Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Ricordi scottanti: Harmony Destiny
Ricordi scottanti: Harmony Destiny
Ricordi scottanti: Harmony Destiny
Ebook152 pages1 hour

Ricordi scottanti: Harmony Destiny

Rating: 5 out of 5 stars

5/5

()

Read preview

About this ebook

Angelina Montoya è riuscita a nascondere il proprio segreto per tre anni, ma sapeva che prima o poi lui lo avrebbe scoperto. D'altronde, il milionario Jordan Cooper non si arrende davanti a nulla. Dopo essere riuscito a farla separare dal fratello accusandola di essere un'avventuriera in cerca di un partito facile, è tornato nella sua vita per portarle via l'unico tesoro che ha: il figlio. Per garantirgli una vita agiata, Angie accetta l'invito di Jordan - molto simile a un ordine - e lo segue nella sua tenuta a Santa Fe. Man mano che il deserto di avvicina, la sua mente è invasa da un ricordo più rovente della sabbia: una notte di passione, dove lei aveva donato tutta se stessa a quell'uomo che non faceva altro che accusarla.

LanguageItaliano
Release dateNov 21, 2013
ISBN9788858917107
Ricordi scottanti: Harmony Destiny
Author

Elizabeth Lane

Nata e cresciuta nello Utah, ama riversare nei suoi romanzi le esperienze e le conoscenze acquisite nel corso di numerosi viaggi in tutto il mondo.

Read more from Elizabeth Lane

Related to Ricordi scottanti

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Ricordi scottanti

Rating: 5 out of 5 stars
5/5

1 rating0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Ricordi scottanti - Elizabeth Lane

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    In His Brother’s Place

    Harlequin Desire

    © 2013 Elizabeth Lane

    Traduzione di Lucilla Negro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-710-7

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Santa Fe, New Mexico

    «Riguardo al bambino... e a sua madre... Ne è proprio sicuro?» Jordan serrò le dita attorno al telefono.

    «Giudichi lei, signor Cooper.» La voce dell’investigatore privato era piatta e incolore, come quella di un nastro registrato. «Le ho inviato tutto tramite corriere – certificato di nascita, cartella clinica, indirizzo della madre e una serie di foto. Una volta che vi avrà dato un’occhiata, potrà trarre lei stesso le sue conclusioni. Se preferisce comunque che vada avanti con le indagini...»

    «No, no, va bene così. Non c’è altro da scoprire. Non appena avrò ricevuto i documenti, le faccio un bonifico.»

    Jordan concluse bruscamente la telefonata. Il corriere sarebbe arrivato da Albuquerque entro un’ora. Se tutto andava come si aspettava, di lì a poco sarebbe esplosa una bomba che gli avrebbe stravolto la vita.

    Si scostò dalla scrivania e, dalla finestra dello studio, contemplò l’immenso ranch che si estendeva a perdita d’occhio verso l’orizzonte. In lontananza, le montagne Sangre de Cristo, coi loro caldi colori autunnali, scintillavano al sole di novembre. Da più di cent’anni, quella era la terra dei Cooper. Alla morte della madre, la proprietà sarebbe passata tutta a lui, in qualità di unico erede. O almeno così aveva pensato fino a poco tempo prima. Ma se quanto scoperto dall’investigatore privato confermava i suoi sospetti...

    Jordan distolse lo sguardo dalla vetrata, lasciando il pensiero incompiuto. Era ancora in tempo per tirarsi indietro, rifletté. Una volta giunto il pacchetto, avrebbe potuto bruciarlo senza neppure aprirlo, o gettarlo nel tritarifiuti. Ma avrebbe solo distrutto delle carte. Nulla poteva cancellare il ricordo di Angelina Montoya o mutare ciò che quella donna aveva fatto alla sua famiglia.

    Soprattutto adesso.

    Jordan rivolse lo sguardo verso la parete in fondo, dove erano appesi alcuni ritratti di famiglia. Il più grande mostrava due ragazzi che fissavano sorridenti un’enorme trota. I loro visi erano talmente identici che non era facile distinguere chi fosse Jordan e chi il suo fratello gemello, Justin.

    All’epoca in cui era stata scattata la foto, i due andavano d’amore e d’accordo. Tre anni dopo, Justin aveva perduto la testa per la bella Angie Montoya, cameriera di sala nel lussuoso ristorante messicano di fronte al Plaza. La sua determinazione a sposarla aveva creato lo scompiglio in famiglia.

    Convinti che fosse un’arrampicatrice sociale, Jordan e i suoi genitori le avevano tentate tutte pur di separare la coppia. La conseguente rottura tra i fratelli non aveva più avuto modo di ricomporsi. Di ritorno a casa dalla settimana bianca, la vigilia del compleanno di Angie, Justin si era schiantato con il suo aereo privato contro i monti Utah.

    Il dolore per la morte prematura del figlio aveva ridotto il padre l’ombra di se stesso e trasformato la madre in una donna aspra e solitaria. In quanto ad Angie, era semplicemente sparita, fino alla settimana prima, quando, dopo quasi quattro anni, Jordan aveva avuto sue notizie. Era riuscito a scovarla grazie al miglior investigatore privato dello Stato.

    Voleva delle risposte da lei e ben presto le avrebbe ottenute. Il rapporto del detective e i documenti che gli avrebbe inviato sarebbero stati la conferma ai suoi sospetti.

    Angelina Montoya non solo aveva sottratto Justin alla sua famiglia... L’aveva anche privata del nipote.

    Albuquerque

    «Ti stai impegnando molto con quel disegno, Lucas.» Angie roteò sulla sedia girevole, allontanandosi dall’angolo computer allestito in camera da letto e concentrando tutta la sua attenzione sul figlio. «Perché non me lo descrivi?»

    Lucas le porse il disegno – tre figure sbilenche abbozzate a matita su un foglio di quaderno. «È la nostra famiglia. Questo qui più basso sono io. Questa qui con i capelli lunghi e neri sei tu.»

    «E chi è l’uomo in alto?» Prevedendo la risposta, Angie si sentì stringere alla gola.

    «È papà che ci guarda dal cielo. Proprio come hai detto tu.»

    «Giusto. Lo vuoi attaccare sul frigorifero, così lo vediamo sempre?»

    «Va bene.» Stringendo nella mano il suo capolavoro, il bambino corse verso la piccola cucina. Angie frenò le lacrime. Non era facile vivere con il quotidiano ricordo di Justin. Ma voleva che Lucas non si sentisse senza padre. Teneva una foto incorniciata di Justin sul comodino del figlio e un album di istantanee su un ripiano della libreria, a portata di mano del bambino. Lucas aveva consumato gli angoli a furia di sfogliarlo.

    La maggior parte delle foto ritraeva Justin insieme ad Angie o Justin da solo. Non c’erano immagini dei suoi famiiari. Dopo il modo in cui l’avevano trattata, non voleva più avere nulla a che spartire con loro, specialmente con Jordan.

    Era stato lui a presentarsi da lei il giorno del suo compleanno per darle la notizia della morte di Justin. Non aveva detto molto, ma non ce n’era stato bisogno. Dal suo viso aveva capito immediatamente che cosa pensava di lei. Qualche settimana prima, i Cooper le avevano offerto cinquantamila dollari per sparire. Se li avesse accettati, Justin sarebbe stato ancora vivo.

    Angie non avrebbe mai dimenticato il disprezzo in quei gelidi occhi grigi. Come era possibile che due fratelli dall’aspetto tanto simile fossero così diversi? Justin era affettuoso, solare, sempre pronto alla battuta. E sapeva perdonare. Jordan, invece, era un uomo freddo, ipercritico, venale. E rancoroso.

    Oltre che un grande manipolatore. Quest’ultimo tratto lo aveva sperimentato di persona.

    Il suono del campanello si intrufolò fra i suoi pensieri. «Vado io!» gridò Lucas, slanciandosi verso la porta.

    «Fermo qui, signorino. Lo sai.» Angie lo rincorse, lo riacciuffò e lo prese in braccio, riportandolo in camera. Il bilocale in cui vivevano aveva un affitto abbordabile, ma i vicini non erano un granché. Quando qualcuno suonava alla porta, Angie spediva Lucas nell’altra stanza finché non si assicurava che fosse tutto tranquillo. Forse per l’anno seguente, se il suo lavoro di web designer fosse andato bene, si sarebbe potuta permettere una casa con una recinzione intorno.

    Il campanello suonò ancora, per due volte. Poggiando Lucas sul tappeto, Angie chiuse la porta della camera da letto e andò verso l’ingresso. Non riceveva molte visite e di certo non stava aspettando nessuno. Un ospite a sorpresa la rendeva sempre tesa e sospettosa.

    Jordan si irrigidì sentendo dei passi leggeri e rapidi avvicinarsi. Rivedere Angie dopo tutto quel tempo sarebbe stato imbarazzante. Forse avrebbe fatto meglio a mandarci qualcun altro, per sondare il terreno ed evitare che la donna si mettesse subito sulla difensiva. Ma non era uno che si tirava indietro di fronte ai compiti ingrati. Toccava a lui affrontare la situazione, per il bene della famiglia, per la memoria di suo fratello.

    Udì il saliscendi abbassarsi, poi lo scatto della serratura. Jordan trattenne il fiato mentre la porta si apriva quel tanto consentito dalla lunghezza della catenella.

    Un paio di occhi color cioccolato, contornati da folte ciglia, si fissarono nei suoi, allargandosi e restringendosi, sospettosi.

    «Che cosa vuoi, Jordan?» La sua voce roca, sottile, gli riattivò i ricordi.

    «Tanto per incominciare, vorrei entrare.»

    «Perché?» Non sembrava avesse intenzione di sganciare la catenella.

    A quanto pareva, era la stessa testa dura di sempre. Non era cambiata affatto. «Non mi va di parlarti sul pianerottolo, attraverso questa dannata porta.»

    «Non abbiamo nulla da dirci, io e te.»

    Stava mettendo a dura prova la sua pazienza. «Ascolta, Angie, scegli tu. O mi fai entrare e parliamo da persone civili, oppure mi metto a urlare come un pazzo, così da farmi sentire da tutto il condominio. In un modo o nell’altro, non me ne andrò finché non avrai ascoltato quello che ho da dirti.» Osservò una breve pausa, rammentando a se stesso che non avrebbe giovato a nessuno minacciarla. «Chissà» aggiunse, «magari scopri che è qualcosa che ti interessa.»

    Jordan si preparò a una rispostaccia. E invece si beccò una porta in faccia. Attese in silenzio, poi, dopo qualche secondo, udì lo sganciarsi della catenella. Lentamente, l’uscio si aprì.

    Entrò e si guardò intorno. La casa era pulita, ordinata, con le pareti tinteggiate di fresco e la tappezzeria abbinata. Ma non c’era un sistema d’allarme e la zona non era tra le più raccomandabili, a giudicare dai graffiti sui muri e dai brutti ceffi che aveva visto in giro. Se quello era il meglio che Angie poteva permettersi, era chiaro che non navigava in buone acque.

    Non c’era traccia di suo figlio. Solo una copia sgualcita di Goodnight Moon tradiva la presenza di un bambino in casa. Lo aveva nascosto. Ecco perché ci aveva messo tanto ad aprire.

    Dopo aver chiuso la porta dietro di lui, Angie si spostò, entrando nel suo angolo visivo. Indossava una maglietta nera e un paio di jeans attillati che le disegnavano la figura, senza essere volgari. I capelli scuri le scendevano in morbide onde sulle spalle. Era scalza, con le unghie dei piedi laccate di un rosa tenue.

    Era sempre molto bella. Ma questo Jordan lo aveva sempre saputo, ancor prima che suo fratello si innamorasse di lei... e pure dopo.

    Ripercorse con la mente quel momento di debolezza in macchina, il sapore delle sue labbra, le curve sinuose fra le braccia. Ci aveva provato in tutti i modi, ma dimenticare una donna come Angie non era facile.

    Si schiarì la voce. «Non mi chiedi di sedermi?»

    Lei gli indicò il divano, poi si accomodò all’estremità opposta, non essendoci altre sedute nella stanza.

    Jordan ruotò il busto, in modo da affrontarla faccia a faccia.

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1