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Un consiglio per il capo: Harmony Jolly
Un consiglio per il capo: Harmony Jolly
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Ebook155 pages2 hours

Un consiglio per il capo: Harmony Jolly

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About this ebook

Amore e lavoro possono andare d'accordo? Certo. Provare per credere!

Ben Gardiner, ricco ed elegante uomo d'affari che possiede un'azienda di moda, è alle prese con una nuova collezione e ha bisogno di un'opinione da parte di una persona comune. L'inaspettato incontro con Sarah Fletcher, madre single, è proprio ciò che gli serve! Ben non esita nemmeno un secondo: porterà Sarah con sé a Milano per ricevere consigli sui nuovi abiti.
Le romantiche serate italiane, piene di confidenze, fanno sbocciare un forte sentimento tra i due. Ora sta a Ben decidere se lasciare a Sarah e alla figlia la possibilità di diventare quella famiglia che ha sempre desiderato.
LanguageItaliano
Release dateMay 20, 2020
ISBN9788830514676
Un consiglio per il capo: Harmony Jolly

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    Un consiglio per il capo - Nina Milne

    successivo.

    1

    Ben Gardiner, CEO e fondatore della Sahara Fashion, una casa di moda famosa in tutto il mondo, guardò la sua assistente con un'espressione terrorizzata. «Vuoi prenderti dei giorni di ferie il prossimo mese? Durante la Settimana della Moda di Milano?»

    «Sì.» Maree lo guardò negli occhi. «So che ti ho dato poco preavviso, ma Edward vuole portarmi a fare una vacanza romantica.»

    Ben rimase stupefatto. «E non gli è venuto in mente che hai un lavoro?»

    «Sì, certo. Ma ha vinto un viaggio meraviglioso partecipando a un programma radiofonico. Due settimane di safari. È un'occasione imperdibile.» Maree fece un respiro profondo. «A dire il vero c'è anche dell'altro.»

    Ben la osservò, con il presentimento che Maree stesse per dargli una pessima notizia.

    «Stiamo per sposarci. Il viaggio sarà la nostra luna di miele» gli spiegò la ragazza, raggiante. «So che sei convinto che il matrimonio sia una condanna, ma vorrei che fossi felice, molto felice, per me.»

    «Lo sono» le assicurò Ben. E lo era davvero, anche se stava già pensando alle ripercussioni che questa novità avrebbe avuto sui suoi ritmi di lavoro. Poi c'era anche il fatto che... «Non avete preso una decisione un po' troppo affrettata? Intendo dire, in fondo non conosci Edward da tanto tempo, no?»

    «È vero. Ma ti assicuro che è ciò che voglio.»

    Maree era euforica e, vedendola così radiosa, Ben provò un sentimento molto simile all'invidia.

    «Non saprei come spiegartelo» proseguì la ragazza, «e ovviamente mi rendo conto che non ci sono garanzie, ma sono assolutamente certa di voler passare il resto della mia vita con lui e che per Edward è lo stesso.»

    «D'accordo. In questo caso vi auguro tutta la felicità possibile» replicò Ben, ignorando il brivido che gli attraversò la schiena. Del resto, anche se la riteneva una follia, si rendeva conto che molte persone credevano nel grande amore. «Dico davvero» aggiunse, di fronte allo sguardo scettico di Maree. «Perché non dovrebbe essere così?»

    «Perché sai perfettamente che cosa sto per dirti. Edward si rende conto di quanto sia importante per me questo lavoro, e di quanto sia impegnativo, ma non potrò più sostenere i tuoi ritmi disumani.»

    Ben sapeva di essere decisamente esigente e di chiedere spesso a Maree più di quanto non prevedesse il suo ruolo. Per questo la pagava profumatamente, e l'aveva scelta con attenzione tra tanti candidati.

    «Ero convinto che questo lavoro ti piacesse.»

    «Lo adoro e so di essere stata fortunata a trovarlo, ma le cose sono cambiate adesso. Non potrò più partire all'improvviso, nemmeno per partecipare a un party su uno yacht a Monaco, e non potrò lavorare ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette, come è successo la scorsa settimana, quando mi hai telefonato alle tre di mattina per partecipare a una riunione.»

    Ben ridacchiò. «D'accordo, in effetti ho un po' esagerato. Devi ammettere, però, che siamo stati grandiosi. Abbiamo concluso un ottimo affare, sia dal punto di vista economico che da quello etico. Siamo riusciti a ottenere l'aumento dei salari degli operai e che fossero rispettati gli standard del mercato equo e solidale.»

    «Sì, siamo stati bravi» concordò lei. «Ma non potrò più avere quegli orari» insistette, con un'espressione preoccupata. «Non sei arrabbiato, vero? Lo capirei se volessi rimpiazzarmi con una nuova assistente.»

    «Non sono affatto arrabbiato. Sono contento per te, e ti assicuro che non intralcerò i tuoi progetti. Se comincerò a pretendere troppo o a comportarmi da egoista, dimmelo apertamente.»

    Ben non voleva assolutamente rovinare un altro matrimonio, dopo che ne aveva già fatto naufragare uno, distruggendo un'intera famiglia.

    Ben era stato il frutto indesiderato della relazione extraconiugale di sua madre. Indesiderato da tutti: dal padre biologico, poi dall'uomo che per i primi cinque anni della sua vita gli aveva fatto da padre e per finire dai suoi fratellastri, che ovviamente lo avevano incolpato della fine del matrimonio tra i genitori.

    Durante il divorzio, i fratellastri avevano deciso di vivere con il padre, e sua madre lo aveva dovuto crescere da sola.

    Era stata straordinaria. Era stata l'unica persona che lo aveva davvero amato e protetto, e di questo le sarebbe sempre stato riconoscente. Ma spesso si era domandato se, potendo tornare indietro nel tempo, lei non avrebbe preferito che lui non fosse mai nato...

    Basta così. Se ne era fatto una ragione ormai. Si era ripromesso di vivere la propria vita pienamente, e di dare una bella lezione a tutti: al padre biologico, al patrigno, ai fratellastri. Al mondo intero! E ce l'aveva fatta. Era diventato ricco e famoso, e aveva fatto in modo che sua madre non si dovesse più preoccupare di nulla. Non aveva senso rimuginare sul passato.

    Tornò a concentrarsi sul presente, e domandò alla sua assistente: «E così dovremo cercare qualcuno che ti sostituisca il prossimo mese, giusto?».

    «Sì. Ho pensato di esporre un annuncio per vedere se qualcuno dei dipendenti è interessato al posto.»

    La guardò di sottecchi. «Dal tuo tono incerto, mi sembra di capire che non sei molto ottimista al riguardo.»

    «Già.»

    «Come mai?» Santo cielo, sapeva di essere un capo eccellente!

    «È difficile. Ho già parlato con un paio di persone, immaginando che sarebbero state interessate, ma... Una di queste si è appena sposata, e non vuole spostarsi. Ho chiesto anche a Tom Olivier, ma sua moglie ha da poco avuto un bambino, quindi non può partire per Milano.»

    «Troveremo qualcun altro.»

    Maree si strinse nelle spalle. «Sei un capo molto impegnativo, Ben.» E prima che lui potesse intervenire, aggiunse: «Per dirla in maniera diplomatica, hai delle aspettative troppo alte».

    Ben sospirò. «Ho capito. Non c'è una coda di persone qualificate disposte a venire a Milano con me. D'accordo. Vorrà dire che me la caverò anche senza un'assistente.»

    Tre settimane dopo

    Nella toilette delle signore della sede londinese della Sahara Fashion, Sarah Fletcher stava spuntando mentalmente la lista delle cose da fare, mentre trascinava il carrello delle pulizie.

    Pulire e lucidare il pavimento: fatto.

    Pulire i bagni: meglio non pensarci, ma fatto.

    Lucidare gli specchi: fatto.

    Guardandosi allo specchio, si irrigidì. Non era abituata al colore naturale dei suoi capelli. Si era tinta per così tanto tempo che ora quel rosso acceso le faceva uno strano effetto, oltre a risvegliare in lei tanti ricordi tristi.

    Imogen... La sua gemella. Se fosse stata ancora viva, sarebbe stata identica a lei. Ma Imogen non c'era più. Da dodici anni, ormai. Le era stata diagnosticata la leucemia quando aveva tredici anni, e dopo aver lottato per due anni contro la malattia, se ne era andata. Era così giovane. Ed era stato tutto così ingiusto.

    Pensa ad altro, si impose, per non lasciarsi assalire dal dolore e dal senso di colpa.

    D'un tratto notò un annuncio appeso accanto agli specchi.

    Urgente sostituzione interna

    Ruolo: assistente di Ben Gardiner

    Durata: due settimane

    Retribuzione: eccellente

    Per informazioni contattare Maree Whitaker

    Sarah aggrottò la fronte. Aveva già visto copie di quell'annuncio accartocciate nei cestini degli uffici nelle ultime tre settimane. Evidentemente l'inserzione non aveva riscosso un grande successo. E questo probabilmente significava che non doveva essere piacevole lavorare a stretto contatto con Ben Gardiner, nonostante fosse un uomo affascinante, ricco, nonché uno degli scapoli più ambiti di Londra – almeno secondo l'ultimo articolo che le aveva fatto leggere sua madre.

    Per un attimo, Sarah si perse a sognare a occhi aperti, immaginando di essere l'efficiente assistente personale del capo, invece che una donna delle pulizie part-time e una commessa in un negozio di abbigliamento... Anzi, considerando che il negozio in questione aveva chiuso, ora era solo una donna delle pulizie.

    A questo pensiero avvertì una stretta allo stomaco. Calma. Avrebbe trovato un altro impiego. Doveva farlo per Jodie.

    Le balenò in mente l'immagine della sua bambina di sei anni con gli adorabili riccioli rossi e il sorriso sdentato. Jodie era la cosa più importante della sua vita, e avrebbe fatto di tutto perché la piccola avesse tutto ciò che meritava. Purtroppo non le aveva dato un buon padre. Era stata così sciocca, da ragazzina, da buttare al vento il proprio futuro, abbandonando gli studi e facendosi arrestare – nonostante fosse innocente. Non aveva le qualifiche per poter aspirare a un buon lavoro.

    Ma avrebbe trovato una soluzione. Lo avrebbe fatto per Jodie.

    D'accordo. Doveva sbrigarsi. Era in prova e non poteva permettersi di perdere anche questo lavoro. Certo non era l'impiego dei sogni, ma almeno le consentiva di pagare le bollette.

    Due minuti dopo, Sarah stava per aprire la porta dell'ufficio del signor Gardiner per fare le pulizie, quando sentì delle voci e si bloccò di colpo.

    Strano. Nelle ultime quattro settimane Ben Gardiner non era mai stato in ufficio di sera. Evidentemente però ora era lì, e non era solo. Si sentiva la voce stridula di una donna che sembrava decisamente contrariata.

    Non era certamente il momento migliore per entrare.

    Sarah fece per andarsene, ma la porta si spalancò e la donna uscì come una furia, poi si voltò e gridò: «Non sai quello che ti stai perdendo, Ben!».

    Sarah non fece alcuna fatica a riconoscerla: capelli corti scuri, gambe chilometriche. Aveva visto il suo bel viso sulle copertine di chissà quante riviste. Era Leila Durante, una super top-model famosa per i suoi flirt con gli scapoli più facoltosi della città.

    Sarah indietreggiò e si nascose per non farsi vedere.

    «Avvertimi quando tornerai in te. Ma sappi che non aspetterò a lungo.»

    A quel punto Ben Gardiner apparve sull'ingresso. «Non disturbarti ad aspettare» affermò laconico.

    La ragazza sibilò qualcosa e se ne andò.

    E adesso? In un mondo ideale Sarah avrebbe indossato il mantello dell'invisibilità e sarebbe scomparsa. Magari, con un po' di fortuna, Ben Gardiner sarebbe rientrato in ufficio senza vederla.

    Già, peccato che di rado la fortuna fosse dalla sua parte.

    Infatti Ben si voltò proprio verso di lei. «Come primo appuntamento non è stato un granché. Non siamo nemmeno arrivati al ristorante.»

    Sarah deglutì. Ben Gardiner era ancora più affascinante di persona di quanto non sembrasse in fotografia... Era alto e con un fisico atletico, elegantissimo nel completo grigio che gli conferiva un'aura di potere. I capelli scuri erano mossi e un po' spettinati, e gli occhi blu emanavano pura sensualità.

    «Già... comunque, perché lei lo sappia, non stavo origliando. È solo che...» Indicò il carrello degli attrezzi per le pulizie. «Stavo... uhm... dovevo pulire il suo ufficio e...»

    Santo cielo! Era ridicolo. Certo, aveva di fronte un uomo attraente, ma questo non giustificava il fatto che non riuscisse a formulare una frase coerente.

    In fondo si trattava semplicemente di un uomo – anche se aveva l'aspetto di un dio.

    «Stai bene?» le domandò Ben.

    Torna in te! Hai bisogno di questo lavoro.

    «Sì, sto bene. Uhm...» Se avesse detto ancora una volta uhm si sarebbe sotterrata

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