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Scoop milionario: Harmony Destiny
Scoop milionario: Harmony Destiny
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Ebook158 pages2 hours

Scoop milionario: Harmony Destiny

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About this ebook

Le luci nello studio si accendono per la seconda serata di Sexy & Single e il milionario e playboy Conner MacAfee vorrebbe solo fuggire. Sperare di trovare una donna partecipando a un reality è da folli. E restare ammaliato da una chioma rosso fuoco e da un corpo da favola è da sciocchi. Soprattutto perché la proprietaria di quel corpo è Nichole Reynolds, la giornalista più insistente e ficcanaso di tutta Manhattan. Eppure, pare che dovranno uscire insieme, e per ben tre volte! Conner vede due strade davanti a sé: o limitarsi a tapparle la bocca con un bacio o concederle un'intervista in camera da letto.
LanguageItaliano
Release dateAug 12, 2019
ISBN9788830502468
Scoop milionario: Harmony Destiny
Author

Katherine Garbera

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Scoop milionario - Katherine Garbera

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Case of Kiss and Tell

    Harlequin Desire

    © 2012 Katherine Garbera

    Traduzione di Clementina Vicano

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-246-8

    1

    Conner MacAfee era abituato al fatto che i reporter gironzolassero intorno alla sua famiglia; un prozio era stato confidente di John F. Kennedy, e da allora il loro era un cognome conosciuto sia in politica, sia negli affari. Certo, avevano anche avuto la loro buona dose di scandali, il che aveva sempre mantenuto vivo l’interesse della stampa.

    Ma Nichole Reynolds, la giornalista di cronaca mondana del giornale nazionale America Today, aveva un approccio del tutto nuovo: si era intrufolata alla festa privata del 4 luglio in Bridgehampton e stava facendo del proprio meglio per confondersi con gli altri invitati, ma per il momento non aveva fatto altro che risaltare. Aveva cercato di mimetizzarsi fingendo di essere abituata a frequentare dignitari e celebrità, ma Conner l’aveva notata arrossire più di una volta in presenza del modello e star del polo Palmer Cassini.

    Conner era andato a scuola con Palmer e conosceva bene la sua voglia di divertirsi. Era un atleta serio, ma anche un ragazzo estremamente spiritoso, oltre che uno dei suoi più cari amici. Tuttavia, non era Palmer a catturare la sua attenzione, ma la reporter dalla chioma rosso fuoco.

    Era a conoscenza del motivo della presenza di Nichole: lui aveva rifiutato numerose richieste di interviste da parte sua e dei suoi capi. Sapeva che era un’amica di Willow Stead, la produttrice di Sexy & Single, il reality show che si avvaleva della cooperazione della sua compagnia, la Matchmakers Inc.; con il programma in corso di registrazione, Nichole aveva intenzione di scrivere una serie di articoli sull’agenzia di appuntamenti che la nonna di Conner aveva fondato. Purtroppo per lei, però, Conner non si fidava dei giornalisti e non parlava mai con loro; per questo aveva assunto un responsabile del marketing, Zak Levy, che si occupava di tutta la promozione e dei comunicati stampa. Conner era stato molto attento a mantenersi lontano dalle luci della ribalta.

    «Chi è, Conner?» gli domandò la madre, Ruthann MacAfee, mentre gli si avvicinava.

    «Chi è chi, mamma?» ribatté distogliendo lo sguardo da Nichole. Si ripeté che tenere d’occhio la reporter era l’unica cosa che gli interessava. Non i suoi voluttuosi capelli rossi, che le ricadevano in morbide onde oltre le spalle, né lo straordinario tubino bianco che portava. Tuttavia, sapeva di mentire a se stesso: la voleva, e se avesse saputo che il solo vederla gli avrebbe scatenato quella bramosia, le avrebbe concesso l’intervista settimane prima.

    «La donna che continui a fissare» rispose la madre. «Non la riconosco, e ho l’impressione che non frequenti il nostro ambiente.» Ruthann aveva sessantacinque anni, ma ne dimostrava quindici di meno, grazie a uno stile di vita attivo; giocava a tennis e gestiva un’associazione di beneficenza; non era mai stata il tipo da restare a casa a fare la calza, e Conner la ammirava per questo. Persino quando un incidente aereo le aveva portato via il marito, il padre di Conner, e si era trovata esposta a uno scandalo che avrebbe distrutto molte donne, lei era andata avanti con quella sua forte tranquillità che la caratterizzava.

    «È Nichole Reynolds, una giornalista» rispose.

    «Oh cielo. Mi chiedo perché sia qui.» Conner intuì una punta di timore nella voce della madre; nemmeno a lei piacevano i reporter, e ne aveva ben donde. Le posò un braccio sulle spalle in un abbraccio veloce.

    «Quel reality show che stiamo portando avanti... Vuole intervistarmi.»

    «Sul serio? E tu hai intenzione di accettare? È così sconveniente parlare della propria vita privata.» Conner si rimangiò un sorriso a quelle parole; dire che la madre era della vecchia scuola era un eufemismo.

    «Ne sono consapevole» replicò, chinandosi per posarle un bacio sulla fronte. «Penso che farò meglio a liberarmi di lei prima che ci crei qualche problema.»

    «Buona idea. Vuoi che chieda a Darren di accompagnarla all’uscita? Com’è entrata, poi?»

    «Non c’è bisogno di disturbare il capo della sicurezza.» Aveva imparato a occuparsi di donne come Nichole da quando aveva compiuto quattordici anni. «Probabilmente ha accompagnato qualcuno.»

    «Il prossimo anno mi assicurerò che la lista degli invitati sia vagliata meglio» dichiarò Ruthann. «Non voglio che persone del genere entrino in casa nostra.»

    «Quale genere?» intervenne Jane, la sorella, raggiungendoli.

    Jane era una donna chic e trendy che conduceva un proprio programma televisivo di cucina e bon ton; non sfuggiva i giornalisti come la madre o il fratello, ma d’altro canto, lei era stata toccata solo in parte dalle ripercussioni dell’infedeltà del padre.

    «Il genere giornalista.»

    «La piaga dell’umanità» osservò allora lei, facendogli l’occhiolino. «Dov’è? Me ne occupo io.»

    La sorella era una combinaguai, e Conner sapeva che l’unico modo per gestire lei e la madre era porre fine a quella conversazione. «Ci penso io.»

    «Qual è?» insistette però la sorella.

    E la madre fu pronta a rispondere. «La rossa.»

    «Oh, adesso capisco perché vuoi pensarci tu. Dacci dentro, fratellone.»

    «Mamma, penso che avresti dovuto dedicare più attenzione all’educazione di Janey, quando eravamo piccoli. È una ragazzina impossibile.»

    «È perfetta» ribatté invece la madre proprio mentre Jane gli faceva la linguaccia.

    Conner scosse la testa e si allontanò. Si fece largo tra la folla di eleganti invitati, recuperando un drink da un cameriere prima di raggiungere Nichole e Palmer.

    Lei alzò gli occhi quando si avvicinò, e Conner vide l’aria colpevole nel suo sguardo prima che la mascherasse con un sorriso spavaldo.

    «Conner MacAfee» annunciò infatti lei con un po’ troppo entusiasmo. «Proprio l’uomo che volevo incontrare.»

    «Nichole Reynolds» pronunciò lui con la stessa energia. «Proprio la donna che non ricordo di aver invitato.»

    «Con le donne c’è sempre qualche sorpresa» intervenne Palmer.

    «Infatti» concordò Conner. «Ti stai divertendo?»

    «Io mi diverto sempre» rispose l’amico.

    Prima che la conversazione si approfondisse, però, Nichole prese Conner sottobraccio e lo portò lontano. «Se avessi aspettato un invito da te, non avrei mai avuto l’opportunità di parlarti di persona.»

    «Questo è perché non rilascio interviste.» Il padre di Conner era stato molto coinvolto in politica, ed era sempre stato circondato da reporter e paparazzi; da ragazzo, Conner era stato fotografato e intervistato per ogni sorta di rivista, e aveva sempre odiato la vita sotto la lente di ingrandimento – per questo si era ripromesso di cambiare la situazione da adulto.

    «Penso che tu stia reagendo in maniera troppo negativa» osservò lei lasciandogli il braccio una volta che si furono allontanati dalla folla. «Prometto che sarà indolore.»

    «Magari mi piace, il dolore» replicò lui, perlopiù per provocarla, ma anche perché c’erano occasioni in cui il dolore era l’unica cosa che gli ricordasse che era vivo.

    Nichole strinse gli occhi e lo fissò; evidentemente stava cercando di capire se diceva la verità. «Allora perché non rispondi a qualche domanda?»

    «Nossignora.»

    «Farò qualsiasi cosa per ottenere quest’intervista, Conner.»

    La punta di determinazione nel suo tono lo intrigava; era passato molto tempo dall’ultima volta in cui qualcuno si era ostinato tanto per ottenere qualcosa da lui. «Qualsiasi?»

    «Sì» confermò Nichole. «Ho la fama della ragazza che ottiene sempre quel che vuole e tu rischi di rovinarmi la reputazione al lavoro.»

    «E questo non è accettabile, vero?» Si fece più vicino a lei, posandole le mani sulle spalle. Era alta per essere una donna – probabilmente superava l’uno e settanta – ma gli arrivava solo al petto e a Conner piaceva la sensazione di potere che derivava dal guardarla dall’alto in basso. «Lo sai che non concedo interviste» ribadì comunque.

    «Ma questo è diverso. Stai partecipando a un programma televisivo.»

    «Non sono io a partecipare, è la mia compagnia. C’è una bella differenza.»

    «Tuo padre non la pensava così; praticamente viveva sulle pagine del Post

    E Conner non ci teneva affatto. «Io non sono mio padre. E la risposta è sempre no.»

    «Per favore» insistette Nichole piegando la testa all’indietro e mettendo il broncio.

    Quelle floride labbra rosse rischiarono di strappargli un grugnito. Sentì una freccia di bramosia che lo attraversava da capo a piedi.

    «Potrei farlo, ma il prezzo sarà alto» ipotizzò, ben sapendo che non si sarebbe mai seduto di fronte a lei a rispondere alle sue domande. Tuttavia, la desiderava, e non vedeva perché non potesse indulgere un po’ in quella fantasia.

    «Spara.»

    Prendendole un ciuffo di capelli, lo arrotolò intorno al dito. Nichole trattenne il fiato e il rossore le colorò il collo e le guance. La pelle candida della sua spalla, spruzzata di lentiggini, era morbida sotto le dita dell’altra mano di Conner.

    La voleva.

    Ma sapeva che non l’avrebbe mai avuta: non poteva stare con una donna di cui non si fidava, e alla fin fine la lealtà di Nichole sarebbe sempre stata indirizzata al giornale per cui lavorava. Conner non intendeva lasciarsela scappare senza rubarle almeno un bacio, però aveva l’impressione che ciò che stava per proporle l’avrebbe fatta allontanare in fretta e furia, non consentendogli di avere nulla da lei, neppure un leggero assaggio delle sue labbra – ma sarebbe stato meglio così: l’istinto di sopravvivenza vinceva sulla lussuria... be’, più o meno.

    «Diventa la mia amante per un mese e risponderò a tutte le tue domande» dichiarò spavaldo.

    Nichole fissò lo sguardo negli occhi più azzurri che avesse mai visto e cercò di metabolizzare ciò che aveva appena sentito. Non avrebbe mai pensato di sentirsi tanto eccitata da un uomo così... be’, conservatore. Avrebbe dovuto definirlo così. A essere sinceri, era talmente diverso dagli uomini che era abituata a frequentare che sicuramente stava giocando con lei.

    Era abituata a fare tutto il necessario per ottenere una storia, ma questo era... qualcosa che non aveva previsto. Non da un uomo come lui, almeno. Era una proposta spinta e audace e lei moriva dalla voglia di rispondere di sì. Ma l’etica la trattenne; probabilmente lui l’aveva detto solo per farla scappare e questo la faceva infuriare.

    «Un mese?» ripeté. «Quanti scheletri nascondi, signor MacAfee? Io volevo solo chiederti della Matchmakers Inc., ma a questo prezzo dovrei avere libero accesso a ogni tuo segreto.»

    Era assurdo pensare che avesse negoziato con lei. Perché avrebbe dovuto? Conosceva la storia scandalosa della seconda famiglia che il vecchio Jed MacAfee aveva tenuto nascosta e ricordava di aver visto delle foto di Conner e della sorella Jane che lasciavano il paese su un jet privato di proprietà di un milionario greco. C’era stato qualcosa di molto triste nel vedere quei ragazzi, un tempo a proprio agio davanti alla stampa, indossare degli occhiali scuri e rifiutare di guardare verso le telecamere.

    «No, niente affatto» negò infatti lui. «Se accetti, io determinerò i parametri e se infrangi anche una sola

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