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Caccia al milionario: Harmony Destiny
Caccia al milionario: Harmony Destiny
Caccia al milionario: Harmony Destiny
Ebook180 pages2 hours

Caccia al milionario: Harmony Destiny

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About this ebook

Patto milionario 3/3
Successo e segreti non sono mai stati così appassionatamente legati

Durante un cocktail party, Reid Singleton perde la testa per una donna sconosciuta e bellissima, per poi scoprire, dopo una bollente avventura, che si tratta di Drew Fleming, la sorellina, ora cresciuta, del suo migliore amico! Reid è furioso per essere stato ingannato, ma deve ammettere di non aver mai sperimentato un'intesa così forte con una donna. Drew, dal canto suo, è disposta a tutto pur di avere il testardo milionario tutto per sé, però si trova a fare i conti con una figura che riemerge dal passato di Reid, e che minaccia il loro futuro.
LanguageItaliano
Release dateApr 20, 2020
ISBN9788830512924
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    Caccia al milionario - Jessica Lemmon

    successivo.

    1

    Il londinese Reid Singleton non capiva nulla di scarpe da donna. Così, quando rimase colpito da un particolare paio che si muoveva sulla pista da ballo, la moda era il suo ultimo pensiero.

    Erano dei sandali rosa alla schiava, con sottili cinturini che avvolgevano delle meravigliose caviglie. Reid si premette al petto il bicchiere di scotch e arretrò nell'ombra, accontentandosi di osservare per un po' la proprietaria di quelle caviglie.

    Poteva non conoscere marchi e modelli di calzature femminili, ma conosceva le donne. Ne aveva viste un sacco in tacchi a spillo e minigonna, ma non ne ricordava una sola che avesse catalizzato in quel modo la sua attenzione.

    Partendo da quei tacchi vertiginosi e risalendo gradualmente verso l'alto, si rese conto che l'immagine d'insieme non faceva che migliorare. Studiò, infatti, i polpacci armoniosi fasciati dai cinturini di pelle e quindi le cosce ben tornite che si perdevano sotto la gonna mentre si sollevava di qualche centimetro a ogni movimento della sua proprietaria. La gonna era gialla e abbinata a una scintillante camicetta dorata che evidenziava un paio di seni notevoli e spalle delicate su cui ricadevano morbidamente dei soffici boccoli. I capelli erano scuri, con sfumature che andavano dal mogano alla calda tonalità delle ciliegie mature.

    Reid sorseggiò il suo scotch, tornando a concentrarsi sulla gonna, sbarazzina e provocante in egual misura. Un uomo ci si sarebbe potuto perdere. Anzi, si sarebbe potuto perdere nella sua proprietaria.

    Pensiero allettante, naturalmente.

    Quando si era presentata l'opportunità di partecipare a una fiera tecnologica a San Diego, California, Reid aveva colto al volo l'occasione. Era sotto pressione da due anni, fin da quando cioè il suo migliore amico Flynn era sopravvissuto a un divorzio, alla morte di suo padre e alla promozione a presidente della società di famiglia, il tutto in un periodo di tempo relativamente breve. Reid era un dipendente di quella stessa società, amava il suo lavoro, nutriva un profondo rispetto per Flynn e non aveva alcuna intenzione di andarsene prima che la situazione si fosse stabilizzata.

    Quel viaggio in California era considerato una sorta di break da Reid e una necessità da Flynn. Avevano realizzato una quantità di cambiamenti negli ultimi dodici mesi, e Reid era impegnato a mettere al passo la società con l'avanguardia tecnologica. L'informatica era il suo pane quotidiano.

    Come pure le donne.

    La brunetta girò su se stessa, facendo sollevare ulteriormente la gonna e mantenendo quello che sembrava un suo tipico tratto personale. Il sorriso sulle labbra. Sorriso che invece Reid perse appena vide che le si avvicinava un tipo.

    L'uomo in completo grigio era di statura media e leggermente stempiato. Sfoderava un fisico asciutto, e venne gratificato da un sorriso che sembrò inebriarlo per un attimo. Quando però lei scosse il capo educatamente, chinò il capo e tirò dritto, Reid si sentì pervadere da un'ondata di sollievo, tuttavia ancora evitò di avvicinarsi a lei.

    Circospezione. Occorreva procedere con circospezione, o almeno così gli suggeriva l'istinto. Anche perché non era l'unico che stava tenendola d'occhio. Guardandosi con discrezione attorno, Reid aveva infatti notato parecchi uomini che la stavano fissando.

    La maggior parte formava dei gruppetti distinti.

    Reid invece era stato inviato da solo dalla sua società, cosa atipica, dato che collaborava a stretto contatto con i suoi grandi amici fin dai tempi del college, ma che non gli creava alcun problema.

    Dopotutto era un Singleton. Single di nome e di fatto.

    Alla Monarch Consulting si occupavano di aiutare altre attività a crescere, migliorando le proprie prestazioni. Flynn Parker, che aveva ereditato l'azienda assumendone la guida, seppur a volte fin troppo pignolo, era l'uomo giusto al posto giusto. Gage Fleming era invece il responsabile vendite, posizione che sembrava fatta apposta per lui, visto che trasudava un fascino naturale. Pratico ma dotato a sua volta di una certa simpatia, Reid si vantava di essere una via di mezzo tra i due amici, il che spiegava perché andavano così d'accordo. Il quarto moschettiere, Sabrina Douglas, era stata loro amica e spalla preziosa per anni, di recente, però, si era fidanzata con Flynn. Una notizia questa che gli era giunta come un calcio sui denti, perché Flynn in persona aveva dato vita al patto per cui lui, Gage e Reid avevano giurato che non si sarebbero mai e poi mai sposati.

    Certo Reid non poteva negare che Sabrina e Flynn parevano fatti per stare insieme. Perfino per un cinico come lui, era evidente che erano innamorati. Gage aveva convenuto con lui su questo e, di comune accordo, avevano esonerato Flynn dal patto. Così a tenere duro erano rimasti solo Reid e Gage.

    Fino a quando Gage aveva conosciuto Andrea Payne, una specie di consulente aziendale vista come un supereroe e con un sorriso intelligente. Erano una gran coppia, Andy e Gage. Il loro matrimonio era fissato per il giugno successivo. Da parte loro, Flynn e Sabrina non avevano ancora deciso la data ma Reid supponeva che l'annuncio fosse ormai imminente.

    Matrimoni. Matrimoni ovunque.

    Pazienza. Reid non aveva considerato la rottura del patto da parte di Flynn e Gage come un affronto personale. Per quel che lo riguardava, aveva deciso da un pezzo che non si sarebbe mai sposato, per una montagna di ragioni che non intendeva mettersi ad analizzare proprio adesso. Che Gage e Flynn stessero per pronunciare il fatidico non gli avrebbe fatto cambiare idea.

    L'ennesimo sollevamento della gonna sottolineò l'abbandono della pista da ballo della brunetta, la quale puntò quei suoi sandali dal tacco vertiginoso proprio verso di lui.

    Reid istintivamente fece per sistemarsi la cravatta, dimenticando che l'aveva gettata sul letto della camera d'albergo insieme alla giacca. Così si limitò a tirare leggermente il collo della camicia come se all'improvviso avesse bisogno di aria.

    In pantaloni beige, camicia azzurra e cintura e scarpe di pelle marroni, somigliava in tutto e per tutto a qualsiasi altro uomo presente nella sala, eccezion fatta per alcuni piccoli dettagli.

    Reid aveva trentun anni, e non quaranta o cinquanta. Sfoggiava una folta chioma di capelli scuri ondulati, senza il minimo accenno di calvizie. Aveva poi un viso decisamente bello, o almeno così gli avevano spesso detto.

    Era un volto che lo aveva aiutato a portarsi a letto le molte donne che avevano popolato le sue lenzuola nel corso degli anni, e che aveva avuto un ruolo determinante nella missione che Reid si era dato. Ovvero far vivere alle sue occasionali compagne non solo un'esperienza piacevole, ma addirittura la migliore che avessero mai conosciuto.

    Sabrina una volta aveva scherzato sul fatto che Reid dormiva per modo di dire nel campus del college che avevano frequentato.

    Lui aveva replicato che sacrificava il sonno per offrire un servizio a tutte quelle ragazze che altrimenti non avrebbero conosciuto dell'ottimo sesso nemmeno se ci avessero sbattuto contro il naso.

    Una battuta, naturalmente, ma che nascondeva in sé un fondo di verità. Infatti, era orgoglioso di quelle sue prodezze almeno quanto lo era della sua professionalità. Poteva essere Clark Kent di giorno, con gli occhiali inforcati quando stava davanti allo schermo del computer, ma di notte si trasformava in Superman non appena varcava la porta di una camera da letto.

    Sfoderando un sorriso compiaciuto, Reid stava valutando in base all'esperienza come giocare al meglio le sue carte con la dea dai sandali dal tacco a spillo, quando fu lei a stabilire con lui un contatto visivo diretto.

    Fu allora che gli fu chiaro che non avrebbe avuto bisogno di fare la prima mossa.

    Convergendo verso di lui, la stava già facendo lei.

    2

    Fino a quel preciso momento, Drew Fleming non era mai riuscita a catturare l'attenzione assoluta di Reid Singleton. Lo aveva riconosciuto nell'istante stesso in cui i loro sguardi si erano incrociati attraverso la sala. Era uguale identico a quando suo fratello Gage glielo aveva presentato anni prima. Vale a dire scandalosamente sexy.

    Reid, però, seppur ancora scandalosamente sexy, era anche qualcosa di più. Più maturo. Più vissuto. Oltre che più aitante a livello fisico, come stava a dimostrare la camicia che ben riempiva con invidiabili pettorali.

    Il cuore prese a batterle insistentemente contro il costato mentre avanzava verso di lui, tanto che Drew si costrinse a tirare dei profondi respiri. Non voleva sciogliersi davanti a Reid come fosse una sua fan, però non voleva nemmeno venire assalita da un attacco di panico e darsela a gambe. Drew era orgogliosa di quel che era e della strada che aveva percorso. Non era più la sorellina paffutella e imbranata di Gage. Non ricordava nemmeno più i tempi in cui era vittima di un'imbarazzante timidezza.

    Sollevando il mento e scuotendo i capelli con un sapiente movimento della testa, mise una certa baldanza nel suo incedere. La bocca tentatrice di Reid assunse un'espressione che tradiva evidente interesse. E chi poteva biasimarlo? Stava provocandolo sfacciatamente.

    Reid e Drew non avevano un gran passato di cui parlare, considerato che lui l'aveva conosciuta quando pesava una ventina di chili di più. All'epoca passava con disinvoltura da una capigliatura bionda che tendeva al bianco con delle strisce rosa a una tinta corvina.

    Quella fase della sua vita era sembrata durare un'eternità, prima che da adulta accettasse il suo peso e il colore castano spento dei suoi capelli. Oggi però Reid la stava vedendo al suo meglio. Con la folta chioma lucente che le ricadeva morbidamente sulle spalle, sfoderava un sorriso abbagliante, si era appena ripassata il lucidalabbra sulla bocca sensuale e indossava quei sandali dai tacchi a spillo semplicemente micidiali. Ammesso che esistesse il momento ideale per imbattersi in Reid Singleton, lei lo aveva trovato.

    Una volta terminato il party avrebbe dovuto chiamare la sua coinquilina Christina, per ringraziarla di essere finita al tappeto. Infatti, al momento Drew si era calata nei panni dell'amica, che aveva avuto la sventura di prendersi l'influenza subito prima della fiera tecnologica. Christina lavorava da meno di un anno per la Brentwood Corporation e aveva temuto che se avesse dato forfait alla prima trasferta importante avrebbe potuto non vedersi affidare altri incarichi simili in futuro.

    Da parte sua, Drew era disperatamente alla ricerca di una pausa dopo la movimentata rottura con il suo ex di un anno prima. Aveva come la sensazione di stare uscendo dalle ombre dopo un lungo sonno, così si era offerta di andare al posto di Christina.

    Per la verità, occuparsi dello stand alla fiera non era divertente come una vera vacanza, tuttavia Drew aveva cercato di affrontarla positivamente. Aveva avuto un sacco di visitatori quel giorno e aveva sorriso a tutti, dando loro il benvenuto, anche se non aveva capito che diamine di messaggio cercasse di far passare il video trasmesso in continuazione. Comunque era dotata di una certa parlantina, quindi aveva accalappiato chiunque si fosse trovato a passare nei paraggi.

    Il party di quella sera era un'ottima scusa per indossare le scarpe nuove che, per quanto costavano, erano state una vera e propria pazzia. Tuttavia Drew aveva imparato a viziarsi. Insomma, esagerava in qualsiasi cosa che non fosse il cibo. Esagerava quando si trattava di acquistare vestiti o quando c'era da divertirsi. E stasera avrebbe potuto esagerare flirtando spudoratamente con Reid Singleton. In fondo, da come la stava guardando, pareva che la cosa non gli sarebbe affatto dispiaciuta.

    Forte di quella consapevolezza, si addentrò nella zona tranquilla e più in ombra della sala che lui occupava. Quando gli si avvicinò, Reid mise da parte il bicchiere che conteneva ancora un dito di liquido ambrato e sollevò la testa.

    Drew fu tentata di abbassare il capo per sottrarsi al suo intenso esame, ma alla fine si costrinse a sostenere quello sguardo penetrante.

    «Ciao.»

    «Ciao a te.» La sua voce era morbida e avvolgente e, nonostante Reid vivesse in America da più di un decennio, non aveva perso l'accento inglese. La studiò dalla testa alla punta dei piedi prima di fermare lo sguardo in modo abbastanza ostentato sul suo petto. «Christina. Che nome carino.»

    Oh, dannazione. Il badge! Se lo era agganciato alla camicetta per assicurarsi di essere ammessa al party ma aveva scordato di toglierselo una volta dentro.

    Aspetta un attimo.

    Reid sapeva che non era Christina, giusto? Rendendosi conto che probabilmente aveva voluto scherzare, abbozzò una risatina.

    «Sì, esatto. Christina.»

    «Il badge è un po' formale, ma gli sono grato, visto che mi ha evitato di chiederti come ti chiami. Sai, ti ho osservata mentre ballavi.»

    Drew sentì il sorriso prossimo ad abbandonarla. Accidenti. Non l'aveva riconosciuta. Una fitta di delusione la pervase. Era proprio così facile da dimenticare?

    «E vedo che anche tu mi hai notato» sottolineò lui.

    «Cosa?» Drew sbatté le ciglia mentre faceva mente locale. Non lo

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