Proposta tra le dune: Harmony Collezione
By Penny Jordan
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Penny Jordan
Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.
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Proposta tra le dune - Penny Jordan
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Taken by the Sheikh
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2006 Penny Halsall
Traduzione di Cristina Proto
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-723-9
Prologo
«Allora i negoziati sono andati bene?»
Drax si rannuvolò. Anche se suo fratello lo aveva accolto con l’abituale calore, Drax percepiva che c’era qualcosa che Vere non gli aveva ancora rivelato.
«I colloqui a Londra sono andati molto bene» gli confermò.
I due governavano il piccolo emirato arabo del Dhurahn da quasi un decennio. Erano arrivati al potere subito dopo il loro venticinquesimo compleanno, in seguito alla morte dei loro genitori in un incidente d’auto durante una visita di stato.
Nonostante il loro legame, non avevano mai parlato dell’orrore di quel periodo, o della perdita del loro padre, uomo energico e progressista, e della loro bellissima madre irlandese. Non ce n’era stato bisogno. In quanto gemelli, comprendevano d’istinto i reciproci sentimenti. Fisicamente erano identici, ma in quanto a personalità talvolta Drax aveva l’impressione che fossero le due metà di un intero: condividevano la stessa impostazione mentale e la stessa visione generale, eppure manifestavano il desiderio di seguire quel percorso di vita in modi completamente diversi.
Dall’aeroporto Drax si era recato direttamente nella stanza privata delle udienze del fratello senza passare prima dai suoi alloggi per cambiarsi. Così, mentre Vere portava un tradizionale abito blu scuro ricamato d’oro, sopra una tunica bianca, Drax indossava un elegante completo scuro, una fresca camicia bianca e una cravatta di seta rossa a righe discrete.
Anche se il loro abbigliamento era diametralmente opposto, il loro identico aspetto fisico risultava comunque incredibile: erano entrambi alti e dalle spalle larghe, avevano gli stessi occhi verde ghiaccio e lo stesso caratteristico profilo da predatore: il sangue berbero, mescolato a quello francese e poi irlandese, aveva assicurato loro un’aura di potere e sensualità che andava oltre l’evidente fascino. Sarebbe già stato un elemento oscuro e pericoloso in un singolo uomo, ma raddoppiato possedeva una forza trascinante.
«Entrambi sappiamo che non siamo l’unico paese del Medio Oriente che desidera affermarsi come centro finanziario riconosciuto del mondo arabo, ma nello stesso tempo ben collegato alle borse di tutto il mondo. Comunque ho avuto l’impressione che fossimo i favoriti. Come concordato, ho chiarito che il Dhurahn è pronto a mettere a disposizione un centinaio di acri di terreno per costruire gli edifici necessari per sviluppare e portare avanti un’economia consapevole, e che noi promuoviamo l’uso della legge mercantile inglese per i suoi principi di equità e onestà. Ho anche detto loro che prevediamo di creare una borsa finanziaria paragonabile a quelle di New York, Hong Kong e Londra, con una regolamentazione su cui investitori e imprenditori possano fare affidamento. Ma ora basta parlare del mio viaggio a Londra, Vere. So che hai qualcosa in mente.»
«Sì» ammise questi. «Abbiamo un problema. Mentre eri a Londra siamo stati contattati dal Reggente dello Zuran e dall’Emiro di Khulua.»
Drax attese. Non c’era niente di particolarmente insolito nel fatto di essere contattati dai loro più stretti vicini, dato che si trovavano in buoni rapporti con loro. Il Dhurahn non aveva le grandi riserve di petrolio che possedevano i vicini, ma il suo lungo fiume rendeva la terra ricca e fertile. I giorni in cui le loro tribù avevano combattuto tra le sabbie roventi del deserto erano finiti da tempo e la gente del Dhurahn viveva in pace con i vicini, godendo di una reciproca e condivisa prosperità.
Ma certi metodi tribali per assicurare la pace continuavano a persistere.
«Per qualche misteriosa via - il vento del deserto è sempre capriccioso nelle direzioni in cui soffia - sia il Reggente che l’Emiro hanno sentito delle voci relative ai nostri progetti» spiegò Vere al fratello. «Non lo hanno detto apertamente, ma è ovvio il motivo per cui ora sono così ansiosi di rafforzare le buone relazioni che abbiamo con loro.»
«Cos’è che non mi stai raccontando, Vere?» chiese Drax. «Rimanere in buoni rapporti con i nostri vicini sembra essere diventata una questione d’affari...»
«Ciò che il Reggente e l’Emiro sono ansiosi di discutere con noi sono le nostre nozze.»
«Le nostre nozze?» Drax si accigliò di nuovo. Avevano trentaquattro anni. Un giorno naturalmente si sarebbero sposati entrambi, scegliendo le mogli con grande considerazione per il futuro del loro paese, ma quel tempo non era ancora arrivato. Al momento avevano cose molto più importanti da fare, come rendere il Dhurahn il centro economico più forte della regione.
«Le nostre nozze, sì» ripeté Vere cupo. «Le tue con la figlia maggiore dell’Emiro e le mie con la sorella minore del Reggente.»
I due fratelli si guardarono.
«Nozze simili rafforzerebbero i nostri legami con entrambi i paesi, ma rafforzerebbero anche il loro potenziale coinvolgimento nel nostro futuro» sottolineò Drax. «Il nostro stato si trova in mezzo ai loro: noi andiamo d’accordo sia con il Reggente che con l’Emiro, ma ci sono questioni su cui loro invece non concordano. L’Emiro non ha mai approvato la decisione del Reggente di coinvolgere lo Zuran in una maggiore attività turistica. Al momento siamo l’ago della bilancia tra loro, e la nostra è per molti aspetti la posizione più forte.»
«E, anche se è restio ad ammetterlo, l’Emiro è geloso della crescente prosperità finanziaria e del successo dello Zuran, e desidera eguagliarlo. Se accettiamo la loro proposta e prendiamo in moglie membri delle loro famiglie, entrambi cercheranno di usare il legame creato dal matrimonio per esigere da noi maggiore fedeltà e supporto, in altre parole, controllare il potere che deteniamo. Dunque non possiamo permettere che succeda.»
«E se non accettiamo rischieremo di offendere sia il Reggente che l’Emiro, portandoli a perdere la faccia, e non possiamo permetterci di essere in cattivi rapporti. Sarebbe dannoso per i nostri progetti.»
Rabbioso Drax percorse su e giù il pavimento. «Non possiamo farci manipolare così.»
«Nessuno di noi vuole legarsi in matrimonio a uno dei nostri vicini» riconobbe cupo Vere. «Il Dhurahn dovrà sempre poter governare il proprio futuro, ed è nostro compito assicurare che sia così.»
«Ma, come hai appena detto tu, se rifiutiamo allora rischiamo di offendere due uomini molto potenti.» Drax rifletté rapido. «A meno che, naturalmente, non comunichiamo loro che abbiamo già preso impegni del genere con qualche altro paese. In questo modo smetterebbero di insistere senza perdere la faccia.»
«E quando scopriranno che non abbiamo intenzione di sposarci?»
«Devono proprio scoprirlo?» chiese Drax. «Sia il Reggente che l’Emiro sanno che è tradizione per la nostra famiglia e la nostra gente prendere una sola moglie. Non è sicuramente un compito impossibile trovare delle donne - il tipo giusto di donne - da sposare, e quindi...»
«Il tipo giusto?»
«Sai cosa intendo.» Drax scrollò le spalle sprezzante. «Il tipo superfluo e usa e getta, dalla morale abbastanza decorosa da essere accettabile, e abbastanza ingenua da acconsentire a un divorzio con il minimo scalpore e indennizzo.»
«Oh, quel tipo» commentò cinico Vere. «Una vergine ingenua pronta a innamorarsi di uno sceicco e a essergli così grata per averla sposata da accettare di buon grado di divorziare e mettersi da parte senza chiedere un centesimo. Esistono ancora? Non so perché, ma non credo» continuò. «Se tu riuscissi a trovare una sposa simile per entrambi, sarei felice di sposare la mia. Ma sappiamo che il genere di donna che accetterebbe questo tipo di matrimonio a termine difficilmente sarebbe la dolce vergine che il nostro popolo si aspetta. Più probabilmente è un’avventuriera che esigerebbe un’esorbitante somma di denaro per accettare in primo luogo il matrimonio, e che poi probabilmente tenterebbe di vendere la sua storia alla stampa. E quel tipo di attenzione mediatica finirebbe per avere un effetto dannoso sulla nostra immagine di uomini integri.» Vere scosse la testa. «No, Drax. Sarebbe una via d’uscita perfetta, ma è impossibile trovarne una, figuriamoci due, e abbastanza in fretta da frenare la determinazione del Reggente e dell’Emiro.»
Gli occhi di Drax brillavano come quelli di una pantera nera. «È una sfida, fratello?»
Vere rise. «So che è bene non sfidarti, Drax. Ma se riesci a trovare una donna...»
«Due donne» lo corresse Drax. «Ti prometto che le troverò, Vere. E tu avrai la prima.»
«Mmh...» Vere non sembrava persuaso. «Molto bene. Ma nel frattempo l’unico modo per tenere a bada i nostri vicini è continuare i negoziati evitando di prendere qualunque impegno. Il Reggente ci ha invitato a fare una visita non ufficiale nello Zuran» continuò Vere. «E pensavo che dovresti essere tu ad andare, Drax.»
«Intendi dire che il Reggente vuole te per sua sorella, dato che sei il maggiore, e tu vuoi che io metta in atto qualche tattica per ritardare le cose? Perché no? A Londra vogliono parlare con te. Ho risposto che li avresti raggiunti non appena io fossi tornato qui.»
«Uno dei vantaggi di governare in due: un paio di mani sempre disponibili per stringere il timone del comando, anche se gli affari di stato richiedono la nostra presenza altrove.»
«Ma tu sei quello che preferisce rimanere qui nel deserto» osservò Drax. «Mentre io sono pronto a portare avanti i nostri affari anche all’estero.»
«Un’alleanza perfetta, costruita su una fiducia che nessuno può distruggere e su un’assoluta fedeltà.»
In silenzio si strinsero la mano e poi, alla maniera dei loro antenati arabi, si scambiarono un forte abbraccio fraterno.
1
«Sei inutile, completamente inutile. Non riesco a immaginare per quale motivo io ti abbia reputato all’altezza di questo lavoro. Dichiari di avere una laurea e un master, eppure non riesci a svolgere il compito più semplice.»
La voce aspra e critica della sua datrice di lavoro libanese proseguiva, mentre Sadie piegava rispettosamente la testa sotto il peso di quel veleno contro di lei, consapevole che se guardava direttamente Madame al Sawar l’altra donna avrebbe letto fin troppo chiaramente la rabbiosa ostilità nei suoi occhi. E Sadie non poteva permettersi di dare a madame l’opportunità di minacciare, come aveva già fatto molte volte nei due mesi da quando Sadie lavorava lì, di trattenere lo stipendio che ancora le doveva.
Essere accusata così ingiustamente e con tale implacabilità era già abbastanza duro, ma dover rimanere lì ed essere rimproverata in maniera così plateale da essere udita dal resto della casa rendeva la cosa anche peggiore. Era tipico per la sua datrice di lavoro accusarla mentre lei si stava gustando la sua pausa pranzo nella pace del bel giardino della casa in stile moresco degli al Sawar in Zuran. Sadie sapeva perfettamente bene che, anche se non poteva vedere nessuno, gran parte del personale si trovava nell’ombra dell’edificio ad ascoltare.
Non potevano certo evitare di sentire quello che stava succedendo, con madame che gridava e urlava così forte. L’intera strada poteva probabilmente sentirla, rifletté Sadie miseramente. Non che lei fosse l’unico obiettivo di quella spregevole donna: di rado passava un giorno senza che madame perdesse il controllo con qualcuno.
Sadie avrebbe potuto difendersi da quelle accuse ingiuste, naturalmente, e dirle che possedeva davvero una laurea e un master in economia. E avrebbe potuto anche dirle che per quanto Madame al Sawar rimpiangesse di averla assunta, non era niente rispetto al suo stesso rimpianto di aver accettato il lavoro. Ma la