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Seduzione in maschera (eLit): eLit
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Ebook189 pages2 hours

Seduzione in maschera (eLit): eLit

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About this ebook

Bello, ricco e affascinante, Samos Stilakos è la risposta alle preghiere di ogni donna, e da quello che si sente in giro lui ribatte felicemente alla maggior parte di queste. Ma Sam è anche il capo di Eleanor O'Dea ed è proprio con lui che Ellie ha trascorso un notte di passione fuori dagli schemi, durante una festa in maschera. Ora che condividono lo stesso ufficio, però, la situazione si complica per entrambi.

LanguageItaliano
Release dateJan 29, 2016
ISBN9788858948873
Seduzione in maschera (eLit): eLit
Author

Anna Cleary

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Seduzione in maschera (eLit) - Anna Cleary

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    My Tall Dark Greek Boss

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance Extra

    © 2007 Ann Cleary

    Traduzione di Lucia Panelli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-887-3

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Samos Stilakos si lasciò andare contro il bancone del bar, il disappunto dipinto sul volto severo e affascinante. Perché mai, si chiese, si era lasciato convincere a partecipare al ballo in maschera della Sirius Bank? Lui era un banchiere, non un talent scout per un qualche stupido programma televisivo. E dove diavolo si era cacciata la donna che avrebbe dovuto tenergli compagnia?

    Comunque, niente di ciò che gli avrebbero mostrato ora avrebbe potuto salvarli, pensò, fulminando con lo sguardo la folla di personaggi multicolori. Men che meno una festa del personale in un albergo sul mare.

    Come spesso gli accadeva in quelle occasioni, venne colto dalla smania di abbandonare la sala, dirigersi all’aeroporto e partire. Per andare ovunque. Su un’isola deserta o su una montagna incappucciata di neve in Perù, dove l’unico suono sarebbe stato l’ululato del vento. Sarebbe andato ovunque pur di fuggire da quel frastuono.

    Osservò le lussuose decorazioni della sala da ballo. Per essere una banca sull’orlo del fallimento non si poteva certo dire che avessero badato a spese. Sotto lo sfavillio dei lampadari, il personale della Sirius si lasciava andare a un divertimento sfrenato.

    Proprio il genere di festa che adorava la sua ex moglie, pensò Sam, gli occhi su un Romeo dal rosso mantello che saltellava sulla pista da ballo con una dama dalla risata sguaiata. La bocca sensuale del banchiere s’indurì.

    Era un vero peccato che quella banda di festaioli non si rendesse conto delle reali condizioni della banca.

    Un’intraprendente donna gatto emerse dalla mischia e gli posò le mani sulle spalle. «Balli, bellezza?» Attraverso le fessure della maschera, gli occhi della donna lo fissarono seducenti.

    Certo era sexy, dovette ammettere Sam, ma davvero i dirigenti della banca pensavano che avrebbe capitolato tanto facilmente? «Io non ballo» rispose e con gesto educato ma deciso, le allontanò le mani. La donna mormorò qualcosa sugli dei greci e si allontanò oscillando sensualmente il bacino.

    Sam si chiese se quello fosse lo scopo della suite di superlusso nella quale era stato obbligato a soggiornare. La donna che gli avevano detto di aspettare avrebbe dovuto tenergli compagnia in tutti i sensi? Non sarebbe stata la prima volta che gli veniva offerto un simile diversivo.

    I dirigenti della banca non avrebbero dovuto commettere un simile errore. Ma se avesse deciso di salvarli, avrebbero imparato in fretta.

    Nella Stilakos Organisation l’etica era tutto.

    «Sono terribilmente dispiaciuto, signor Stilakos.» Stephen Fletcher, direttore della Sirius, era un poco convincente gangster. «Non capisco che cosa trattenga Ellie.» Rivolse a Sam un sorriso nervoso. «Si sta divertendo?»

    Incredulo, Sam fissò il paffuto dirigente. «È così che di solito conducete i vostri affari? Invitate i potenziali investitori alle feste del personale?»

    Fletcher sollevò su di lui uno sguardo sincero. «No, no. Assolutamente no. Solo lei. Volevamo che vedesse con i suoi occhi... Volevamo che comprendesse la politica della Sirius nei confronti del personale. Alla Sirius vogliamo che tutti lavorino.» Abbassò un dito sul bancone a sottolineare le parole. «E questo significa offrire ampie opportunità di divertimento.»

    La bocca di Sam si contorse in una smorfia. «Davvero? Lei pensava che tutto...» sollevò un braccio a indicare la folla festante, «... tutto questo mi avrebbe convinto a salvare la banca?»

    «Be’, non proprio io. Qualcun altro ha suggerito di mostrarle il lato umano della Sirius Bank.» Il pugno di Fletcher andò a colpire il bancone con gesto drammatico. «Pensava che se lei avesse avuto modo di vedere come sono veramente gli impiegati della banca... se li avesse visti sotto un profilo umano... se avesse visto che persone fantastiche...» Per un preoccupante istante il pugno iperattivo dell’uomo sembrò avvicinarsi al volto di Sam. «Se lei riuscisse a dimenticare i numeri e a immedesimarsi in quegli onesti e sinceri esseri umani...»

    Sam ascoltava incredulo. Non c’era da stupirsi che la Sirius Bank navigasse in cattive acque. Quale banca era così folle da condurre affari basandosi su simili presupposti?

    Aggrottò la fronte, divertito. «E chi è quel genio che ha ritenuto che io potessi venire conquistato dal fascino personale dei dipendenti?»

    Fletcher vide un inaspettato calore illuminare il volto severo del banchiere, come se il sole stesse per fare capolino. Per la prima volta da quando aveva conosciuto Samos Stilakos, la speranza si fece strada in lui.

    «Ellie» rispose prontamente. «Ellie O’Dea. La sua ospite. Fa parte del mio staff. Le piacerà, ne sono sicuro. Una ragazza affascinante. E anche molto carina. Non ne resterà deluso. Ormai dovrebbe essere arrivata. Ellie non è mai in ritardo.»

    Si sollevò sulle punte e cercò con lo sguardo tra le donne mascherate; quando si girò si scontrò con il ghiaccio nero degli occhi di Sam Stilakos. Si sentì gelare.

    Dalla sua considerevole altezza Stilakos lo guardava e il suo sorriso lo pietrificò. «La ringrazio per la sua collaborazione.» La stringata precisione di quella voce fredda e profonda provocò nel povero dirigente uno sgradevole brivido. «Fletcher, giusto? Ho visto quanto mi basta. Non voglio tenerla lontana dai festeggiamenti.»

    Fletcher scosse la testa, costernato. «Ma... ma speravo di poterla presentare...» Incontrò lo sguardo implacabile di Samos Stilakos e gettò la spugna. Si voltò e se ne andò, le spalle basse.

    Sam lo guardò allontanarsi, quindi si girò a osservare la sala, la delusione nel cuore.

    Un tempo la sfida rappresentata dalla Sirius Bank lo avrebbe elettrizzato. I profitti in picchiata e la scarsa abilità di marketing dimostrata fino ad allora ne facevano un affare interessante per la Stilakos Organisation. Avrebbe potuto acquisire la banca per quattro soldi, ristrutturarla in modo radicale e, con un’attenta valutazione del rischio, portarla al successo. Se solo...

    Doveva affrontare la realtà. Se solo non fosse stato così annoiato.

    Ultimamente il suo entusiasmo per le sfide in apparenza disperate si era affievolito. Ciò di cui aveva bisogno per acquisire la banca era un motivo dannatamente buono al di là del fare soldi.

    Una sensuale Cleopatra lo individuò e con andatura ondeggiante si diresse verso di lui. Non questa sera, tesoro, pensò Sam cupo. Ciò che voleva, ciò che voleva...

    Un desiderio indefinibile emerse in lui, riportandolo con la mente alle notti di gioventù. Notti in cui c’era la magia nell’aria e il mistero sul volto di ogni donna. Dov’era andato tutto quel mondo? A un tratto il rumore, il caldo e la confusione divennero insopportabili. Si allentò la cravatta e si guardò intorno alla ricerca dell’uscita più vicina.

    Nella sala dietro la pista da ballo vide delle pesanti tende. Si fece strada tra la folla. Se solo fosse riuscito ad allontanarsi da quell’incontenibile atmosfera carnevalesca...

    Fortunatamente le porte non erano chiuse. Uscì nel buio, su una terrazza, e venne investito da una folata di aria fresca. La porta si chiuse dietro di lui e subito il clamore cessò.

    Impiegò qualche istante per abituarsi all’oscurità. La notte era ancora fresca, anche se l’estate non era lontana.

    Raggiunse la ringhiera. Dall’altra parte della strada si allungava la spiaggia e dietro di essa, l’enorme distesa nera del mare.

    Si appoggiò alla balaustra, gli occhi chiusi, e respirò a pieni polmoni, quasi a voler assorbire l’energia di quel cielo stellato. Osservò la luna scivolare dietro a nuvole leggere e trasalì quando un lieve rumore denunciò una presenza.

    Qualcosa. O qualcuno.

    S’irrigidì e, all’erta, lasciò vagare lo sguardo sul balcone. Al buio. Nell’angolo più lontano gli sembrò di intravedere una figura. Strinse gli occhi nell’oscurità. In quel momento la luna fece capolino e una forma umana sembrò delinearsi.

    «Chi c’è?» domandò, facendo qualche passo in quella direzione.

    Al suono della sua voce la figura s’immobilizzò, come pietrificata. Incuriosito, Sam si diresse verso quella presenza misteriosa. Chi poteva nascondersi nel buio e a quell’ora se non un malintenzionato?

    «Chiunque tu sia» affermò con voce decisa, «farai meglio a venire fuori e a presentarti.»

    La forma si mosse e subito l’uomo si accorse che era una figura femminile. «Non avvicinarti» ordinò una voce tagliente. Di donna.

    Lui obbedì. «Perché no?»

    Seguì un momento di silenzio, poi lei rispose con voce soffocata: «Perché stai invadendo il mio spazio personale. Adesso, vattene».

    Sam sorrise tra sé e sé. «Non dire scemenze. Non puoi definire un balcone il tuo spazio personale.» Roso dalla curiosità, strizzò gli occhi per cercare di distinguere la donna. C’era qualcosa di irreale in quella pallida figura femminile, come un’apparizione spettrale nella nebbia.

    Finalmente la luna emerse in tutta la sua pienezza illuminando il balcone di una luce argenta. Il respiro in gola, Sam si fermò di colpo.

    Lei era una visione eterea, avvolta da un bianco bagliore. Un angelo. Una ninfa. Sotto uno scintillante ornamento, i lunghi capelli le ricadevano fino alla vita e il suo viso era come sfumato. Una sensazione di irrealtà, quasi di magia, lo pervase, come se di colpo fosse stato catapultato in una favola per bambini.

    «Non c’è bisogno che ti avvicini» lo ammonì la donna in tono autoritario. «Non sono dell’umore giusto per una chiacchierata, perciò resta dove sei.»

    Sam scoppiò a ridere, il cuore che accelerava. «Neanch’io amo le chiacchiere.»

    Avvertì più che vedere lo sguardo truce degli occhi della donna e mentre si avvicinava si accorse che lei indossava una maschera.

    «Allora, vediamo un po’...» Sorrise mentre osservava la snella figura deliziosamente disegnata dalla seta. Lei teneva le braccia piegate sul seno, mentre ai suoi piedi erano posate due enormi ali d’argento. «Che cosa sei? Un angelo?» le chiese e poi, sorridendo nel riconoscere la corona aggiunse: «Ah, ma certo. Sei una fata, giusto?».

    Intrappolata nel peggiore degli incubi, Ellie O’Dea strinse le braccia intorno al leggero e fragile corpetto. Mentre lo sconosciuto si avvicinava, si scervellava per trovare il modo di liberarsi di lui senza rivelare la sua imbarazzante situazione.

    «Giusto» disse. «È stato un piacere conoscerti. Il mio fidanzato sarà qui a momenti, non c’è bisogno che aspetti.»

    Trattenne il respiro. Menzionare il fidanzato, a patto che ne avesse ancora uno e che non l’avesse scaricata preferendole il Polo Sud, avrebbe dovuto funzionare anche se, per il momento, lo sconosciuto non sembrava intenzionato ad andarsene. L’uomo era alto, decisamente imponente e sebbene il suo viso fosse nell’ombra, gli zigomi pronunciati e i lineamenti apparentemente regolari denunciavano una classica bellezza maschile.

    A ventinove anni ne sapeva abbastanza sugli uomini belli. E quello era troppo bello, pensò, notando gli occhi scuri e il bagliore dei denti bianchi. Troppo viziato. Letale.

    Sam se la mangiò con gli occhi. Era alta al punto da arrivargli alla spalla. Non riusciva a stabilire il colore esatto di quella luminosa cascata di capelli, il cui bagliore era tale che ogni più piccolo movimento della testa della donna era un invito ad accarezzare.

    Ora che i suoi occhi si erano abituati alla luce riusciva a vederla meglio. Era come se la luna avesse rubato il bagliore del vestito e lo avesse in qualche modo trasferito sulla pelle bianca e iridescente della sconosciuta. La lunga veste di seta aderiva come una seconda pelle, rivelando una vita sottile, fianchi morbidi e lunghe gambe snelle. Il corpetto dell’abito era sostenuto da una catena d’argento che le cingeva il collo. Per quanto lei tenesse le braccia incrociate sul seno, era facile indovinare la squisitezza di quanto nascosto. Sam cercò di non guardare ma non fu facile distogliere lo sguardo dalle spalle nude e dalle morbide rotondità appena visibili sotto le sue mani.

    Si scoprì sopraffatto da tanta perfezione e bellezza; il sangue gli ribolliva e un’improvvisa raucedine rese la sua voce più profonda. «Il tuo fidanzato non ha paura a lasciarti qui fuori tutta sola?»

    Lei trasse un respiro profondo. «Ma non sono sola, giusto? Anche se, potendo, lo preferirei. Se tu non avessi insistito a disturbare la mia privacy.»

    «Oh. Oh, scusa» si affrettò a dire Sam, indietreggiando di un passo. Sentì una sorta di rimorso, come se avesse calpestato un terreno sacro. «Me ne vado.» Mentre si girava, lanciò: «Goditi l’aria fresca».

    Si mosse nella direzione da cui era venuto, ma a ogni passo il ricordo di quella visione lo tirava indietro con la forza di una sirena.

    «Senti... Aspetta... un attimo, per favore.»

    Al suono di quella voce bassa e dolce, una piacevole sensazione, di cui Sam aveva quasi dimenticato l’esistenza, lo pervase. Si fermò e girò la testa verso di lei. «Ne sei sicura? Il tuo fidanzato non si arrabbierà?»

    «Oh, non preoccuparti

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