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Sorpresa!: Harmony Collezione
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Sorpresa!: Harmony Collezione

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About this ebook

Non ci doveva andare!

Cassandra Vallance l’aveva intuito d’istinto, fin da quando il suo ormai ex fidanzato l’aveva quasi obbligata a partecipare a quella festa. E così, adesso si ritrova vittima di uno squallido ricatto senza via di scampo.

Cedere è molto rischioso, perché...
LanguageItaliano
Release dateMay 10, 2017
ISBN9788858965719
Sorpresa!: Harmony Collezione
Author

Lee Wilkinson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Sorpresa! - Lee Wilkinson

    successivo.

    1

    Una splendida limousine grigio argento, con tanto di autista in livrea, li stava aspettando agli sbarchi internazionali dell'aeroporto di San Francisco.

    Cassandra Vallance era lusingata da una tale accoglienza, ma avvertiva ancora quella strana sensazione che l'aveva accompagnata durante tutto il viaggio. Guardando il bel ragazzo seduto al suo fianco, si lasciò scappare un sospiro che tradiva il proprio stato d'animo.

    Alan Brent strinse con dolcezza la mano della sua ragazza, fissando con una certa soddisfazione lo splendido anello di diamanti, che aveva scelto lui stesso per siglare il loro patto d'amore.

    «So bene che questo weekend avrebbe dovuto essere solo nostro, ma cerca di rilassarti, cara. Lang Dalton sarà anche un miliardario e Mister Sofartuttoio, ma non hai alcun motivo di preoccuparti.»

    «Parlami un po' di lui, è... è sposato?» chiese Cassandra con un po' di esitazione nella voce.

    «Sì. Due anni fa sposò quella che i giornali rosa definirono la più bella donna dell'alta società americana. So che proviene da una delle famiglie californiane più in vista, abituata ad avere a che fare continuamente con star di Hollywood e presidenti.»

    «Sa che stiamo per sposarci?»

    «Gliel'ho detto io, anche se già lo sapeva. A quell'uomo non sfugge proprio niente...»

    Cassandra ascoltava le informazioni con un certo interesse e un'espressione pensierosa dipinta sul volto. «Lo conosci bene?»

    «Lavoro per lui da quattro anni, ma l'ho visto una sola volta. È stato diciotto mesi fa, quando venne in Inghilterra.»

    «Com'è? Fisicamente, intendo...» la domanda uscì dalle sue labbra improvvisa, quasi senza che lei se ne rendesse conto. Fino a quel momento, non le era sembrato affatto importante sapere quale aspetto avesse Lang Dalton.

    «Prepotente, senza scrupoli. Un vero duro insomma» si limitò a dire lui eludendo la domanda. «È quel tipo d'uomo che è meglio non avere per nemico.»

    «Molte persone sembrano provare una specie di timore reverenziale nei suoi confronti. Si dice in giro che persino il suo assistente personale avesse paura di lui...»

    «Vero, ma bisogna anche dire che è un uomo dai sani principi morali e persino generoso.»

    Alan si rese conto che quella osservazione non era servita a far stare meglio Cassandra. Lei stava ancora lì, lo sguardo assorto rivolto verso il finestrino. «E poi, anche se fosse un vero despota, cosa ci può capitare? Non può certo mangiarci!»

    «So che hai ragione, ma il mio sesto senso mi dice...» Cassandra decise di lasciare cadere il discorso. Alan sembrava non capire. Inoltre, tutto questo parlare di sesto senso e di sensazioni negative non si addiceva a una donna considerata da tutti estremamente intelligente ed equilibrata. D'altra parte quello che provava era più forte di qualsiasi logica.

    «Ho come un presentimento, che ci stia per capitare qualcosa di terribile, qualcosa che stravolgerà completamente la nostra vita» disse seria a bassa voce.

    Posando lo sguardo sul dolce profilo della sua compagna, Alan decise di andare fino in fondo: «Cos'è che senti? A me puoi dirlo».

    «Mi sento minacciata» confessò infine.

    «Ma dai!» Alan sorrise, incapace di capire le sue sensazioni. «Lang Dalton non è un orco... non essere così tragica.» Gli occhi scuri di Alan tradivano ora una certa impazienza. «Stai tranquilla. Tutto quello che dobbiamo fare è risultargli simpatici... non sarà poi così male, vedrai!»

    Mordendosi le labbra, Cassandra cercò di pensare ad altro. Si rendeva conto che quella sensazione di disagio non era razionale, ma trovava estremamente difficile ignorarla.

    «Mettila in questo modo: il massimo che ti potrà capitare, se non gli andrai a genio, sarà che ti solleverà dall'incarico di mia segretaria personale; comunque andrà, non sarà di certo la fine del mondo. Smettila di preoccuparti inutilmente e cerca invece di goderti lo spettacolo della costa californiana.»

    Mentre Alan declamava le meraviglie di uno dei luoghi più stupefacenti della terra, Cassandra rimase assorta nei suoi pensieri. Forse il suo fidanzato non aveva tutti i torti: quella era un'occasione unica per entrare a far parte di un mondo d'élite, altrimenti irrimediabilmente chiuso.

    Una cosa però non riusciva assolutamente a capire: per quale motivo Lang Dalton avesse insistito tanto per la sua presenza.

    «Cara credimi...» aggiunse Alan guardandola negli occhi, «mi sarebbe stato davvero difficile rifiutare.» Detto questo Alan sospirò tra sé e sé. L'invito per Cassandra era giunto come un ordine perentorio dal grande capo in persona e, dato che il suo futuro dipendeva interamente da Dalton, mettersi contro di lui equivaleva a un suicidio professionale e di questo anche Cass era pienamente consapevole.

    Era fiera del suo fidanzato. A soli venticinque anni Alan Brent era capo della sezione finanziaria nella filiale londinese della Dalton International e aveva davanti a sé un futuro più che brillante.

    Giunsero presto ai grattacieli gemelli che ospitavano la sede della Dalton, torreggianti nel cielo terso di San Francisco. La limousine si fermò dolcemente di fronte all'entrata dell'edificio principale e, mentre qualcuno si occupava dei bagagli, Alan e Cassandra vennero scortati immediatamente sul tetto dell'edificio, dove un elicottero pronto al decollo li attendeva sotto il sole cocente.

    Pochi istanti dopo, le pale del velivolo presero a girare vorticosamente, portando i passeggeri sempre più in alto, sopra il cielo senza nuvole, immersi nell'azzurro intenso, sospesi su un paesaggio a dir poco spettacolare.

    La residenza di Lang Dalton si trovava nella Sierra Roca, circondata da uno scenario mozzafiato. Era il tramonto, e le montagne si stagliavano superbe nel cielo di fuoco, facendo risaltare le mura bianche e l'architettura pulita e spagnoleggiante della Azienda Dalton.

    La costruzione si sviluppava tutt'intorno a un patio con piscina centrale. Era circondata da un rigoglioso giardino odoroso, ridondante di buganvillee, ingentilito da fontane e statue greche.

    Non appena l'elicottero atterrò, il pilota si precipitò ad aprire lo sportello per far scendere i due attesi ospiti.

    Nello stesso istante un uomo alto, abbronzato, dai folti capelli biondi comparve sulla soglia e andò incontro ai due ragazzi con un sorriso smagliante sulle labbra. Pur nell'abbigliamento sportivo, pantaloni in lino verde scuro e Lacoste, aveva tutta l'aria di essere un tipo sicuro di sé ed estremamente elegante.

    «Brent...» Tese la mano verso Alan per poi rivolgere la sua attenzione a Cassandra.

    Mentre i due si scambiarono uno sguardo intenso, lei osservò attentamente il volto magro di Lang Dalton e quel suo naso importante, che richiamava alla mente le raffigurazioni dei guerrieri greci. Era decisamente bello.

    «Benvenuti a Villa San Gabriel.» Le strinse la mano con decisione, e quel contatto fisico improvviso la fece rabbrividire inesplicabilmente.

    Cassandra aveva l'impressione che, dal momento in cui era scesa dall'elicottero, il suo sguardo magnetico non avesse smesso un attimo di osservarla.

    Per quel primo incontro aveva scelto con cura cosa indossare. Aveva optato per un tailleur grigio in seta. I suoi lunghi capelli biondo cenere erano raccolti in un elegante chignon, che lasciava scoperto il lungo collo, dando al tutto un tocco professionale.

    Lang sembrava ipnotizzato dalle particolarità di quel volto femminile. Le sopracciglia ad ala di gabbiano, gli occhi verdi leggermente a mandorla e la bocca carnosa e purpurea, tratti che donavano a Cassandra un non so che di esotico, e non facevano pensare alle origini londinesi. Era la donna più bella che avesse mai visto.

    Resosi conto che quell'esame silenzioso rendeva nervosa la sua ospite, Lang si decise a parlare. «Ho creduto che fosse venuto il momento di incontrarla» disse con sicurezza.

    «Sono sorpresa! Credevo che lei non sapesse nemmeno della mia esistenza» ribatté d'istinto senza pensare. Capì subito di avere sbagliato. E il modo in cui ritrasse la mano dalla prolungata stretta di lui non fece che peggiorare la situazione. Era ormai palese, che non si sentiva a suo agio davanti a quell'uomo.

    «Di tanto in tanto mi piace incontrare le persone che lavorano per me» aggiunse lui senza staccarle gli occhi di dosso. «Anche se lei non è assolutamente come l'avevo immaginata...»

    «Nemmeno lei corrisponde alle mie aspettative» rispose a tono Cass.

    Nei suoi pensieri l'uomo a capo dell'impero Dalton doveva avere una cinquantina d'anni, ed essere basso, pelato e con la pancetta.

    «E come mi immaginava?» chiese allora Lang, divertito.

    «Be', ecco... non avevo idea che lei fosse così... giovane.»

    «Io invece non avevo idea che lei fosse così bella.»

    Quella frase, pronunciata con studiata lentezza, fece trasalire Cass, improvvisamente conscia del fascino prepotente di Lang Dalton. Nonostante il sole cocente, sentì un brivido lungo la schiena. I suoi oc chi incrociarono quelli di lui, di un blu intenso, che ricordava le profondità marine.

    «Si sente forse intimorita dalla mia presenza, signorina Vallance?» le chiese allora cogliendo un lieve fremito.

    «E quanti non lo sono?» Ancora una volta aveva risposto d'impulso. Arrossì, pensando alle parole pronunciate da Alan. Dovevano cercare di risultare simpatici, non polemici.

    Lang Dalton cambiò espressione in un attimo. «A quanto pare, signorina Vallance, ha ascoltato qualche pettegolezzo.»

    Quello che seguì fu un silenzio raggelante. Alan, rimasto fino a quel momento in disparte, fece un passo in avanti e, lanciando a Cass uno sguardo di avvertimento, abbozzò delle scuse affrettate.

    «Sono certo che la signorina Vallance è in grado di difendersi da sola» lo freddò Lang Dalton, tagliandolo definitivamente fuori da quella schermaglia verbale a due.

    Cassandra raccolse allora tutto il coraggio e la testardaggine che la contraddistinguevano, alzò lo sguardo posandolo direttamente su quello del suo principale, poi trasse un respiro profondo. «Sono davvero spiacente. Non avrei dovuto dire una cosa del genere.»

    «Anche se crede che sia vera?» domandò provocatorio Lang.

    «Specialmente se lo fosse» rispose lei. Sentì Alan irrigidirsi in un moto di stizza e si chiese come mai non le riuscisse affatto di essere prudente e diplomatica. Di questo passo la sua carriera alla Dalton International sarebbe decisamente finita molto presto.

    Lang sfoderò un sorriso divertito, che colse entrambi di sorpresa. «Noto con piacere che possiede un discreto senso dell'umorismo, signorina!» Poi scoppiò in una fragorosa risata. C'era qualcosa in quella donna, che la rendeva assolutamente unica e lui era determinato a scoprire cosa fosse.

    Si avviarono verso l'ingresso, e un ragazzino messicano, vestito completamente di bianco, venne loro incontro per accompagnarli nelle rispettive stanze.

    Alan iniziò a rilassarsi solo quando Lang Dalton li lasciò soli. Sapeva che il peggio era passato. Sarebbero stati circondati dagli altri ospiti e tutto sarebbe stato più facile.

    Cassandra invece era più nervosa di quando era arrivata. Dalla stretta di mano in poi, erano rimasti virtualmente soli. Lang Dalton aveva deliberatamente escluso Alan dalla conversazione e questo la rendeva furiosa.

    «Non è andata poi così male. Dopo un inizio disastroso, sembra che alla fine tu gli sia piaciuta» commentò Alan entrando nella sua stanza

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