Se vuoi giocare col fuoco...: Harmony Destiny
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Brenda Jackson
E' un'inguaribile romantica e ha sposato il suo primo amore. Chi meglio di lei conosce il significato delle parole scritto nel destino?
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Book preview
Se vuoi giocare col fuoco... - Brenda Jackson
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Hot Westmoreland Nights
Silhouette Desire
© 2010 Brenda Streater Jackson
Traduzione di Lucilla Negro
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3050-624-4
Prologo
Chloe Burton incollò il viso al vetro della finestra e sgranò gli occhi sull’uomo che attraversava a passo veloce la strada. Il cuore le sussultò in petto. Non vi erano dubbi, era il più bell’esemplare di maschio che avesse mai visto in vita sua.
Lo seguì con lo sguardo mentre si fermava a parlare con una persona di fronte a un negozio di generi alimentari. Era alto, di pelle scura, e sexy da capo a piedi, dal cappello agli stivali da cowboy logori al punto giusto. E dal modo in cui i jeans e la camicia a quadri gli si modellavano addosso, si intuiva che aveva gambe solide, braccia forti, addominali scolpiti, pettorali tonici e spalle larghe. Insomma, possedeva tutti quei requisiti necessari che differenziano il fisico di un ragazzo da quello di un uomo. E che uomo...
Quando mandò indietro il cappello, Chloe scorse un paio di occhi scuri, perforanti come due chiodi, e una carnagione di un cioccolato medio. Poi gli guardò la bocca e deglutì forte. Aveva labbra piene e tumide, dal disegno perfetto. Chissà quante cose sapevano fare...
Le era bastato posare gli occhi su di lui per non capire più nulla. Persino da quella distanza, Chloe si sentiva avvampare tutta. In ventott’anni, non le era mai capitato di reagire così davanti a un uomo.
In realtà, nell’ultimo periodo, il contatto in assoluto più ravvicinato lo aveva avuto con il suo computer. E questo perché la sua ultima relazione con Daren Fulbright era stata così delu$dente, una tale perdita di tempo che non provava alcuna frenesia, per il momento, di cercarsi un altro uomo. C’era chi la rimproverava di aver gettato la spugna troppo presto, e in parte era vero poiché ultimamente preferiva trascorrere le sue serate raggomitolata sul divano con un buon libro anziché con qualcuno del sesso opposto. Con il risultato che eccola lì, ora, a sbavare dietro a un perfetto sconosciuto. Come se non bastasse, la posa assunta dal suo bersaglio, mani in tasca e gambe leggermente divaricate, era di quelle che scatenavano le fantasie più accese.
Quando sorrise, poi, notò che gli si fermavano delle fossette molto sexy su entrambe le guance.
«Che cosa stai guardando, Clo?»
Sobbalzò. Si era dimenticata che non era da sola al tavolo di quel bar. In effetti, aveva annullato tutto dalla mente una volta che gli occhi si erano focalizzati su quel concentrato di sensualità. Ruotò il capo verso la sua migliore amica dai tempi dell’università, Lucia Conyers.
«Dai un’occhiata a quel tipo sul marciapiede di fronte, con la camicia a quadri, Lou, e dimmi che cosa vedi. Non lo troveresti perfetto per la copertina di Semplicemente Irresistibile?» domandò con un entusiasmo nella voce difficile da contenere.
Chloe era la proprietaria di Semplicemente Irresistibile, una rivista per la donna moderna. Partita come pubblicazione locale con tiratura limitata, si era diffusa a livello nazionale negli ultimi anni. L’edizione senza dubbio più popolare era il numero che usciva ogni anno dedicato all’Uomo Irresistibile, corredato di foto e articolo approfondito sulla storia di un uomo dalle qualità – fisiche e non solo – eccezionali che secondo la rivista si meritava quel titolo. Da quando il periodico si era espanso sul territorio nazionale, Chloe aveva convinto l’amica a dirigere la sede di Denver.
Allorché Lucia non disse nulla, il sorriso di Chloe si allargò. «Allora?»
Lucia staccò gli occhi dalla finestra e li riportò su di lei. «Ti rispondo subito. Vedo uno dei Westmoreland, per la precisione Ramsey. E per rispondere alla tua seconda domanda, se cioè lo ritengo adatto per la copertina di Semplicemente Irresistibile, mi pare piuttosto ovvio che il mio è un bel sì; ma ti comunico pure che non credo che lui sarebbe d’accordo.»
Chloe la scrutò con espressione stupita. «Se dici così, vuol dire allora che lo conosci.»
Lucia sorrise. «Sì, ma non bene come i Westmoreland più giovani. Sono una famiglia numerosa e lui è uno dei più adulti. Sono andata a scuola con alcuni dei suoi fratelli e cugini. Per la cronaca, ha una sfilza di fratelli e cugini maschi belli quanto lui. Forse uno di loro potrebbe accettare la tua proposta, ma levati dalla testa che possa farlo Ramsey.»
Chloe guardò di nuovo fuori della finestra e capì due cose. La prima che sarebbe stato impossibile per lei levarsi dalla testa uno così; l’altra che, da come ne parlava, la sua amica doveva essere interessata a uno di quei Westmoreland più giovani. Aveva gli occhi che le brillavano.
«Voglio lui, Lucia» disse determinata. «E dal momento che lo conosci, glielo potresti chiedere tu stessa. Magari ti stupisce e accetta subito. Naturalmente, verrà pagato.»
Lucia sorrise e scosse la testa. «I soldi sarebbero l’ultimo dei problemi. Ramsey è uno degli allevatori di bestiame più ricchi di questa zona del Colorado. Ma sanno tutti che persona discreta sia. Credimi, Clo, è una partita persa in partenza. Non accetterà.»
Chloe sperava che l’amica si sbagliasse. «Tu, però, provaci lo stesso.»
«Come vuoi, ma tieniti pronta una riserva.»
Si girò di nuovo verso la finestra. Quell’uomo era l’incarnazione perfetta di ciò che lei stava cercando per la sua rubrica ed era decisa ad averlo.
«Uhm...non mi piace quello sguardo, Clo. L’ho già visto altre volte e so cosa significa.»
Chloe non riuscì a trattenere un sorriso. Della sua testardaggine doveva incolpare suo padre, il senatore della Florida Jamison Burton, l’uomo che l’aveva cresciuta da solo dopo che la madre era morta di cancro quando Chloe aveva solo tre anni. Suo padre era l’uomo che lei ammirava di più al mondo e che le aveva insegnato che nella vita volere è potere.
In quel momento, vide che Ramsey Westmoreland aveva finito di parlare e si stava dirigendo verso l’ingresso del negozio di generi alimentari con una falcata da levare letteralmente il respiro.
Lo avrebbe rivisto, per la miseria, quant’era vero che si chiamava Chloe Burton.
1
«Non ci posso credere che non poserai per quella rivista, Ram.»
Ramsey Westmoreland non si preoccupò neppure di alzare la testa e continuò a sistemare le balle di fieno. Si aspettava prima o poi quella visita da parte di sua sorella, perché le notizie nella sua famiglia si diffondevano a velocità della luce. E, naturalmente, per Baley era una questione di vitale importanza essere sempre informata su tutto ciò che accadeva ai suoi fratelli.
«Non me ne vado finché non mi dici quello che voglio sapere.»
Ramsey sorrise alla minaccia perché sapeva che, se avesse alzato leggermente la voce, ordinandole di togliersi dai piedi, lei avrebbe obbedito senza battere ciglio. A Baley piaceva esprimere con veemenza le proprie opinioni e sfidarlo, di tanto in tanto; e in quel caso, Ramsey ne era consapevole, erano dolori. Ma sapeva pure fino a che punto poteva spingersi con il fratello. Ramsey era il primo ad ammettere che sua sorella aveva spesso messo a dura prova la sua pazienza, in passato, soprattutto il periodo in cui lei e il cugino Bane erano quasi inseparabili e cacciarsi nei guai era all’ordine del giorno.
Poi, per fortuna, c’era stata la svolta. Da allora Bailey si era diplomata, iscritta all’università, e Bane aveva sorpreso tutti con la sua decisione del mese precedente di intraprendere la carriera militare ed entrare a far parte del corpo speciale dei Navy Seal. Tutto si era tranquillizzato in casa Westmoreland e Ramsey era costretto ad ammettere, ma solo a se stesso, che le cose erano diventate un tantino noiose.
«Non c’è nulla da dire» decise di rispondere. «Sono stato contattato per posare per quella copertina e io ho rifiutato.»
«Tutto qui?»
«Certo.» Ramsey si sentiva addosso l’occhiataccia della sorella.
«Perché, Ram? Pensa al ritorno d’immagine.»
Decise alla fine di alzare la testa e lo sguardo che rivolse a Bailey fu così perforante che chiunque altro si sarebbe intimidito. Ma non la ventunenne Bailey. Delle sue tre sorelle, Megan, di quasi venticinque anni, e Gemma, di ventitré, Bailey era la più sfrontata, quella che sarebbe riuscita a mettere in crisi la pazienza di Giobbe, figuriamoci quella del fratello maggiore.
«Non mi interessa aver nessun ritorno d’immagine. Credo che i Westmoreland siano stati già abbastanza al centro del mirino all’epoca in cui tu, Bane e i gemelli ne combinavate una più del diavolo.»
Neppure un’ombra di senso di colpa trasparì dal volto della sorella. «Quello era prima. Adesso, sarebbe una buona pubblicità.»
«Una buona pubblicità per chi?» indagò Ramsey, raddrizzando la schiena.
Aveva un sacco di cose da fare e non aveva tempo da perdere in chiacchiere. Nellie, la donna che aveva il compito di preparare da mangiare per lui e per tutti gli uomini che lavoravano al ranch, era dovuta partire all’improvviso il giorno prima perché sua sorella era stata ricoverata d’urgenza in ospedale per un attacco di appendicite, e non sarebbe tornata prima di due settimane.
L’assenza di Nellie, per quanto giustificata, aveva creato dei grossi problemi a Ramsey. Era iniziata la tosatura delle pecore e con oltre venti persone impegnate nell’operazione, era alla disperata ricerca di una cuoca che prendesse temporaneamente il posto di Nellie. Si era rivolto a un’agenzia di lavoro interinale il pomeriggio prima e gli era stato assicurato che in mattinata gli avrebbero mandato una persona dalle ottime credenziali.
«Per te e per il ranch, ovviamente. Potrebbe essere un’occasione per far sapere a tutti che bravo allevatore tu sia.»
Ramsey scosse il capo. Essere al centro dell’attenzione non gli piaceva affatto. Era molto legato alla sua famiglia e adorava stare con tutta la tribù; ma quando si trattava di estranei, diventava solitario e introverso. Sapevano tutti che era un tipo discreto. Lo sapeva anche Bailey, naturalmente, per cui non capiva perché gli stesse dando così il tormento.
«Il ranch non ha bisogno di quel genere di pubblicità. Se ancora non lo hai capito, mi è stato chiesto di posare per una rivista femminile.» Non aveva mai sfogliato una copia di Semplicemente Irresistibile, ma solo il nome gli faceva accapponare la pelle. Non osava immaginare che genere di articoli contenesse.
«Dovresti sentirti lusingato.»
Strabuzzò gli occhi. «Proprio per niente.» Poi consultò l’orologio, per due motivi. Era lunedì e sapeva che Bailey aveva lezione all’università. Inoltre, la sostituta cuoca dell’agenzia di lavoro interinale era in ritardo di dieci minuti.
«Spero che ci ripensi.»
«No» rispose convinto. «Senti un po’, ma tu non dovresti essere all’università?» le chiese, uscendo dal fienile e avviandosi verso la dependance che aveva finito di costruire l’anno prima.
Bailey gli sgambettò dietro, seguendolo come un’ombra. Proprio come faceva quando aveva sette anni, rammentò Ramsey, e lui ne aveva ventuno. I loro genitori avevano perso la vita in un incidente aereo, insieme