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Irresistibile attrazione: Harmony Collezione
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Irresistibile attrazione: Harmony Collezione

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About this ebook

Non poteva fare una figura peggiore. Questo è il primo pensiero che affiora nella mente di Saffron Ruane, dopo che è piombata nell'ufficio del fidanzato con indosso solo la biancheria intima. Peccato che alla scrivania non ci fosse Owen, ma un emerito sconosciuto, Niall Forrester. L'unica nota positiva? Quello è l'uomo più attraente e affascinante che lei abbia mai visto. Non le dispiacerebbe ripresentarsi mezza nuda al suo cospetto.

Niall la pensa allo stesso modo. Se tutte le giornate iniziassero e finissero così... E perché no? Basta rintracciare la ragazza e farla capitolare.

LanguageItaliano
Release dateJan 10, 2014
ISBN9788858918470
Irresistibile attrazione: Harmony Collezione
Author

Kate Walker

Autrice inglese originaria della regione di Nottingham, ha anche diretto una libreria per bambini.

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    Irresistibile attrazione - Kate Walker

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    No Holding Back

    Harlequin Presents

    © 1995 Kate Walker

    Traduzione di Claudia Cavallaro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-847-0

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Saffron spalancò la porta dell’ufficio e sospirò di sollievo vedendo che la stanza era vuota. Dal momento che era arrivata fino a quel punto, non voleva farsi scoraggiare da Stella, l’elegante segretaria di Owen, non sapendo bene che spiegazione darle per convincerla a non annunciare il suo arrivo al datore di lavoro. Se fosse stato avvertito, il suo piano sarebbe andato a monte.

    E non voleva rischiare di perdere il coraggio che l’aveva portata fin lì, il meraviglioso, liberatorio moto di rabbia che aveva dissolto dubbi ed esitazioni. Covava quel sentimento dalla sera prima, dal momento in cui era stato chiaro che Owen non si sarebbe fatto vivo. Era stata di umore così cattivo che adesso le bastava ricordarlo per vedere rosso e passare all’azione. Senza bussare, spalancò la porta ed entrò.

    «Saprai perché sono qui!»

    L’uomo seduto dietro la scrivania aveva la testa china, l’attenzione tutta rivolta agli appunti che stava prendendo, ma Saffron gli lanciò a malapena un’occhiata. Accecata com’era dalla rabbia, non lo avrebbe visto molto chiaramente comunque. Le tremavano persino le dita. Si tirò i bottoni del cappotto, vagamente cosciente del fatto che, sorpreso dalla sua comparsa, lui aveva alzato la testa di scatto.

    «Mi avevi promesso una serata speciale fuori...» La voce non era stridula come aveva temuto. «Una serata speciale per una ragazza speciale, avevi detto! Ti ho aspettato più di tre ore...»

    Così andava meglio, sembrava più sicura di sé, più forte, il tipo di donna che si faceva notare.

    «Ma non ti sei neanche preso la briga di telefonarmi. Be’, una bella sfortuna la tua!»

    Adesso sì che aveva la sua attenzione. Era chiaro dalla sua posizione eretta, da come stringeva forte la penna. Ma non lo guardò dritto in faccia per paura di perdere il coraggio. Inspirò a fondo.

    «Ho pensato che t’interessasse sapere che cosa ti sei perso...»

    Parlando, aprì l’impermeabile e rivelò così la guepière aderente di seta rossa ornata di pizzo nero, gli slip provocanti e la giarrettiera di pizzo che reggeva le calze velatissime. I tacchi aggiungevano otto centimetri al suo uno e settanta.

    Nel silenzio che seguì il suo gesto teatrale, Saffron riuscì finalmente a mettere a fuoco l’uomo seduto alla scrivania e lo guardò con espressione di sfida e provocazione allo stesso tempo. Ma incontrando il suo sguardo freddo e carico di disprezzo indietreggiò, scioccata. Quegli occhi grigio chiari non assomigliavano affatto a quelli azzurri che si era aspettata di vedere.

    Quello non era Owen! Non aveva mai visto quell’uomo in vita sua!

    Presa dal panico, si immobilizzò e non poté fare altro che fissarlo, rossa in viso. Gli occhi dell’uomo indugiarono sulle morbide curve del seno e sui capelli scuri che le ricadevano sulle spalle.

    «Stupendo» disse lui alla fine. «Davvero stupendo. Ma credimi, se avessero offerto a me qualcosa di così allettante, in nessun caso sarei stato tanto sciocco da rifiutare.»

    L’ironia rivelata da quella voce bassa e piacevole, mescolata a una nota sensuale di apprezzamento, la tolse dal suo stato di trance.

    «Ma lei...» Non trovò le parole, lo shock e l’incredulità le causavano un nodo alla gola che minacciava di soffocarla.

    «Oh, tesoro» disse lui sorridendo. «Se non vuoi suscitare l’interesse dei clienti, allora non dovresti esporre la merce in modo così attraente.»

    «Esporre... clienti!» esplose Saffron, quando le implicazioni offensive andarono a segno. «Non voglio...»

    «No?» la interruppe lui, divertito.

    «No! Lei non è... non è chi mi aspettavo, è decisamente l’uomo sbagliato!»

    «Davvero? Bene, odio contraddirti, ma direi che sono l’uomo giusto... e tu...»

    Quegli occhi argentei la squadrarono di nuovo, facendola arrossire d’imbarazzo.

    «Sei esattamente quello che cercavo perciò, se mi dici le tue condizioni, sono sicuro che troveremo un accordo.»

    «Condizioni!» esclamò lei, incapace di credere a quello che le stava accadendo. «Noi non faremo niente di simile! Noi...»

    S’interruppe, sgomenta nel vedere che l’uomo lasciava cadere la penna e si raddrizzava, come se fosse sul punto di alzarsi. Il movimento distrusse il poco autocontrollo rimastole e in preda a un totale panico Saffron si avviò alla porta, correndo più in fretta possibile verso l’ascensore.

    «Aspetta! Ti prego...»

    Le porte dell’ascensore stavano per chiudersi, ma per fortuna il suo strillo soffocato arrivò alle orecchie dell’unico occupante donna che reagì in fretta e premette un pulsante per fermarle. Qualche secondo dopo, si riaprirono permettendole così di entrare.

    «Grazie!»

    Non osando guardarsi alle spalle, Saffron si sistemò nell’angolo più lontano e con un sospiro di sollievo guardò le porte richiudersi. L’ascensore cominciò a scendere.

    «Va di fretta?» le chiese la donna sorridendo. Lei ricordava vagamente di averla vista alla festa di natale dei Richards.

    «Può ben dirlo!» rispose Saffron in tono ironico, la voce ancora tremula. Sperò che l’altra lo attribuisse alla corsa in corridoio e non le facesse domande imbarazzanti.

    «E quei tacchi non sono fatti per correre...»

    «Decisamente no!» ribatté lei con sentimento.

    Dio, come avrebbe voluto togliersi quelle scarpe... I piedi la stavano uccidendo! Ma era sicura che se lo avesse fatto non sarebbe più riuscita a rimettersele. Le aveva prese in prestito da Kate, sua amica e collega, ed erano molto strette.

    Si passò una mano fra i capelli scuri arruffati mentre con l’altra si teneva ben chiuso l’impermeabile.

    «Si sente bene?» La sua compagna aveva notato il suo fremito involontario e la stava guardando con più attenzione.

    «Per la verità, forse sto covando un’influenza» si affrettò a improvvisare Saffron. «Per questo vado a casa.»

    Pregò che la spiegazione valesse per qualsiasi altra possibile reazione. Sapeva di essere rossa in viso e che probabilmente aveva gli occhi troppo luminosi e luccicanti per la reazione allo shock. Anche il modo in cui stringeva convulsamente l’impermeabile doveva sembrare strano. Soprattutto visto che l’edificio era molto ben riscaldato. Quel pensiero la portò a rafforzare d’istinto la presa. Non era stata abbastanza lucida da controllare che tutti i bottoni fossero allacciati e la cintura ben legata. Se si fosse aperto, per quella donna sarebbe stata una bella scoperta.

    «Allora, quello che fa per lei è un letto.»

    In qualche modo, Saffron riuscì a mormorare qualcosa, la mente troppo occupata da altri pensieri più fastidiosi. Era tutta colpa di Owen, si disse, furiosa. Se la sera prima non le avesse fatto il bidone, non sarebbe successo niente di tutto ciò. Il fatto che quella mattina non l’avesse chiamata per scusarsi era stata l’ultima goccia e la furia era esplosa come lava bollente.

    «Non intendo sopportare oltre, Kate!» aveva dichiarato dopo avere sbattuto giù il telefono, delusa che non fosse stato Owen a chiamarla. «Mi dà per scontata e io non lo accetto.»

    «Forse stava male» aveva suggerito Kate in tono rassicurante.

    Ma lei si era rifiutata di lasciarsi calmare. «Fino a che punto devi stare male per non essere in grado di usare un telefono?»

    «Mio Dio, sei proprio arrabbiata.» Kate l’aveva guardata con un tocco di curiosità divertita. «Non si tratta solo del bidone che ti ha fatto, vero? C’è dell’altro. Ti conosco, era da molto tempo che non ti vedevo così furiosa.»

    «Non mi piace essere data per scontata» borbottò lei senza incontrare gli occhi dell’amica. Purtroppo la conosceva bene... bene abbastanza da mettere il dito sulla piaga.

    «E...?» la esortò Kate ridendo, ma poi il rossore che era comparso sulle guance di Saffron lasciò il posto a un colore più forte che poteva soltanto essere il risultato di un profondo disagio. «Saffy!» esclamò, incredula. «Non l’avrai fatto!»

    «Fatto che cosa?»

    «Non menare il can per l’aia! Sai perfettamente che cosa voglio dire. Da settimane cercavi di prendere una decisione. Allora, confessa: hai finalmente deciso che era ieri la serata giusta?»

    «Sono pronta per una relazione seria. Voglio un futuro, usciamo ormai da più di sei mesi.»

    «Ma non ho mai pensato che avessi una grande passione per lui. Povero Owen.» Kate rise. «In tutti questi mesi ti ha chiesto di andare a letto con lui senza successo e quando finalmente decidi di cedergli, lui non si fa nemmeno vivo. Non c’è da stupirsi che tu sia furibonda.»

    «Avresti dovuto vedermi ieri sera» disse lei con una nota ironica nella voce. «Tutta in tiro... abitino nero, profumo, calze e giarrettiera. Mi sono persino comperata della biancheria nuova.» Il tremolio nella voce si era fatto più marcato.

    «Oh, Saffy...»

    «Era di seta pura!»

    La rabbia stava di nuovo assalendola. Si era sentita così stupida, seduta lì, elegante, truccata e tesa, ad aspettare un uomo che non veniva.

    Kate aveva emesso un fischio. «L’agnello sacrificale! Peccato che Owen non sappia che

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