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L innocenza diEmily: Harmony Collezione
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L innocenza diEmily: Harmony Collezione
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L innocenza diEmily: Harmony Collezione

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About this ebook

Sinonimo di stile, fascino e ora anche scandalo, le sorelle Balfour, ultime eredi dell'antica dinastia, adesso hanno una bella lezione da imparare...



Lasciatasi alle spalle lusso, ricchezza, e un padre bugiardo e traditore, Emily Balfour conduce ora un'esistenza assai più modesta, orgogliosa però di non dover ricorrere al proprio nome per sopravvivere. Lei, che ha sempre sognato di diventare una ballerina, ora insegna danza ai bambini e lavora in un malfamato locale notturno per sbarcare il lunario. Ma qualcosa sta per succedere... Quando il principe Luis Cordoba la vede, infatti, la riconosce all'istante e, stupito da quel cambiamento, fa di tutto per incontrarla. Luis non ha dimenticato il loro primo incontro, così come il fatto che la giovane Balfour è l'unica donna ad averlo respinto in tutta la sua vita.
LanguageItaliano
Release dateDec 11, 2017
ISBN9788858975305
L innocenza diEmily: Harmony Collezione
Author

India Grey

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Book preview

    L innocenza diEmily - India Grey

    Prologo

    «Chiamami quando ti sarai decisa a crescere!»

    Mentre Emily attraversava in tutta fretta la macchia di alberi spogli e riemergeva sul prato all’inglese, la voce di lui la raggiunse. Una voce ironica, divertita e, a causa dell’accento straniero, terribilmente seducente.

    Allungò il passo, con l’unico desiderio di mettere la maggiore distanza possibile fra lei e l’uomo nascosto dalle ombre. Testa china, incurante degli sguardi incuriositi che le lanciavano gli ospiti che affollavano il grande giardino di Balfour Manor, marciò verso la casa, mordicchiandosi il labbro inferiore che ancora tremava a causa del bacio ricevuto.

    La novantanovesima edizione del Ballo organizzato annualmente dalla famiglia Balfour con scopi benefici era nel suo pieno svolgimento. Sotto il grande tendone bianco risuonavano risate e tintinnii di bicchieri. Davanti a lei, la maestosa residenza risplendeva di luci, e i muri di pietra rosa brillavano nella penombra del tramonto. Alle sue spalle, l’oscurità la induceva ad affrettarsi, brividi che le increspavano la pelle. Il cuore le batteva così velocemente da causarle quasi un dolore fisico, che si intensificò quando salì di corsa l’imponente scalinata di marmo che conduceva all’ingresso della casa.

    Lui aveva rovinato tutto.

    Aveva atteso con tanta ansia di partecipare alla festa durante tutti quegli anni trascorsi in collegio, costretta a raccogliere dettagli sui party organizzati dai Balfour nelle riviste e nei giornali di cronaca mondana, e dalle informazioni che le davano le sue sorelle maggiori. Quell’anno finalmente era arrivato anche il suo turno.

    Le forti luci dell’ingresso le ferirono gli occhi. Sollevò la lunga gonna e si diresse verso la scala, cercando di non pensare all’eccitazione che l’aveva pervasa solo un paio di ore prima, quando da quella stessa scala era scesa. Si era sentita così adulta, così sofisticata...

    Fino al momento in cui quegli occhi furbi screziati d’oro l’avevano accarezzata pigramente, e lei di conseguenza aveva provato le più bizzarre e sconosciute delle emozioni.

    Raggiunta la sua camera, entrò, richiuse la porta alle sue spalle e si appoggiò alla parete, il respiro affannoso. Si avvicinò alla finestra quasi trascinata da una volontà superiore.

    Nel grande prato luccicavano migliaia di lampadine. Era uno scenario incantato, tratto da un libro di fiabe. Ed era quello che aveva desiderato, pensò, premendo la fronte contro il vetro. Il suo primo ballo da reginetta, e l’incontro con il Principe Azzurro che stava aspettando solo di innamorarsi di lei.

    Il suo sguardo oltrepassò il giardino e le centinaia di candele che illuminavano i tavoli posti sotto il tendone. Oltrepassò gli alberi e si perse nell’oscurità.

    Lui era lì.

    Un’acuta fitta di desiderio la colse di sorpresa, tagliandole il fiato. Il sapore di lui aleggiava ancora sulle sue labbra. Le inumidì con la punta della lingua, e ricordò l’esatto momento in cui lui era apparso e l’aveva stretta a sé, languidamente, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.

    Poi, l’aveva baciata.

    Le era mancata la forza per resistergli. Qualcosa di simile a un’impetuosa marea l’aveva travolta, avvolgendola in sensazioni calde e vorticanti, obliterando ogni logica. La bocca di lui si era mossa sulla sua lentamente, le aveva accarezzato la gola, il viso, regalandole un intenso piacere ma, sentendosi vulnerabile e impreparata per una tale esperienza, di colpo gli aveva appoggiato le mani sul petto per respingerlo.

    Allora lui aveva sollevato la testa, gli occhi dorati che scintillavano al buio. L’incantesimo si era spezzato, lei era tornata in superficie annaspando alla ricerca d’aria, sgomenta per il suo stesso comportamento. Terrorizzata perché gli aveva permesso di prendersi una tale libertà.

    Perché il principe Luis Cordoba di Santosa era bello, su quello non esistevano dubbi. Ma non era interessato ai sentimenti, e dietro quel sorriso affascinante e studiato ad arte non si nascondeva il Principe Azzurro dei suoi sogni.

    Pericoloso, irresistibile, seducente.

    Era il lupo.

    1

    Un anno dopo.

    Balfour Manor... Imponente, e splendente come un topazio in un letto di velluto verde. Ogni dettaglio della splendida residenza era familiare a Emily come le linee del palmo della sua mano. Tuttavia era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata di vedere nella gelida penombra della stazione della metropolitana.

    Era l’ora di punta. Trascinata dalla folla dei pendolari, Emily sbatté le palpebre emergendo nel sole del tardo pomeriggio di maggio e pensò di averlo solo immaginato. Cioè, dopo due mesi di esilio volontario in una squallida stanza in affitto, alla fine la nostalgia di casa doveva aver avuto la meglio e ora aveva le allucinazioni.

    L’uomo che la seguiva quasi la travolse quando lei si fermò di colpo. Mormorando qualche parola di scusa, Emily tornò sui propri passi, verso l’edicola che aveva appena superato. Doveva essersi sbagliata. Era una fotografia di Buckingham Palace quella che aveva visto, sicuramente, corredata magari da una storia su qualche pettegolezzo di corte, o...

    Ulteriore scandalo sconvolge la famiglia Balfour. Un’illegittima fra le eredi!

    Incredula, Emily afferrò il primo giornale sulla pila e lesse alla svelta l’articolo che seguiva il titolo di testa. Era pieno di punti esclamativi e frasi lasciate in sospeso, ma i nomi le sembrarono quasi staccarsi dalla carta: Olivia Balfour, Bella, Alexandra, Zoe...

    Zoe?

    «Ha intenzione di comprare il giornale? Non è che io gestisca una biblioteca pubblica!»

    Il borbottio dell’edicolante provenne da una realtà parallela. «Oh, sì. Naturalmente. Mi scusi...» mormorò Emily, affondando la mano nella tasca del cardigan alla ricerca della banconota da cinque sterline che un uomo d’affari le aveva elargito come mancia dopo averle raccontato tutto su sua moglie e sui suoi figli, e dopo aver tentato di toccarle le gambe.

    Ammorbidito, l’edicolante le lanciò un’occhiata complice. «Come è dura la vita dei ricchi, eh? Enormi case nei posti più belli del mondo, automobili, denaro, feste... Ma mi chiedo, qualcuno dei Balfour sarà poi felice?»

    No, pensò Emily arretrando. Non penso che lo siamo, non più. Cercò di replicare con un sorriso, ma apparentemente i muscoli del suo viso erano paralizzati, e nella sua mente le parole dell’articolo vorticavano come insetti impazziti. Sconcertante scoperta... Relazione extraconiugale... Illegittima... Disgrazia... Scandalo.

    Appena un anno prima, tutto era stato diverso. Tutto era stato diverso mentre gli ospiti cominciavano ad arrivare e lei, felice come non mai nel vestito di seta blu, aveva fatto il suo ingresso al Ballo, sentendosi finalmente un’adulta.

    Ma non si era comportata da adulta. Non in quel caso. Si era comportata come una stupida, ingenua ragazzina.

    Imboccò un nuovo tunnel, fino al seguente binario. Un rombo nell’oscurità annunciò l’arrivo del convoglio. Emily salì alla svelta sul vagone e prese posto sul primo sedile libero. Mentre il treno si infilava nella galleria buia, sospirò e aprì il giornale.

    Esclusivo! Il sangue blu è in realtà di un banale rosso. Ieri sera, c’era solo un posto dove era possibile trovare i maggiori esponenti della società bene europea, esattamente la residenza Balfour in occasione del Gran Ballo annuale. Però, non è tutto oro quello che luccica... Dietro le quinte, Olivia Balfour e la sua gemella Bella, erano impegnate in un’accesa discussione riguardante una sconcertante scoperta, cioè che la loro defunta madre, l’arrampicatrice sociale Alexandra Balfour, aveva concepito la loro sorella Zoe durante una relazione extraconiugale!

    Mordicchiandosi il labbro inferiore, Emily alzò la testa e fissò il vuoto, mentre il viso di Zoe si materializzava nella sua mente. Affascinante, allegra Zoe, l’unica delle sorelle ad avere occhi verdi, e non blu come tutti i Balfour. Abbassò di nuovo lo sguardo sul giornale e riprese a leggere, lo stomaco aggredito da crampi dolorosi.

    Il nome Balfour può essere sinonimo di lusso e stile, ma questa è la seconda volta in pochi mesi che si scopre una nascita illegittima fra i suoi componenti. Il che, più che altro, è sinonimo di depravazione...

    Che era più o meno la stessa accusa che lei aveva lanciato a suo padre la sera dell’inaspettato arrivo di Mia a Balfour Manor. Povera Mia. Aveva bussato alla porta in cerca di una famiglia felice e si era ritrovata scaraventata invece in una vera e propria tragedia.

    Il treno si fermò a una stazione, riportando Emily al presente. Socchiuse gli occhi e guardò una nuova ondata di persone che saliva sul vagone. Visi anonimi, e lei era solo un’altra fra loro. Una qualsiasi ragazza che tornava a casa dopo il lavoro.

    Le sembrò che un baratro le si aprisse davanti per risucchiarla. Chiuse gli occhi, respirò a fondo, preda di un capogiro causato dalla nostalgia di casa. Le accadeva di tanto in tanto, ma si stava abituando. Doveva solo aspettare che passasse. Il problema consisteva nel fatto che, fino a due mesi prima, la sua famiglia e la danza classica erano state la sua vita. Adesso aveva perso entrambe.

    Tornò a guardare il giornale, all’avida ricerca di informazioni riguardo alle persone che amava tanto, ma alle quali aveva voltato le spalle. Per leggere un resoconto completo e vedere le foto del ballo di ieri sera, andate a pagina 12... era scritto in fondo all’articolo.

    Con dita che tremavano, sfogliò il quotidiano fino ad arrivare alle fotografie. Lacrime le oscurarono gli occhi, ma le asciugò impaziente con il dorso della mano. Oh, Kat era bellissima avvolta in un vestito di seta rossa, e Bella e Olivia erano ritratte insieme, i sorrisi che non riuscivano ad attenuare la tensione dei loro sguardi. La calma prima della tempesta, recitava la didascalia accanto alla foto. Guardando quei visi familiari, Emily si rese conto di sorridere, anche se le sembrava che il cuore fosse strizzato in una morsa di ferro, ma il sorriso le svanì dalle labbra quando i suoi occhi si soffermarono su un’istantanea di suo padre accanto a una nota attrice inglese. La donna era un’amica di famiglia, ma il modo in cui Oscar le teneva un braccio intorno alla vita la indusse a chiedersi se fra quei due non ci fosse altro.

    Odiandosi per i suoi sospetti, e odiando suo padre per averglieli procurati, passò alla fotografia successiva. E raggelò.

    Cercò di distogliere lo sguardo, davvero, cercò di farlo. Non voleva continuare a guardare gli occhi dorati che la fissavano dalla pagina, e nemmeno ricordare come era stato perdersi in loro dal vivo. Quegli occhi che le avevano accarezzato il corpo, scintillanti di malizia e di divertimento.

    Il principe Luis Cordoba di Santosa arriva alla festa... È facile immaginare che il famoso playboy non resisterà alla tentazione offerta dalle maliziose ragazze Balfour...

    Il treno si fermò di nuovo. Era la sua stazione. Emily scattò in piedi. Per un attimo, prese in considerazione la possibilità di abbandonare il giornale sul sedile, invece si ritrovò a scendere dal vagone stringendolo al petto.

    Perché detestava pensare che un qualsiasi sconosciuto lo prendesse per leggere i dettagli della disgrazia della sua famiglia, ragionò mentre si avviava verso le scale. Non perché desiderava scoprire qualcosa in più su Luis Cordoba, o guardarlo di nuovo, bello come il sole nel suo smoking.

    Assolutamente no.

    E perché avrebbe dovuto? Era un uomo pericoloso, e lei non amava il pericolo. Inoltre lui non le interessava, qualcosa che gli aveva sufficientemente chiarito durante il Ballo dell’anno precedente.

    Come per avvalorare il suo punto, gettò il giornale nel primo bidone che trovò all’uscita della metropolitana, permettendosi anche un piccolo sorriso di soddisfazione.

    «Dove diavolo siamo, esattamente?»

    Luis guardò dal finestrino oscurato della vettura che avanzava a passo d’uomo nel traffico caotico della periferia di Londra. Almeno, credeva di essere ancora a Londra, anche se le file di casette malandate e annerite gli ricordavano davvero poco la scintillante città che lui conosceva.

    «Immagino che questo posto si chiami Larchfield Park, signore» replicò con tono solenne il suo segretario. «In questa zona i residenti sono per la gran parte disoccupati, e ci sono seri problemi di droga, violenza e criminalità.»

    «Che cosa affascinante» borbottò Luis, tornando ad appoggiarsi allo schienale del sedile. «Tomàs, se posso darti un suggerimento, nel caso decidessi di cambiare lavoro, escludi la carriera di guida turistica. Se avessi desiderato morire, avrei scelto di precipitare con il mio elicottero su una collina nei pressi di Santosa.»

    Tomàs non sorrise. «Signore, le ricordo che questa auto è blindata. Lei non corre alcun pericolo. Dalla morte del principe ereditario, abbiamo rafforzato tutte le misure di sicurezza, e...»

    «Lo so» lo interruppe Luis. «Stavo solo scherzando.» Chiuse gli occhi. I postumi della sbronza, tenuti a bada per tutto il giorno da una potente combinazione di analgesici e caffè, si stavano manifestando di nuovo nella forma di fitte acute alle tempie. Naturalmente, poteva biasimare solo se stesso. Un qualcosa

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