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Il piano del greco: Harmony Collezione
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Il piano del greco: Harmony Collezione

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About this ebook

Calda come il sole di Corfù, dolce come il nettare degli antichi dei. La passione, nel sangue di ogni uomo greco, scorre veloce fin dalla notte dei tempi...

Il sogno di vedere Cristophe Donakis infilarle un anello al dito viene infranto impietosamente quando lui, senza tante cerimonie, liquida la loro relazione accusandola ingiustamente di avergli rubato qualcosa. Così Erin Turner si ritrova sola, per le strade di Londra, a custodire il suo segreto. Anni dopo, Cristophe ha tutte le intenzioni di vendicarsi di Erin per quello che crede gli abbia fatto, ma non può immaginare che qualcosa cambierà del tutto i suoi piani.
LanguageItaliano
Release dateFeb 11, 2019
ISBN9788858993408
Il piano del greco: Harmony Collezione
Author

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Il piano del greco - Lynne Graham

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Secrets She Carried

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Lynne Graham

    Traduzione di Paola Mion

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-340-8

    1

    Cristophe Donakis aprì il dossier del gruppo Stanwick Hall Hotel, che si presumeva dovesse diventare l’ultimo affiliato del suo impero di alberghi di lusso, e rimase scioccato.

    E non era facile sconvolgere Cristophe. A trent’anni, il ricchissimo imprenditore greco aveva visto di tutto e, quando si trattava di donne in particolare, era davvero cinico, le aspettative ridotte al minimo. Rimasto orfano a cinque anni, era sopravvissuto a molti dei maggiori eventi incresciosi della vita, non ultimo l’avere avuto genitori adottivi che amava, ma con i quali non aveva nulla in comune, e un divorzio, che ancora gli bruciava dal momento che si era sposato con le migliori intenzioni. Ma quello che aveva causato la sorpresa di Cristophe, facendolo saltare in piedi per portare il documento vicino alla finestra in modo da usufruire di tutta la luce possibile, era stato il balenare di un viso familiare in una fotografia dello staff esecutivo dello Stanwick.

    Erin Turner... una venere tascabile dai capelli chiari che scintillavano come argento dorato e occhi color ametista. Di colpo i lineamenti affascinanti di Cristo si contrassero in una smorfia dura. Erin occupava una categoria tutta speciale nei suoi ricordi; era stata l’unica donna che lo avesse mai tradito e, anche se erano passati ormai tre anni, il pensiero ancora lo feriva. Il suo sguardo acuto esaminò attentamente la figura dell’ex amante che sorrideva al braccio di Sam Morton, l’attempato proprietario dello Stanwick Group. Fasciata in un tailleur scuro, con l’esuberante massa di capelli raccolta da un fermaglio, appariva molto diversa dalla giovane disinvolta e casual che lui ricordava. Un luccichio dorato gli passò negli occhi neri come la notte, mentre il corpo forte e alto si irrigidiva per la tensione. Con quanta rapidità rammentò Erin vestita di seta, e con anche più intensità gli sembrò di risentire le sue gloriose curve sotto le mani. Un filo di sudore gli inumidì il labbro superiore, e prese un respiro profondo per cercare di controllare la reazione del suo corpo. Purtroppo, non aveva mai incontrato un’altra Erin, ma d’altra parte si era sposato subito dopo, e solo da pochi mesi era tornato ad assaporare di nuovo la libertà di essere single. Sapeva che non era facile trovare una donna in grado di eguagliare il suo desiderio, senza mai placare del tutto la sua potente libido. Si rammentò che probabilmente era stato proprio quell’imperioso desiderio che l’aveva portata a tradirlo, ad andare a letto con un altro uomo. Work addicted, Cristo l’aveva lasciata sola per settimane mentre era all’estero a seguire i suoi affari, e solo negli ultimi tempi aveva ammesso che forse era stato questo a provocare la fine della loro storia. Ovviamente, sebbene si fosse detta disponibile a viaggiare con lui, Erin non l’aveva mai fatto, ma sfortunatamente a lui non era venuto il sospetto che avesse di meglio da fare a Londra.

    Studiò Sam Morton, il cui atteggiamento era fin troppo chiaro. Più che sessantenne, il ricco uomo d’affari non nascondeva la possessività nei confronti della giovane manager dei suoi centri benessere. Lo si intuiva dal suo sorriso orgoglioso e dalla mano che teneva sulla schiena di lei. Cristo imprecò pesantemente in greco mentre osservava la foto da tutte le angolazioni possibili, ma non vi erano altre interpretazioni verosimili. Erin si portava di nuovo a letto il suo capo! Mentre avrebbe dovuto dargli una perversa soddisfazione vedere che Erin continuava a esercitare le sue arti femminili, non gli piacque per nulla sapere che continuava a trarre profitto dagli uomini che prendeva in giro. Si chiese se rubasse anche il denaro di Morton.

    Cristo aveva rimosso immediatamente Erin dal piedistallo sul quale l’aveva posta, ma la punizione non aveva placato la sua amarezza, che era anzi cresciuta quando aveva scoperto anche il modo in cui lo aveva derubato. Aveva riposto fiducia in lei, le aveva creduto, fino al punto che aveva cominciato a pensare che potesse diventare sua moglie. Entrare nella camera che aveva deciso di condividere con lei e trovarla a letto con un altro, tra le inconfondibili tracce di bicchieri di vino appoggiati a terra e indumenti tolti in tutta fretta, lo aveva colpito con una violenza inaudita. E che cosa aveva fatto, poi?

    Gemette, il viso rigido, ripensando a quello che era stato il suo peggior errore. Dopo la sconvolgente scoperta che Erin lo tradiva, aveva preso una decisione che ancora adesso stava pagando. Aveva fatto una mossa sbagliata con ripercussioni a lungo termine, e per un uomo che difficilmente commetteva errori era una cosa decisamente umiliante. Con il senno di poi sapeva esattamente perché l’aveva fatto, ma doveva ancora perdonare se stesso per quel passo fatale che aveva intrapreso e fatto soffrire lui e le persone che gli erano più vicine. La sua bella bocca si tese in una linea rigida mentre studiava l’immagine di Erin. Era ancora bellissima e senza dubbio ancora felicemente impegnata a costruire la sua ricchezza, mentre il povero babbeo al suo fianco doveva adorare la terra che lei calpestava.

    Ma Cristo sapeva che su quella terra poteva scatenarsi un vero terremoto, poiché dubitava che il conservatore e moralista Sam Morton conoscesse le promiscue attività in cui si era esibita Erin come amante di Cristo, o anche solo che conoscesse il fatto che era una ladra.

    A lui la bomba era scoppiata addosso solo poche settimane dopo la fine della loro storia. Un amministratore aveva scoperto notevoli discrepanze e ammanchi nella contabilità del centro benessere che Erin gestiva per lui. Denaro e prodotti di valore erano spariti, le entrate falsificate, impiegati occasionali pagati per lavori che non erano mai stati fatti. Solo Erin aveva pieno accesso a quei registri, e un fidato dipendente aveva alla fine ammesso di averla vista portare via delle scatole con prodotti molto costosi. Da quando Cristo l’aveva assunta, Erin aveva sottratto migliaia di sterline. Perché non l’aveva denunciata? In realtà era stato troppo orgoglioso per ammettere di avere fatto un simile errore di valutazione, mettendo una ladra in una posizione tanto prestigiosa.

    Erin era una scatola di imbrogli e truffe, ammise amaramente. Senza dubbio, Sam Morton era altrettanto all’oscuro che la sua innocente e devota dipendente eccelleva nel gioco dello strip poker. Sapeva che una volta aveva accolto Cristo all’aeroporto senza indossare nulla sotto il cappotto, e che anche quello se n’era andato in fretta non appena saliti sulla limousine? Erin urlava forse il suo nome quando raggiungeva l’orgasmo? Lo seduceva come solo una donna sensuale sapeva fare mentre lui cercava di concentrarsi sugli affari? Molto probabilmente sì, avendo imparato proprio da lui quello che piaceva a un uomo.

    Lo disturbava conservare ancora ricordi così vividi di quel periodo della sua vita. Si versò un whisky cercando di placare la rabbia che lo animava. Erin stava ancora giocando i suoi sordidi trucchi per costruire la sua carriera e salire più in alto. Dov’era la novità? E perché pensava che Sam Morton fosse così ingenuo da non sapere di avere catturato una tigre per la coda? Per molti uomini avere per contropartita tutto il sesso che desideravano rendeva la cosa accettabile.

    E Cristo si rese conto con sorpresa che lui non era poi così diverso. Poteva farlo di nuovo, si disse, l’adrenalina che montava al pensiero di quella sfida sensuale. Poteva avere di nuovo Erin, e godersela davvero. L’energia di Erin era certo sprecata con un uomo anziano e benpensante come Morton.

    Continuò a leggere il dossier e scoprì che il ricco capo di Erin era vedovo. Ne dedusse che lei sperava di diventare la nuova signora Morton. Che altro poteva desiderare una cacciatrice di soldi come lei lavorando in una condizione così ordinaria? E lui era convinto che non fosse stata in grado di resistere alla tentazione di stornare fondi anche dai centri benessere di Sam Morton.

    La sua avidità e i suoi giochi manipolatori offendevano il senso di giustizia di Cristo. Aveva davvero creduto che quella piccola ladruncola potesse cambiare vita dopo la fine rovinosa della loro storia? Era davvero stato così ingenuo? Di sicuro, aveva paragonato ogni donna avuta a Erin, e aveva scoperto che tutte volevano qualcosa, in un modo o nell’altro. In un certo senso, non si era mai liberato davvero di lei e della sua influenza. Era stato come un pezzo di bagaglio che si portava sempre appresso. Ed era ormai ora che si liberasse di lei una volta per tutte. Cosa poteva esserci di meglio per esorcizzarla di una scappatella sessuale, l’ultima?

    Sapeva chi era Erin Turner, e sapeva anche che la memoria ingannava. Con il tempo la sua mente aveva abbellito la sua immagine, innalzandola a un livello che non era reale. Doveva incrinare il mito, far scoppiare la persistente fantasia, e vederla nella realtà era il modo migliore per ottenere quell’effetto. Un sorriso duro gli piegò la bella bocca nell’immaginarsi il disappunto di lei nel vederlo ricomparire nella propria vita.

    Guarda prima di saltare, era solita consigliargli la madre adottiva quando era un ragazzino, cercando di moderare la sua natura avventurosa e ribelle. Ma a dispetto di tutti gli sforzi dei suoi genitori, il sangue impetuoso dei Donakis gli scorreva nelle vene. I suoi genitori naturali non erano sopravvissuti abbastanza per allevarlo, ma gli avevano comunque infuso il loro spirito avventuroso.

    Senza pensare un attimo di più alle possibili conseguenze, e reagendo invece all’insidioso eccitamento e al senso di sfida che colpivano la sua forte fisicità, Cristo prese il telefono per informare i suoi collaboratori che avrebbe seguito personalmente le prossime fasi dei negoziati per l’acquisizione del gruppo Stanwick Hall Hotel.

    «Be’, che ne pensi?» proruppe Sam, sconcertato dall’inusuale silenzio di Erin. «Avevi bisogno di un’auto nuova, ed eccola.»

    Erin stava ancora a bocca spalancata a contemplare la BMW argentata parcheggiata davanti al garage. «È bellissima, ma...»

    «Ma niente!» la interruppe Sam con veemenza, come se avesse previsto le sue proteste. Solo poco più alto del metro e mezzo di Erin, era corpulento, con un ciuffo di capelli bianchi e occhi azzurri che bruciavano di energia irrequieta sul volto abbronzato. «Svolgi un lavoro importante per la Stanwick e hai bisogno di un’auto adeguata alla posizione...»

    «Sì, ma non un modello così lussuoso» protestò lei chiedendosi cosa avrebbero pensato i colleghi vedendola con una vettura che costava più di quanto loro guadagnavano in anni di lavoro. «Questa è davvero troppo...»

    «Solo il meglio per la mia miglior dipendente» rispose Sam con indifferenza. «Sei tu che mi hai spiegato l’importanza dell’immagine negli affari.»

    «Non posso accettarla, Sam» rispose Erin a disagio.

    «Non hai scelta» replicò il capo con imperturbabile buonumore mettendole in mano un mazzo di chiavi. «La tua vecchia Fiesta non c’è più. Grazie Sam è tutto quello che devi dire.»

    Erin fece una smorfia. «Grazie, Sam, ma è troppo...»

    «Niente è troppo per te. Guarda i bilanci dei centri benessere da quando ti ho assunta. Anche secondo un contabile inetto come me, i miei profitti stanno salendo vertiginosamente. Tu vali almeno dieci volte quello che mi costa questa macchina, quindi non voglio sentire altre proteste.»

    «Sam...» ricominciò Erin, ma lui le prese le chiavi e aprì l’auto con il telecomando.

    «Andiamo, portami a fare un giro di prova. Ho un po’ di tempo libero prima del mio grande appuntamento del pomeriggio.»

    «Quale grande appuntamento?» domandò lei, eseguendo una elegante retromarcia e dirigendosi, attraverso l’arcata di ingresso del cortile, giù per il viale costeggiando i giardini immacolati.

    «Sto dando un altro colpo al mio progetto di ritirarmi» le confidò il capo pensoso.

    Erin sospirò. Sam parlava spesso della sua idea di vendere i suoi tre alberghi di campagna, ma lei credeva che fosse più un progetto con cui si trastullava ogni tanto piuttosto che un piano reale. A sessantadue anni,

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