La perla della discordia: Harmony Destiny
By Fiona Brand
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La perla della discordia - Fiona Brand
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
A Breathless Bride
Harlequin Desire
© 2012 Fiona Gillibrand
Traduzione di Franca Valente
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-601-0
1
Con sguardo predatore Constantine Atraeus passò in rassegna i presenti al funerale di Roberto Ambrosi, cercando senza sosta... e infine la trovò.
La figlia di Roberto, Sienna, emergeva come un uccello esotico in un gruppo di corvi, con i lunghi capelli biondi, gli occhi scuri e l’elegante corpo curvilineo.
Constantine serrò la mascella alla vista delle sue lacrime, scrollandosi di dosso un moto involontario di compassione. E di ricordi. Nonostante l’aria innocente della ragazza, lui non poteva permettersi di dimenticare che ora Sienna, la sua ex fidanzata, era il nuovo amministratore delegato del traballante impero di famiglia, dedito al commercio delle perle. Prima di tutto era una Ambrosi. Discendenti da una stirpe un tempo ricca, gli Ambrosi erano noti per due cose: la loro bellezza fisica e l’amore per i soldi.
«Dimmi che non intendi darle la caccia adesso.»
Il fratello di Constantine, Lucas, ancora in preda al jet-lag, dopo un volo diretto da Roma a Sydney, si spinse fuori dall’Audi che Constantine aveva usato per andare a prendere i suoi due fratelli all’aeroporto.
In seguito a due intensi giorni di trattative d’affari a Sydney, Lucas era ancora in abiti da lavoro, anche se aveva da tempo abbandonato giacca e cravatta. Zane, che era già uscito dalla vettura e osservava la folla presente al funerale, indossava invece dei jeans neri con una camicia dello stesso colore, mentre un paio di occhiali neri gli conferivano un’aria ancora più distaccata.
Lucas era il bello di famiglia ed era costantemente inseguito dai giornalisti. Zane, per la precisione, era un fratellastro; da ragazzino aveva trascorso alcuni anni sulle strade di Los Angeles, prima che il loro padre lo trovasse. Aveva un’aria pericolosa, da cattivo ragazzo. In ogni caso, a prescindere dal loro aspetto, Constantine era certo che se gli interessi della famiglia fossero mai stati in pericolo, entrambi i suoi fratelli avrebbero tirato fuori gli artigli per difendere i loro interessi.
Constantine indossò la giacca che aveva appoggiato sul sedile e osservava Sienna ricevere le condoglianze. La sua frustrazione si mescolò a un’emozione che nulla aveva a che fare con il suo cattivo umore.
Si rese conto cupamente che l’attrazione fisica che provava per quella donna - un sentimento che lo aveva spinto ad allontanarsi dalla sede dell’Atraeus Group di Medinos - stava offuscandogli il cervello.
Ma non ci sarebbe più cascato, due anni prima aveva imparato a separare il desiderio dagli affari. Non si sentiva più disperato.
Se mai Sienna Ambrosi fosse finita di nuovo nel suo letto, sarebbe stato lui a dettare le condizioni, non viceversa.
«Non sono venuto qui per deporre fiori sulla tomba di Roberto.»
«O per permetterle di addolorarsi, a quanto vedo. Non hai mai sentito parlare di domani?» interloquì Lucas indossando la giacca dopo aver sbattuto con malagrazia la portiera dell’Audi.
Constantine fece una smorfia vedendo Lucas trattare in quel modo l’auto costosa. Suo fratello era troppo giovane per ricordare i tempi in cui la famiglia Atraeus era così povera da non possedere neppure un’utilitaria. Ma Constantine lo rammentava bene. I suoi ricordi dell’infanzia non erano stati spazzati via, neppure dopo che suo padre aveva scoperto una ricca miniera d’oro nell’isola di Medinos, nel mar Mediterraneo. Non avrebbe mai dimenticato che cosa volesse dire non avere nulla. «Quando c’è di mezzo la famiglia Ambrosi domani è già troppo tardi.»
Parlò con tono gelido mentre osservava i giornalisti aggirarsi come avvoltoi su una preda. «Inoltre, sembra che la storia sia già trapelata. Che sia o no il momento opportuno, desidero delle risposte.»
Soprattutto, voleva riavere i soldi che Roberto Ambrosi aveva estorto al loro padre morente mentre Constantine era all’estero.
Funerale o no, avrebbe chiarito l’imbroglio che aveva scoperto appena una settimana prima. Aveva passato giornate intere cercando di mettersi in contatto telefonico con la famiglia Ambrosi, aveva fatto spiare le loro residenze apparentemente deserte e ora la sua pazienza si era esaurita, insieme al desiderio di concludere la faccenda in modo discreto.
Lucas gli si affiancò mentre si dirigevano tra la folla che si stava disperdendo. Constantine si rese conto che l’attenzione del fratello era concentrata sulla sorella minore di Sienna, Carla.
«Sei sicuro che Sienna sia coinvolta?»
Constantine non si preoccupò di nascondere il proprio stupore.
Quante probabilità c’erano che la donna che aveva accettato di sposarlo due anni prima non fosse al corrente di ogni mossa e imbroglio di Roberto Ambrosi, l’amato padre? «Lei lo sa.»
«Sai com’era Roberto...»
«Più che disposto a sfruttare un uomo che sta per morire» lo interruppe brusco.
Constantine scambiò un’occhiata con le due guardie del corpo che li avevano accompagnati su un’altra auto. Avere sempre attorno una protezione non era stata una sua scelta, ma come amministratore delegato di una società milionaria era un obiettivo sensibile per rapimenti e minacce.
Mentre si avvicinava alla tomba, Constantine notò l’assenza dei membri maschili della famiglia, o della scorta. La famiglia Ambrosi ora era composta dalla vedova di Roberto, Margaret, con le due figlie, Sienna e Carla, oltre a un certo numero di vecchie zie e lontani cugini.
Quando lui si fermò una nuvola coprì il sole di mezzogiorno e finalmente gli occhi scuri di Sienna incontrarono i suoi. In quel momento nello sguardo della ragazza passò un breve lampo di gioia, come se lei avesse dimenticato che due anni prima, quando aveva dovuto scegliere tra lui e il danaro, aveva optato per la via della ricchezza materiale.
Per un lungo momento Constantine rimase immobile, in preda a un senso di déjà-vu, un attimo potente di condivisione che pensava non avrebbe mai più provato.
Sentì un impulso denso di emozioni contrastanti che lo tenne incatenato allo sguardo di lei, mentre avrebbe dovuto distogliere gli occhi.
Un secondo dopo un refolo di vento costrinse Sienna a scostarsi un ciuffo di capelli color miele dagli occhi e in quel momento il fuoco romantico che lo aveva intrappolato e ingannato due anni prima si spense, sostituito da un incredulo stupore.
Sienna sembrava seccata. Evidentemente, nonostante tutte le sue telefonate, lei non era venuta a conoscenza della sua presenza a Sydney.
Constantine distolse lo sguardo da lei per osservare il mucchio di terra coperto da eleganti fiori. Non doveva dimenticare chi era stato Roberto Ambrosi: un bugiardo, un ladro e un truffatore. Però, doveva dargli atto che aveva scelto il momento giusto per uscire di scena.
Per Sienna non ci sarebbe stata una via di fuga.
Il cuore di Sienna si serrò mentre Constantine si avvicinava. Nei giorni precedenti era stata sopraffatta dalla tristezza, esaurita dalla lotta continua che aveva sostenuto con se stessa. E in quel momento si sentiva in colpa, perché provava sollievo all’idea di non dover più affrontare la dipendenza dal gioco di suo padre. Per un istante immaginò per se stessa un presente e un futuro diversi, in cui l’amore veniva al primo posto e non era invece relegato in fondo di un lungo elenco di rinunce e priorità. Per un attimo, persa in quella visione estatica, aveva chiuso gli occhi e dimenticato il luogo deprimente in cui ancora si trovava.
Poi aveva sollevato le palpebre e, per uno sconvolgente attimo, il futuro che lei aveva pensato per sé, e che aveva desiderato con una forza che ancora la tormentava, le si materializzò davanti nella persona di Constantine.
La certezza della sua forte presenza, i capelli neri che toccavano le spalle larghe, l’aroma maschile vagamente resinoso che non mancava mai di farle battere il cuore, la riportò alla realtà.
«Che cosa ci fai qui?» gli domandò brusca.
Le loro due famiglie si erano tenute a distanza da quando i due giovani si erano lasciati. Lui era l’ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere al funerale di suo padre, e il meno benvenuto.
Le dita dell’uomo si chiusero intorno alle sue. Il caldo contatto della loro pelle la sconvolse. Inspirò bruscamente e il profumo della colonia le fece provare una dolorosa fitta di nostalgia.
Constantine era indubbiamente formidabile, per non dire magnifico. Un tempo l’aveva affascinata al punto da farle infrangere la sua regola fondamentale. Aveva cessato di pensare, lasciandosi dominare dai sentimenti. Un grosso errore.
Constantine era sempre stato al di fuori della sua portata, punto e basta. Era troppo ricco, troppo potente, e, come aveva avuto modo di scoprire a proprio danno, completamente concentrato a proteggere l’impero finanziario della famiglia.
Rifletté amaramente che i giornali avevano ragione. Senza scrupoli in affari, lo stesso a letto. L’amministratore delegato dell’Atraeus Group era una bella preda, ma non era fatto per il matrimonio.
Lui si chinò tanto da sfiorarle quasi la guancia con la mascella rasata. Per un momento lei pensò che l’avrebbe baciata, poi la sua espressione distaccata le spazzò via dalla mente quel pensiero.
«Dobbiamo parlare.» La sua voce era profonda e decisa, un misto cosmopolita di accenti che rivelava che aveva studiato negli Stati Uniti, senza però dimenticare le sue origini mediterranee. «Tra cinque minuti, al parcheggio.» Sienna si liberò dalla sua mano facendo un passo indietro.
Incontrare l’uomo che le aveva chiesto di sposarla una settimana, per poi piantarla quella successiva perché la considerava una cercatrice d’oro? Neanche morta.
«Non abbiamo nulla di cui discutere.»
«Cinque minuti. E cerca di esserci.»
Con lo stomaco contratto Sienna osservò la sua lunga schiena mentre si allontanava lungo la fila di lapidi. Notò che al suo fianco c’erano i suoi fratelli, mentre due guardie del corpo tenevano a distanza i curiosi e i giornalisti che assediavano la famiglia Atraeus.
La presenza dei fratelli e della sicurezza la fece sentire ancora più tesa. Le guardie del corpo erano una prova tangibile della distanza che separava la sua vita da quella di Constantine.
Carla richiamò la sua attenzione, distogliendola da quelle cupe riflessioni. La morte improvvisa del padre e le disastrose conseguenze finanziarie che ne erano seguite le avevano occupato ogni attimo nei giorni precedenti. Nonostante tutto, però, le era bastato guardare Constantine negli occhi per dimenticare le sue attuali difficoltà e ripiombare nel passato.
Carla la scrutò, preoccupata. «Sei pallida come un lenzuolo, stai bene?»
«Sì, certo.» Cercando di riacquistare il controllo, Sienna pescò nella borsa lo specchietto per sistemarsi il trucco. Dopo le lacrime in chiesa e l’aria calda e umida, era scomparsa ogni traccia di makeup dal suo viso. Aveva i capelli arruffati e gli occhi orlati di rosso, e il suo viso era una maschera di dolore.
Carla, che era molto più mediterranea di Sienna, con i lucidi capelli scuri e magnifici occhi azzurri, guardò i fratelli Atraeus con una strana espressione sul volto. «Che cosa ci fanno qui? Ti prego, non dirmi che stai uscendo di nuovo con Constantine.»
Sienna chiuse con un colpo secco lo specchietto gettandolo nella borsetta. «Non ti preoccupare, non sono pazza.»
Solo confusa.
«Allora, che cosa voleva?»
Anche lei se lo era chiesto, ma non poteva concedersi il lusso di provare rabbia o rimorso. Per amore della famiglia e della loro società, doveva dimostrarsi fredda e distaccata. «Nulla.»
Si ripeté nella mente gli ordini di Constantine. Un altro refolo di vento, questa volta accompagnato dalla pioggia, la scosse dalla bolla instupidita che l’aveva fino ad allora pervasa. Improvvisamente ebbe un’illuminazione che le accelerò i battiti del cuore e le provocò una stretta allo stomaco.
Nei giorni passati aveva trascorso lunghe ore a scartabellare tra i documenti del padre. Aveva scoperto diversi strani depositi che non riusciva a collegare alle cifre della