poter osservare la sua tecnica. Vedere i medici in azione rende le cose più facili quando devo comunicare con la famiglia del paziente.»

    In genere Cody avrebbe preferito incontrare la nuova arrivata – che avrebbe sostituito Marsha, una collega in congedo momentaneo – prima che iniziasse a lavorare. Ma questa volta si era fidato dello staff amministrativo. Aveva però letto il suo curriculum, al quale erano allegate referenze di tutto rispetto. Tuttavia il suo modo di fare diretto e spigliato lo infastidiva.

    Gli altri borbottarono qualche commento di sorpresa, attutito dalle mascherine. Di regola le persone con cui lavorava non usavano un tono tanto autoritario con lui.

    Cody richiamò la sua attenzione. «Puoi rimanere, purché tu non sia d'intralcio.»

    «Certo, dottore.»

    Rivolgendole un breve cenno del capo, annunciò: «Avanti, riportiamo questo giocatore sul campo da tennis».

    «Sì, signore» gli fece eco Stacey Ryder con una nota di umorismo nella voce. Lui strinse gli occhi, ma lei non mosse le palpebre di un millimetro.

    Cody si concentrò sul ginocchio del paziente, assicurandosi che fosse quello giusto. La gamba era già stata immobilizzata tramite un tutore che la teneva ancorata al tavolo. Individuò il menisco danneggiato e lo esaminò con un martelletto metallico.

    «Sarà un intervento piuttosto complesso. Spero che non abbiate preso impegni per pranzo. Bisturi.»

    L'attrezzista gli passò lo strumento. Lui ne tastò la lama. «Non credo basti.»

    «Perché no?» chiese la nuova infermiera.

    «Perché non sono soddisfatto del flusso sanguigno.»

    Lei lo guardò. «E allora cosa ha intenzione di fare?»

    Lui ricambiò lo sguardo. «Signorina Ryder, non insegno procedura mentre opero.»

    «Certo che no, ma mi piacerebbe sapere che cosa sta facendo in modo da poterlo poi spiegare meglio al paziente e alla sua famiglia e farle risparmiare tempo quando dovrà parlare con loro.»

    Cody la capiva. «Poi suturerò, ma prima devo fare un'altra incisione per poter vedere meglio.» Dopo aver eseguito il taglio, un flusso di sangue si allargò sulla ferita, riducendo parecchio la visibilità. Prima che lui glielo chiedesse, Stacey aveva già preparato delle garze sulla pinza, per tamponare.

    «Dobbiamo tenere il flusso sotto controllo» disse. «Sono pronto a suturare.»

    L'infermiera attrezzista gli porse gli strumenti necessari.

    «Infermiera Ryder, ho bisogno che lei mantenga l'area pulita mentre lavoro.»

    «Sì, signore» rispose lei sostituendo le garze e continuando a tamponare.

    Cody la guardò. «Bene» commentò, incominciando ad annodare il primo punto di sutura.

    «Dottore, dal momento che mi sembra più a suo agio con questo tipo di nodi rispetto a quello di stamattina, io andrei a parlare con i familiari. Saranno in pensiero.»

    Cody si accigliò. Gli occhi di lei erano carichi di ironia. E fu in quell'istante che capì. Si riferiva al fiocco di Lizzy. Decise che più tardi le avrebbe fatto un discorsetto sulla condotta da tenere in sala operatoria. Con voce carica di disapprovazione, rispose: «Per favore, dica loro che li raggiungerò appena possibile».

    «Sì.» E detto ciò, Lizzy lasciò la stanza.

    Per qualche strano motivo all'improvviso la sala sembrò ancora più fredda.

    Stacey era ancora con i familiari del paziente quando il dottor Brennan entrò nella sala d'attesa con il sorriso sulle labbra. Un bel sorriso, doveva ammettere. Per un attimo non lo aveva ritenuto capace di sorridere, ma adesso era così affabile che se si fosse rivolto a lei, di certo il suo stomaco avrebbe fatto una capriola. Stacey arricciò il naso. Perché le venivano quel genere di pensieri?

    Forse era andata sopra le righe quando aveva scherzato sui nodi in sala operatoria? Dallo sguardo raggelante che lui le aveva lanciato, forse sì. A volte il suo umorismo prendeva il sopravvento. Ma del resto lei era abituata a lavorare in ambienti diversi, dove la difficoltà di certe situazioni richiedevano una maggior leggerezza di spirito. Non era però quello il caso. Infatti si trovava nella migliore e più rinomata clinica in cui avesse mai lavorato.

    Quando il direttore della World Travel Nurses Agency le aveva assegnato quel posto, le aveva anche spiegato com'era organizzata la Maple Island Clinic e, una volta arrivata, aveva scoperto che la reputazione della clinica corrispondeva al vero. L'isola era meravigliosa e nella struttura ospedaliera lavoravano i migliori medici.

    Il dottor Brennan di certo sapeva il fatto suo. Stacey aveva incontrato molti medici durante i suoi viaggi, alcuni buoni, altri no, e sapeva riconoscere un bravo chirurgo quando lo incontrava. Non si trattava solo delle abilità tecniche e della formazione personale, ma di una dote particolare, che solo chi era davvero devoto al proprio lavoro poteva possedere. Chissà se quella qualità si estendeva anche ad altri aspetti del suo carattere?

    Era stato bravo con sua figlia, a parte la difficoltà con il fiocco, sicuramente dovuta alla fretta. C'era qualcosa nei modi del dottor Brennan che le suggeriva di essere di fronte a un gran lavoratore, sicuro e competente in tutti gli aspetti della sua vita. Aveva anche l'impressione che facesse di tutto per mascherare ogni tipo di incertezza o indecisione.

    «Ecco che è arrivato il dottor Brennan» disse Stacey alla madre del paziente, una signora di mezza età che le sedeva accanto. Lasciando andare la mano della donna, Stacey si alzò in piedi. «Sono sicura che ci potrà dire qualcosa di più. »

    Il dottor Brennan si era infilato un camice bianco sopra la divisa operatoria verde. I suoi capelli castani erano ancora arruffati dalla cuffietta chirurgica. Un riccio ribelle gli ricadeva sulla fronte, e Stacey si sorprese a immaginarlo mentre se li ravviava con la mano. Nell'insieme aveva un aspetto meno ordinato rispetto a quando lo aveva incontrato quella mattina di fronte all'asilo e, facendosi da parte per lasciarlo passare, Stacey decise di preferire questa versione di lui.

    Cody si sedette sulla sedia che lei gli aveva lasciato e si rivolse alla madre del paziente. «Suo figlio sta bene e si sta svegliando. Avrà un po' di dolore, ma ce ne occuperemo noi. Potrà vederlo tra un'oretta.»

    «Grazie infinite,

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