Le regole della seduzione: Harmony Destiny
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Frustrata dall'interesse che il suo nuovo capo non le dimostra a causa del suo look un po' troppo esuberante, Ali Pendrake decide di cambiare tattica. Se l'unico modo per attirare lo sguardo del compassato CEO è diventare invisibile, Ali è pronta a fare un tentativo.
Charlene Sands
Risiede nel sud della California con il marito e i loro due figli. Scrittrice dotata di grande romanticismo, è affascinata dalle storie d'amore a lieto fine ambientate nel Far West.
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Le regole della seduzione - Charlene Sands
1
Ali Pendrake sedeva alla sua scrivania presso gli uffici della Carlino Wines, picchiettando in rapida successione sui tasti del computer. A scuola, per la sua velocità e accuratezza, era sempre la prima della classe al corso di dattilografia. Ma quel giorno la sua leggendaria precisione vacillava e fioccavano gli errori.
«Accidenti, Ali, vuoi stare più attenta?» borbottò, nervosa. Tornò indietro con l’apposito tasto e corresse lo sbaglio, ma la concentrazione era ormai persa.
Indirizzando una fugace occhiata al suo capo, Joe Carlino, emise un sospiro. Seduto nel suo ufficio dirigenziale, aveva lo sguardo incollato allo schermo del computer, mentre elaborava chissà quale sequenza di numeri. Ali aveva volutamente sistemato la propria scrivania appena fuori del suo ufficio, per potersi permettere quella visuale.
Per quanto si sforzasse, non riusciva a levarselo dalla mente. Lavorare al suo fianco a New York, l’anno prima, per un gigante del software, le aveva dato l’occasione di conoscerlo bene. Alto, moro e sfacciatamente bello dietro gli occhiali da vista, Ali lo ammirava per l’intelligenza, la dedizione al lavoro e l’etica professionale più che per il bell’aspetto. Joe Carlino l’aveva sempre trattata con rispetto e per questo lei lo ammirava profondamente.
Di solito, agli uomini bastava guardarla per decidere di essere totalmente disinteressati alla sua intelligenza e alle sue capacità professionali. Tutto ciò che vedevano in lei era una bella ragazza dal seno prosperoso, con un viso grazioso e delle belle gambe, a cui non era richiesto di avere un cervello. Quasi tutti i datori di lavoro maschi in cui si era imbattuta non le avevano neppure dato la possibilità di dimostrare le sue capacità. Oh, all’inizio assicuravano di assumerla per quelle, solo che ben presto uscivano allo scoperto, con richieste che di professionale avevano ben poco.
L’ultima cosa che Ali desiderava, era essere come sua madre. Dopo cinque mariti e svariati fidanzati, Justine Holcomb, ex reginetta di bellezza, era una donna ancora in cerca di conferme. La Miss Oklahoma di un tempo non sapeva resistere alla tentazione di sfruttare la propria avvenenza per attirare uomini ricchi e potenti e farsi sposare.
Ali, invece, voleva un solo uomo. E quell’uomo non la degnava di uno sguardo.
«Ali, puoi venire un attimo da me?» disse Joe affacciandosi brevemente dal suo ufficio, gli occhialetti alla Clark Kent scivolati sulla punta del naso.
Al suono della sua voce, fu colta da un’improvvisa eccitazione. Non voleva che Joe intuisse il genere di emozioni che le suscitava. Le era piaciuto lavorare per lui a New York, in un clima di massima professionalità e rispetto. Le succedeva di rado con un uomo e per questo aveva apprezzato la sua serietà. Ma poi suo padre era venuto a mancare e Joe era dovuto partire all’improvviso per dare una mano ai fratelli nella gestione della grossa azienda vinicola di famiglia.
Lei lo aveva accompagnato in aeroporto, svolgendo l’ultimo suo incarico ufficiale di segretaria personale del capo. Inaspettatamente, lui l’aveva presa fra le braccia e l’aveva salutata con un bacio. Il ricordo di quella bocca premuta sulla sua, del profumo muschiato e delle braccia calde di quell’uomo le tornò alla mente. In quell’istante, il suo corpo si era infiammato di desiderio. Quando aveva alzato lo sguardo, le era parso di cogliere lo stesso guizzo passionale negli occhi di lui.
Si erano guardati a lungo, senza parlare. Lei non aveva saputo cosa dire e anche lui aveva provato lo stesso imbarazzo. Poi era partito, lasciandola lì, sola, a riflettere su quanto era accaduto.
Da allora, non era passato giorno che non pensasse a lui, che la sua mente non indugiasse in torridi pensieri su quell’uomo.
Così, quando Joe Carlino le aveva proposto di stravolgere la sua vita, fare i bagagli e andare a lavorare nella sua azienda nel nord della California, non aveva avuto dubbi sulla decisione da prendere. Aveva fatto i salti di gioia. Sperava di poter avere un’altra occasione con lui e, al colmo della felicità, si era lasciata alle spalle il ritmo di vita frenetico della Grande Mela.
Ma dopo tre settimane di lavoro alla Carlino Wines, Ali era sicura che la pianta nell’angolo della stanza riceveva più attenzioni da parte di Joe di quante non ne ricevesse lei.
Lui pensava solo al lavoro, e si comportava come se quel bacio non fosse mai esistito. Nessun uomo conosciuto negli ultimi tempi aveva dimostrato per lei così scarso interesse.
«Arrivo.» Prese il taccuino, il BlackBerry e tutta la prontezza di spirito che riuscì a raccogliere e lo seguì nel suo ufficio.
Joe attese che si sedesse prima di riprendere posto dietro la scrivania. Il caldo sorriso che le rivolse era devastante. «Mi sono accorto che non ti ho ancora chiesto come ti trovi qui a Napa.» Si appoggiò allo schienale, attendendo una risposta.
«Non c’è male. Tutto molto diverso rispetto a ciò a cui ero abituata» rispose, restituendogli il sorriso. «Ma non mi posso lamentare.»
Joe la scrutò da dietro le lenti. «Ti sei pentita di essere venuta a Napa?»
Ali fece spallucce e la camicetta bianca in stile campagnolo le scivolò giù da un lato, scoprendole una spalla. Lui non parve accorgersi di nulla, mentre lei la rimetteva a posto, gli occhi fissi sul suo viso. «Mi piace lavorare con te» rispose sincera. «Mi trovo bene. Credo che siamo una bella squadra.»
Joe annuì lentamente. «Mi fa piacere. Quindi, va tutto bene? Nessun problema?»
Nessun problema. A parte che non ti accorgi neppure che esisto.
«Per quanto riguarda il lavoro, sì, va tutto alla grande. Mi piacerebbe, però, conoscere meglio il posto. Pensavo di andarmene un po’ in giro nel fine settimana.»
«Mi sembra un’ottima idea.»
Ali si lisciò la gonna lunga fino al polpaccio. Quel giorno aveva optato per un look zingaresco. Gli orecchini a cerchio e i capelli sciolti e vaporosi completavano il quadro.
Si considerava una persona intelligente e capace ed era felice della sua posizione e del suo lavoro, ma le piaceva anche indugiare in certe civetterie tipicamente femminili. Aveva una vera passione per i vestiti e adorava curare il proprio aspetto. Il suo stile eccentrico le procurava spesso complimenti da parte dei suoi colleghi. Se non altro le era servito per rompere il ghiaccio con tutte quelle persone che lavoravano da anni per la famiglia Carlino.
Joe rimase a fissarla per un lungo istante, mentre Ali attendeva che le venisse comunicato il motivo di quella convocazione. Di solito, lui la chiamava per il resoconto settimanale o per assegnarle qualche incarico. Il suo silenzio, stavolta, cominciava a metterla in agitazione. «Ho sbagliato qualcosa?»
«Certo che no» rispose lui prontamente. «Sei la nostra migliore impiegata.»
«Grazie.»
«Ed è proprio per questo che ti ho chiamata. Avrei un favore da chiederti. Ma se non te la senti, non sei obbligata.»
Ali attese finché la curiosità non ebbe il sopravvento. «Di che si tratta?» domandò, impaziente.
Lui ridacchiò e scosse la testa, divertito.
«Allora?»
«Mi sono offerto di organizzare un ricevimento di nozze per Rena e Tony. Hai conosciuto mio fratello e mia cognata, vero?»
«Sì. Due persone deliziose» rispose pronta.
«Una serie di motivi li ha spinti a volersi sposare in segreto un po’ di tempo fa, ma ora vogliono rinnovare la loro promessa matrimoniale e dare una festa.»
«E tu ti sei offerto di organizzarla?»
«Diciamo che sono stato spinto da mio fratello Nick. Mi dirai: Che ne sai tu di feste?
.»
«Per l’appunto...»
«Per questo ho bisogno del tuo aiuto. Ma se hai da fare, non ti preoccupare, ti capisco.»
«Scherzi?» Ali scattò in piedi, entusiasta. «Adoro le feste e mi diverte organizzarle. Ti aiuto volentieri. Per quando è prevista?»
«Prima è, meglio è. Tony ha lasciato intendere chiaramente il prima possibile. Diciamo... fra tre settimane?»
«Si può fare.»
«Davvero?» Anche Joe si alzò dalla sedia con espressione sollevata. «Significa che dovremo lavorare insieme nei fine settimana. Sempre che tu non abbia già altri impegni.»
«Non ho nessun impegno.» Stava scherzando? Passava le serate da sola in casa a morire per la noia. Non che le sarebbe mancata la compagnia, se avesse voluto. Ma gli uomini che la invitavano a uscire non assomigliavano neppure lontanamente a quello che, da ormai un anno, occupava i suoi pensieri.
«Così, però, non ti resterà tempo per visitare la zona.»
«Facciamo un patto. Se io ti aiuto con l’organizzazione della festa e se resterai soddisfatto del mio lavoro, allora sarai tu ad accompagnarmi in giro per la contea. Che ne dici?»
Joe si sistemò gli occhiali sul naso, un gesto che eseguiva ogni volta che aveva bisogno di un po’ di tempo per riflettere, e osservò Ali. «Sono più bravo a illustrarti il funzionamento di un computer che le bellezze della valle di Napa.»
«Sei cresciuto qui. Conoscerai il posto come le tue tasche» lo rimbeccò lei, rifiutandosi di farsi scoraggiare. Era un’occasione d’oro per vedere Joe in un contesto meno rigido di un ufficio. Desiderava tanto conoscerlo meglio! Il suo ultimo rapporto lavorativo con un uomo l’aveva resa estremamente diffidente nei confronti del genere maschile. Dwayne Hicks aveva preteso da lei qualcosa che andava ben oltre le sue mansioni di segretaria e la situazione aveva assunto una piega davvero sgradevole. Joe era l’unico uomo con cui sentiva di potersi concedere una possibilità. E poi, non vedeva l’ora di organizzare un bel ricevimento di nozze. «Affare fatto, allora?»
«Direi proprio di sì, Ali. Grazie.»
Dopo che Ali se ne fu andata, Joe prese il cellulare e digitò il numero di Nick. Il fratello gli rispose al secondo squillo.
«Ciao, Joe. Che c’è?»
«Ti volevo comunicare che l’organizzazione del ricevimento nuziale è stata avviata.»
«Questa sì che è una bella notizia. Lo sapevo che te ne saresti occupato, alla fine.»
«Un attimo. Non sono io l’organizzatore. Ho affidato l’incarico a una donna e sono certo che svolgerà un ottimo lavoro.»
Quando il padre era morto, suo fratello Tony aveva convocato a casa sia lui sia Nick per onorare le volontà di Santo Carlino, così come erano espresse nel suo testamento. Tutti e tre i figli dovevano assumere la gestione dell’azienda vinicola per un periodo di sei mesi, per capire chi di loro fosse il più idoneo a occuparsi dell’impero di famiglia. Erano quelle le ultime volontà del loro genitore. Joe aveva lasciato la sua vita sulla East Coast per dare una mano a Tony e Nick, ma non immaginava che tra le sue mansioni sarebbe rientrata anche quella di organizzare il ricevimento di nozze di suo fratello.
Tony aveva sposato in segreto il suo primo amore, Rena Fairfield Montgomery, subito dopo la morte del marito di lei, per salvare la sua azienda vinicola e fare da padre al figlio che portava in grembo. Una volta riscoccata la scintilla tra i due, Rena si era finalmente decisa a divulgare il loro segreto. E così Tony, non sentendosi di affidare il compito a un estraneo, aveva chiesto ai suoi fratelli di pensare alle