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Il tropico del cuore: Harmony Collezione
Il tropico del cuore: Harmony Collezione
Il tropico del cuore: Harmony Collezione
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Il tropico del cuore: Harmony Collezione

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About this ebook

Bella e abile marketing manager di una società che organizza crociere, Lucy Blake non avrebbe mai voluto mescolare il lavoro con i sentimenti. Così, quando scopre che Rick Conners, l'uomo con cui ha appena avuto un'avventura, in realtà non è un suo collega in visita alla sede di Londra ma il nuovo proprietario della compagnia, non sa se accettare il nuovo incarico ai Caraibi che lui le ha proposto. A frenarla non è certo il ruolo di assistente personale, ma il timore di confessargli un segreto che potrebbe pregiudicare la loro storia appena sbocciata.
LanguageItaliano
Release dateAug 12, 2019
ISBN9788830502321
Il tropico del cuore: Harmony Collezione
Author

Kathryn Ross

Americana, viene giustamente considerata uno dei nuovi "talenti" della narrativa rosa targata Harlequin.

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    Il tropico del cuore - Kathryn Ross

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Millionaire’s Secret Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Kathryn Ross

    Traduzione di Maria Teresa Delladio

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-232-1

    1

    «Così stasera vai a uno speed dating

    La domanda fu lanciata in tono casuale, proprio quando Lucy si stava preparando a entrare nella sala conferenze dove avrebbe tenuto una delle presentazioni più importanti della sua carriera.

    «Come diavolo fai a saperlo?» replicò lei sperando di non essere arrossita dall’imbarazzo.

    «Me lo ha detto Mel dell’ufficio contabilità» confessò Carolyn candidamente, senza rendersi conto del disagio della collega.

    «Be’, è solo per divertimento» si giustificò Lucy guardandosi intorno per accertarsi che nessun orecchio indiscreto avesse afferrato la notizia.

    Per fortuna era venerdì pomeriggio, e tutti si stavano affrettando a ultimare il lavoro per uscire puntuali alle cinque e trenta.

    «Era ora che iniziassi a divertirti un po’» continuò imperterrita Carolyn. «Negli ultimi tempi non hai fatto altro che lavorare.»

    «Ci abbiamo dato dentro tutti. L’assorbimento della società da parte della EC Cruises ha messo in forse i nostri posti di lavoro.»

    «Hai ragione. Io stessa non ho chiuso occhio da quando, un mese fa, ci è stata comunicata la notizia. E non faccio parte della sfera direttiva, per fortuna!»

    «Sono sicura che ci sentiremo tutti meglio appena, la settimana prossima, il nuovo capo prenderà contatto con noi. Forse non ci saranno licenziamenti e ogni cosa proseguirà come sempre.»

    «Non è esattamente quello che si dice in giro» obiettò Carolyn. «Si racconta che alla EC Cruises siano spietati, che acquistino le società concorrenti per poi smembrarle.»

    Anche Lucy lo aveva sentito dire. Proprio un mese prima, infatti, aveva letto un articolo poco rassicurante sui metodi adottati da quella impresa. «Non serve a nulla preoccuparsi adesso» dichiarò in tono fermo, tentando di non pensarci. «Abbiamo altre cose su cui concentrarci in questo momento.»

    Proprio allora vide che il direttore e parecchi membri della direzione si stavano avviando verso la sala conferenze. Carolyn aveva ragione: ultimamente aveva lavorato troppo. Da mesi stava preparando il rapporto che avrebbe presentato quel pomeriggio. Sperava solo che non si risolvesse tutto con una perdita di tempo, visto che la società era stata rilevata da terzi.

    «Come vorrei avere il tuo sangue freddo, Lucy. Sei sempre così lucida e razionale anche nei momenti di crisi» commentò Carolyn.

    «Tu dici?» domandò Lucy, che si sentiva tutt’altro che lucida e razionale.

    «Certo. Per esempio, ogni volta che vedo quel bastardo del tuo ex marito, mi domando come fai a sopportare la sua presenza qui in ufficio.»

    «Ho dovuto.»

    «Sei sempre stata troppo buona con lui» insistette l’altra con una smorfia.

    «Grazie per la fiducia che mi riservi, Caro.» Lucy sorrise all’amica e chiuse la valigetta domandandosi in cuor suo se sarebbe mai riuscita a liberarsi del fantasma del suo ex marito.

    Nel sollevare lo sguardo, vide materializzarsi oltre la vetrata l’oggetto dei suoi pensieri. Kris aveva trentacinque anni, sei più di lei, ed era ancora un uomo molto attraente, dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Ma ora a lei non interessavano più quei tipi. Anzi, non le interessavano gli uomini, per essere precisi.

    Era solo perché Mel non avrebbe accettato un no come risposta che aveva acconsentito ad accompagnarla a uno speed dating, in pratica uno di quegli appuntamenti veloci che sembravano tanto di moda in quel periodo.

    «Ogni incontro dura solo tre minuti» le aveva spiegato l’amica. «E se non ti piace nessuno degli interlocutori, non sei costretta a rivederli.» Non era male, dato che tre minuti era tutto il tempo che Lucy era disposta a concedere a qualsiasi uomo.

    Kris non era solo, notò. Era in compagnia di uno sconosciuto. Era più alto di lui e aveva le spalle ben più ampie. Lucy aveva sempre ritenuto che Kris avesse un bel fisico, ma accanto a quell’uomo risultava un poco allampanato. A essere sinceri, al suo confronto appariva addirittura insignificante.

    Chi era quel tipo? Mentre lo stava osservando con attenzione, l’uomo si voltò e i loro sguardi s’incrociarono attraverso la vetrata. Era decisamente attraente: occhi scuri dallo sguardo intenso, capelli neri e mascella squadrata. Aveva l’aspetto di uno spagnolo o di un sudamericano.

    Lui le sorrise e lei contraccambiò con un sorriso fugace, affrettandosi a guardare altrove. Non voleva complicazioni al lavoro. Ne aveva avute abbastanza.

    Carolyn stava continuando a parlar male del suo ex marito quando Lucy la interruppe bruscamente.

    «Carolyn! Se non ti dispiace, non mi va di parlarne. E soprattutto, non qui.»

    La donna seguì lo sguardo di Lucy e fece una smorfia. «Ti chiedo scusa. Ti telefono più tardi.»

    «Sì, è meglio.»

    Lucy sbatté spazientita una lettera sulla scrivania. Carolyn era una brava collaboratrice e una buona amica, ma talvolta superava i limiti. E lei era stanca di essere al centro dei pettegolezzi che circolavano in ufficio. Possibile che non si fossero ancora stancati di parlare del fallimento del suo matrimonio?

    Dopo quella batosta aveva giurato a se stessa che mai e poi mai avrebbe più frequentato un uomo che lavorava con lei. Non che Kris lavorasse lì quando avevano iniziato a vedersi. E quella era un’altra delle cose che non le andava giù. Era stata proprio lei ad aiutarlo a ottenere un posto nella società.

    Concentrati sul lavoro, si disse risoluta. Kris e la sua bionda non sono più affari tuoi. Lucy raccolse la cartelletta con i documenti e si diresse a testa alta verso la sala conferenze.

    Indossava un completo pantaloni gessato e camicetta bianca. I lunghi capelli scuri le ricadevano ordinati sulle spalle. Alcuni uomini la osservarono prendere posto al tavolo con interesse, ma lei non notò i loro sguardi d’ammirazione, intenta com’era a estrarre le carte e a ripassare mentalmente i punti salienti del discorso che doveva tenere.

    Kris la raggiunse. «Ah, Lucy, sei qui» esordì, come se lei si fosse nascosta chissà dove. «Signor Connors, vorrei presentarle il nostro capo marketing, Lucy Blake. Lucy, questo è il signor Connors dalla sede centrale della nuova società, in Barbados.»

    Alzandosi in piedi, Lucy si trovò a faccia a faccia con l’uomo che poco prima le aveva sorriso a distanza e all’improvviso le accadde una cosa strana: sentì la mente svuotarsi, dimenticò quanto fosse irritante Kris e annegò nello sguardo più sexy che le fosse mai capitato di incrociare in vita sua.

    «Piacere di conoscerla, signor Connors.» Non si era resa conto di quanto fosse affascinante quell’uomo. Lucy era piuttosto alta e non c’erano molti uomini che la facessero sentire piccola, ma quello era uno dei pochi. Doveva essere oltre il metro e novanta. Aveva i capelli scuri e folti, leggermente ondulati, e nei suoi tratti c’era un qualcosa che la colpiva.

    Lui tornò a sorriderle e lei notò che le sue labbra erano cariche di sensualità.

    Che effetto le avrebbe fatto essere baciata da un uomo come quello? Sentirsi stretta dalle sue braccia? All’idea, lo stomaco sussultò dall’emozione.

    Inorridita, interruppe il contatto. Mai in vita sua le era capitato di avvertire in tutto il corpo quello strano brivido di consapevolezza. Forse non frequentava uomini da troppo tempo...

    «Benvenuto negli uffici di Londra» aggiunse infine in tono professionale, porgendogli la mano.

    «Grazie» replicò l’altro. Sembrava divertito dalla sua formalità. Comunque, rispose al saluto con una stretta cordiale. «La prego, mi chiami Rick.»

    Lucy non gli consentì di indugiare più del necessario in quella inquietante stretta di mano. «Rick» ripeté annuendo. Chissà perché, anche il solo pronunciare quel nome le sembrava pericoloso.

    «Il signor Connors è qui per avere un’idea della gestione degli uffici di Londra» proruppe Kris interrompendo il silenzio che si era creato. «Resterà con noi una settimana e in questo tempo sarebbe lieto di ricevere delucidazioni sul modo in cui in cui viene gestito il tuo reparto, e parimenti gli altri.»

    «Non c’è problema, signor Connors. Quando vuole» concluse infine Lucy tornando a guardarlo.

    Lui le sorrise. «Le cose, in effetti, stanno così, ma non è necessaria tutta questa formalità.»

    Che fosse ispanoamericano?, tornò a domandarsi Lucy. Con quegli occhi tanto scuri era possibile, ma il cognome non era spagnolo e il suo linguaggio era privo di inflessioni al punto da non poter intuire la sua provenienza.

    Nel frattempo era sopraggiunto il direttore, John Layton. «Di nuovo ciao, Rick.» I due si strinsero la mano. «Vedo che hai già conosciuto Lucy. È un inestimabile membro della nostra prestigiosa squadra. In più, tra breve avrà l’onore di presentarci le nuove proposte di crociera della stagione imminente.»

    «Bene. Non vedo l’ora di ascoltare la relazione» commentò Rick.

    Il modo in cui aveva parlato suscitò in Lucy un altro rimescolio nello stomaco.

    «Chi era quel fusto?» le domandò Gina, la sua segretaria, seguendo con lo sguardo l’uomo che si stava allontanando.

    Lucy sorrise. «È il signor Connors, uno della nuova società di Barbados. È qui per controllarci» spiegò brevemente. «Una specie di spia che vuole vedere come lavoriamo in attesa che arrivino i nuovi capi la settimana prossima.»

    «Può ispezionare il mio lavoro quanto vuole. Dillo pure a quel bel fusto» replicò Gina con aria sognante.

    «Il bel fusto sarà sicuramente sposato con tre figli a carico» considerò Lucy in tono asciutto.

    «Peccato...» Gina aveva ancora un’espressione beata. «Hai sentito l’ultimo pettegolezzo?»

    «A che proposito?» domandò Lucy sistemando i lucidi che aveva intenzione di proiettare. «Ah, mi hai portato quel fascicolo che ti avevo chiesto?»

    «Sì, eccolo. Ho tardato perché una persona in corridoio mi ha fermato per darmi una notizia sconvolgente» rispose l’altra.

    Lucy continuò a fissare le carte. «Che notizia?»

    La segretaria esitò.

    Intanto i partecipanti alla riunione stavano prendendo posto al tavolo.

    «Diamine, Gina! Si può sapere di che si tratta?»

    La ragazza le parlò in un orecchio. «A quanto pare, l’attuale fiamma del tuo ex marito è incinta. Qualcuno l’ha vista. È al settimo mese.»

    Lucy sentì lo stomaco rivoltarsi. Era una reazione assurda. Il suo matrimonio era finito. A lei non doveva importare.

    Il direttore aveva iniziato a parlare. Nella sala il brusio si ridusse fino al silenzio.

    «Lucy?»

    Lucy non si rese conto che tutti la stavano fissando in attesa che iniziasse la sua relazione. Dopo un momento di esitazione, si alzò in piedi e per un secondo ebbe un vuoto mentale. Abbassò lo sguardo sul tavolo, ma nel tragitto incontrò quello di Kris.

    Il senso di nausea aumentò.

    Lui la stava osservando con l’aria di chi si aspettava un completo disastro. Bastò quel pensiero perché si ricomponesse e riprendesse in mano la situazione.

    «Sono qui per presentarvi le crociere che la nostra azienda offrirà nella prossima stagione...» Diede un ulteriore sguardo alle carte, poi si lanciò

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