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Un bacio rovente: Harmony Collezione
Un bacio rovente: Harmony Collezione
Un bacio rovente: Harmony Collezione
Ebook163 pages2 hours

Un bacio rovente: Harmony Collezione

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About this ebook

Nate Sparks ha assolutamente bisogno di aiuto, ma l'unica persona che glielo può dare è anche quella che lui non vorrebbe mai più dover incontrare in tutta la sua vita. La stessa con la quale ha scambiato un rovente bacio sei mesi prima, e dalla quale ha deciso di stare alla larga per non fare una brutta fine. Purtroppo però Nate non ha altra scelta che affidarsi a Roxy Trammel nella speranza di non mandare all'aria un importante affare.

Anche il futuro da stilista di Roxy è in gioco, e l'idea di doverlo salvare stando accanto a Nate non le dispiace affatto: quel lontano bacio è per lei un ricordo assai vivo...
LanguageItaliano
Release dateJul 10, 2019
ISBN9788830501171
Un bacio rovente: Harmony Collezione
Author

Robyn Grady

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Un bacio rovente - Robyn Grady

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Wedding Must Go On

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Robyn Grady

    Traduzione di Cristina Ingiardi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-117-1

    1

    La persona peggiore nel momento peggiore.

    Sbirciando attraverso la porta leggermente dischiusa del retrobottega, Roxanne Trammel dovette ammettere che il problema non era certo l’aspetto. La persona che la attendeva al bancone del punto vendita del suo atelier per la sposa di Sydney era alta più di un metro e ottanta, ed era dotata di un portamento e di un corpo affascinanti e mascolini, occhi azzurro ghiaccio e capelli corvini. Il motivo per cui Roxy avrebbe gradito rinsecchirsi e morire lì era che conosceva quell’uomo. Lo conosceva... e anche qualcosa di più. Che fosse scivolata in quell’abito nuziale giusto pochi istanti prima era solo la ciliegina sulla torta, la nient’affatto divertente battuta finale di una pessima barzelletta.

    Dall’altro lato del bancone, Nate Sparks corrugò le sopracciglia prima di controllare l’ora sul suo orologio, quindi si sfregò la nuca... la stessa nuca a cui Roxy si era appesa con tanto ardore quella fatidica sera primaverile in cui avevano condiviso il loro primo e unico bacio. Se chiudeva gli occhi, lei riusciva ancora a sentire il suo profumo silvestre, e l’abrasione di quella mascella cartavetrata sulla propria guancia. La magia risvegliata dal suo tocco l’aveva trasportata in un altro tempo, in un altro luogo. Doveva ammetterlo: non avrebbe voluto che quel bacio terminasse.

    Ma era accaduto, e nel modo più avvilente.

    «C’è nessuno?» chiese lui protendendo in avanti le spalle da giocatore di football. Non ricevendo risposta, l’uomo controllò dietro il bancone mentre Roxy si mordeva il labbro augurandosi che se ne andasse. Non aveva niente da dirgli, e aveva solo una quantità limitata di tempo per risolvere il problema che concerneva l’abito che aveva indosso. Anzi, meglio dire i problemi, al plurale.

    All’esterno, Nate prese dal bancone un taccuino per appunti della The Perfect Dress ed estrasse una sottile penna d’oro dalla tasca interna della giacca.

    Fissando nel vuoto, si picchiettò per un attimo la penna contro la fossetta del mento poi iniziò a scrivere con mano decisa.

    Roxy allungò il nasino. Cosa avrebbe potuto scrivere? Perdonami per averti trattata così male. Per favore, vieni a cena con me. Improbabile. La rapidità della sua uscita di scena avrebbe fatto diventare verde d’invidia un cacciatorpediniere della Marina. Non che il bacio non fosse piaciuto anche a lui. Nessuno poteva fingere quel tipo di intensità, nemmeno un uomo che, a detta di tutti, non era certo a corto di potenziali partner. Poteva esserci una sola spiegazione per il suo comportamento di quella sera. Dal momento che si erano incontrati alla festa di fidanzamento dei rispettivi amici, e che lei aveva parlato in termini molto appassionati della sua professione all’interno dell’industria matrimoniale, Nate doveva aver pensato che ovviamente avrebbe voluto portare molto più in là quel bacio stupefacente. Più in là tipo dritto all’altare.

    In realtà, Roxy pensava che il matrimonio non fosse un’istituzione da prendere alla leggera. L’esperienza le aveva insegnato che portare avanti una relazione richiedeva molto più dell’immediato sfrigolio delle emozioni e dell’ingenuo desiderio di una vita da favola. Tuttavia, per quanto non le importasse di far ricredere Nate sulle sue idee, non poteva nemmeno nascondersi dietro quella porta per sempre. Raddrizzate le spalle nude, inspirò a fondo, spalancò il battente ed entrò nel salone principale, un lungo strascico di raso che le frusciava orgogliosamente alle spalle.

    Nate sollevò lo sguardo, e per poco quegli occhi azzurro ghiaccio non gli uscirono dalla testa. Sopra il nodo della cravatta di seta color cannella, il pomo d’Adamo andò su e giù. Un attimo dopo, l’uomo si ricordò di sorridere. «Sei qui. Ti stavo lasciando un biglietto.» Si lasciò sfuggire una risatina nervosa. «Bella tenuta. Servi sempre i clienti indossando un abito nuziale?»

    Roxy non riuscì a fare a meno di punzecchiarlo.

    «Soltanto quando mi sento sola.» A testa alta, si tolse la tiara luccicante e il velo. «Cosa posso fare per te, Nate?»

    «Greg me l’ha detto stamattina. Suppongo che anche Marla l’abbia detto a te.»

    Slacciati gli orecchini, lei li soppesò sul palmo. Dopo un intero anno di fidanzamento... «Il loro matrimonio è annullato.»

    La persona per cui aveva creato quell’abito con tanto amore non avrebbe più stretto il vincolo matrimoniale. Roxy era distrutta, in particolare per Marla ma, doveva ammetterlo, anche per se stessa. Quel vestito era il capo migliore che avesse mai disegnato, un abito che, senza dubbio, avrebbe attirato su di lei l’interesse all’interno del settore, e in un momento in cui ne aveva estremamente bisogno.

    La voce profonda di Nate si fece ancor più roca.

    «Greg è un buon amico. Il mio migliore amico.»

    «Idem per me e Marla.»

    «Dannazione, quei due si appartengono l’un l’altro!» esclamò lui.

    «Dopo che si è vista sbattere in faccia quelle fotografie, Marla si è convinta che non sia così... e, francamente, sento di concordare con lei» ribatté Roxy con un tuffo al cuore. Pur su scala ridotta, sapeva come si sentiva l’amica. La settimana dopo l’incidente della festa di fidanzamento, su una rivista mondana era apparsa una foto di Nate mentre incantava una brunetta dai seni enormi e dalle labbra tumide. Si era sentita talmente arrabbiata, talmente ferita, che aveva strappato la pagina lacerandola in due.

    La mascella tirata, Nate ammise: «Quelle foto erano incriminanti».

    «Il suo fidanzato ubriaco che si dava da fare con una donna seminuda...» Roxy sbuffò. «Non so proprio cosa stesse pensando il cosiddetto amico di Greg quando ha pubblicato quegli scatti! E non osare dire che in fondo è successo durante il suo addio al celibato. Non è una scusa valida» aggiunse incrociando le braccia sul corpino adornato di cristalli. «E comunque, dov’eri tu? Il testimone non dovrebbe servire proprio a impedire che accadano cose del genere?»

    «Il giorno successivo avevo una riunione di prima mattina che non potevo disdire.»

    «Vorrei che le cose fossero diverse...» E per più di un motivo, soggiunse Roxy tra sé, «ma Greg ha commesso un errore e, sinceramente, non mi piace che tu sia venuto qui senza preavviso per cercare di convincermi del contrario.»

    Aveva odiato vedere Marla con gli occhi gonfi e quell’aspetto così sperduto, e le sarebbe piaciuto trovare il modo di risolvere le cose, ma stare ad ascoltare un uomo abituato a minimizzare i cattivi comportamenti... no, non era la soluzione.

    Era vero che Greg era sempre parso molto innamorato, ma Roxy sapeva fin troppo bene che a volte proprio quelli su cui si sarebbe dovuto poter contare erano quelli da cui bisognava guardarsi. Dato il suo stesso passato, Roxy sosteneva l’amica al cento per cento.

    Tuttavia, la domanda rimaneva: cosa ne sarebbe stato di quell’abito? Aveva riposto così tante speranze in quel vestito! Speranze per il suo grande futuro da stilista. L’industria dello sposalizio era in fermento da mesi per un’incredibile opportunità. Un concorso. L’abito vincente sarebbe stato portato sulle passerelle di Parigi e gli sarebbe stato dedicato un servizio speciale sulla rivista nuziale più patinata del mondo. Inoltre, lo stilista che l’avesse disegnato sarebbe stato premiato con una somma considerevole e un anno di apprendistato nel principale atelier per la sposa di New York. Roxy era rimasta sveglia la notte sognando di ritirare quel premio. Fin dal liceo aveva sempre e solo desiderato disegnare abiti nuziali. Non riusciva a immaginare una professione più eccitante o gratificante. Cinque anni prima, dopo aver portato a termine un gran numero di corsi e di esperienze in altri negozi, era riuscita ad avviare una sua attività, ma moriva dalla voglia di imparare di più, di essere di più, e quel concorso era la sua chance. Aveva messo tutta se stessa in quella creazione.

    La settimana precedente era entrata nei primi cinquanta. Ribolliva di eccitazione. Aveva camminato sospesa per ore. Ma prima di riuscire a comunicare la bella notizia a Marla, la sua amica aveva annunciato che il matrimonio era annullato. Dal momento che tutti gli abiti partecipanti dovevano scendere lungo la navata entro il trentuno di quello stesso mese, quello stupefacente vestito non aveva più diritto a partecipare alla votazione finale.

    Niente matrimonio significava niente apprendistato, né premio sostanzioso. All’improvviso il recente calo nelle vendite e l’aumento dei conti insoluti sembravano molto più preoccupanti.

    Mentre deponeva gli orecchini sull’apposito cuscino di velluto rosso, l’attenzione di Roxy venne attratta dalla mano di Nate. Nonostante l’avesse messa incredibilmente in imbarazzo, non poteva negare che il ricordo di come l’aveva tenuta tra le braccia le inviava una scossa deliziosamente calda nel ventre. Durante quei pochi istanti in cui l’aveva baciata tanto a fondo, ogni centimetro di lei aveva bruciato di vita, sensazione che l’aveva lasciata bollente e in preda alle vertigini. Un po’ come si sentiva in quel momento. Accidenti a lui! Le guance che ardevano, Roxy inghiottì un sospiro, si sforzò di controllarsi e colse l’ultimo commento di Nate: «Ci deve pur essere qualcosa che possiamo fare per farli tornare insieme».

    Richiudendo il cassetto del bancone, lei chiarì la propria posizione. «Qualunque cosa tu abbia in mente, considerami fuori.»

    Mentre sosteneva il suo sguardo, Nate serrò con forza le braccia contro il petto. Altezza media. Nessun punto del corpo particolarmente notevole. Voce più tendente al dolce che al roco. Movimenti: niente di eccezionale. Idem per il modo in cui camminava, o per la risata. Eppure, qualcosa in quella donna era incontestabilmente affascinante. Pochi mesi prima, il suo sangue aveva ceduto al richiamo di Roxy; ma Nate si era ripromesso che il loro primo bacio sarebbe stato pure l’ultimo. Non si sarebbe concesso il bis, nemmeno se ne fosse dipesa la continuazione della razza umana. E la tenuta che lei indossava in quel momento avrebbe dovuto essere sufficiente a spegnere ogni suo ardore. Era uno scapolo, e tale intendeva rimanere. Eppure, mentre guardava in quegli occhi verdi scintillanti dalle ciglia folte, dovette concentrarsi per rimanerle lontano e impedirsi di commettere un colossale secondo errore.

    «Non so perché sei venuto qui a difenderlo. Greg è responsabile per le sue azioni, per quanto sia evidente che ha bisogno di un guardiano» stava dicendo intanto Roxy. «Spero che la tua riunione sia valsa la pena» aggiunse facendo spallucce.

    «Stiamo parlando di una grande possibilità di lanciare un’iniziativa imprenditoriale congiunta su cui sia io sia Greg abbiamo lavorato per mesi.»

    «State diventando soci? Da quello che mi aveva raccontato Marla, Greg lavora nell’impresa di famiglia» osservò lei.

    «Vuole provare a cavarsela da solo, per un po’» le spiegò. Quindi, vedendo che lei stava per sollevare uno scatolone da terra, si fece avanti per aiutarla e glielo appoggiò sul bancone.

    Una volta che l’ebbe aperto, Roxy ne estrasse una giarrettiera color malva ornata di gale. Seducente. Sexy. «La sua famiglia possiede una grossa acciaieria, giusto?»

    «La PrimeSteel. Crea e distribuisce acciaio e prodotti finiti.

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