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La magia di un incontro
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La magia di un incontro
Ebook156 pages2 hours

La magia di un incontro

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About this ebook

Ali: Mi sono bastati dieci minuti per accorgermi che io e Quinn siamo fatti l'uno per l'altra. Tuttavia qualcosa nei suoi occhi mi ha fatto capire che non era pronto a lasciarsi andare. Adesso, a sei mesi dal nostro primo incontro, il destino ci ha riuniti e ha fatto in modo che lavorassimo insieme. E io ho tutte le intenzioni di non lasciarmelo scappare.

Quinn: Non posso permettermi di perdere la testa per Ali. La sorte mi ha già messo duramente alla prova e, nella mia vita, le mie figlie vengono prima di tutto. Ma, nonostante tutti i miei sforzi, i suoi occhi esercitano su di me una magia a cui non riesco a sottrarmi e lavorare fianco a fianco con lei, giorno dopo giorno, si sta rivelando una deliziosa tortura.
LanguageItaliano
Release dateMay 11, 2020
ISBN9788830514195
La magia di un incontro
Author

Emily Forbes

È lo pseudonimo letterario di due sorelle, che con questo romanzo debuttano ufficialmente in Harmony Bianca.

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    La magia di un incontro - Emily Forbes

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Honourable Army Doc

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2014 Emily Forbes

    Traduzione di Daniela De Renzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-419-5

    1

    Quinn

    Quinn Daniels terminò il suo drink e fece un cenno al barman, per ordinarne un secondo, che sarebbe stato anche l’ultimo della serata. Il giorno successivo doveva tenere il discorso di apertura al Congresso di Medicina e voleva mantenersi sobrio.

    Rimase in attesa al bar, tenendosi leggermente in disparte e lasciandosi avvolgere dal chiacchiericcio della gente che lo circondava.

    L’arredamento della sala, allestita per il cocktail di benvenuto, era assolutamente impersonale. Avrebbero potuto essere ovunque. Ma il modo di comportarsi della gente gli faceva capire di essere tornato finalmente a casa.

    Il salone era pieno solo per metà, ma c’erano già più donne di quante Quinn ne avesse viste da parecchio tempo.

    Di ritorno dal secondo periodo di servizio in Afghanistan stava cercando di riprendere il modo di vivere occidentale. Il bicchiere di whisky che aveva in mano e le donne che lo circondavano erano solo due delle differenze con quel mondo, ma bastavano a creare un’atmosfera completamente diversa.

    In Afghanistan vestivano quasi sempre in uniforme. Ma quella sera gli uomini indossavano vestiti e cravatte e le donne abiti da cocktail. Al posto del color kaki predominava il nero.

    All’improvviso una pennellata di rosso colpì lo sguardo di Quinn. Era un vestito drappeggiato intorno alla donna più bella che avesse visto da parecchio tempo. Lasciava scoperta una spalla liscia, leggermente abbronzata, e avvolgeva due seni rotondi, stringendosi in vita, prima di allargarsi di nuovo a ventaglio e scendere fino alle ginocchia. Le braccia della donna erano lunghe e sottili, come le gambe. Quinn provò a immaginare quello che c’era sotto il tessuto leggero.

    La giovane donna portava i capelli scuri e lucidi fino alle spalle e aveva le labbra dipinte di rosso. La bocca risaltava contro la pelle olivastra, che le dava un’aria leggermente esotica. Quella ragazza era assolutamente deliziosa e Quinn si chiese chi potesse essere.

    Aveva una postura perfetta e il collo slanciato. Appariva serena ed elegante. Girò la testa verso il bar, mentre percorreva la sala con lo sguardo. I suoi occhi incontrarono quelli di Quinn e lui sentì una stretta improvvisa allo stomaco, come se fosse stato appena colpito dalla freccia incandescente del desiderio.

    Desiderio... Una sensazione che credeva ormai dimenticata e che lo prese del tutto alla sprovvista. Il ritmo del cuore si fece incalzante e il sangue cominciò a pulsargli nelle vene, ridestando la sua virilità.

    Rimase in attesa, sperando che lei non trovasse chi stava cercando. Si muoveva con grazia, sembrava quasi scivolare attraverso la folla. Quinn non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Sapeva che la stava fissando, ma non riuscì a evitarlo.

    Lei si voltò di nuovo verso il bar, che in quel momento era molto affollato. Era presto e la gente stava ancora arrivando.

    Ma lui aveva imparato nel peggiore dei modi a non lasciar prevalere l’attrazione fisica sulla ragione. Stava pagando ancora il prezzo di quel comportamento. Non che gli dispiacesse. Da quell’esperienza erano nate le sue due gemelle. Ma non poteva negare che gli avesse cambiato la vita, fino al punto da non sentirla più sua.

    Ormai si permetteva soltanto qualche avventura passeggera. Ma era molto tempo che non provava più vero desiderio. Capiva invece che per quella donna avrebbe potuto perdersi.

    Forse quelle sensazioni l’avrebbero aiutato a dimenticare l’Afghanistan, ad ancorarsi definitivamente al presente. Il sesso era sempre un’ottima distrazione.

    Ma soddisfare il bisogno sessuale era una cosa. Il sesso unito al desiderio era molto diverso.

    Ali aveva notato quell’uomo nel momento stesso in cui era entrata nella stanza. Possedeva un viso interessante e occhi assolutamente fuori dal comune. Aveva sostenuto il suo sguardo, quasi sfidandola ad abbassare il suo. Poi si era mosso. Leggermente. Per creare spazio davanti al bancone del bar.

    Lei non desiderava far vedere che era sola. Non voleva mettersi in mostra. E fu contenta di quell’offerta silenziosa. Esitò solo un momento, prima che lui la convincesse con un altro sguardo.

    Lo sconosciuto aveva gli occhi più azzurri che avesse mai visto. Un azzurro luminoso. Quasi ipnotico. Ali si sentì come se fosse stata sottoposta a una sorta d’incantesimo. I suoi piedi cominciarono a muoversi autonomamente e la portarono attraverso la sala, finché si trovò accanto a lui e accettò il drink che le stava porgendo.

    La stava guardando intensamente, quasi volesse imparare a memoria i suoi lineamenti. Ma non era uno sguardo indiscreto. Al contrario, la faceva sentire apprezzata.

    L’atteggiamento sicuro dell’uomo aveva qualcosa di attraente. La fiducia in sé di Ali era stata messa recentemente a dura prova, ma quello sguardo riuscì a farla sentire eccitata. Gli occhi azzurri sembravano illuminati da una luce interna, mentre i bordi esterni delle iridi erano di un blu più intenso, che ricordava le acque dei mari tropicali.

    Lui le porse il bicchiere, ornato da una fettina di lime. «Posso tenerle compagnia, mentre attende i suoi amici?» le domandò, quando lei lo ringraziò gentilmente per il drink.

    «Come fa a sapere che aspetto qualcuno?»

    «L’ho vista, quand’è arrivata...» replicò lui con un sorriso. «Sembrava dovesse incontrare qualcuno, ma fosse arrivata per prima.»

    In una sala piena di gente si erano notati nello stesso istante. Quell’incontro occasionale sembrava avere qualcosa di magico. Ali accennò un sorriso. «Una delle mie brutte abitudini. Arrivo sempre in anticipo.»

    «Non la definirei una brutta abitudine.»

    «Sì, invece. Fa sentire gli altri in colpa, perché pensano di essere in ritardo.»

    «Be’, spero che i suoi amici se la prendano con calma» replicò lui, rispondendo al sorriso. E intorno ai suoi occhi azzurri si formarono delle piccole rughe.

    Stava flirtando con lei? Ad Ali avrebbe fatto piacere, ma non poteva esserne sicura.

    Lui le porse la mano. «Sono Quinn Daniels.»

    Lei sapeva chi era. Il capitano Quinn Daniels. L’aveva riconosciuto da una fotografia. Aveva intenzione di seguire il suo intervento su malattie infettive e vaccinazioni il giorno successivo. Dalla breve biografia riportata sul programma sapeva che era un medico dell’Esercito. Ma la foto in bianco e nero non gli rendeva assolutamente giustizia.

    Era alto più o meno un metro e ottanta e aveva una struttura solida. Appariva in splendida forma. Ali riusciva a vedere il disegno dei muscoli al di sotto dei vestiti. Non si poteva definire bello. Aveva il viso largo, con i capelli tagliati corti. La mascella squadrata e rasata alla perfezione. Il mento forte. Ma in lui c’era qualcosa che l’attraeva intensamente. Forse quell’aria sicura. Sembrava perfettamente in grado di prendersi cura di sé e di tutti quelli che avesse deciso di proteggere.

    Il ponte del naso sembrava appiattito, come se fosse stato rotto. Ma se lo aveva rotto in uno scontro, il suo avversario doveva avere avuto sicuramente la peggio.

    Ali percepiva la sua mascolinità, ma non se ne sentiva assolutamente minacciata. Lui appariva forte. Interessante. La faceva sentire coraggiosa. Gli strinse la mano. «Io sono Ali.»

    Lui rispose alla stretta in modo fermo ma gentile e il senso di eccitazione si accentuò in lei. Da parecchio tempo non provava quella sensazione.

    «Piacere di conoscerti, Ali» replicò lui in tono apparentemente sincero. «Sei un medico?» le domandò subito dopo.

    Lei annuì, senza parlare. Non sarebbe riuscita a pronunciare una parola finché lui continuava a stringerle la mano in quel modo. Si sentì sopraffatta.

    «Abiti a Brisbane?» domandò Quinn, lasciandola.

    Ali scosse la testa e finalmente ritrovò la voce. «No, vengo da Adelaide.»

    «Ah, avrei dovuto immaginarlo.»

    «Perché?»

    «Il sud dell’Australia è famoso per le belle donne.»

    Stava decisamente flirtando.

    «Sei stato ad Adelaide?» domandò lei, sperando avesse un buon motivo per fare quell’affermazione e non stesse parlando soltanto per luoghi comuni.

    «Spesso» replicò lui con un sorriso. «Ci stai volentieri?»

    «Sì» annuì lei convinta. Adorava quella città e, anche se molti amici si erano trasferiti, non aveva mai preso in considerazione la possibilità di vivere in un altro luogo. «Ma non è stato difficile decidere di sfuggire alla rigidità del nostro inverno, per venire qui al nord per partecipare alla conferenza e trovare un po’ di sole. Non vedo l’ora di sentire il tuo intervento di domani.»

    Quinn accennò un sorriso. «Hai intenzione di ascoltarmi? Non preferiresti rimanere in piscina a completare la tua abbronzatura?»

    «Di solito comincio a bigiare dal secondo giorno...» scherzò lei, ridendo, prima di assaggiare il drink. Si rese conto di flirtare un po’, ma la cosa in quel momento non le creava alcun problema.

    All’improvviso il cellulare di Quinn cominciò a suonare, interrompendo la conversazione. Lui lo estrasse dalla tasca, lanciando un’occhiata allo schermo. «Vuoi scusarmi? Devo assolutamente rispondere.»

    Lei rimase a guardarlo, mentre camminava, domandandosi chi avesse il potere di spingerlo a cercare un po’ di privacy.

    Mentre si allontanava, Quinn si voltò di nuovo verso di lei. «Torno subito» mormorò, prima di andarsene definitivamente. E lei si chiese se sarebbe tornato davvero.

    Ali era proprio incantevole. Era molto bella, ma non si trattava soltanto di quello. In lei c’era una grazia che lo aveva affascinato immediatamente. Una calma che riusciva ad attirarlo come una calamita. Dopo i mesi trascorsi in Afghanistan sentiva il bisogno di ritrovare il suo equilibrio. Gli sarebbe piaciuto rimanere al bar e lasciare che la voce morbida e sensuale di quella ragazza curasse il suo animo stanco.

    Ma non poteva ignorare la telefonata. La famiglia per lui era più importante di qualsiasi cosa.

    Avrebbe voluto chiedere ad Ali di aspettarlo, ma non voleva sembrare inopportuno. Più tardi sarebbe tornato a cercarla. Si era allontanato per concentrarsi sulla telefonata. Se fosse rimasto vicino a lei, avrebbe finito sicuramente per distrarsi.

    Pensava fossero le figlie e invece sentì, inaspettata, la voce della suocera.

    «Helen? Che cosa c’è? Problemi con le bambine?»

    Non accadeva molto spesso che Helen lo chiamasse. Avevano un ottimo rapporto, ma non c’era motivo di sentirsi. Le figlie lo tenevano costantemente al corrente e delle cose importanti discuteva con la loro madre. Potevano essere soltanto cattive notizie.

    Quinn si spostò nell’atrio dell’albergo. Aveva bisogno di tranquillità. Aspettò una risposta con il cuore in gola.

    «Si tratta di Julieanne.»

    Sua moglie. Ex moglie, si corresse immediatamente.

    Sapere che non si trattava delle bambine lo aiutò a rilassare il diaframma, abbastanza da riuscire a parlare. «Che cos’è successo? C’è stato un incidente?»

    «No. Si tratta dei suoi mal di testa.»

    I mal di testa di Julieanne si erano fatti più intensi e frequenti. Le aveva chiesto di andare da un dottore, ma lei sembrava convinta di poterli tenere a bada con la dieta e l’esercizio fisico. Helen riprese a parlare con voce rotta dall’emozione. «Oggi ha avuto

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