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Una proposta conveniente: Harmony Destiny
Una proposta conveniente: Harmony Destiny
Una proposta conveniente: Harmony Destiny
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Una proposta conveniente: Harmony Destiny

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About this ebook

Lei è incinta e sola.
Tornata a Sundown, Shallie Malone deve affrontare una miriade di sguardi conosciuti. Il padre del suo bambino l'ha abbandonata e nessun altro cavaliere in armatura scintillante appare all'orizzonte.
Lui le chiede di sposarlo.
Poi Mac McDonald le propone un matrimonio riparatore cosicché il suo bimbo abbia un nome e un futuro sicuro, lontano dall'indigenza.
Il loro matrimonio potrebbe diventare reale?
La passione che li sorprende trasforma ogni cosa e Shallie si ritrova innamorata di suo marito. Ma visto il sacrificio che lui ha già fatto come può lei chiedergli anche l'amore eterno?
LanguageItaliano
Release dateAug 12, 2019
ISBN9788830502437
Una proposta conveniente: Harmony Destiny
Author

Cindy Gerard

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Una proposta conveniente - Cindy Gerard

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Convenient Proposition

    Silhouette Desire

    © 2006 Cindy Gerard

    Traduzione di Giuseppe Biemmi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-243-7

    1

    Un cielo invernale si profilava pesante e minaccioso sui picchi di Shadow Range, sputando fiocchi di neve grandi come monetine da dieci cent che, cadendo, andavano ad ammantare ogni cosa come una candida coperta lanuginosa. Mentre uno sgangherato pick-up si avvicinava lentamente a Sundown, nello stato del Montana, Shallie Malone guardava attraverso il finestrino del lato passeggero, desiderando tanto di poter scacciare la fastidiosa sensazione che quella tormenta di neve fosse una specie di presagio. Che forse, tornare a Sundown, era un madornale errore.

    Immagina un po’. Lei che commetteva un errore. Be’, non era certo una novità.

    Emise un sospiro stanco, mentre il vecchio pick-up procedeva, sobbalzando lungo la strada innevata. Aveva commesso un sacco di sbagli nei suoi ventisette anni di vita. Non voleva che il ritorno a Sundown fosse uno di quelli. Aveva creduto che sarebbe stato un po’ come sentirsi di nuovo a casa e che, quindi, una simile decisione non potesse essere classificata come l’ennesimo passo falso lungo la strada assai accidentata della sua esistenza.

    Rassegnati, pensò, mentre il profilo frastagliato delle vette innevate scompariva dietro un denso banco di nuvole: errore o no, non aveva avuto molte altre scelte.

    Strizzando gli occhi, mise a fuoco la foresta attraverso il parabrezza mentre i tergicristalli spazzavano via dal vetro dei fiocchi bagnati. I rami dei pini si piegavano come le spalle dei vecchi sotto il peso dell’inverno. Oggi anche lei si sentiva vecchissima. E appesantita. Il signor Coleman, l’attempato cowboy di cui si ricordava vagamente, era stato così gentile da darle un passaggio dalla stazione delle corriere a Bozeman. Aveva impostato il riscaldamento al massimo. Anche così, però, Shallie rabbrividì sotto il giaccone leggero. E cercò di ignorare la nauseante sensazione alla bocca dello stomaco, sensazione che le suggeriva che forse il vecchio adagio rispondeva al vero: Non si può mai tornare indietro.

    Un nome su una cassetta della posta, all’inizio di quella che sapeva essere una stradina che descriveva una lunga curva che portava nel fitto della foresta e su, fino a metà montagna, attirò il suo sguardo mentre ci passavano accanto.

    Girando la testa, cercò di leggere la scritta nera parzialmente coperta dalla neve. «Sbaglio o c’era scritto Brett McDonald?»

    «Cosa? Ah, sì!» Concentrandosi per impedire che il pick-up slittasse sul fondo sdrucciolevole, Bob Coleman strizzò gli occhi dietro le lenti bifocali dei suoi occhiali dalla montatura pesante dopo aver dato una rapida occhiata allo specchietto retrovisore. «Il ragazzo ha acquistato la vecchia proprietà dei Fremont più o meno quando ha rilevato il Dusk to Dawn

    Accidenti. Mac? Il suo amico d’infanzia, Brett Mac McDonald, adesso possedeva la baita dei Fremont? Ma fu la seconda parte dell’ultima frase di Bob Coleman a stupirla maggiormente. «Gli Haskin hanno venduto il Dusk to Dawn

    «Questa sì che è bella, eh?» Bob fece una smorfia sotto la tesa del suo logoro Stetson grigio. «Non avrei mai pensato di vedere il giorno in cui Nadine e Chet avrebbero smesso di lavorare, ma credo avessero una gran voglia di viaggiare e Mac aveva i contanti per far sì che il loro sogno divenisse realtà.»

    Il Dusk to Dawn era il locale di Sundown in cui andavano a divertirsi tutta la comunità locale e i cowboy dei dintorni. Era bar, ristorante e minimarket, il tutto concentrato in un’unica costruzione ben sfruttata e altrettanto ben curata. Se qualcuno si sposava, il banchetto si teneva al Dusk to Dawn. Se qualcuno moriva, era lì che la famiglia teneva la veglia. Feste di compleanno, diploma e laurea, oltre alle abituali baldorie del sabato sera, si tenevano tutte sotto il soffitto dipinto di verde di quello storico ritrovo da che Sundown era Sundown. E fin da quando Shallie aveva conosciuto Sundown, erano stati gli Haskin che avevano mandato avanti il Dusk to Dawn.

    Scoprire che loro non erano più là, un cambiamento radicale in un contesto altrimenti improntato alla stabilità, la rese triste. Era parecchio che non tornava a casa. Avrebbe voluto che tutto fosse uguale a come l’aveva lasciato. C’era sicurezza nello status quo, ed era proprio quella la cosa di cui aveva maggiormente bisogno al momento.

    Forse era stata un po’ ingenua, d’accordo. Ma era stato consolante pensare che, in un mondo in continua evoluzione, Sundown con il suo ritmo lento e la sua gente semplice e onesta sarebbe rimasta più o meno quella che era sempre stata.

    «Pare che Mac abbia fatto fortuna a Bozeman» aggiunse Bob, ignaro dei pensieri malinconici di Shallie. «Si è fatto una buona clientela con il suo elegante ristorante italiano e la gente arriva da ogni parte. Ci ho messo il naso anch’io una volta o due, quando sono riuscito a prenotare un tavolo. Gira voce che ha deciso di articolare l’attività e di riportare almeno una parte dei suoi affari a casa.»

    Mac era sempre stato un ragazzo di paese. Pensare a lui che dirigeva un elegante ristorante italiano fece sorridere Shallie.

    Esuberante. Signore, quanto era stato esuberante quel ragazzino. Un pazzo scatenato e dagli scherzi diabolici, che amava divertirsi sempre e comunque. Lui e John Tyler ne avevano inventate di tutti i colori. E, spesso e volentieri, lei era stata compartecipe dei guai che avevano combinato quei due.

    Shallie si fece seria. Guai... Non le ci era voluto molto per tornare esattamente al punto di partenza e ritrovarsi in un bel guaio.

    Istintivamente, si posò con fare protettivo una mano aperta sul ventre piatto e sulla nuova vita che stava crescendo dentro di lei, rassicurandosi che tornare era stata una buona decisione. La cosa giusta da fare. E quando il pick-up oltrepassò la sommità della collina, lasciandosi il passo alle spalle, e il piccolo villaggio di Sundown apparve alla vista, il piccolo brivido di disagio che avvertiva da tempo si trasformò in eccitazione e si disse che sì, era stata la scelta giusta.

    Quante volte aveva percorso questa strada e visto Sundown da quel punto privilegiato? Ebbene, la conca che accoglieva il paese adesso era ammantata di bianco. Il fumo dai camini delle case saliva a spirale in sbuffi sottili, come vapore che si sollevava da un bricco in ebollizione. Quante volte aveva dato semplicemente per scontata questa vista?

    Troppe.

    Be’, non avrebbe ripetuto quell’errore.

    Era quasi a casa. Almeno era più vicina a casa di quanto non fosse mai stata. Poteva anche essere di ritorno a testa bassa per la vergogna, ma non avrebbe permesso che la sua decisione di tornare si trasformasse in un altro errore. Più precisamente, si sarebbe guardata bene dal commettere gli stessi errori che aveva commesso sua madre.

    Okay, si corresse, toccandosi di nuovo distrattamente la pancia. Non avrebbe commesso tutti i suoi stessi errori. Perché Joyce Malone aveva deluso tutti coloro che avevano contato su di lei... Shallie compresa.

    Non avevano ancora terminato di affrontare un tornante con una pendenza particolarmente impegnativa quando un lucido fuoristrada nero si presentò improvvisamente rombando davanti a loro, strappandola ai suoi pensieri. Il veicolo sbandò, slittando sulla superficie stradale resa insidiosa da un velo di neve e puntò dritto verso di loro.

    «Dannazione» borbottò Bob.

    Stringendo forte il volante, sterzò decisamente a destra per evitare il grosso bestione. «Tieniti forte» le disse a denti stretti, le nocche delle dita bianche attorno al volante, mentre schiacciava con forza il pedale del freno.

    Quando Shallie vide la dimensione dell’albero che si profilava proprio davanti a loro, puntò una mano sul cruscotto e serrò la mascella per impedirsi di gridare.

    Senza risultati apprezzabili. Infatti, l’urlo che le uscì di gola fu qualcosa da spaccare i timpani. E il dolore che le trapassò il polso quando il pick-up si fermò di colpo contro un cumulo di neve le provocò quasi un mancamento.

    Imprecando tra sé, Brett McDonald incontrò qualche problema di aderenza, sbandò paurosamente ma alla fine fermò il suo fuoristrada sul ciglio della strada. Maledizione. Non aveva visto la lastra di ghiaccio. In compenso, aveva visto il pick-up di Bob Coleman... appena in tempo. Aveva rischiato un frontale. Grazie a Dio, l’aveva evitato... anche se solo per un soffio.

    Inserendo la marcia, tirò il freno a mano e aprì la portiera. Con il cuore che gli martellava in petto, saltò a terra. I fumi dello scarico del motore si levavano a formare delle nuvolette bianche mentre correva verso il pick-up di Bob, spaventato a morte che l’uomo più anziano si fosse ferito quando aveva sterzato bruscamente a sua volta per sottrarsi a un brutale impatto.

    La buona notizia: il vecchio e scalcinatissimo Ford si era fermato contro un mucchio di neve poco prima di andare a sbattere dritto contro un grosso pino. Non un graffio, né un’ammaccatura sulla carrozzeria. La cattiva notizia: il pick-up era messo di traverso sulla strada stretta, con il paraurti anteriore affondato sotto il cumulo di neve spalato dallo spazzaneve, sul bordo della strada.

    «Tutto okay, Bob?» gridò Mac al cowboy, attraverso il finestrino chiuso.

    «Sì, credo di essere ancora tutto intero.» Bob voltò il capo verso il sedile del passeggero. «E tu come stai, Shallie? Tutto bene lì da te?»

    Shallie? Mac conosceva una sola Shallie... ma questa non poteva essere lei.

    Abbassò la testa in modo da poter guardare nell’abitacolo del veicolo. Mio Dio. Il cuore gli sobbalzò in petto per lo shock non appena la vide e una serie di vecchi ricordi e altrettanto vecchie sensazioni riaffiorarono di colpo.

    Shallie. La sua Shallie Malone. Non la vedeva dai tempi del liceo, quando se ne era andata da Sundown in tutta fretta come se avesse la coda in fiamme. Ma aveva riconosciuto comunque quei grandi occhi castani e la folta massa dei capelli dello stesso colore che portava corti come un tempo.

    Così come aveva riconosciuto l’aumento improvviso delle pulsazioni e la sensazione di essere a corto di fiato che costituivano la reazione che aveva sempre avuto quando era accanto a quella donna. Okay. Lei era stata solo una ragazzina l’ultima volta che l’aveva vista. Ma questo non aveva reso meno reali i sentimenti che aveva provato nei suoi confronti. Oh, naturalmente, lei non sapeva nulla... era stato troppo orgoglioso per confessarle ciò che sentiva per lei. Ma Shallie Malone era stata la donna giusta. La donna giusta che però se ne era andata via.

    Mac girò attorno al veicolo per raggiungere il lato del passeggero, si fece strada nella neve che gli arrivava al ginocchio e spalancò la portiera con un sorriso stampato sul volto. Shallie era tornata... e, a meno che non fosse sposata, fidanzata o in qualche altro modo impegnata, stavolta non se ne sarebbe andata.

    «Shallie! Sei una gioia per gli occhi.»

    Era stata una ragazza molto carina. La donna che era diventata però era decisamente bella. Il sorriso

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