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Un ballo con il greco: Harmony Collezione
Un ballo con il greco: Harmony Collezione
Un ballo con il greco: Harmony Collezione
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Un ballo con il greco: Harmony Collezione

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About this ebook

Calda come il sole di Corfù, antica come le rovine di Creta, dolce come il nettare degli antichi dei. La passione, nel sangue di ogni uomo greco, scorre veloce fin dalla notte dei tempi...


Nicholas Savas è alto, forte, e fin troppo bello per potergli resistere. Le donne, per lui, non sono mai state un problema.
Per proteggere da un simile pericolo sua sorella minore, Edie attira su di sé lo sguardo dell'affascinante Nick, solo per scoprire di essere in realtà lei il suo vero interesse. Dopo un ballo mozzafiato Edie si ritrova così nella camera da letto di Nick, e ha con lui la più incredibile avventura di tutta la sua vita.
Ma una sola notte non può essere abbastanza.
LanguageItaliano
Release dateJun 11, 2018
ISBN9788858983720
Un ballo con il greco: Harmony Collezione
Author

Anne McAllister

Autrice di grande versatilità, ha vinto il premio RITA per la letteratura romantica ed è acclamata dai fan di tutto il mondo.

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    Un ballo con il greco - Anne McAllister

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Night that Changed Everything

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Barbara Schenck

    Traduzione di Raffaella Perino

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-372-0

    1

    Non poteva che portare guai, e anche grossi.

    Bastava guardarlo, pensò Edie mentre osservava quell’uomo alto, scuro e meraviglioso, che sorrideva ammaliante alla sua sorellina Rhiannon, per capire che avrebbe dovuto agire in fretta. Era suo dovere evitare quel genere di problema.

    Edie si materializzò dietro una colonna della sala da ballo del palazzo di Mont Chamion per meglio analizzare la situazione, mentre era in pieno svolgimento il ricevimento per il matrimonio della principessa Adriana e del suo affascinante marito, il famoso regista cinematografico Demetrios Savas.

    L’orchestra stava suonando, e molte coppie le danzavano intorno. Sarebbe stato meglio, e più sicuro, se anche Rhiannon avesse ballato. Invece se ne stava lì ferma, il corpo quasi addosso all’uomo con cui stava parlando.

    Era troppo sperare che Mister Guai sorridesse semplicemente a quella smorfiosa di sua sorella, che naturalmente era tutta un battito d’occhi, la spostasse di lato e poi si perdesse tra la folla?

    Di certo quell’uomo non era adatto a Rhiannon. Sua sorella era bella e civettuola, ma lui doveva avere all’incirca trentacinque anni: era un tipo mondano, sofisticato e chiaramente troppo esperto per Rhiannon, che non aveva ancora vent’anni e non era nemmeno troppo matura per la sua età.

    Edie osservò la sorella mentre metteva la mano sul braccio dell’uomo, rimanendo a guardarlo estasiata. Edie riconobbe subito quello sguardo. C’erano due possibilità. O Rhiannon era davvero interessata a quello che lui le stava dicendo, o stava facendo ciò che le riusciva meglio: recitare.

    In ogni caso, se Edie non fosse intervenuta, sarebbe stato un disastro. Doveva assolutamente costringere Mister Guai a mollare la presa e cercarsi un’altra ammiratrice.

    Alcune coppie di ballerini le oscurarono la visuale per un momento, ma quando controllò di nuovo notò che lui non si era mosso di un millimetro.

    Guardava sua sorella con espressione divertita mentre un’invitante fossetta prendeva forma sulla sua guancia. Rhiannon l’accarezzò lievemente con un dito, e Edie soffocò un grugnito.

    Un gomito la colpì alla schiena. Edie si girò, aspettandosi delle scuse, ma si ritrovò davanti sua madre che la fissava.

    «Fai qualcosa!» la spronò, brusca. Guardò Edie con espressione eloquente, poi si voltò di nuovo verso il produttore danese Rollo Mikkelsen. Lo prese a braccetto e lo ammaliò con uno dei famosi sorrisi di Sharon Tremayne, la dea del sesso senza età.

    L’unica cosa a cui Edie riuscì a pensare fu che, per fortuna, Rhiannon non aveva ancora perfezionato tutto il repertorio per cui era famosa la loro madre. In ogni caso, sembrava che se la stesse cavando bene anche da sola.

    Quando la musica finì, Edie sembrò riconoscere la risatina ritmata della sorella, che fu seguita da una risata profonda da baritono.

    Di sicuro l’aveva sentita anche Sharon. Diede le spalle a Rollo Mikkelsen e guardò di sbieco Edie, poi guardò oltre, dove Rhiannon stava per commettere un grave errore.

    Non c’era altra soluzione. Edie digrignò i denti e si accinse a compiere il suo dovere.

    Come manager di sua madre e di sua sorella, Edie doveva fare in modo che la loro carriera non avesse intoppi. Si occupava delle finanze, dei vari appuntamenti, delle offerte di lavoro, dei contratti e di tutta la miriade di esigenze che riguardavano una delle più famose attrici americane e la stella nascente che era sua figlia.

    Il lavoro in sé era una passeggiata. Quello che Edie odiava davvero erano tutti gli imprevisti che si aggiungevano. Per fortuna non aveva bisogno di aiutare la madre che, nel corso degli anni, aveva imparato a badare a se stessa. E se Sharon commetteva degli errori, fortunatamente era anche in grado di riparare.

    Rhiannon, invece, era diversa. Era giovane e indifesa, emotiva e volubile. Era anche di natura gentile e amorevole, il che rendeva la combinazione molto pericolosa. Fare in modo che la sorella fosse impegnata in molti progetti era il modo migliore per evitare che rovinasse se stessa, la sua carriera e la sua vita.

    Quando si trattava di Rhiannon, l’istinto di Sharon non sbagliava quasi mai: se intravvedeva un pericolo, era meglio affrontarlo subito.

    Quella volta, però, Edie aveva dovuto attraversare mezzo mondo, pronta a soffocare ogni eventuale scintilla. Non si sarebbe aspettata, tuttavia, di dover partecipare a un matrimonio.

    «Perché mai?» le aveva chiesto Sharon. «Certo che verrai al matrimonio. E al ricevimento» aveva aggiunto con tono fermo. «Chissà in quali guai si potrebbe cacciare Rhiannon, specialmente ora che Andrew il Bello è sparito.»

    Andrew il Bello, che Edie definiva l’Andrew-che aveva-sofferto-troppo, era fidanzato con Rhiannon. Si trattava del suo primo ragazzo, era assolutamente perfetto per lei, ed entrambi sembravano riconoscerlo. Quando lui e Rhiannon erano insieme e felici, anche la vita di Edie era relativamente perfetta.

    Ma, il giorno prima, un litigio tra i due innamorati aveva fatto allontanare Andrew. Sharon aveva ragione, poteva succedere un disastro, specialmente quando Rhiannon non si sentiva amata né apprezzata. Però, nonostante quella minaccia, Edie aveva insistito per non andare al matrimonio.

    «Certo che verrai» disse Sharon quel pomeriggio, mentre provava l’abito che avrebbe indossato per l’occasione. Fece segno a Edie di allacciarle i nastri sulla schiena. Si trattava di un vestito semplice, blu elettrico, che faceva risaltare i bellissimi occhi di Sharon, con uno scollo a V sul retro che, notò Edie mentre allacciava i nastri, metteva in evidenza la sua pelle ancora vellutata. Era abbastanza sexy e provocante, nonostante rivelasse solo il necessario per ricordare al mondo intero che, a cinquant’anni, Sharon Tremayne era ancora una donna affascinante.

    «Devi venire. Magari potresti perfino incontrare qualcuno...» La voce della madre si spense, ma gli occhi lasciavano intendere una certa speranza...

    Edie strinse i denti. Sharon che tentava di trovarle un compagno era la cosa che lei temeva di più. Sospirò visibilmente.

    «Non mi interessa incontrare qualcuno, madre

    Sharon sospirò, raddrizzando la schiena. «Comunque» disse, passandosi una mano tra i capelli perfettamente acconciati, «devi assolutamente venire, anche se non dovessi incontrare anima viva» aggiunse con fervore. «Ma sinceramente, Edie, dovresti rimetterti in gioco.»

    Intendeva dire ricominciare a uscire con degli uomini, avere di nuovo una vita. Dimenticare Ben. Ma Edie non voleva, come avrebbe potuto? Suo marito Ben era stato il regalo più bello che le avessero mai fatto. Sì, era morto da due anni e mezzo, ma allora?

    «Io l’ho fatto» le fece notare Sharon, per l’ennesima volta.

    «E che cosa hai ottenuto?» replicò Edie, dura.

    Il padre di Edie, Joe, era morto in un incidente durante una corsa di cavalli quando Edie aveva cinque anni. Era stato il vero amore per Sharon, che aveva passato i successivi vent’anni cercando di rimpiazzarlo con una serie di uomini che erano diventati i patrigni di Edie.

    «Ho avuto dei figli meravigliosi» disse Sharon, incontrando gli occhi di Edie nello specchio.

    Era la verità, e Edie di certo non poteva lamentarsi dei fratelli e delle sorelle più piccoli. Rhiannon, Grace, Ruud e Dirk erano la gioia della sua vita, la famiglia che lei e Ben non avevano potuto avere insieme.

    «Hai ragione» confermò Edie, solenne. Forse non condivideva la determinazione della madre in fatto di uomini, ma voleva un mondo di bene ai suoi fratelli.

    «Una di loro ha bisogno di te» disse allora Sharon, tentando di giocare la carta vincente. «Proprio questa sera. Chissà cosa potrebbe succedere se Andrew il Bello decidesse di rompere il fidanzamento...»

    «Credi davvero che lo farebbe?» Edie era convinta che Andrew fosse innamorato di sua sorella, ma forse Rhiannon quella volta si era spinta troppo oltre.

    Andrew Chalmers aveva ventitré anni ed era un ragazzo eccezionale, dolce come il miele. Aveva vinto tre medaglie d’oro alle Olimpiadi nel nuoto ed era innamorato pazzo di Rhiannon dai tempi del liceo, poverino.

    Eppure, per dirla tutta, quando non era in giro a fare la smorfiosa solo perché se lo poteva permettere, anche Ree sembrava essere innamorata di Andrew. Lui la migliorava, portava alla luce il suo lato dolce e sensibile. Sia Sharon che Edie gli erano grate, per questo.

    Il mese prima, Andrew le aveva chiesto di sposarlo. Rhiannon aveva detto di sì immediatamente. Avrebbero dovuto sposarsi l’estate successiva e Rhiannon stava organizzando il matrimonio, almeno fino alla lite del giorno prima.

    Non era stata cosa da poco. Proprio in mezzo a una delle sale da ricevimento più eleganti di Mont Chamion, di fronte al re e alla maggioranza della famiglia reale, Rhiannon aveva fatto una scenata quando Andrew le aveva ricordato che doveva partecipare a una gara di nuoto a Vancouver.

    «E io?» si era lamentata Rhiannon. «Devi rimanere con me al matrimonio!»

    «No» aveva risposto Andrew con voce calma e tono ragionevole. «E lo sapevi, Ree. Te lo avevo già detto la settimana scorsa quando mi hai chiesto di accompagnarti. Ti ho detto che potevo venire con te, ma che dovevo ripartire venerdì.»

    «Ma io voglio che tu rimanga con me!»

    «Puoi venire tu con me. Te l’ho già proposto» era stata la replica di Andrew.

    Ma Rhiannon non voleva perdersi il matrimonio reale, ed era sicura che avrebbe convinto il fidanzato a rimanere quando fossero arrivati. Andrew, per una volta, non si era lasciato incantare, e né le lacrime né i fiumi di parole erano bastati a fargli cambiare idea. Aveva mantenuto la parola ed era ripartito prendendo un volo per Parigi e poi per Vancouver.

    In segreto, Edie aveva tifato per lui, sperando che non cedesse all’ennesima richiesta di Rhiannon. Ma si era anche preoccupata, perché da quel momento la sorella era stata di un umore da puro dramma teatrale.

    «Combinerà qualcosa» aveva previsto Sharon. «Ne sono sicura, e lo sai anche tu. Rovinerà tutto, e si caccerà nei pasticci.»

    Rhiannon era perfettamente in grado di fare qualcosa di assolutamente stupido con un uomo del tutto inappropriato solo per ferire Andrew. Era una delle ragazze più belle che si fossero mai viste a Hollywood. Era come una Marilyn Monroe di vent’anni, una Betty Boop in carne e ossa. Sapeva flirtare meglio di chiunque altro, e aveva la capacità di ficcarsi nei pasticci in qualunque continente si trovasse.

    Quindi Edie era lì, nascosta ai margini della pista da ballo, con l’abito luccicante color malva di sua sorella, e i sandali dal tacco alto di due misure troppo piccoli. Era come trovarsi intrappolate in una versione mal adattata di Cenerentola, ma senza una fatina, né tanto meno un principe.

    C’era solo Mister Guai.

    Mentre Edie la guardava, Rhiannon gli si stava avvicinando ancora di più, appoggiandosi a lui, infilando il braccio intorno al suo. Poi passò le dita sulla sua giacca e fece una risatina quando lui disse qualcosa. Mosse la testa con un movimento che fece danzare la sua chioma nella luce riflessa dei lampadari di cristallo. Allo stesso tempo gli si strinse contro, passandogli le dita tra i capelli.

    Edie deglutì a fatica. Ci mancava poco che iniziasse a giocare

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