Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Mai scherzare con il fuoco: Harmony Collezione
Mai scherzare con il fuoco: Harmony Collezione
Mai scherzare con il fuoco: Harmony Collezione
Ebook156 pages1 hour

Mai scherzare con il fuoco: Harmony Collezione

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Zander Devereux ha desiderato Caris Belmont dal primo istante in cui ha incrociato la sua strada. Arrogante, ricco e assai poco incline a sentirsi rispondere con un no, Zander è divertito e intrigato dall'apparente disinteresse di Caris nei suoi confronti. Adora le sfide, e sa che più difficili sono, più dolce sarà la ricompensa. Ma proprio nel bel mezzo della loro relazione lei decide di troncare, sparendo dalla sua vita.

I sentimenti di Caris per Zander sono profondi, ma è certa che tutto finirebbe se solo lui scoprisse quello che nasconde.
LanguageItaliano
Release dateSep 12, 2019
ISBN9788830504240
Mai scherzare con il fuoco: Harmony Collezione
Author

Lee Wilkinson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Read more from Lee Wilkinson

Related to Mai scherzare con il fuoco

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Mai scherzare con il fuoco

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Mai scherzare con il fuoco - Lee Wilkinson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Running From the Storm

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Lee Wilkinson

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-424-0

    1

    Nella chiesa del dodicesimo secolo ricoperta di muschio aleggiava un profumo di rose e gigli mentre si diffondevano le solenni note della marcia nuziale di Mendelssohn.

    I raggi del sole si riflettevano sulle vetrate colorate e l’ondeggiare degli alberi sul sagrato, mossi dalla brezza, creava un caleidoscopio di colori sulla pietra grigia.

    Niente pareva reale mentre Caris percorreva la navata al braccio dello zio David. Suo padre, ancora in collera con lei, aveva rifiutato di accompagnarla all’altare.

    Un uomo, evidentemente un testimone, la aspettava sui gradini. Le dava la schiena e lei non poteva vedere il suo viso.

    Dello sposo nessuna traccia.

    I presenti, ad ambo i lati della navata, voltavano il capo al suo passaggio e le sorridevano mentre avanzava in una nuvola di tulle bianco, ma anche in quel momento lei sapeva che era tutto sbagliato.

    Fece del proprio meglio per ricambiare i sorrisi, però il viso era rigido, come scolpito nel marmo.

    Quando raggiunse i gradini di fronte all’altare si rese conto di avere a fianco il futuro sposo. Non lo degnò di uno sguardo.

    Il prete più anziano fece un passo avanti, con un’occhiata richiese l’attenzione dei fedeli ed esordì con le parole tradizionali: «Miei cari, siamo qui riuniti...».

    Mentre la cerimonia proseguiva, Caris guardava fisso in avanti e si chiedeva cosa stesse facendo in quel luogo.

    Quando fu il momento di pronunciare i voti, e lei ancora si rifiutò di guardare il promesso sposo, lui le prese il braccio e la costrinse a voltarsi.

    Gli occhi verdi erano gelidi, imperiosi, la testa adorna di capelli biondi aveva quell’inclinazione arrogante che lei conosceva così bene.

    «Dillo, Caris!»

    Ma lei non poteva. Era tutto sbagliato! Non poteva. Non voleva sposare Zander!

    Lasciando cadere il bouquet di rose si voltò e, sollevando la gonna, corse lungo la navata tra gli sguardi inorriditi degli astanti, le lacrime che le scendevano lungo le guance.

    Sentiva che lui la chiamava. «Caris, non andartene... Non andartene...»

    Ma lei doveva.

    Per quanto lo amasse, non poteva sposare un uomo che non ricambiava il suo amore, che sospettava di essere stato intrappolato nel matrimonio.

    Ansimando per riprendere fiato, i singhiozzi che le chiudevano la gola, spalancò la porta della chiesa e rimase abbagliata dal sole, mentre una lieve brezza faceva ondeggiare il velo che le ricoprì il viso.

    Stava per scostarlo quando si svegliò e, mettendosi di scatto seduta, scoprì di essere nel proprio letto, la tenue luce di una giornata piovosa che filtrava dalle finestre.

    Tuttavia ci vollero alcuni secondi prima che il panico cedesse alla vista della camera familiare, con le pareti color pastello e le tende a fiori, e si rassicurasse un po’.

    Udì sbattere le portiere di una macchina poco lontano nella quiete del viale alberato, i consueti rumori di ogni mattina... la moto di Billy Leyton che si avviava, le frenate sulla strada bagnata, il cane dei vicini che abbaiava.

    Erano le sette e mezzo di mattina.

    «È stato un sogno!» esclamò Caris a voce alta, passandosi una mano sulle guance bagnate mentre con l’altra cercava di spegnere la sveglia. «Solo un sogno.»

    Ma un sogno angoscioso e ricorrente che tormentava i suoi sonni e, come un terremoto, sconquassava il suo mondo, dandole l’impressione di sprofondare in un orribile abisso.

    Da quando era arrivata in Inghilterra quasi tre anni prima, aveva lottato disperatamente per seppellire il pensiero di Zander, e negli ultimi sei mesi aveva avuto l’impressione di esserci riuscita.

    Nonostante la situazione economica precaria, l’agenzia immobiliare che gestiva la teneva talmente occupata che riusciva a trascorrere giornate intere senza rivolgergli un pensiero, senza vedere con la mente il suo viso.

    Così era riuscita a riacquistare un certo equilibrio, a guardare al passato valutando la loro relazione in retrospettiva.

    Non era stata poi tanto male.

    Benché si fosse conclusa con lacrime e cuore spezzato, per un poco aveva goduto di una felicità che non aveva mai immaginato potesse esistere.

    E non si dice, forse, che è meglio aver amato e perduto l’amore, piuttosto che non aver mai amato?

    Era stata capace di ritrovare una sorta di stabilità emotiva, e per questo si era congratulata con se stessa.

    E adesso, a causa di un sogno, era ritornata al punto di partenza, con Zander di nuovo al centro dei pensieri, il suo viso splendido ancora chiaro nella mente.

    All’improvviso provò una sensazione di freddo: desolata e senza speranza, tutta la vecchia amarezza che l’assaliva.

    Ma non avrebbe permesso che un sogno la precipitasse nuovamente in un caos emotivo. Non era più così vulnerabile e priva di esperienza come nel momento in cui si erano conosciuti.

    Gli ultimi penosi tre anni avevano fatto la differenza. Ora era una donna d’affari, sicura di sé.

    E se poi la sicurezza, era solo una vernice. Se non permetteva a nessuno di accostarsi al punto da scalfirla, chi l’avrebbe mai saputo?

    Per gli estranei lei era ciò che appariva.

    In parte rassicurata dalla visione di una vita ben organizzata, Caris andò in bagno a fare la doccia.

    Quando fu pronta, con un classico abito grigio, un trucco discreto, i lunghi capelli scuri raccolti e un paio di orecchini d’oro, andò in cucina a fare colazione.

    Era sabato mattina, una giornata di intenso lavoro per quanto la riguardava, nonostante il tempo.

    Dopo una primavera fredda e piovosa, tutti avevano sperato che un fronte d’aria calda in arrivo portasse bel tempo nel fine settimana.

    Invece pioveva ancora, e le ultime previsioni davano pioggia e temporali.

    Ma nonostante il tempo inclemente e la recessione, l’agenzia immobiliare Carlton Lees, di cui ora era proprietaria, andava piuttosto bene.

    Dopo la morte della zia, Caris aveva assunto una giovane di diciotto anni, Julie Dawson, che le dava una mano in agenzia e che si era rivelata un dono del cielo.

    La compravendita di beni immobiliari, nella tranquilla cittadina di Spitewinter, benché lentamente, cominciava a muoversi, e al momento non mancavano i clienti interessati.

    Questo in parte era dovuto alla chiusura dell’altra agenzia immobiliare della cittadina, e in parte al fatto che molte proprietà piuttosto ambite erano state messe sul mercato.

    La più notevole era una dimora che risaliva al millecinquecento, di proprietà di un famoso scrittore che, a novantotto anni, di recente era morto lasciandola in eredità a un lontano cugino.

    Questo cugino, che risiedeva in Australia, aveva manifestato il desiderio di disfarsene. Voleva una rapida vendita per acquistare un ranch, e aveva immesso sul mercato Gracedieu, causando uno scompiglio di interesse ed eccitazione nell’ambiente immobiliare.

    Un articolo relativo alla proprietà, dovutamente corredato di foto della tenuta, e con la dicitura: Agente unico Caris Belmont, era apparso in uno dei settimanali più prestigiosi:

    Unico esempio nella zona di architettura del sedicesimo secolo, Gracedieu è in assoluto una vera gemma. Al centro di una proprietà terriera, dotata di un antico mulino ad acqua e da piccoli cottage pittoreschi, edificati alla fine del settecento per ospitare i braccianti...

    L’articolo aveva accresciuto l’interesse e, nonostante il prezzo astronomico richiesto e le condizioni precarie della proprietà, diversi clienti avevano chiesto di visitarla.

    Il primo aveva un appuntamento quel pomeriggio e Caris sapeva di doversi concentrare per riuscire a effettuare una vendita rapida al prezzo richiesto.

    Ma, per quanto cercasse di bandire dalla mente il pensiero di Zander, ogni tentativo era vano.

    Il vecchio Vicariato, che la zia le aveva lasciato in eredità insieme all’allora traballante agenzia immobiliare, all’improvviso le parve troppo ampio e troppo deserto, con solo fantasmi e rimpianti a tenerle compagnia.

    Con uno scatto d’impazienza, ansiosa di andarsene, balzò in piedi, afferrò la borsa e uscì.

    Rigata di pioggia, la sua modesta macchina l’aspettava sulla strada. In un attimo Caris si era lasciata alle spalle la casa per avviarsi verso il centro, con i tergicristalli che si muovevano ritmicamente.

    Quando raggiunse Carlton Lees, che era situata alla fine di una serie di negozi su una strada a ciottoli che costeggiava il fiume, parcheggiò sotto gli alberi e si avviò all’agenzia.

    Julie non era ancora arrivata e tutto era tranquillo. Dopo aver controllato i messaggi e le e-mail, Caris scoprì che il cliente di quella mattina era stato costretto ad annullare l’appuntamento e lo rimandava alla settimana successiva.

    Fissata una nuova data, Caris si dedicò al lavoro di routine, ancora assillata da tenui filamenti del sogno, appiccicosi e inesorabili come una ragnatela e, a dispetto di tutti gli sforzi, si ritrovò a tornare con il pensiero indietro di tre anni, quando abitava nella parte settentrionale dello stato di New York, ed era stata assunta dalla Belmont and Belmont, il rispettabile studio legale di suo padre ad Albany. Era stato là che aveva conosciuto e si era innamorata di Zander...

    Un venerdì sera era alla scrivania per controllare alcune pratiche legali prima di tornare a casa quando suo padre aveva socchiuso la porta per augurarle una buona vacanza. «Te la sei meritata» aveva aggiunto.

    Austin Belmont, brillante avvocato, era freddo, scostante e irascibile, e raramente si lasciava andare a un complimento.

    Per quanto potesse ricordare, lei aveva sempre fatto del proprio meglio per accontentarlo, con scarso successo. Adesso, la sua esplicita approvazione l’aveva lasciata a bocca aperta.

    Una mezz’ora dopo aveva riposto i documenti e stava per andarsene quando era squillato l’interfono.

    «Mi dispiace disturbarla, signorina Belmont...» Il tono abitualmente deciso della segretaria pareva incerto, «ma c’è qui il signor Devereux. Mi chiedo se lei non possa riceverlo.»

    Devereux... Il nome le fece squillare un campanello, ma al momento non ne capì il motivo. «Ha un appuntamento?»

    «Con l’avvocato David, ma deve esserci stato un malinteso. Noi avevano un’altra data, e sia l’avvocato Austin, sia l’avvocato David se ne sono già andati. Anch’io stavo per uscire.»

    Sapendo che Kate Bradshaw doveva andare

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1