Una proposta per il greco: Harmony Collezione
By Kate Hewitt
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Kate Hewitt
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Una proposta per il greco - Kate Hewitt
successivo.
1
«Vuoi sposarmi?»
Le parole sembrarono rimbombare nella stanza e produrre un'eco. Marguerite Ferrars osservò sconvolta l'uomo che le aveva appena posto la domanda, Leonidas Marakaios, il suo amante.
Lui la stava osservando con un mezzo sorriso in volto. In mano teneva un astuccio di velluto scuro con un enorme diamante scintillante al centro.
«Margot?»
Aveva parlato con un tono esitante, quasi divertente, perché credeva che fosse ammutolita per la sorpresa.
Era vero, ma c'era anche dell'altro.
Lei era terrorizzata.
Non si era aspettata nulla di simile, non aveva mai creduto che un playboy come Leo potesse prendere in esame l'idea di sposarsi.
Un impegno duraturo, un amore che si poteva perdere.
Lei sapeva bene cosa si provasse a perdere qualcuno.
Sapeva cosa significasse il dolore straziante di svegliarsi nel cuore della notte anche anni dopo con il volto rigato di lacrime.
Margot si accorse che Leo stava mutando espressione e lentamente ritirava la mano con l'astuccio.
«Leo...» mormorò lei infine.
Come poteva dire no a quell'uomo incredibilmente arrogante, ma tanto bello e carismatico?
Eppure doveva farlo.
«Non pensavo che saresti rimasta così sorpresa» osservò lui, faticando a sembrare disinvolto.
Margot sentì affiorare una punta di rabbia che in un certo senso la sollevò.
«Non abbiamo mai avuto quel genere di rapporto.»
«Che intendi dire?» chiese lui aggrottando un sopracciglio.
Lui si stava chiudendo in se stesso e pur sapendo che avrebbe dovuto esserne contenta, a Margot dispiacque.
Non era ciò che voleva.
Ma non poteva nemmeno sposarlo.
Non poteva permettere a nessuno di occupare quel posto nella sua vita.
«Un rapporto che porti a qualcosa» concluse lei.
Lui richiuse l'astuccio con uno scatto secco e la sua espressione divenne fredda.
«Capisco.»
Margot avrebbe dovuto aggiungere qualcosa, ma non le uscivano le parole di bocca.
«Leo, non abbiamo mai parlato del futuro.»
«Siamo stati insieme due anni» ribatté lui. «Era normale pensare che questo rapporto ci avrebbe portati da qualche parte.»
Era teso e il suo sguardo era duro.
Eppure solo un attimo prima le aveva chiesto di sposarlo.
«Insieme per due anni» ripeté Margot. «Di per sé non significa nulla. Non abbiamo mai avuto un rapporto normale. Ci vedevamo all'estero, al ristorante, in albergo.»
«Era quello che volevi tu.»
«A te stava bene. Era una relazione, Leo, non un rapporto serio.»
«Una relazione che durava da due anni.»
Lei si alzò e si diresse verso la finestra che si affacciava sull'Île de la Cité.
Era così strano avere Leo nel suo appartamento, il suo santuario. Era la prima volta che lui si trovava lì.
Avevano deciso che si sarebbero incontrati al ristorante o negli hotel, luoghi anonimi, adatti a una relazione senza impegno.
Era tutto ciò che lei si poteva permettere.
Non si sentiva di correre il rischio di provare ad avere qualcosa di più.
Lei sapeva bene cosa volesse dire perdere tutto, compresa la propria anima.
Non poteva passarci una seconda volta.
Nemmeno per Leo.
«Sembri turbata» commentò lui.
«Non me l'aspettavo.»
«Neanch'io, a dire il vero.»
Si alzò e la sua figura alta sembrò riempire del tutto il piccolo soggiorno accogliente.
Sembrava al posto sbagliato lì in mezzo alle cose di lei, i suoi cuscini, le sue piccole porcellane. Lui era troppo grande, troppo forte.
Sembrava una tigre nella gabbia di un gatto.
«Credevo che la maggior parte delle donne volesse sposarsi» aggiunse.
Lei si girò di scatto.
«Che commento ridicolo e sessista! E comunque io non sono come la maggior parte delle donne.»
«No, hai ragione» ammise Leo con voce morbida.
La luce che brillava nei suoi occhi non lasciava spazio a dubbi e Margot provò una stretta al cuore.
L'attrazione fra loro era stata immediata e potente.
Ricordava la prima volta che l'aveva visto in un locale di Milano due anni prima.
Lei era intenta a sorseggiare un bicchiere di vino bianco mentre rileggeva gli appunti dell'incontro che aveva avuto.
Lui le si era avvicinato, si era seduto al banco accanto a lei e Margot aveva avuto la sensazione di essere veramente viva per la prima volta nella sua vita.
L'aveva seguito in camera sua quella prima notte.
Era insolito per lei, era sempre stata una donna riservata e fredda.
A ventinove anni aveva avuto solo due amanti, entrambi non degni di nota.
Nessun uomo l'aveva mai colpita come Leo, e non solo fisicamente.
Da quella prima notte, lui era riuscito a risvegliare qualcosa di sopito in lei.
In un certo senso, era stato come se l'avesse riportata in vita.
Lei era consapevole di quanto fosse pericoloso stare con Leo, ma stare senza di lui sarebbe stato peggio.
Si era illusa che Leo non le avrebbe mai chiesto più di quanto lei non fosse pronta a dare.
Invece le stava proponendo un matrimonio, un impegno duraturo e lei era terrorizzata dalla prospettiva.
Non avrebbe mai potuto accettare.
Lui le si stava avvicinando ed era chiaro che aveva ben altro in mente in quel momento.
Margot sentì affiorare violento il desiderio di lui.
«Leo...»
«Mi hai sorpreso, Margot.»
Lei scosse leggermente la testa.
«Sei tu che hai sorpreso me.»
«Credevo di farti felice. Non vuoi sposarti?»
Sembrava così tranquillo, eppure lei conosceva bene lo sguardo nei suoi occhi e quando lui le accarezzò il braccio, si sentì percorrere da un lungo brivido.
«No.»
«Perché no?»
«Sono una donna in carriera.»
«Puoi essere una donna in carriera sposata, Margot. Siamo nel ventunesimo secolo.»
«Come ci organizzeremmo? Tu vivi in Grecia, in mezzo al nulla. Come potrei lavorare al tuo fianco?» gli fece notare lei.
Per un secondo le sembrò di vedere una luce di trionfo nello sguardo di lui, ma fu solo questione di un attimo, poi lui si strinse nelle spalle.
«Potresti spostarti. Il volo da Atene a Parigi impiega poche ore.»
«Non dici sul serio, vero?»
«Troveremmo una soluzione, se è questo che ti preoccupa.»
C'era una nota di sfida nel suo tono e lei comprese finalmente cosa lui stesse facendo.
Leonidas Marakaios era un uomo potente e persuasivo.
Era a capo delle Imprese Marakaios, una compagnia nata da una piantagione di olivi che era diventata una multinazionale a livello mondiale.
Leo era un uomo abituato a ottenere ciò che voleva.
Voleva lei e quindi stava tentando di scardinare le sue difese e di annullare le sue obiezioni.
Il problema era che lei si sentiva così debole e tentata, che forse sarebbe crollata.
Si girò un attimo per riprendere il controllo, senza che lui si accorgesse del suo turbamento.
Vide il suo riflesso nella finestra, un volto pallido incorniciato da lunghi capelli castano ramati.
Quando Leo si era presentato venti minuti prima, l'aveva sorpresa con indosso i pantaloni da yoga, una maglietta sbiadita, il volto struccato, i capelli sciolti.
Margot era rimasta senza parole.
Aveva sempre fatto attenzione che lui la vedesse come la donna che appariva in pubblico: sexy, elegante, professionale, distaccata, leggermente fredda.
Lei si presentava da lui truccata, con una sottoveste nera di pizzo e seta, incurante e sicura.
Lui non l'aveva mai sorpresa così, vulnerabile, senza trucco, senza l'armatura degli abiti firmati.
Non la conosceva come una donna incerta e agitata.
«Margot, dimmi qual è la vera ragione.»
Lei inspirò profondamente.
«Te l'ho detto, Leo. Non voglio il matrimonio. L'idea di una routine casalinga mi annoia a morte...» borbottò lei.
S'impose di apparire infastidita.
Si girò di scatto e lo sorprese a guardarla con una tale intensità che per un attimo ebbe il timore di non essere riuscito a ingannarlo.
«Ti ho appena detto che non dovrai essere una casalinga. Pensi che io ti voglia diversa da quella che sei?»
«Tu non mi conosci realmente, Leo.»
Lui fece un passo verso di lei e a quel punto Margot comprese di avergli involontariamente lanciato una sfida.
«Ne sei sicura?»
«Non sto parlando del sesso.»
«Cosa non so?» le domandò lui poi allargò le braccia. «Dimmelo.»
«Non è così semplice.»
«Perché tu non vuoi che lo sia. Io ti conosco, Margot. Io so che di notte i piedi ti diventano freddi e li infili fra i miei perché li scaldi. So che ti piacciono i dolci, anche se fingi che non sia così.»
Lei scoppiò a ridere.
«Come lo sai?»
Era il suo piccolo segreto.
Era magra e longilinea e fingeva di vivere di lattuga e di caffè senza zucchero come ogni altra parigina.
«Lo so.»
Lei scosse la testa, una risposta istintiva, perché stava cominciando a comprendere che il suo rapporto con Leo era stato molto più intimo di quanto lei avesse voluto credere.
Aveva creduto di aver mantenuto le distanze, di non essere entrata realmente in intimità.
Invece, nonostante le anonime camere d'albergo, le emozioni si erano fatte largo con quei piccoli gesti ai quali aveva accennato Leo.
Segnali della loro vicinanza e dell'importanza che lei aveva acquistato per lui.
A quel punto, era chiaro come Leo avrebbe potuto abbattere le difese di Margot, convincerla a dire di sì.
Non sarebbe stato particolarmente difficile, perché lei era pronta a innamorarsi di lui.
Per un secondo, forse meno, Margot prese in esame di accettare la proposta di Leo.
Avrebbe potuto vivere una vita che non aveva mai creduto di desiderare.
Una vita felice, ma anche terribilmente rischiosa, perché amare comportava affrontare le perdite e soffrire.
Lei si riprese e scosse la testa.
«No, Leo.»
Il debole sorriso sul volto di lui svanì.
«Così?»
«Così.»
«Non credi di dovermi qualche spiegazione in più?»
«Non direi» ribatté lei fingendosi indifferente.
Aveva esagerato, perché lui si irrigidì e la fissò intensamente.
«Penso che tu mi stia nascondendo qualcosa.»
Lei scoppiò a ridere.
«Non riesci ad accettare che io rifiuti la tua proposta di matrimonio, vero?»
Stava parlando in preda alla paura.
«Proprio tu... il single che tutte le donne vorrebbero, al quale nessuna resiste.»
«Non mi hai resistito neanche tu» le rammentò lui con garbo.
«Volevo un'avventura senza legami» dichiarò Margot. «Non ricordi la nostra prima conversazione? Fissammo le regole allora.»
Dallo sguardo di lui comprese di aver centrato il punto.
Avevano parlato di lavoro, di impegni, di altri luoghi, altre persone. Avevano velatamente chiarito che la loro relazione non sarebbe mai diventata nulla di serio.
Cercavano solo un po' di svago e nulla più.
«Non credevo che tu volessi sposarti» aggiunse lei.
«Ho deciso che lo volevo.»
«Non era così all'inizio, la cosa non ti interessava.»
Aveva avvertito in lui le stesse remore che aveva lei. Si erano scoperti a parlare lo stesso linguaggio.
«Le persone cambiano, Margot. Io ho trentadue anni. Ho pensato che fosse ora di costruire qualcosa... una famiglia.»
Qualcosa si indurì dentro di lei. Le sembrò che le avessero tolto il pavimento da sotto i piedi e che fosse caduta.
«Siamo diversi, Leo» commentò lei con freddezza. «Io non