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Azzardata finzione: Harmony Destiny
Azzardata finzione: Harmony Destiny
Azzardata finzione: Harmony Destiny
Ebook138 pages1 hour

Azzardata finzione: Harmony Destiny

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About this ebook

Uomini di successo incapaci di amare.
Donne ordinarie che nascondono una bellezza travolgente.
Sono diamanti grezzi e aspettano solo che qualcuno li scopra per farli brillare.


Un fidanzamento fasullo.
Uno scandalo minaccia Alex Ramirez, uno dei più potenti scapoli australiani e l'unica soluzione ragionevole per mettere a tacere i pettegolezzi maligni è un fidanzamento. In fondo non sarà difficile convincere Natalie Wilder, la ragazza con cui esce da un po' di tempo, a legarsi a lui, in modo da placare la curiosità dei media.


Una passione vera.
Natalie non può credere alla proposta di Alex. Né accettarla. La distanza sociale che li separa è siderale e i segreti che si porta dentro inconfessabili. Ma Alex è più che mai determinato a farla capitolare, a suon di fascino e seduzione.

LanguageItaliano
Release dateJul 10, 2018
ISBN9788858984291
Azzardata finzione: Harmony Destiny
Author

Robyn Grady

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Azzardata finzione - Robyn Grady

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Billionaire’s Fake Engagement

    Silhouette Desire

    © 2009 Robyn Grady

    Traduzione di Franca Valente

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-429-1

    1

    «Credo che questo sia il nostro ballo.»

    Acutamente consapevole del contatto caldo e virile sulla sua schiena, Natalie Wilder si morse il labbro per calmare il tremito che sentiva per tutto il corpo. Doveva far finta di non aver udito quella voce suadente tra le onde della musica?

    Più che una richiesta si era trattato di un ordine e lei non era il tipo da farsi comandare, o almeno, non lo era più.

    Eppure, quella sera era affascinata.

    Si ritirò dalla presa del suo ballerino, un uomo piacevole che conosceva da pochi minuti, per voltarsi verso un paio di occhi scuri penetranti, ipnotizzanti e sorridenti.

    Il suo cuore cominciò a galoppare.

    Tutti quanti lo conoscevano: di origini spagnole, era affascinante, misterioso – si sarebbe quasi potuto aggiungere pericoloso. Aveva trascorso un po’ di tempo a guardarlo di nascosto mentre lui la osservava da un angolo buio della sala. Perfino il suono del suo nome esotico le procurava un sottile piacere.

    Natalie gli rivolse un sorriso. «Alex Ramirez, vero?»

    Gli occhi di onice brillarono mentre le labbra ben scolpite si curvavano all’insù. Labbra che sapevano come baciare, come amare...

    Si portò la mano di lei alla bocca mormorando: «Al suo servizio».

    Al suo arrivo quella sera aveva ammirato le maestose vele del teatro lirico di Sydney che presidiavano il porto e le luci del ponte vicino al quale una bassa luna piena si rifletteva sulle acque. Non erano nulla in confronto allo sguardo ammaliatore e disinvolto dell’uomo.

    Sta’ attenta, se ti avvicini lo fai a tuo rischio e pericolo, sembrava dirle.

    A differenza del suo ballerino, che la consegnò al rivale e si ritirò ringraziandola, un aggettivo così blando come piacevole poteva a stento adattarsi a Ramirez.

    L’avvolse tra le braccia fasciate dallo smoking e Natalie percepì distintamente i muscoli forti come rocce e il suo aroma, un sentore mascolino così pulito e intossicante che le sembrava di essere sotto l’effetto di una droga afrodisiaca.

    Mentre il pollice di Alex disegnava un cerchio tra le sue scapole lei gli chiese: «Intromettersi in questo modo non è un po’ presuntuoso?».

    «No» le rispose fissandole le labbra.

    Lei sollevò le sopracciglia. «Una risposta semplice.»

    «Era una domanda semplice.»

    Natalie fremette all’udire il suo accento, le scivolava sensualmente addosso come la seta. Senza dubbio era arrogante, ma voleva sentirlo ancora.

    «Ho ancora una domanda.»

    «Prego.»

    «È sua abitudine spogliare le donne con gli occhi da una parte all’altra di una sala affollata?»

    Quando il suo viso si accostò a quello di lei una ciocca di capelli neri e lucidi gli cadde sulla fronte. «Mai fino a questa sera.»

    Lei sorrise. «Non ha pensato che il suo esame mi avrebbe messa a disagio?»

    «Solo a mio vantaggio.»

    «Signor Ramirez, lei è uno sfacciato.»

    «E lei è bellissima, così bella da essere tentato di trascinarla via di qui per portarla direttamente nel mio letto.»

    Natalie sentì una vampata di calore dritta nel centro della sua femminilità e i capezzoli le si indurirono sotto il corpino argenteo. Lo sguardo dell’uomo la sfidava anche se la affascinava, legandola sempre di più a sé.

    Non gli avrebbe dato la soddisfazione di arrendersi, si stava divertendo a prenderlo in giro.

    Volse lo sguardo sulla sala. «Penso che non sia il caso di parlare in questo modo davanti a...»

    «Non ho finito.» Appoggiò le dita saldamente sull’incavo della sua schiena, convincendola ad avvicinare i fianchi ai propri, si piegò su di lei e con le labbra aperte sfiorò le sue. «Quando sarà nuda e tremante di desiderio sotto di me la divorerò, prima con le mani, poi con la bocca...»

    Lei deglutì e sentì un tremito dentro di sé. «E poi?»

    «Lo sa benissimo che cosa accadrà dopo.» I suoi occhi si incupirono per il desiderio. «Non vede l’ora.»

    Il cuore di Natalie galoppava. «Non le ha mai detto nessuno che è arrogante?»

    Alex ridacchiò. «Nessuno oserebbe.»

    «Io sì.»

    «Come hai osato fuggire dal mio letto a un’ora indecente questa mattina?»

    Le dita di lui scesero più in basso, appena sopra i suoi glutei, facendo scorrere una lava bollente di sensualità dentro le sue vene. «Ti ho riacciuffata e sei rimasta ancora un’ora, avrei dovuto convincerti a rimanere altre due.»

    Natalie fece finta di guardarsi intorno. «La mano è un po’ troppo in basso, che cosa penseranno gli altri?»

    «Che uomo fortunato.»

    Sospirando passò le dita sulle sue spalle eccezionalmente larghe e poi sulla sua mascella ispida e forte.

    Erano amanti da tre mesi e quell’intimo gioco di seduzione piaceva a entrambi. Stavano insieme ogni giorno e l’eccitazione di vedersi e di toccarsi non faceva che crescere. Era una relazione intensa, ma non c’era stato nessun discorso riguardante il futuro. E non ci sarebbe mai stato.

    Il passato di certe persone non si poteva lasciare alle spalle.

    Sei anni prima Tallie Wilder, diciassette anni, di Constance Plains, aveva appurato che stava ingrassando per un motivo ben preciso. Tremando si era recata nell’ufficio spedizioni del negozio di ferramenta di suo padre, e lì aveva informato Chris Nagar, il suo ragazzo, di essere incinta. Chris si era messo le mani nei capelli, le aveva giurato di amarla e il giorno dopo se l’era squagliata. Distrutta, Tallie aveva raccolto tutto il suo coraggio per dirlo ai propri genitori durante il pranzo della domenica. Voleva tenere il bambino.

    Il padre aveva semplicemente infilato i pollici sotto le bretelle, mentre la madre aveva pianto sommessamente nel tovagliolo. Constance Plains era una città all’antica, le ragazze che si mettevano nei guai non venivano né dimenticate né perdonate. E a venti settimane la gravidanza si cominciava a vedere.

    Il mese successivo, mentre Tallie stava tornando verso casa, sognando di scappare e di fare fortuna da sola, era inciampata ed era caduta rovinosamente sul marciapiede. Aveva sentito subito un forte dolore al ventre e aveva cominciato a perdere sangue. I genitori l’avevano portata di corsa al piccolo ospedale dove la sua bambina era nata prematura. Sua madre le era rimasta vicina per tutto il tempo, dimostrandole il suo amore e il suo sostegno.

    «Certo che terremo la bambina» le aveva detto la madre accarezzandole la fronte mentre l’infermiera portava via la fragile neonata. «La ameremo tutti in casa, anche tuo padre lo dice, stai tranquilla.»

    La sua piccola aveva lottato con la vita per due ore, ed era morta mentre Tallie le accarezzava le manine.

    Nonostante il pastore avesse dimostrato disapprovazione, la piccola era stata sepolta nel cimitero Battista, sulla lapide una breve scritta: mai dimenticata.

    Il mese successivo il medico le aveva detto che il tessuto uterino era rimasto danneggiato e avrebbe potuto causare problemi di fertilità in avvenire. A Tallie non importava affatto, avrebbe solo voluto morire: se quel giorno avesse prestato attenzione a dove metteva i piedi invece di sognare a occhi aperti, non sarebbe caduta e non ci sarebbe stata nessuna nascita prematura.

    Quattro mesi dopo Tallie era fuggita dalle occhiate malevole dei suoi concittadini e aveva chiesto un passaggio fino a Sydney.

    Tornava a casa ogni primo lunedì del mese. Suo padre era morto due anni prima, ma sua madre cucinava sempre le torte per la parrocchia e la gente la guardava ancora con sospetto. Ora però Tallie era forte e non desiderava più morire, in realtà col passare del tempo era diventata insensibile a tutto.

    Fino all’arrivo di Alex.

    In quel momento, con le luci soffuse e la musica suadente, Tallie o Natalie, come la conoscevano in città, era appoggiata a occhi chiusi contro la giacca elegante del suo uomo.

    Non ci sarebbe stato nessun lieto fine, però, né una famiglia tutta sua, di certo non con Alex Ramirez.

    Prima di fare l’amore per la prima volta lui era stato sincero. Non era pronto per sistemarsi e quando lo fosse stato, data la sua posizione di unico erede maschio della famiglia, avrebbe sposato una donna irreprensibile, di adeguato livello sociale, che gli desse almeno un erede.

    Natalie non si era offesa. Era stato semplicemente sincero, e le aveva offerto la possibilità di tirarsi indietro.

    Alex era stato preso alla sprovvista notando quanto facilmente lei avesse accettato un rapporto senza impegni o limiti di tempo. Dopotutto Natalie non si sentiva la signorina Perfezione che un giorno lui avrebbe sposato, al contrario. Aveva lasciato la scuola e c’era una macchia nel suo passato che le aveva inaridito il cuore. Però poteva far finta, per un po’, di essere abbastanza in gamba per un uomo eccezionale come Alex.

    Lui le sussurrò nell’orecchio: «Mi dispiace di aver fatto tardi, sto per concludere quel contratto di cui ti ho parlato. Dai Zhang è arrivato questa sera per dare un’ultima controllata prima di firmare».

    Come spesso capitava nei suoi affari, Alex aveva cercato un partner per finanziare esperimenti con nuovi farmaci. C’era

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