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Una suite a Manhattan: eLit
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Una suite a Manhattan: eLit

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DIARIO DI UNA SINGLE A NEW YORK - Vol. 5. A causa di un guasto all'impianto idraulico, che gli allaga la stanza, Tony Romano si trasferisce a dormire nella più bella suite dell'albergo che dirige. Solo che il letto è già occupato da una splendida sconosciuta. Lei è mezza addormentata ma sembra gradire l'intrusione. Chi saprebbe resistere a una simile tentazione? Di certo non Tony, che rimanda al mattino dopo le presentazioni ufficiali...

I romanzi della serie:

1) Mordi il successo

2) Qualcosa di travolgente

3) Colpo... di fulmine

4) Il segreto del mio successo

5) Una suite a Manhattan

LanguageItaliano
Release dateFeb 29, 2016
ISBN9788858950135
Una suite a Manhattan: eLit
Author

Cara Summers

Residente nello stato di New York, è sposata e madre di tre figli maschi. Dopo aver pubblicato una dozzina di romanzi, può dirsi una veterana del rosa!

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    Una suite a Manhattan - Cara Summers

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Early to Bed?

    Harlequin Temptation

    © 2004 Carolyn Hanlon

    Traduzione di Roberta Canovi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5895-013-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Puoi avere ciò che vuoi.

    Lily McNeil ripeté tra sé il ritornello, proprio come le avevano insegnato al seminario sul successo cui aveva partecipato a Tahiti.

    Il passato non deve interferire con il futuro. La frase numero due del suo mantra quotidiano.

    Chissà perché, l’idea di trasformarsi in una persona degna del rispetto della sua famiglia le era risultata più facile da accettare su una spiaggia assolata con le onde azzurre che si infrangevano sulla sabbia.

    Certo, il temporale che in quel momento si abbatteva su Manhattan aveva un effetto debilitante sia sulla sua acconciatura sia sul suo ego. E il fatto che il taxista l’avesse lasciata dall’altra parte della strada rispetto all’hotel non era un problema da poco: la pioggia e il vento infierivano su di lei mentre aspettava sul marciapiede che il traffico diminuisse.

    Sei perseguitata da una nuvola nera.

    No. Stringendo la presa sul trolley e sulla valigetta, Lily si azzardò ad attraversare. Aveva dieci anni quando il fratellastro, Jerry Langford McNeil, per la prima volta si era fatto beffe di lei. Per anni, dopo quel giorno, nella mente aveva conservato l’immagine di una grossa e minacciosa nuvola nera densa di pioggia che la seguiva ovunque.

    Non più. Per nessun motivo. Nel modo più assoluto. Le nuvole nere appartenevano al passato e il passato non doveva interferire col futuro. Nel passato, suo padre non aveva mai approvato ciò che aveva fatto. Ora la situazione stava per cambiare.

    In realtà, la sua fiducia in se stessa aveva subito una battuta d’arresto quando l’aereo della compagnia non era ripartito da Tahiti per portarla a New York. Tuttavia era riuscita a imbarcarsi su un altro volo e ora era lì: missione compiuta. Gocciolando, si spinse attraverso le porte girevoli dell’Henry’s Place. E colse il proprio riflesso nel vetro.

    La vecchia Lily la fissava di rimando, per niente affascinante, insicura e sovrappeso.

    No. Non era più quella persona. Fermandosi un istante sul consunto tappeto orientale che si arrampicava per le scale che portavano alla hall, Lily raddrizzò le spalle, prese un profondo respiro e si immaginò come voleva essere. La visualizzazione era la chiave del successo. Era quello che l’energico guru motivazionale del seminario aveva cercato di inculcare nelle loro menti. La sua acconciatura da trecento dollari forse aveva visto momenti migliori e l’abito... Fu percorsa da un brivido. Be’, i vestiti potevano sempre essere sostituiti.

    Azzardò un’altra occhiata nella vetrata, giusto per assicurarsi che i dodici chili che aveva perso negli ultimi sei mesi a costo di sacrifici immani non l’avessero di nuovo appesantita. Non era così. Tirò un sospiro di sollievo: poteva sembrare un gattino smarrito, ma perlomeno era un gattino magro.

    Il passato non deve interferire col futuro.

    Era cambiata dentro, quello era l’importante. E cosa più importante ancora, suo padre, J.R. McNeil della McNeil Enterprises, le aveva affidato un incarico e lei doveva dimostrargli di essere in grado di portarlo a termine.

    «Sta’ attenta alle idi di marzo.»

    Con un sussulto, Lily si girò fino a incontrare una donna alta ed eterea ferma in cima alla rampa di scale. Indossava un caftano leggero nelle tonalità dell’azzurro e i lunghi capelli bianchi le ricadevano lisci sulle spalle. Sarebbe potuta essere una strega appena saltata fuori dai libri di Harry Potter. La voce era in qualche modo fuori luogo rispetto al resto della sua persona: aveva un’autorità degna delle cinque stellette di un generale. Il contrasto suscitò la curiosità di Lily, che però si sentì percorrere da un brivido nelle ossa quando incontrò il suo sguardo.

    «Attenta alle idi di marzo» ripeté la donna.

    Il che le faceva venire in mente due cose: innanzitutto il quindici marzo era il suo compleanno, e infatti l’aveva festeggiato appena due settimane prima. In secondo luogo, chiunque avesse studiato latino avrebbe ricordato l’avvertimento che l’indovino aveva dato a Giulio Cesare prima che marciasse su Roma. E quella profezia si era mortalmente avverata. Con tempismo perfetto, un lampo guizzò nel cielo e il profondo ruggito del tuono fece vibrare tutti i vetri.

    Lily sussultò ancora.

    «Fa’ in fretta!» Sollevando una mano ingioiellata, la strega si rivolse a lei. «Il disastro è vicino.»

    Lily salì quasi di corsa la corta rampa di scale. Se quello era il modo in cui l’hotel accoglieva gli ospiti, non la sorprendeva che l’Henry’s Place fosse in notevoli difficoltà finanziarie. Eppure aveva un tale potenziale! La posizione, a pochi minuti a piedi dai teatri e da Central Park, era impagabile.

    Il padre le aveva mostrato le foto dell’hotel gestito da più di cinquant’anni dalla famiglia Romano, eppure l’impatto fu ugualmente una sorpresa. Decadente era la parola più benigna che potesse venirle in mente. Perché Anthony Romano, portavoce della famiglia, rifiutava di cedere la struttura alla McNeil Enterprises quando evidentemente non erano in grado di mantenerla da soli?

    Alla fin fine, la risposta non aveva importanza. Durante la settimana di permanenza nell’hotel, il suo compito sarebbe stato quello di raccogliere tutte le informazioni possibili affinché la successiva offerta della McNeil Enterprises non potesse essere rifiutata.

    Trova le sue debolezze in modo che possiamo sfruttarle, erano state le parole di suo padre.

    «Lascia qui i bagagli.» La strega gesticolò verso il banco di mogano della reception.

    Lily sistemò a terra il trolley e la valigetta e seguì la donna. Si sarebbe sentita molto più a proprio agio se non avesse dovuto mentire sulla vera ragione per cui si trovava là, invece aveva dovuto dire ad Anthony Romano che rappresentava un nuovo settore della McNeil Enterprises che offriva servizi di consulenza. Gli avrebbe fornito un’analisi che gli avrebbe permesso di rivitalizzare l’hotel e gli avrebbe addirittura proposto un piano di finanziamenti.

    Tutte bugie.

    La vecchia Lily sarebbe inorridita davanti a una simile scorrettezza, avrebbe definito il proprio compito spionaggio. La nuova Lily, invece, doveva dimostrare al padre, alla matrigna e al fratellastro di essere perfettamente in grado di assumere una posizione di primo piano nell’azienda di famiglia.

    Volendo cercare il lato positivo della faccenda, in effetti avrebbe anche potuto fare un favore alla famiglia Romano: il loro albergo non sarebbe sopravvissuto a lungo in quelle condizioni.

    Mentre seguiva la strega verso un angolo lontano della hall, non poté fare a meno di notare che il pavimento di marmo era scheggiato in alcuni punti, rigato in altri. I tappeti che lo ricoprivano, per quanto fossero senz’altro stati notevoli ai tempi d’oro, a occhio una cinquantina d’anni prima, avevano un disperato bisogno di restauri. E per quanto riguardava il mobilio... il divanetto di legno squisitamente intagliato scricchiolò minaccioso quando l’indovina vi si sedette.

    Solo allora Lily notò le candele bianche e la sfera di cristallo sistemate sul tavolino di fronte al divano.

    «Siediti.» La donna le indicò una piccola sedia di fronte a sé.

    Chiedendosi ancora come un corpo in apparenza tanto fragile potesse emettere quel tono di voce da generale, Lily obbedì.

    «Dammi la mano.»

    Lily esitò.

    «Fa’ presto. Non c’è tempo da perdere. Sei tu che dai forma al tuo futuro.»

    Lily fissò la donna. Quelle parole sembravano una parafrasi dei mantra del suo guru, così si ritrovò a tendere la mano senza nemmeno accorgersene. Quando le dita sottili si chiusero sulle sue provò un altro brivido incontrollabile. Per un momento, la hall si fece talmente silenziosa e immobile che Lily riusciva a sentire il vento al di fuori delle finestre che cercava la propria strada per entrare.

    «Ecco qui il problema.» La donna le tracciò una linea sul palmo. «Inganno. Oggi avrà inizio una serie di menzogne che potrebbe portare a una grande infelicità, per te e per altri.»

    Per la seconda volta in altrettanti minuti Lily sentì lo stomaco contorcersi. Come poteva sapere quella donna che la sua missione era lo spionaggio? Aveva già fallito prima ancora di cominciare? Oh, ciò avrebbe rallegrato molto la matrigna e il fratellastro.

    «Perché lo fai?» la incalzò la strega.

    Perché? Ecco una domanda che si era posta ogni giorno sull’isola del seminario. La risposta arrivava sempre alla stessa conclusione: quello era l’unico modo per conquistare l’approvazione del padre.

    «Guarda quanto è corta la linea.» La donna alzò gli occhi e incontrò lo sguardo di Lily. «Tu non sei molto brava nell’inganno.»

    Forse no. Il problema era che non era molto brava in nulla. Non era il figlio che il padre aveva desiderato. Due anni prima, non aveva neppure saputo concludere il matrimonio che avrebbe fuso la McNeil Enterprises alla Fortescue Investments.

    «Ah!» la riscosse la donna. «Quest’altra linea, proprio qui, è la linea dell’amore. C’è un uomo nel tuo futuro, alto, moro e affascinante.»

    Che fortuna. Per la prima volta da quando era entrata in quell’albergo, Lily sentì la tensione scemare. Trovare un amante era il ritornello abituale per le veggenti. La donna evidentemente era un’imbrogliona.

    «Gli amanti che provengono da mondi diversi non hanno mai vita facile, ma se avrai il coraggio di donarti a lui, ti amerà per quello che sei» aggiunse l’indovina in tono serio.

    Una fantasia, si disse Lily, ma non riuscì a distogliere lo sguardo dalla donna più anziana.

    «Donna Vera, eccola qui. Sir Alistair e io eravamo preoccupati perché non riuscivamo a trovarla.»

    Lily si sentì come se si stesse risvegliando da un sonno ipnotico, ma riuscì a riprendersi e ad alzarsi in piedi, volgendosi verso le due persone che si stavano avvicinando. La ragazza aveva capelli scuri, quasi neri, che scendevano dritti sulle spalle; la targhetta appuntata sulla camicetta bianca riportava il nome Lucy. L’uomo che aveva chiamato sir Alistair era alto e con lineamenti aristocratici finemente cesellati che ben si intonavano alla giacca bordeaux. Appariva vagamente familiare, come un vecchio amico che non vedesse da anni.

    «Non potevate certo pretendere che rimanessi nelle mie stanze. Il bagno era tutto allagato.» Voltandosi verso Lily, la strega aggiunse in un sussurro: «Pensa a Titanic a un’ora e mezzo dall’inizio».

    «Ho sistemato la perdita, almeno temporaneamente» la rassicurò Lucy. «Tony la riparerà domattina per prima cosa. E naturalmente manderemo la donna delle pulizie.» Fece una pausa e rivolse un sorriso di scuse a Lily. «Donna Vera è una delle nostre ospiti permanenti e ama leggere le carte.»

    Vera si alzò dal divanetto. «Io non leggo le carte. Io vedo nel futuro. È un dono che porta con sé una grande responsabilità. Il disastro è

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