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Un corpo da spogliare
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Un corpo da spogliare

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About this ebook

Swan McKenna sta per realizzare il sogno della sua vita: raggiungere il successo come stilista di biancheria intima maschile. Il sogno si infrange quando viene accusata di essersi appropriata illegalmente di cinque milioni di dollari. L'agente assegnato al suo caso, l'affascinante e sexy Rob Gaines, le è costantemente alle calcagna, tanto che riuscire a lavorare sta diventando praticamente impossibile. Inoltre Swan si rende conto che l'agente sarebbe un modello perfetto per le sue creazioni di moda. La biancheria intima aderirebbe in maniera perfetta su quel fisico scultoreo. Lei è tentata di chiedergli di sfilare per lei, il problema è che non sa se riuscirebbe a resistere alla tentazione di trascinarlo giù dalla passerella per farlo suo...
LanguageItaliano
Release dateNov 10, 2016
ISBN9788858956106
Un corpo da spogliare
Author

Suzanne Forster

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Un corpo da spogliare - Suzanne Forster

    successivo.

    1

    Swan McKenna aveva esaminato uomini seminudi per gran parte del pomeriggio senza peraltro aver trovato quello giusto. Osservare dei bei ragazzi spogliarsi era un'occupazione che molte donne le avrebbero invidiato e che lei avrebbe dovuto apprezzare più di chiunque altro, dal momento che era la sua biancheria intima a essere messa in mostra dagli spogliarellisti improvvisati. Be', non esattamente la sua biancheria intima, bensì i capi della linea che lei aveva disegnato.

    In vista di una serie di sfilate stava cercando alcuni modelli spigliati e disinvolti che facessero conoscere le sue creazioni al pubblico invogliandolo ad acquistarle.

    «Cerco un uomo che sappia almeno muoversi seguendo il ritmo della musica, accidenti!» implorò.

    Swan parlava al telefono con il suo assistente, Gerard Nichols, che aveva organizzato l'audizione degli aspiranti modelli. La socia di Swan, Lynne Carmichael che di solito si occupava di quei dettagli, era impegnata fuori Los Angeles per organizzare il tour promozionale che avrebbe toccato le varie sedi della catena di boutique che avevano l'esclusiva sulla loro produzione. La sua partenza aveva costretto Swan e Gerard a raddoppiare i loro sforzi per preparare la festa di lancio che avrebbe avuto luogo la sera successiva e che sarebbe servita a far conoscere la loro azienda alla stampa specializzata, presentando con una sfilata la nuova e audace linea di biancheria intima maschile.

    I nervi di Swan non erano ancora tesi come corde di violino, ma avrebbero dovuto esserlo. Lei e Lynne avevano sgobbato per anni per arrivare a sfondare nel mondo della moda e ci stavano riuscendo contro ogni previsione, ma la loro affermazione non era ancora assodata e anche una sola critica negativa sarebbe stata sufficiente a rendere vano il lavoro di mesi, infrangendo i loro sogni di fama e successo.

    Era troppo chiedere di trovare almeno due ragazzi in grado di spogliarsi con una certa disinvoltura senza aggrovigliarsi nei vari indumenti?

    «Si direbbe un ritorno alla grande dei Village People» replicò Gerard parlando a bassa voce. «Abbiamo un capo indiano con tanto di copricapo di piume, un vigile del fuoco con un'ascia e un cowboy con la pistola. Oh, mio Dio, Swan! Chiama subito il pronto intervento! Il tecnico della compagnia telefonica che è appena entrato è bello da impazzire. Da impazzire

    Gerard si trovava nell'atrio mentre Swan era nella spaziosa sala della musica della villa in stile italiano che di recente era diventata la sede operativa della Brief Encounters la società di Swan e Lynne.

    «Oh, oh, oh, e c'è anche un marchese De Sade» osservò Gerard lasciandosi sfuggire un gridolino. «Ha una frusta, Swan! Una frusta vera. Devo farlo entrare?»

    Per tutta risposta Swan si limitò a sbuffare. Ridere avrebbe richiesto troppa energia. Evidentemente Gerard si trovava nel suo elemento. Fin dal primo momento in cui si erano conosciuti si era accorta che lui era gay, anche perché lui stesso si era presentato fin da subito come tale. Salve, mi chiamo Gerard Nichols e sono gay. All'epoca Swan si era chiesta se era solito esporsi il quel modo con tutti e presto aveva scoperto che era così.

    Entrando nel minuscolo ufficio di Manhattan Beach, Contea di Los Angeles, California, Gerard l'aveva informata che si trovava lì per rispondere all'annuncio con il quale la società cercava un assistente e Swan aveva capito subito che la ricerca era finita. Gerard era cresciuto con il sogno di diventare un modello per le linee di intimo come Mark Wahlberg, ma a trenta e rotti anni e con una vera passione per il gelato alla fragola si era rassegnato a restare dietro le quinte. Non sapendo disegnare si accontentava di rendersi indispensabile.

    E lo era diventato. Swan si sarebbe sentita persa senza di lui. «Proviamo con il tecnico della compagnia telefonica» rispose. «Mi sembra una scelta più sicura. Il mangiatore di fuoco che se ne è appena andato ha fatto cadere la fiaccola e per poco non ha appiccato un incendio. Non voglio altra gente pericolosa, ci siamo intesi? E nemmeno animali vivi, in special modo serpenti.»

    Swan detestava i serpenti e poco prima un grosso pitone era caduto dalle spalle nude del suo proprietario andando a infilarsi sotto il divano su cui lei era seduta. Swan aveva ancora la pelle d'oca.

    Era un miracolo che avesse sentito l'esigenza di correre subito in bagno.

    Si trattava di un disturbo che aveva incominciato a manifestarsi quando lei era ancora bambina e che la induceva a correre alla toilette ogni volta che si agitava.

    «Ma, Swaaaan...»

    «No, Gerard, basta animali striscianti, solo bipedi d'ora in avanti e niente materiali infiammabili o esplosivi. Stiamo preparando una sfilata di moda, non uno spettacolo di demolizioni, senza contare che questo trimestre siamo anche in ritardo con il pagamento della rata dell'assicurazione, quindi non so nemmeno se siamo coperti.»

    Swan lo sentì emettere un lungo sospiro. Gerard adorava le campanelle e i fischietti e insisteva nel sostenere che una festa come quella che stavano allestendo necessitava di effetti speciali. Dal momento che Lynne e Swan non potevano permettersi fuochi artificiali e raggi laser, Gerard aveva suggerito che fossero i modelli a offrire uno spettacolo pirotecnico convincendo Swan a sottoporre a un provino alcuni dei suoi amici più stravaganti. Naturalmente lei si era subito pentita di aver accettato quella soluzione ridicola, ma dal momento che la mancanza di fondi non permetteva alla società di avvalersi della collaborazione di modelli professionisti, alla fine si era lasciata convincere a visionare tutti i candidati alla ricerca di qualcuno che almeno fosse in grado di muoversi con una certa scioltezza.

    «Il marchese sembra divertente, Swan. Sei sicura di non volerlo vedere?»

    «Sicurissima, Gerard. Non far entrare il tipo con la frusta, per favore.»

    Gerard interruppe la comunicazione e Swan tornò alla sua postazione, passandosi una mano sulla fronte sudata. Agosto era il mese più caldo dell'estate, e il calore non mancava di farsi sentire anche sulla spiaggia e nella villa costruita non meno di cinquant'anni prima e dunque non dotata di aria condizionata. Swan indossava un paio di pinocchietti e una canotta, ma avrebbe sentito caldo anche se fosse stata completamente nuda.

    A infastidirla maggiormente era il fatto che non sarebbe dovuto toccare a lei quel compito. L'idea della festa di lancio era stata di Lynne, lo spirito libero, l'addetta alle vendite, al marketing e alle pubbliche relazioni. Swan si occupava dell'organizzazione e dell'amministrazione oltre a essere la stilista di punta e gli unici contatti che aveva con i modelli si limitavano a qualche seduta di prova per accertarsi che i capi non avessero bisogno di modifiche.

    Lynne avrebbe dovuto tornare per le audizioni, ma aveva lasciato un messaggio sulla segreteria dicendo che aveva qualcosa di grosso per le mani e che avrebbe richiamato per spiegare meglio di che cosa si trattava. Aveva anche fatto il nome di uno stilista di fama internazionale. Lynne amava essere misteriosa, ma non aveva certo scelto il momento migliore per sfoggiare la sua vena enigmatica quando la loro società stava per affrontare il suo primo tour promozionale. Fortunatamente aveva lasciato a Swan tutti i dettagli necessari per organizzare la prima sfilata che si sarebbe tenuta a Los Angeles, e la festa di lancio.

    La porta della sala della musica si aprì e Gerard spinse all'interno un recalcitrante tecnico della compagnia telefonica. Prima di andarsene sorrise e incrociò le dita. Il modello si guardò intorno come se non capisse dove fosse finito e perché si trovasse lì. Brutto segno, pensò Swan invitandolo ad avvicinarsi.

    L'uomo non si mosse. «Sono qui per...»

    «Sì, lo so» lo interruppe lei in tono allegro. «Bel costume. Sei il primo operaio della giornata e devo dire che l'effetto non è niente male.»

    Niente male era un eufemismo. Da un uomo così si sarebbe lasciata installare un telefono in qualsiasi momento. Con la sua descrizione Gerard non gli aveva reso giustizia. Se al suo posto ci fosse stata Lynne gli avrebbe riservato gli apprezzamenti che di solito destinava ai bagnini e alla squadra olimpica di pallanuoto.

    L'uomo aveva gambe tanto lunghe che i jeans che indossava dovevano essere stati fatti su misura ed era impossibile ignorare il suo atteggiamento deciso con i piedi ben ancorati a terra e le anche posizionate in modo da mettere in evidenza la vita stretta e le spalle ampie. Anche l'espressione che aveva dipinta in viso era perfetta: attonita e interrogativa, tendente al sospettoso. In una parola: virile.

    Swan sentì un'ondata di calore raggiungerle il viso. Quell'uomo era riuscito a suscitare in lei una strana eccitazione unicamente con la sua presenza. Era mai possibile? Eppure il fremito che l'aveva scossa non aveva niente a che fare con la sua vescica capricciosa.

    «Signora...»

    La voce dal tono profondo distrasse Swan dalle sue meditazioni. Che cosa diavolo stava facendo? Fantasticava a occhi aperti quando avrebbe dovuto almeno accertarsi che il modello sapesse ballare?

    «Il lettore CD è laggiù» gli spiegò indicando l'apparecchio portatile che Gerard aveva sistemato su un antico carrello da tè.

    «Vai pure a inserire la tua musica» lo esortò lei.

    Accaldata si trattenne a stento dal farsi aria con le mani. «Non hai portato la musica» dedusse poi notando che non si era mosso. «Non importa» lo rassicurò alzandosi dalla scrivania e avviandosi verso il lettore CD. L'attimo seguente il ritmo scatenato di Disco Inferno, riecheggiò nella sala.

    Muovendosi al ritmo della musica come a incoraggiarlo a esibirsi, Swan fece cenno al modello che poteva incominciare a ballare. Poco prima aveva dovuto addirittura ballare con uno dei ragazzi per convincerlo a farle vedere quello che sapeva fare e a quanto pareva ora si trovava davanti a un altro soggetto estremamente timido.

    Forse il segreto del suo fascino era proprio quello. Non solo era bello da impazzire, ma era anche timido.

    Swan lo osservò, le mani appoggiate sulla cintura porta attrezzi e la testa inclinata da un lato come a dire che non si sarebbe mosso se non quando fosse stato pronto a farlo. Gli sarebbe bastato scuotere le spalle per far cadere ai suoi piedi una folla di donne. Swan compresa. Quell'uomo sarebbe riuscito a vendere biancheria intima a una colonia di nudisti.

    Senza dubbio era il soggetto migliore che avesse visto quel giorno, ora però era necessario convincerlo a ballare.

    Bene, che cosa farebbe Lynne al mio posto?, si chiese Swan per l'ennesima volta quel giorno. La sua socia aveva un atteggiamento spavaldo e sicuro che lei le invidiava moltissimo. Lynne sapeva come tenere gli uomini sulle spine e rendersi interessante, era provocante e civettuola al contrario di lei che quando cercava di imitarla finiva sempre per cacciarsi nei guai o nel migliore dei casi per rendersi ridicola. Forse quella era l'occasione giusta per fare pratica.

    Swan si avvicinò al modello con passo deciso. La benché minima esitazione avrebbe rovinato irrimediabilmente l'effetto che lei si proponeva di ottenere. Mentre si avvicinava, lui le lanciò un'occhiata indagatrice e le sue labbra si incresparono in un sorriso sornione. Evidentemente non era così timido come voleva lasciar credere. Swan si affrettò a scacciare la sensazione di insicurezza che minacciava di bloccarla. La sua missione in quel momento consisteva nel trovare uomini in grado di muoversi al ritmo della musica. Il soggetto che aveva davanti era decisamente bello, ma era in grado di ballare e di spogliarsi allo stesso tempo? Sarebbe riuscito a destare l'attenzione di un pubblico femminile? E ancora più importante, a far vendere i tanga, i boxer e le canotte prodotte dalla Brief Encounters?

    «Forse posso aiutarti» mormorò lei. «Rilassati e seguimi.»

    Swan appoggiò le mani sui suoi fianchi e incominciò a ruotargli il bacino ottenendo come unico risultato uno sguardo ancora più scettico. «Avanti» lo esortò. «So che puoi farcela.»

    Lasciandosi trasportare dalla musica, Swan prese a cantare e a scuotere le spalle mentre lui si ostinava a restare fermo come uno stoccafisso.

    «Dai, avanti, lasciati andare» continuò a spronarlo lei, incoraggiandolo a muovere il bacino come avrebbe fatto Lynne. «Sì, seguimi, seguimi» ripeté senza osare sollevare lo sguardo per non mostrare il rossore che le ricopriva le guance. «Fallo per me.»

    «Signora?»

    «No, continua a muoverti» insistette lei. «Credo che tu abbia capito come fare.»

    Swan fissava la zona pelvica dell'uomo così intensamente che avrebbe saputo dire quanti denti aveva la cerniera dei suoi pantaloni. Non era necessaria una radiografia per capire che cosa era custodito all'interno dei bellissimi jeans consumati. Il rigonfiamento si protendeva per tutta la lunghezza della zip e per quanto Swan si sentisse imbarazzata, non riuscì a distogliere lo sguardo.

    All'improvviso lui si decise a muoversi entrando in contatto con la coscia di Swan.

    «Così?» chiese lui.

    Colta di sorpresa dal contatto inatteso, Swan indietreggiò lasciandosi sfuggire un gridolino in stile Gerard. A quel punto era ovvio che l'aspirante modello non aveva più bisogno di essere incoraggiato. Aveva capito che cosa doveva fare.

    «Bene, stai facendo progressi» lo lodò lei, rossa come un pomodoro per l'imbarazzo. Ciononostante si impose di incrociare il suo sguardo e di sostenerlo fino a quando non si fosse calmata. Il modello sembrava ancora un po' perplesso, ma lei non intendeva lasciarsi ingannare dalla sua espressione innocente. C'era uno spettacolo da allestire dal quale dipendevano il suo futuro, quello della sua socia e dei loro collaboratori. «Bravo, continua così. Adesso abbassa i jeans e mostrami quello che nascondi.»

    Lynne sarebbe stata orgogliosa di lei.

    Il modello però esitava, esattamente come avevano fatto parecchi altri a quel punto, costringendola a intervenire di nuovo in suo aiuto. In effetti non si poteva biasimarli, lei, per esempio, non si sarebbe mai spogliata in pubblico. Nel caso in cui fosse stata costretta a farlo, si sarebbe dovuta premunire di pannoloni per via del suo problema con la vescica.

    Si tratta di lavoro, si ripeté. Non gli stai chiedendo di mostrarti dei segreti di stato, solo un capo di biancheria intima che tu stessa hai disegnato. Sotto i costumi i modelli indossavano un capo della Brief Encounters. «Va bene, ti darò una mano io» si offrì, «ma ti avviso che è l'ultima volta.»

    Con gesti noncuranti gli sfilò la cintura e la lasciò cadere a terra mentre l'uomo sollevava le mani in segno di resa o forse in un gesto che

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