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I doveri di un principe: Harmony Collezione
I doveri di un principe: Harmony Collezione
I doveri di un principe: Harmony Collezione
Ebook154 pages2 hours

I doveri di un principe: Harmony Collezione

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About this ebook

Ora il dovere è la sua unica distrazione.

Per il principe Lysander Kahani, famoso playboy, sono finiti i tempi del divertimento. Ora deve occuparsi giorno e notte di suo nipote, oltre che delle sorti del suo paese. Ma gli basta uno sguardo ad Alyssa Dene, la compassata tata del suo nipotino, perché il suo lato oscuro riemerga di prepotenza. Comincia così per lui una dura battaglia fra i doveri pubblici, che lo spingono a mantenere un comportamento irreprensibile, e i desideri privati, che lo convincono di dover fare a tutti costi sua la bella Alyssa. Che, per contro, cerca in tutti i modi di stare alla larga da lui, nonostante l'unica cosa che voglia è gettarsi fra le sue forti braccia.
LanguageItaliano
Release dateFeb 11, 2019
ISBN9788858993385
I doveri di un principe: Harmony Collezione
Author

Christina Hollis

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    I doveri di un principe - Christina Hollis

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Weight of the Crown

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Christina Hollis

    Traduzione di Maria Elena Vaccarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-338-5

    Prologo

    Lysander stava volando. Sotto di lui il luccichio delle luci della città sembrava una collana di diamanti nell’astuccio di velluto della notte. Abbozzò un sorriso malizioso. Era arrivato ai vertici e ora l’aspettava un bentornato da eroe. Ormai niente poteva più fermarlo, per quanto fosse esausto. La sua uniforme era aperta sul collo, le maniche arrotolate, e aveva bisogno di radersi. Si passò le dita fra i capelli arruffati, cercando d’impedire che la stanchezza gli offuscasse la vista. Quella notte il sonno gli sembrava una perdita di tempo. Aveva troppe cose da fare, e tutte coinvolgevano una certa persona che non vedeva da sei giorni, quattro ore, diciotto minuti e così via...

    Alyssa...

    Quel nome gli risuonava nella testa mentre volava sopra la sonnolenta campagna inglese. Più volte portò la mano alla tasca sul petto come per tirare fuori qualcosa. Ma esitava. Il ricordo era sufficiente. Quella foto non poteva più avere nessun effetto su di lui.

    L’interfono ronzò. «Può atterrare Sua Altezza Reale!» l’informò una voce rispettosa.

    «D’accordo.»

    Lysander sorrise. Per la prima volta in vita sua quel titolo non lo metteva a disagio. Ora volava nella notte per rivendicare ciò che era suo. Era questo ciò per cui era nato. Aveva tutto, ed era una bella sensazione.

    Ma quella sensazione non durò.

    Serrò le dita sui comandi del suo jet privato tanto che le nocche divennero bianche, prevedendo dei problemi. Era un errore dare tutto per scontato quando si trattava di Alyssa. Non aveva tutto quello che desiderava. Non ancora.

    Quel pensiero lo turbò. Controllò l’orologio da polso d’oro. La scelta del momento giusto per la prossima mossa era cruciale. Si morse il labbro. In quel momento la causa delle sue notti insonni era nella camera da letto di Ra’id. Ma presto quelle abitudini serali sarebbero finite. Tutto sarebbe stato tranquillo e prevedibile... fino al suo arrivo.

    Entro pochi secondi la sua calma rigida e ordinata si sarebbe trasformata in una rumorosa confusione.

    Lysander rise mentre l’adrenalina gli scorreva nelle vene, preparandolo. Il felice ritorno a casa che sognava fin da quando era bambino era a portata di mano... ma non era ancora garantito, nemmeno usando tutta l’immaginazione. Aveva parecchio da fare. Alyssa Dene non era sua... non ancora. Lysander era un vincitore nel proprio paese, ma ora aveva in mente una lotta diversa. Si stava preparando a mettere Alyssa di fronte a ciò che aveva appena fatto.

    Lysander storse le labbra, riflettendo sul problema. Sarebbe stata la sua battaglia più ardua. Aveva già visto due tragedie nei suoi trentadue anni, non ce ne sarebbe stata una terza. Ne era sicuro. Fino a quel momento stava andando tutto secondo i piani, i suoi piani. Ma per quanto ancora?

    Mosse di nuovo la mano verso la tasca, ma subito, scuotendo la testa, la riportò sui comandi. Stava tornando in trionfo, sicuro della propria posizione di leader del proprio paese, e non voleva rovinare tutto. Così la foto rimase nella tasca. Sapeva esattamente che aspetto avrebbe avuto Alyssa Dene mentre si aggirava per le stanze calde e accoglienti che occupava. Era così che voleva ricordarla fino alla fine, qualunque fosse stata.

    Corrugò la fronte. Per la prima volta in vita sua c’era una piccola probabilità che le cose non andassero nel modo sperato, Lysander però era determinato. I ricordi di ciò che aveva fatto in passato, e di come lei aveva reagito, l’avevano torturato abbastanza a lungo. Ora tornava per offrirle l’occasione della vita, che lei lo volesse oppure no.

    Sentì che l’emozione alterava il suo viso scuro dai lineamenti forti e ne fu contrariato. Succedeva ogni volta che ricordava le parole adirate che le aveva rivolto la sera in cui era partito per assicurarsi il trono di Rosara. Io non ho niente da dimostrare! Sei tu quella con il futuro incerto...

    Lysander strinse i denti finché non gli fecero male. Afferrando quella dannata foto dalla tasca, la sbatté di fronte a sé. Quando l’ebbe davanti sul cruscotto rischiò di essere sopraffatto dall’emozione. Tutte le sue migliori intenzioni crollarono. Mentre guardava quella foto fu come se il tempo si fosse fermato.

    All’improvviso nel suo cuore era di nuovo estate. Il suo corpo e la sua anima erano occupati dal pensiero della donna la cui presenza poteva eccitarlo come il fuoco che bruciava il deserto. Tuttavia, purtroppo era stato costretto a fare una scelta fra lei e il proprio paese. Lei gli aveva voltato le spalle, e non avrebbe mai dimenticato il motivo. Agli occhi degli altri, Lysander, era l’uomo di maggior successo al mondo. Era vero... fino a quel momento. Aveva conquistato i cuori della propria gente, ma la sola battaglia di cui gli importava veramente non era ancora cominciata. Sospirò pesantemente, cercando di concentrarsi sulla stupenda immagine che aveva davanti. Non era affatto un bene. Non riusciva a guardarla negli occhi.

    Alyssa... Assaporò il nome insieme alla visione di quel corpo perfetto e tentatore. I capelli biondi e soffici come seta erano un sogno lontano, ma quella foto lo risvegliò. Quel costume da bagno doveva essere discreto in teoria, ma il lucente tessuto verde metteva in evidenza il seno turgido e provocante.

    Lysander inspirò lentamente. Le sue mani sapevano riconoscerne le forme nel buio della notte, ma l’espressione che lei aveva in quella foto lo raggelò.

    Ha l’aspetto calmo e controllato come quando mi ha voltato le spalle per l’ultima volta, pensò con un lampo negli occhi. Aveva avuto poco tempo per pensare negli ultimi giorni, il pensiero di lei, però, aveva occupato la sua mente ogni secondo libero. Ormai aveva preso la decisione, e l’avrebbe mantenuta.

    Lysander cercò di concentrarsi sul cruscotto e non sull’immagine della donna che l’aveva mandato all’inferno l’ultima volta in cui avevano parlato, ma non riusciva a scacciarla dalla mente. Serrò le mani sui comandi. Era stato lontano per troppo tempo, impegnato in battaglie pubbliche e negoziati riservati. Ora c’era una sola cosa da sistemare. Una donna preziosa era entrata nella sua vita e quella sera ci sarebbe stata la resa dei conti. Si passò di nuovo la mano fra i capelli corvini. Poi il suo sguardo tornò a posarsi sul cruscotto. Finalmente. E con un gesto della mano fece atterrare il jet per andare in cerca della donna che avrebbe potuto cambiare per sempre la sua vita.

    1

    Un mese prima.

    Questo dovrebbe essere divertente, rammentò a se stessa Alyssa. Sarebbe dovuto essere ideale. Tutto ciò che amava era lì in un unico posto: la solitudine, uno splendido scenario e tempo per riflettere. La sola cosa negativa era il clima. Gocce di pioggia scivolavano ancora fra il fogliame dopo l’ultimo acquazzone, ma il cielo si stava rasserenando. Dopo tutto, era l’estate inglese. Il tempo variabile faceva parte del divertimento.

    Fece una smorfia. Era la seconda volta che usava quella parola in mezzo minuto, ma non la faceva sentire affatto meglio. Se soltanto avesse potuto scacciare i ricordi... Rabbrividì.

    Ricostruirsi una specie di esistenza non era facile. Quella vacanza avrebbe dovuto offrirle spazio e tempo per progettare il futuro. Lì nella foresta aveva l’opportunità di riflettere, ma riusciva solo a rimuginare su ciò che era successo.

    Serrò le ginocchia con le braccia, cercando di gustare l’intimità dell’ingresso della tenda. Inutile. Quella vacanza non funzionava.

    Ascoltando il mormorio dell’acqua nella vicina sorgente, chiuse gli occhi e cercò di schiarirsi le idee. Quel posto era ideale, lontano dai sentieri battuti in una valle nascosta che non vedeva un essere umano da anni. C’erano animali selvatici, fiori, e soprattutto pace... finché non squillò il telefono.

    «Ciao, sono solo io.»

    Alyssa si sforzò di sorridere. Karen, la direttrice dell’agenzia, era un’amica, e non sempre questo era un bene. Quel giorno faceva parte del problema.

    «Ascolta, per favore non prenderla male, Karen, ma sarei lieta se mi concedessi una pausa. Non ho bisogno che continui a propormi lavoro. Dovrei stare lontana per un po’ dall’ambiente dell’assistenza all’infanzia.»

    Ripensandoci, forse c’erano state altre brevissime pause, ma Alyssa non se ne era resa conto al momento.

    «Chi ha parlato di offerte di lavoro?» ribatté vivacemente il suo capo. «Chiamo solo per controllare che tu stia bene. Santo cielo, hai pensato che volessi offrirti il lavoro che è arrivato stamattina? Credimi, quando te ne parlerò ringrazierai il cielo di non essere disponibile. Volevano il meglio, ma è un calice avvelenato.»

    Alyssa s’irrigidì. «Sembra un problema.» All’improvviso le si seccò la gola e non poté proseguire.

    «No, no. Non è che il bambino sia veramente in pericolo...»

    Ma l’allusione era stata fatta e ad Alyssa si raggelò il sangue.

    «In ogni caso, come ti senti, Alyssa? Meglio? Che cosa combini in questo momento?»

    «Non ha importanza. Mi interessa di più il nuovo lavoro al quale hai accennato. C’è qualcosa che non va, lo capisco dalla tua voce.»

    «Sciocchezze. Il nuovo reggente di Rosara vuole il meglio per suo nipote. Tutto qui.»

    «Tutto qui

    La terribile notizia aveva occupato la prima pagina dei giornali per giorni. Leggere di un bambino rimasto orfano in un incidente stradale durante una visita alla casa di vacanza della famiglia in Inghilterra era già abbastanza triste, ma a colpire Alyssa era stato apprendere che una celebrità come Lysander Kahani era stato nominato suo tutore. Il legame con l’affascinante principe Lysander aveva fatto subito passare in secondo piano il bambino.

    «Gli assistenti del principe hanno chiesto espressamente di te, Alyssa. Naturalmente, vogliono il meglio.»

    «Ne avranno bisogno, con quel Casanova che riempie di idioti la casa di un povero bambino» borbottò Alyssa, ricordando le storie scandalose che aveva letto sul playboy arrivato ai vertici del proprio paese.

    «Riferirò che non sei disponibile» proseguì Karen. «E probabilmente è meglio così per tutti.»

    «E cioè?»

    «Andiamo, Lis, vorresti veramente lavorare in un ambiente del genere? Tutti sanno che sei la persona migliore al mondo quando si tratta di prendersi cura dei bambini, ma riusciresti ad adeguarti allo stile di vita del principe Lysander? Ha una pessima reputazione, e so che non vorresti mai quel lavoro.»

    Alyssa si rendeva conto che Karen la stava raggirando, e non le piaceva, ma non poteva negare che la strategia stava funzionando. Forse, dopo tutto, la pausa era servita a qualcosa. La sola cosa che aveva deciso era che la sua vita doveva cambiare. Quello poteva forse essere un inizio?

    Quel bambino aveva bisogno di una presenza tranquillizzante. Perfino nel proprio dolore Alyssa non era mai

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