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Inspiegabile attrazione: Harmony Collezione
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Ebook150 pages2 hours

Inspiegabile attrazione: Harmony Collezione

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About this ebook

Gli scandali dei St. Claire 3/3



La vita di Gideon St Claire è esattamente come lui la vuole e ruota intorno al suo lavoro. Le donne con cui esce conoscono di lui solo la strada che porta alla camera da letto, ma per quanto ancora Gideon potrà tenere sotto controllo le proprie emozioni come fossero pedine degli scacchi?



Con il suo carattere esuberante, Joey McKinley è esattamente il genere di donna da cui Gideon si è sempre tenuto alla larga. Per una strana ragione, però, questa volta la cosa gli risulta molto più difficile del previsto.
LanguageItaliano
Release dateApr 10, 2018
ISBN9788858980729
Inspiegabile attrazione: Harmony Collezione
Author

Carole Mortimer

Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’

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    Book preview

    Inspiegabile attrazione - Carole Mortimer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Taming the Last St Claire

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Carole Mortimer

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-072-9

    1

    «Allora, hai intenzione di stare lì tutta la mattina a guardarmi dall’alto in basso, o sei disposto a renderti utile e magari a portare uno di questi scatoloni fino all’ascensore?»

    Gideon chiuse gli occhi e contò fino a dieci. Lentamente. Poi li riaprì.

    No. Joey McKinley, purtroppo, era ancora lì accanto al bagagliaio dell’auto parcheggiata a poca distanza da quella di Gideon che batteva impaziente la suola di una décolleté tacco dodici sull’asfalto. Lui sapeva che quella donna sarebbe stata la sua rovina, a meno che, nel corso delle successive quattro settimane, la situazione non fosse cambiata.

    Joey McKinley, ventotto anni, capelli corti e rossi che incorniciavano un bellissimo viso a forma di cuore dall’incarnato avorio, naso sottile e labbra piene e sensuali. E un paio di occhi verdi come la giada. Il tailleur nero e la camicetta dello stesso colore degli occhi che indossava in quel momento sottolineavano le sue forme perfette.

    «Allora?» lo sollecitò ancora una volta la sua spina nel fianco, continuando a picchiare la suola sull’asfalto del parcheggio.

    Gideon respirò a fondo ancora una volta mentre prendeva in considerazione tutti i modi possibili per farla pagare a suo fratello che lo aveva cacciato in quella situazione. Non si sarebbe fatto nessuno scrupolo nei confronti di Lucan, visto che lui gli aveva imposto la vicinanza di quella donna senza pensarci due volte.

    A dirla tutta, non aveva fatto altro che arrovellarsi per trovare una degna vendetta per il fratello nelle ultime trentasei ore; ovvero da quando Lucan lo aveva informato, durante il suo ricevimento di nozze, che avrebbe dovuto assumere la presidenza della St Claire Corporation per il mese in cui lui sarebbe stato in viaggio di nozze con Lexie, mentre Joey McKinley lo avrebbe sostituito come rappresentante legale della società.

    Non era servito a niente rassicurare il fratello che sarebbe stato perfettamente in grado di ricoprire entrambi i ruoli, e anche i suoi dubbi sul fatto che lui e quella donna potessero andare d’accordo erano stati volutamente ignorati da Lucan.

    Gideon rispettava Joey McKinley come avvocato. Aveva sentito soltanto commenti positivi su di lei dai colleghi, ma in conversazioni che non avevano niente a che vedere con il lavoro lei riusciva sempre a provocarlo e a farlo infuriare.

    Quei capelli rossi erano un faro che illuminava ogni stanza in cui si trovava e la sua risata roca e sensuale faceva girare la testa agli uomini che le stavano accanto.

    Le ultime due volte che l’aveva incontrata era stato in occasione dei matrimoni dei suoi fratelli. Alle nozze di Jordan con la gemella di Joey, Stephanie, aveva indossato un abito lungo di seta verde giada; mentre a quelle di Lucan e Lexie un vestito al ginocchio, rosso fuoco, che avrebbe dovuto essere un pugno nell’occhio, considerato il colore dei suoi capelli, e invece aveva enfatizzato i riflessi oro e cannella della sua bella chioma.

    Il tailleur nero che si era messa quel giorno avrebbe dovuto conferirle un aspetto serio e professionale, tuttavia non era così. La giacca era corta e attillata e i tre bottoni slacciati della camicetta di seta lasciavano intravedere la curva del seno. In altre parole Joey McKinley era proprio...

    «Sai una cosa? Non pensavo che fossi così lento a prendere una decisione.»

    ... una spina nel fianco!

    Gideon fece un altro respiro profondo nel tentativo di allentare la tensione. «Devi sempre essere così irritante?»

    Domanda stupida. Ormai la conosceva abbastanza da sapere che quella donna diceva sempre ciò che pensava e lui, che era un uomo abituato a misurare attentamente le parole prima di aprire bocca, lo trovava un difetto oltremodo fastidioso.

    Il suo commento successivo fu un ottimo esempio della sua schiettezza. «Forse non ne sentirei il bisogno, se tu di tanto in tanto accantonassi quell’aria di superiorità che ti ritrovi e ti unissi al resto di noi mortali.»

    Lui fece una smorfia. Si erano incontrati quattro volte in tutto. L’ultima sabato, al matrimonio di Lucan. La prima, invece, era stata nel suo ufficio alla Pickard, Pickard e Wright nove settimane addietro, quando era andato da lei per informarla di avere risolto la situazione imbarazzante in cui si era trovata coinvolta la sua gemella. Poi l’aveva rivista alle nozze di Jordan con Stephanie.

    Gideon aggrottò la fronte al ricordo del suo totale stupore durante quella cerimonia. In quanto testimone dello sposo aveva fatto in modo che il fratello arrivasse in chiesa con un giusto anticipo. Gli si era persino formato un nodo in gola quando si era voltato e aveva visto avanzare la bellissima sposa lungo la navata. Finché non aveva scorto l’espressione ironica di Joey, che lo aveva fissato in modo intenso mentre camminava alle spalle della gemella.

    Non che la cosa lo avesse colpito particolarmente. Lui e Joey sembravano avere sviluppato una reciproca antipatia nell’istante in cui si erano conosciuti.

    No, il suo stupore era stato causato da quello che era successo dopo, mentre gli sposi firmavano il registro. Era stato in quel momento, infatti, che lui aveva sentito un angelo cantare. Una voce solista, senza accompagnamento musicale, che aveva riempito la chiesa con la sua perfetta e limpida melodia.

    Non aveva mai sentito niente di così bello in vita sua come quella voce che era riuscita a emozionarlo. I suoi sensi erano stati completamente catturati dalla sua purezza e si era accorto soltanto dopo un po’ che tutti gli ospiti stavano guardando in un punto preciso sulla destra della chiesa.

    Solo allora aveva scoperto che quell’angelo non era altri che Joey McKinley!

    Joey non riusciva proprio a capire perché Gideon St Claire riuscisse sempre a tirare fuori il peggio di lei e a farle provare un certo gusto nel provocarlo. Forse era davvero quel suo arrogante atteggiamento di superiorità a infastidirla. O magari il fatto che, con quella sua glaciale riservatezza, manteneva un costante distacco emotivo dal resto del mondo.

    Tutto in lui era controllato ai limiti del maniacale: dal taglio di capelli al vestito scuro di sartoria, che indossava invariabilmente con una camicia bianca e una cravatta di seta a pois. Per non parlare della sua auto sempre immacolata, lussuosa sì, ma che non dava assolutamente nell’occhio.

    Il suo risentimento, però, era dovuto in realtà al fatto che due mesi prima Gideon St Claire era riuscito a sistemare una delicata questione legale che riguardava sua sorella e che lei non era riuscita a risolvere.

    Doveva trattarsi di questo. Di sicuro la sua avversione non aveva niente a che vedere con la bellezza e il fascino di quell’uomo, il quale dava l’impressione di non considerare Joey una donna, e men che meno di ritenerla attraente!

    I suoi capelli, troppo corti per i suoi gusti, erano castano chiari; gli occhi invece erano marroni scuro, incastonati in un viso bellissimo. Come se non bastasse, la natura gli aveva donato zigomi alti, una mascella squadrata e labbra terribilmente sensuali.

    Joey lo aveva studiato attentamente durante il loro secondo incontro. La prima volta che si erano conosciuti era rimasta sopraffatta dalla sua considerevole arroganza, oltre che dalla sua reputazione professionale. Dal modo agile e predatorio in cui si era mosso, lei non aveva avuto dubbi che sotto quegli abiti di sartoria si nascondesse un fisico asciutto e atletico.

    La cosa che l’aveva colpita di più, proprio perché era un uomo così splendido, era che al matrimonio di suo fratello non era accompagnato e non aveva degnato lei neanche di uno sguardo, nonostante il suo abbigliamento sexy. Alla fine aveva chiesto a Stephanie se per caso lui non preferisse la compagnia degli uomini a quella delle donne. La gemella era scoppiata a ridere senza più riuscire a smettere, per cui lei aveva dedotto che la risposta doveva essere negativa.

    Evidentemente, a Mr Arroganza e Riservatezza non piaceva lei, punto.

    Meglio così. Gideon St Claire poteva anche essere l’uomo più attraente e affascinante del mondo, ma la mancanza di interesse che aveva sempre dimostrato nei suoi confronti l’aveva spinta ad assumere un atteggiamento difensivo che la portava spesso a essere caustica.

    «Cos’è, non puoi parlare perché soffri di laringite, o semplicemente non sei una persona mattiniera?»

    «Forse dovresti smetterla di blaterare e darmi il tempo di rispondere» ribatté lui con un tono di voce basso e sensuale, senza accennare a diminuire la distanza che li separava dalle rispettive auto. «Ti dispiace se ti chiamo Josephine?»

    «Niente affatto, purché a te non dispiaccia se, quando lo farai, reagirò come l’ultima volta che qualcuno ci ha provato.» E di fronte alla sua espressione perplessa aggiunse con un sorriso: «È finita con un bell’occhio nero».

    «Non ti piace il nome Josephine?»

    «Ovviamente no.»

    Non andava affatto bene, pensò Gideon. Durante il suo colloquio con Lucan la sera del matrimonio, era arrivato alla conclusione che l’unica soluzione a quel problema era parlare direttamente con Joey e spiegarle con calma perché non potevano lavorare insieme, dopodiché le avrebbe detto addio per sempre. Di certo anche lei doveva essere consapevole che avevano modi completamente diversi di affrontare... tutto.

    Gli era sembrato un ottimo piano, finché non si era trovato faccia a faccia con quella donna impertinente. Pochi minuti di conversazione con lei erano bastati a fargli capire che le sue conclusioni erano corrette. Tuttavia aveva anche compreso che qualsiasi tentativo di suggerirle un eventuale ripensamento sulla possibilità di lavorare insieme avrebbe sortito l’effetto opposto a quello sperato. Non aveva dubbi che Joey McKinley avrebbe fatto l’esatto contrario di quel che le fosse stato proposto.

    Per la prima volta nella sua vita così bene organizzata Gideon non sapeva cosa dire o fare per raggiungere il suo obiettivo. L’unica sua certezza era

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