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La sposa del deserto: Harmony Collezione
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La sposa del deserto: Harmony Collezione

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About this ebook

Tre ragazze normali, oneste e coraggiose, e tre uomini da sogno, sfacciatamente ricchi, incredibilmente forti, sexy come pochi altri. E quando gli opposti si attraggono, la passione non può che condurre a un unico epilogo...



Il principe Jasim bin Hamid al Rais è preoccupato che suo fratello, impenitente donnaiolo, esponga il trono del Quaram al rischio di uno scandalo col suo comportamento avventato. Per risolvere la situazione, finisce però col ritrovarsi lui stesso in un grosso guaio, del tutto inatteso: Elinor Tempest, la ragazza che lui credeva aver irretito suo fratello, non è come lui immaginava. Il problema è che ora, più in fretta quasi del vento del deserto, sta per diventare la sua sposa.
LanguageItaliano
Release dateJan 10, 2018
ISBN9788858976760
La sposa del deserto: Harmony Collezione
Author

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    La sposa del deserto - Lynne Graham

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Desert Prince, Bride of Innocence

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Lynne Graham

    Traduzione di Laura Premarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-676-0

    1

    Sua Altezza Reale, il Principe Jasim bin Hamid al Rais, trasalì quando il segretario gli disse che la moglie di suo fratello Murad, il Principe Ereditario, aspettava di vederlo. «Avresti dovuto dirmi subito che la principessa era qui. La mia famiglia viene sempre prima di tutto» lo ammonì.

    Jasim era noto negli ambienti finanziari per la sua arguzia e le strategie utilizzate negli affari internazionali dell’impero del Rais. I suoi dipendenti avevano grande rispetto per lui, Jasim era un datore di lavoro esigente che non accettava meno dell’eccellenza. Grazie a una famiglia intransigente e alla politica di palazzo, aveva affinato le proprie doti naturali fino a divenire il brillante uomo che era. Alto e atletico, sui trent’anni, con occhi e capelli scuri, possedeva un fascino e una virilità travolgenti che le donne trovavano irresistibili.

    Yaminah, la cognata di origine francese, era un’insignificante brunetta, piccola e piuttosto paffuta. L’espressione tirata sul suo viso tondo lo avvertì che stava lottando con tutta se stessa per tenere a freno le proprie emozioni. Preoccupato, Jasim la salutò con calore. Per vederla stava facendo aspettare un ministro del governo, ma la sua innata cortesia gli imponeva di tacere quell’informazione. Ordinò da bere e la invitò a sedersi, come se il tempo non avesse alcuna importanza.

    «Ti trovi a tuo agio a Woodrow Court?» le chiese subito. Era la sua casa nel Kent, che aveva dato in prestito al fratello, mentre veniva ultimata una nuova residenza che Murad aveva ordinato nelle vicinanze.

    «Oh sì! È stupenda e siamo accuditi in maniera meravigliosa» si affrettò ad assicurargli Yaminah. «Ma non vorremmo tenerti fuori da casa tua, Jasim. Non vuoi venire questo weekend?»

    «Se vi fa piacere, farò un salto. Ma, credimi, sto benissimo nella mia casa di città e non è un sacrificio rimanerci» rispose lui. «Dimmi Yamunah, non è per questo che sei venuta a trovarmi, vero? C’è forse qualcosa che ti preoccupa?»

    Lei serrò le labbra e d’improvviso il suo sguardo ansioso si riempì di lacrime. Con un’esclamazione d’imbarazzo e una scusa soffocata, tirò fuori un fazzoletto e si asciugò gli occhi. «Non dovrei infastidirti con queste cose, Jasim...»

    Lui si mise a sedere sul divano di fronte a lei, cercando di far sentire la donna a proprio agio. «Non mi hai mai infastidito» la rimproverò. «Perché ti preoccupi di una cosa del genere?»

    Yaminah sospirò piano. «Si tratta... si tratta della nostra bambinaia.»

    Jasmin trasalì, quasi divertito dal tono tragico della sua voce. «Se la ragazza assunta per badare a mia nipote non è di tuo gradimento, licenziala.»

    «Se solo fosse così semplice...» sospirò lei, torcendo il fazzoletto tra le mani. «È una bambinaia eccellente e Zahrah la adora. Temo che il problema sia... Murad.»

    Jasim divenne silenzioso all’istante. La sua autodisciplina era assoluta e il suo viso non tradì nulla della propria esasperazione. Suo fratello era sempre stato un donnaiolo e questo suo stile di vita lo aveva messo nei guai più di una volta. Una simile debolezza era un difetto pericoloso per il futuro re di un piccolo paese molto conservatore come il Quaram. La cosa era ancora più grave se Murad stava prendendo di mira una frequentatrice della propria casa e proprio sotto il naso della sua fedele e amabile moglie: significava che il suo comportamento stava toccando un livello di imperdonabile bassezza.

    «Non posso licenziarla! Murad sì infurierebbe, se io interferissi. Al momento credo si tratti solo di un’infatuazione, ma lei è una gran bella ragazza» mormorò sua cognata tremante. «Se lascia la nostra casa, la questione uscirà allo scoperto e tu sai che Murad non può davvero permettersi di essere coinvolto in un altro scandalo.»

    «Sono d’accordo. Il re ha esaurito la pazienza con lui.» La sua bella bocca si serrò in una linea dura, mentre Jasim si chiedeva se il cuore di suo padre avrebbe retto lo stress di un altro scandalo e dei pettegolezzi volgari sulla morale del primogenito. Suo fratello avrebbe mai imparato a usare buonsenso e moderazione? Perché non riusciva mai a mettere al primo posto le necessità della propria famiglia? Sembrava incapace di resistere alla tentazione e, questa volta, Jasim si sentì più che mai responsabile. Dopotutto, era stato il suo personale ad assumere quella sciagurata bambinaia! Perché non aveva pensato di vietare la nomina di una donna giovane e bella?

    La cognata lo studiò ansiosa. «Mi aiuterai?»

    «Murad non accetterà consigli da me.»

    «È troppo testardo per accettarne da chiunque, ma tu potresti aiutarmi» insistette Yaminah.

    Jasim si accigliò, convinto che lei sopravalutasse la sua influenza sul fratello: Murad, erede al trono del Quaram da più di cinquant’anni, non era certo ignaro della propria importanza. Jasim gli era molto affezionato, ma sapeva che il fratello faceva sempre a modo suo, anche se questo significava calpestare altre persone. «In che modo potrei aiutarti?»

    Yaminah si morse le labbra. «Se mostrassi tu stesso interesse per la ragazza in questione, il problema sparirebbe» dichiarò. «Tu sei giovane e solo, mentre Murad è un uomo di mezz’età, per giunta sposato. Non può esserci paragone, e di certo la ragazza rivolgerà la propria attenzione a te, invece...»

    Davanti a un simile suggerimento, Jasim si sentì invadere dal disgusto e alzò una mano in un gesto che esortava alla calma e alla moderazione. «Yaminah, per favore, sii ragionevole...»

    «Lo sono. Inoltre, se Murad pensasse che hai interesse per lei, sono convinta che si farebbe da parte» continuò tenace la cognata. «Tuo fratello desidera davvero che tu incontri una donna...»

    «Ma non la stessa che vuole lui» Jasim si sentì costretto a precisare seccato.

    «No, ti sbagli. Dopo... ehm... la spiacevole storia con la tua fidanzata inglese, Murad è molto turbato dal fatto che tu sia ancora scapolo. Ne ha parlato proprio ieri e, se credesse che sei interessato a Elinor Tempest, si farebbe subito da parte!» Yaminah parlava con una veemenza che tradiva la sua disperazione.

    Jasim era teso e il suo viso si contrasse in una smorfia, mentre la pelle abbronzata sembrò perdere colore. Avrebbe preferito dimenticare l’episodio riportato a galla dalla cognata. Quando tre anni prima la stampa scandalistica aveva rivelato il sordido passato della donna che Jasim aveva intenzione di sposare, lui si era sentito offeso ed era andato su tutte le furie: com’era stato ingenuo! Per questo non amava ricordare quel che era successo. Da allora era rimasto un single convinto e sceglieva la compagnia di una donna solo perché gli scaldasse il letto e lo intrattenesse. Piccole aspettative gli avevano dato soddisfazioni molto maggiori, riconobbe tra sé.

    Sebbene avesse scartato già dal principio l’assurda proposta di Yaminah, Jasim rimase piuttosto scosso dalla visita, al punto da volere più informazioni riguardo alla ragazza che era causa della sua angoscia. Assicurò alla cognata il proprio aiuto e decise di indagare sulla bambinaia, interrogando coloro che l’avevano assunta.

    Le informazioni che ricevette in tarda mattinata si rivelarono abbastanza allarmanti. Studiò la foto di Elinor Tempest: aveva lunghi capelli di un particolare rosso intenso, grandi occhi verdi e una carnagione chiara tipicamente inglese. Certo, sebbene Jasim non avesse mai trovato molto attraente quel colore di capelli, la bambinaia era davvero carina. Il fatto preoccupante era che la ragazza non era stata selezionata dalla rinomata agenzia di collocamento a cui era stato affidato l’incarico di trovare una bambinaia. Ed era improbabile che avesse ottenuto un colloquio solo sulla base dei propri meriti, dato che aveva solo vent’anni e ben poca esperienza. A quanto pare Murad doveva aver fatto personalmente il suo nome e insistito affinché fosse chiamata. Questo poneva la relazione di suo fratello con la giovane donna su un piano decisamente più discutibile.

    Il principe fu colto di sorpresa e s’infuriò per ciò che stava scoprendo. Come poteva Murad creare una simile situazione in casa propria? E quale donna poteva accettare un impiego da un libidinoso uomo sposato, incoraggiando le sue avance? Che Yaminah si stesse sbagliando e Murad fosse già sessualmente coinvolto con la bambinaia di sua figlia?

    Jasim si sentì sommergere dal disgusto, i suoi saldi principi che si rivoltavano di fronte a questa sordida associazione sotto lo stesso tetto della nipotina innocente e della cognata. Aveva già imparato a proprie spese che lo status regale e la ricchezza data dal petrolio della sua famiglia rendevano sia lui che suo fratello bersaglio di cacciatrici di dote prive di scrupoli, ansiose di usare la loro astuzia e i loro corpi seducenti per arricchirsi. Mural era già stato vittima di numerosi tentativi di ricatto che avevano richiesto l’intervento della polizia. Eppure, ancora una volta, stava correndo il rischio di uno scandalo potenzialmente esplosivo, che si sarebbe ripercosso sulla corte del Quaram, facendo traballare le fondamenta della monarchia.

    Di colpo Jasim giunse a una decisione improvvisa – quando insorgeva una crisi a lui piaceva affrontarla di petto. Con le labbra serrate, alzò la testa scura e imperiosa e decise che avrebbe trascorso il weekend a Woodrow Court per valutare personalmente la situazione. In un modo o nell’altro avrebbe liberato la casa di Yaminah da quella piccola calcolatrice.

    «Oh, cosa ti ha preso?» mentre Louise osservava l’aspetto elegante di Elinor, i suoi occhi azzurri si spalancarono sorpresi sotto la frangia bruna. «Di solito ti vesti come mia nonna!»

    Elinor trasalì a quel brusco commento e i suoi splendenti occhi verdi si velarono. Sapeva che la sua riluttanza a mostrarsi audace in fatto di abbigliamento risaliva agli attacchi velenosi di suo padre, contrario a qualsiasi abito le valorizzasse il fisico o le mettesse in evidenza le lunghe gambe. Professore universitario e snob impenitente, Ernst Tempest era sempre stato un genitore critico nei confronti della sua unica figlia. Solo ora che viveva lontana da casa Elinor era in grado di spiccare il volo, ma era la prima ad ammettere che, se non fosse stato per l’incoraggiamento di una commessa gentile, non avrebbe nemmeno osato provarsi quel vestito, né tantomeno comprarlo.

    Si sforzò di ricordare l’immagine allo specchio che l’aveva rassicurata. L’abito, perfetto nella misura, sembrava mettere in evidenza le sue curve slanciate, mostrando una generosa porzione delle sue gambe. Sotto lo sguardo critico della sua compagna, Elinor alzò una mano incerta sulla scollatura luccicante di perline. «Me ne sono innamorata.»

    Louise replicò. «Bene! Puoi certamente permetterti di fare spese folli in questi giorni. Com’è la vita nella famiglia reale del Quaram? Ormai starai accumulando denaro in un conto all’estero.»

    «Starai scherzando» si affrettò a dichiarare Elinor. «Non sono soldi facili, lavoro per un sacco di ore...»

    «Sciocchezze! Hai solo quell’unica bambina a cui badare. E va pure all’asilo!» protestò Louise, mentre le infilava in mano un bicchiere pieno. «Bevi! Non ti è permesso fare la guastafeste, non mentre facciamo baldoria per il tuo ventunesimo compleanno!»

    Elinor sorseggiò lo stucchevole intruglio dolciastro anche se non era di suo gradimento: non voleva certo iniziare con il piede sbagliato con quella permalosa di Louise, che vedeva ogni forma di sobrietà alcolica come una sfida personale! Erano amiche dai tempi dell’università, dove avevano seguito insieme il corso di pedagogia, per questo Elionor sapeva bene che il tono della compagna di studi nascondeva qualcosa. Forse Louise era un po’ risentita per il suo colpo di fortuna, quando a lei c’erano voluti mesi per trovare un lavoro decente.

    «E dimmi, come vanno le cose?» la provocò l’amica.

    «Il principe e sua moglie vanno spesso all’estero o trascorrono il weekend a Londra, quindi io ho la piena responsabilità di Zahrah a Woodroow. Il problema è un po’ la mancanza di tempo libero. A volte mi sento più una madre che una bambinaia» le confidò Elinor. «Mi occupo di ogni cosa al posto della principessa... perfino delle recite a scuola.»

    «Be’, ci dovrà pur essere qualche inconveniente in questo lavoro da sogno, no?» commentò caustica Louise.

    «Niente è perfetto.» Elinor si strinse nelle spalle con la rassegnazione tipica di chi è abituato a subire. «Il resto del personale è del Quaram e parla la propria lingua, quindi è

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